Piazza del Nettuno o del Podestà

Denominazione moderna(2015): Piazza del Nettuno.

Guidicini.

Questa Piazza fino al 1564 terminava circa di faccia all'angolo del Palazzo pubblico prima delle così dette botteghe degli Scaffieri, dalla parte di ponente, e da quella di levante poco al di là della porta del Podestà. Il rimanente fino al Mercato di Mezzo era occupato da un isola , la quale confinava a levante colla Via della Zecca , a mezzodì colla Piazza , a ponente colla Via delle Scudelle , a settentrione col Mercato di Mezzo.

Li 3 Giugno 1473 si deliberò di condurre alla Piazza certe acque della sorgente detta Remonda , che scaturiscono sotto l'ex Monastero di S. Michele in Bosco a non molta distanza della Porta di S. Mamolo. Gio. Guidotti , e Gio. Bianchetti furon nominati sovrastanti al lavoro di una fonte da farsi di finissimi marmi fra il Palazzo del Legato ed Anziani , e quello del Podestà , dando ai medesimi la facoltà di spendere quanto gli fosse stato dettato dal loro giudizio, ed arbitrio. La fontana fu ornata di un bacino e di alcune statue che vi gettavano acqua. La spesa fu economica perchè dicesi che fosse di sole L. 1064, ma non piacque il disegno, e di più riuscì difettoso l'acquedotto, per cui il 23 Marzo 1483 fu decretata la demolizione, e il dono alla fabbrica di S. Petronio dei materiali che la componevano.

Il primo Giugno 1520 si ordinò, che le acque della sorgente Remonda , che altra volta dal Monte di S. Michele in Bosco , erano condotte alla Piazza di Bologna, vi fossero restituite. Il 27 Luglio anno stesso furon deputati alla fabbrica della pubblica fonte Agostino Marsili , e Lodovico Carbonesi.

Il disegno fu commesso a Tommaso Laureti, pittore Palermitano , le statue e i bronzi a Gio. Bologna Fiammingo, e il lavoro dei marmi ad Antonio Lupi. Il 29 Giugno 1520 fu fatto l'assegno dei fondi per le spese, ma solo nel 1563 si cominciò ad erigerla in poca distanza dal sito dove fu già la demolita nel 1483.

Li 20 Agosto 1564 cominciò a dar acqua, e la statua del Nettuno fu posta a suo luogo li 16 Dec. 1566. Nel 1605 fu chiusa e contornata da cancelli di ferro, agli angoli dei quali furon innalzate quattro piccole fontane che da altrettanti mascaroni buttano acqua in bacini di marmo. La fossetta che circonda la ferriata è esternamente di piedi 42 per lato. La Fontana getta acqua per 32 spinelli di un punto d'oncia ciascuno. L'Alidosi dice che l'acqua esce da più di 90 spinelli e che ciascuna poppa delle Sirene getta per sette dei medesimi.

La spesa a tutto il 1605 ammontò a Scudi romani 67,500 , ossiano Bolognesi Lire 327,500. Questa magnifica fontana fu fatta sotto la legazione del Cardinal S. Carlo Borromeo.

Li 14 Febbraio 1568 fu eletto in custode della fonte Domenico Passarini con provvisione di annue Lire 160, che in progresso fu ridotta a Lire 80.

Li 18 Luglio 1582 Lodovico Balbi chiese un premio per aver trovato il modo di fornir maggior copia d'acque alla pubblica fonte, mediante quelle del canal di Reno.

Nel 1605 si rinnovarono i condotti della fontana , la quale fu contornata di cancello, nei cui angoli furono posti quattro vasi, che ricevono acqua da quattro superiori mascaroni a comodo del popolo.

Li 29 Novembre 1607 gli Assunti della Fonte dimandarono al Reggimento i mezzi per ricompensare il cav. Guglielmo Fava inventore del nuovo condotto di S. Michele in Bosco, col quale si provvede acqua per la detta fonte.

