Purgatorio, dal IV volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

Dal Stilicidio in via Cavaliera fino alla via di S. Giobbe.

Purgatorio è quella Via che comincia dalla strada detta Cavaliera e termina alla via di S. Giobbe.

La sua lunghezza è di pertiche 8 e la superficie di 5. 21. 9.

Ignorasi l’antico nome di questa contrada prima che fosse detta via Lodovìsi in causa del vicino palazzo di questa famiglia. Purgatorio fu detta per la purga a cui si assogettavano gli attaccati dal morbo celtico e curati nel vicino ospitale di S. Giobbe.

Questo stradello si è voluto chiudere più volte, e l’Ornato non si opponeva, ma le controversie insorte fra i vicini lo hanno sempre impedito.

Via del Purgatorio a destra entrandovi per via Cavaliera.

Fianco della casa già Gandolfi con ingresso in via Cavaliera.

Via del Purgatorio a sinistra entrandovi per la via Cavaliera.

N. 1674. Chiesa, e canonica dell’ antica parrocchiale di S. Lorenzo dei Guerrini detta da qualcuno S. Lorenzo delle Grotte per alcuni sotterranei o catacombe, aderenti alla medesima, che si pretende erroneamente comunicassero con S. Stefano e che se sono esistite potevano tutto al più comunicare con S. Bartolomeo di Porta Ravegnana. S. Lorenzo aveva una chiesa superiore ed una sotterranea, e nella seconda si vede ancora il principio di qualche andito che si internava, e che oggi è murato.

Dicesi che nel 1270 il iuspatronato di questa chiesa appartenesse ai parrocchiani, poi ai Guerrini, o Guarini antichi che si pretende erroneamente avessero il ceppo comune coi Foscarari.

Un ramo dei Guarini fu scacciato coi Lambertazzi nel 1274 e si stabilì in Forlì.

Nel 1562 Pompeo Lodovisi comprò da D. Carlo Antonio Tencarini rettore di S. Lorenzo dei Guarini, certe stanze della canonica di detta chiesa. Rogito Ippolito Pepi, e nello stesso anno gli eredi di detto Pompeo pagarono il saldo delle lire 650 importo di dette stanze, rogito Alberto Budriolo.

Si trova pure che la giurisdizione parocchiale che era ristretta a poche case le fu tolta li 30 ottobre 1618 ed assegnata parte a S. Nicolò degli Alberi, e parte a S. Michele del Mercato di Mezzo.

Li 14 gennaio 1655, la chiesa fu concessa ad una congregazione di sedici sacerdoti secolari, ma continuò avere un rettore senza cura, e quello che godeva questo benefizio li 12 gennaio 1690 diede in enfiteusi la chiesa, e canonica, come da rogito Giuseppe Lodi, a Francesco, e Paolo Scipione Pelloni. Vedi via Cavaliera N. 1462. Poi furon amendue definitivamente comprate da Giacomo Tubertini successore Pelloni li 4 maggio 1779, rogito Luigi Aldini. La chiesa superiore aveva tre altari, ed uno la sottoposta, ora sono amendue profanate.