Garofalo (Via)

Via Garofalo.

Da piazza Cavour, angolo via de' Poeti a piazza San Domenico.

Quartiere Santo Stefano.

Prima documentazione dell'odonimo: 1643 (Via del Garofalo).

L'Alidosi descrisse questa via con il nome di Battebecco, detta anche Battidizzo.

L'Aretusi documentò questa via nella sua pianta con il nome di Battedizzo.

Il Guidicini (II,227) affermò che questa via già dal 1497 era nota come Battibecco o Battedizzo, odonimi condivisi dal Belvedere di Borgo Salamo, che, prima dell'apertura di piazza Cavour, poteva essere considerata un tutt'uno con la nostra via. Per la verità nelle "Cose Notabili" si trova solo un testamento, datato 1497, di suor Taddea Manzoli, datato 5 gennaio, in cui è documentato un luogo chiamato Battibecco, a proposito di una casa che doveva essere sul lato destro di via Garofalo.

Battedizzo venne documentato dal Salaroli nel 1743 assieme a Battibecco come antichi nomi di quella via che ai suoi tempi era già nota come Garofali.

Via del Garofalo comparve nella pianta del Mitelli (1692) ma ancor prima fu documentata in un testamento di Giulio Cesare di Marcantonio Marescotti, del 18 febbraio 1643 (Guidicini, Ibid.).

Sempre il Guidicini (Ibid.) documentò, esclusivamente per via Garofalo, l'uso dell'odonimo via del Paradiso nel 1566.

In un rogito di Pompeo Cignani del 30 luglio 1650, quando già si cominciava ad usare Garofalo, la nostra via era ancora detta Paradiso o Battibecco (Guidicini, Ibid.).

La denominazione via del Garofalo, poi semplificata in via Garofalo con la riforma toponomastica del 1873-78 è arrivata fino a noi.

In merito a Battibecco/Battedizzo, si veda quanto scritto per via Battibecco.

Via del Paradiso rientra in uno dei tanti casi di vie del Paradiso (vedi l'odierna via del Paradiso) così chiamate perché conducevano verso importanti chiese o luoghi di culto.

Garofalo (ovvero Garofano) è di orgine incerta. Esistette una famiglia Garofali, di cui faceva parte un notaio di nome Lorenzo che rogitava nel XVII secolo, che potrebbe avere dato il nome alla via, come invece potrebbe essere la famiglia ad avere preso il nome dalla via. In tale ultimo caso (Fanti, I, 395) una possibilità è che il nome alla via sia stato originato da un garofano insegna di una bottega o di una osteria.

Infine è da notare che il Banchieri sembrò indicare questa via e la scomparsa Belvedere di Borgo Salamo (si veda quanto scritto su piazza Cavour) come Via Santa, ma probabilmente è errore, in quanto via Santa era odonimo attribuito in antichità da quasi tutti gli autori antichi all'attuale via Rolandino.

Fonti citate in questo articolo.

Alidosi: Nomi delle strade, vie, borghi, et vicoli, che sono nella città di Bologna, di Giovanni Niccolò Pasquali Alidosi, pubblicato nel 1624).

Banchieri: Origine Delle Porte, Strade, Borghi Contrade, Vie, Viazzoli, Piazzole, Salicate, Piazze, e Trebbi dell'Illustrissima Città di Bologna con i loro Nomi, Pronomi, e Cognomi, di Camillo Scaligeri della Fratta (pseudonimo di Adriano Banchieri), pubblicato da Clemente Ferroni nel 1635.

Aretusi: Origine di Bologna. Pianta di Bologna di Costantino Aretusi, pubblicata nel 1636.

Mitelli: Bologna in pianta, città del Papa, famosa pianta di Agostino Mitelli, pubblicata nel 1692.

Salaroli: Origine di tutte le strade sotterranei e luoghi riguardevoli della città di Bologna di Ciro Lasarolla (Pseudonimo di Carlo Salaroli), pubblicato nel 1743.

Guidicini: Cose Notabili della Città di Bologna ossia Storia Cronologica de' suoi stabili sacri, pubblici e privati, di Giuseppe Guidicini (scritto prima del 1837, ma pubblicato nel 1868).

Fanti: Le Vie di Bologna. Saggio di Toponomastica Storica, di Mario Fanti, Istituto per la Storia di Bologna, 2000.