Nel 1650 fu fatto venire da Mantova un fontaniere, al quale furon pagate Lire 9000 a conto dei suoi lavori. Fu fatto un recipiente d'acque profondo piedi 30 a capo della strada che va a S. Michele in Bosco , detta il Listone. Li 10 Maggio 1651 si scoprì la fontana per la quale si eran spese Lire 14,000 compresi i tubi di piombo.

Li 29 Agosto 1662 l'ingegnere Carlo Sega uni all'acquedotto della pubblica fontana alcune acque del condotto Mario derivanti da sorgente che sono sotto il monte di Ronzano.

Li 17 Maggio 1679 si finirono nuove riparazioni alla fontana del Nettuno, e al suo acquedotto, per le quali si spesero Lire 13,424. 6. 8.

Li 30 Settembre 1749 si terminarono i risarcimenti al condotto, che è fuori della porta di S. Mamolo.

In progresso di tempo, mercè le cure del membro del Consiglio Comunale Giuseppe del fu dott. Vincenzo Pozzi, furon riattivati lunghi tratti interriti dell'acquedotto , riaperti molti spiragli abbandonati, e perduti , e raccolta tutta la possibile quantità d'acqua che si potè riavere dalle scarse sorgenti delle colline di S. Michele in Bosco , di Ronzano , e della Madonna del Monte. I lavori furono lunghi , e penosi , e non ostante si spese una limitatissima somma. Il deputato in custode della pubblica fonte godeva dell'annuo assegno di Lire 160.

Gli acquaroli o venditori d'acqua non potevano prender acqua dal vaso grande della fontana riservata alla famiglia di Palazzo, ed ai Magistrati; tutti però la potevano pigliare dalla fonte dei Pollaroli dalla Dogana Vecchia.

Mentre s' innalzava la fonte , e se ne ammirava la sua bella composizione, nacque il progetto di prolungare il tratto di Piazza, sul quale era fondata, fino al Mercato di Mezzo. Nel Senato Consulto tenuto il Sabato 29 Novembre 1564 fu decretata la demolizione dell'Isola per aggrandire la Piazza del Nettuno, e la creazione del Monte Isola di rendita Lire 2200 per compensare i danni che deriverebbero ai proprietari dei stabili componenti la medesima. Il partito passò con 31 voti favorevoli e due contrari.

Li 20 Dicembre 1564 Pio IV permise che coi proventi del Dazio Piazza si erigesse il proposto Monte Isola.

Li 3 Gennaio 1565. il Senato nominò Assunti per tutto quanto poteva essere in rapporto alla demolizione dell' Isola Nicolò Lodovisi, Camillo Paleotti, Alessandro Lupari, Lelio Vitali, Cornelio Malvasia, Francesco Bolognetti, Paolo Poeti, e Giovanni Maria Bolognini.

Li 19 Gennaio susseguente il Governatore Card. Francesco Crasso, di Milano , ordinò che tutti i proprietari di case e di botteghe in piazza e nelle vie che avevano sbocco nella medesima dovessero pagare in via di testa i danni sofferti dai possidenti delle case e botteghe demolite per ampliare la piazza della fonte pubblica. La gravezza imposta fu la metà delle pigioni delle botteghe della piazza, e di baiocchi 6 , 4 , e 2 per ogni Lira di pigione delle case e botteghe delle strade che comunicavano colla piazza medesima. L'atterramento dell'Isola nella quale vi erano trentadue botteghe , s' incominciò li 8 Gennaio 1565 e fu compiuto colla spesa di Lire 14,000.

Creditori del Monte Isola come da rogito di Galeazzo Bovi delli 22 Giugno 1565.

1. Ranuzzi Gio. Battista, e Marcantonio fratelli e figli del fu Annibale della Capella di S. Andrea dei Piatesi. Per una casa e due botteghe contigue L. 360.

2. Dalle Guaine Lodovico del fu Antonio della Capella di S. Martino dell' Avesa. Per sette botteghe e sue sovrastanze L. 655.

