Purgatorio

Purgatorio era un vicolo che metteva in comunicazione via Guglielmo Oberdan (già via Cavaliera) con un tratto di via, oggi soppresso, che faceva parte della via di San Giobbe (oggi vicolo San Giobbe) e con l'oratorio della compagnia di S. Giobbe, oggi compreso nella Galleria Giovanni Acquaderni.

Fu descritto con questo nome dal Banchieri (Purgatori), mentre l'Aretusi lo chiamò Via Lodovisi (dal nome della famiglia che abitò il palazzo che era a settentrione di questo vicolo, poi acquistato e ristrutturato nel XVIII secolo dai Tubertini). Da allora fino al 1854 Purgatorio è l'unico odonimo che viene ricordato per questo vicolo.

Fu soppresso tra il 1854 (anno di pubblicazione dell'Indicatore, in cui il vicolo è elencato) ed il 1878 (anno di pubblicazione del Prontuario, in cui il vicolo non compare più.

Oggi il vicolo esiste ancora, ma è chiuso da un cancello su via Oberdan, tra il numero 7 ed il numero 9, così come esiste ancora il tratto soppresso della via di San Giobbe.

Il Salaroli raccontò che l'origine del nome Purgatorio è nella vicinanza dell'ospedale di San Giobbe dove si somministravano le "purghe" agli ammalati di morbo gallico. Naturalmente si tratta di una favola. Il nome Purgatorio, così come quello del Limbo, nacque per analogia dalla vicina via dell'Inferno.

Purgatorio visto da via Guglielmo Oberdan. In fondo è l'ingresso dell'oratorio di San Giobbe, ora Galleria Giovanni Acquaderni e la parte soppressa della via di San Giobbe.

Purgatorio visto dalla soppressa via di San Giobbe.

Il cancello che chiude il Purgatorio.