3. Accursi Giovanna del fu Traiano, moglie di Pier Francesco del fu Alessandro dalla Fava della Capella di S. Michele dei Leprosetti. Per un bell'edificio sull'angolo della piazza con tre botteghe , stanze sopra le medesime, due magazzeni e cantine L. 463.

4. Sega Francesco di Giovanni Maria della Capella di S. Andrea degli Ansaldi , intestato poi Cornelio Malvasia. Per una casa e una bottega di rendita Lire 329. 6. Questo stabile era stato venduto il 9 Luglio 1510 da Baldassarre del fu Antonio Cattani a Petronio del fu Andrea dalla Sega. Confinava colla Via Oriente ( cioè colla Via della . Zecca ) e quella mediante col palazzo del Podestà, altra strada a Settentrione ( Mercato di Mezzo ) Lodovico Ghisellardi, a mezzodì verso piazza e Felicita vedova di Giacomo Mogli, a Occaso verso il palazzo degli Anziani. Per Lire 700 rogito Battista Bovi L. 329. 6

Segue L. 1807. 6

5. Orazi Monsignor Nicolò L. 385.

6. Orazi Paolo L. 75.

Per case e botteghe di Monsignor Nicolò, di Domenico di Silvestro, e di Paolo degli Orazi poste verso il Mercato di Mezzo rincontro alli Scappi ( Caffè degli Stelloni ) e dalla parte opposta al Torrone delle Udienze Criminali , le quali facevano cantone e sprone sulla nuova piazza dell'Isola demolita, per cui ne veniva deformità al prospetto, fu ordinato che fossero demolite, e tirate a linea della facciata del palazzo del Pretore dalla Via del Mercato di Mezzo fino a quella delle carceri (voltane della Croce) per la lunghezza di piedi 38 once 4 e per la larghezza di piedi 21 come da memoria delli 21 Giugno 1566 esistente nell'archivio del Monte Isola. Per questa demolizione non contemplata nel primo progetto furon assegnate Lire 460 agli Orazi per cui l'annuo peso del Monte Isola stabilito in Lire 2200 rogito Galeazzo Bovi ascese ad annue Lire 2660.

7. Dai Velli Ippolita del fu Mastro Battista vedova di Mastro Giovanni Antonio Atoguini armarolo. Per una casa , una bottega ed altri ediflzi venduti già da Girolamo Coltellini al detto Atoguini il primo Giugno 1560 L. 108.

8. Campana Gio. Batta del fu Nicolò della Capella di Santa Maria Maggiore. Per rata e parte di una bottega L. 15.

9. Fornello maestro Andrea di Girolamo Bertaro della parrocchia di S. Salvatore per cinque botteghe. Gli si pagarono Lire 1075. 14. 3, e per saldo del suo avere una rendita sul Monte Isola di annue . L. 38. 14

10. Collegio Ancarano. Per canone di una bottega affittata a Giovanni Francesco di Giacomo Risy della Piana di S. Colombano , di professione spadaro, la qual bottega fu in parte desolata L. 14.

11. Ospitale della Morte L. 55.

12. Tostini Elisabetta L. 72.

13. Muratori Girolamo ed Elena coniugi L. 42.

14. Guidotti Ercole L. 48.

— Totale L. 2660. —

E qui ci sia permesso osservare che sebbene tenuto a calcolo la notabile differenza dei prezzi che a quei dì si assegnava al valore degli stabili la tendenza di assecondare gli abbellimenti promossi dal Comune prevaleva sull' interesse pecuniario.

Rendita del Monte Isola L. 2660 che ragguagliata al 3 per % produce un capitale di Lire 88666.13. 2.

Col ricavo dei materiali dell' Isola demolita furono dimessi i prezzi dovuti alli altri seguenti proprietari :

15. Barbiroli Achille del fu Cristoforo libraio bolognese della parrocchia di S. Pietro. Per rata e parte di una bottega.

16. Rettore de' SS. Ippolito e Barbara. Per bottega Enfiteotica condotta da Mastro Andrea di Girolamo Fornello Bertaro Lire 10. 10.

17. Ghisellardi Senatore Antonio della Capella di S. Andrea dei Piatesi, per 3 botteghe con magazzeni L. 396. 17. 6. d'affitto , gti si pagarono L. 569 12 10 di saldo.

18. Fontana Flaminio , e Orazio del fu cav. Vincenzo e per essi Giovanni Ghiselli loro procuratore per una bottega ed un'altra con molti soprastanti edifici , dai quali ricavano Lire 295 d'affitto.

19. Risy Gio. Francesco del fu Giacomo Spadaro della Capella di S. Colombano Lire 514. 5. 10 per la bottega già da lui acquistata dagli eredi di Girolamo Fornello libera per la metà, e per l'altra metà d'utile dominio del Collegio Ancarano. Vedi N. 10.

20. Prandi Mastro Stefano del fu Giovanni della Capella di S. Colombano Lire 1542. 17. 2, per una casa con bottega già a lui venduta nel 1551 da Gia como da Moglio, e che paga Lire 108 d'affitto. 21. Fornello Marco Santo del fu Gio. Battista della Capella di S. Prospero per alcune botteghe e case , che rendevano annue Lire 230 a lui lasciate da Alessio Orazi. Si pagano Lire 785. 14. 3. e se gli pagarono annue Lire 175.

Nella nuova piazza si confusero le due strade delle Scudelle, e della Zecca. Si trova che in quella delle Scudelle nel 1440 vi era una casa, o stanza ad uso di Scudelli vicina alla piazza grande. Confinava col muro, ed orto degli Anziani. Fu venduta da Giovanni e da Angelo fratelli Poeti a Ugolino dei Benacci per Lire 450 rogito Gio. Castellini. Per quella detta Via della Zecca si ha la seguente memoria del 1432. Il Viazzolo confinava col Guasto della casa ad uso di Zecca e che viene verso il palazzo del Re Enzo per piedi 24.

Lungo i confini della piazza del Nettuno con la Via del Mercato di Mezzo, e per un tratto dalla parte del palazzo del Legato furon piantate del 1689 nel mese d'Ottobre 24 colonette quadrate di rovere alte circa piedi 7 sopra terra, ed inverniciate di rosso per impedire l' ingresso nella piazza ai carri e carrozze, le quali colonette furono rinnovate nel Decembre 1776 poi levate sulla fine del l'anno 1796. Il volgo diede il nome di Stelloni ai predetti pali di legno, e d'allora in poi questa località prese la denominazione degli Stelloni.

Nel Marzo 1766 parte dei cassoni che erano sulla piazza del Comune furon posti in quella del Nettuno dalla parte del pubblico palazzo di dove furon levati il 18 Aprile 1781 in causa del Corpo di Guardia del presidio pontificio stabilito nell'angolo del palazzo, credo in faccia il voltone della Corda. Il Teatro della Fiera del 14 Agosto 1665 occupò la piazza del Nettuno. Cominciava dalla Residenza dell'arte dei Notari , e finiva nel Mercato di Mezzo. Rappresentava un Giardino nel cui centro primeggiava la Fontana pubblica. Piacque la novità, ma non fu mai più imitata.

La piazza del Podestà è di superficie pert. 194. 33. 10 , non comprese le pert. 18. 49. 9 occupate dalla Fonte pubblica. Il Dotti architetto del Senato la calcolò di pert. 220. piedi 71.

Particolare tratto dal Catasto Gregoriano (1835) della città di Bologna, messo a disposizione dall'Archivio di Stato di Roma con il progetto "Imago II".

La fontana del Nettuno ancora circondata dalla cancellata. Dietro la casa Stagni deve ancora essere restaurata. La foto è ante 1888 (anno in cui fu eliminata la cancellata).

Piazza del Nettuno, dal II volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani