N.214

Palazzo di residenza dei cavalieri Templari che al tempo della tragica loro soppressione seguita nel 1307 ad instanza di Filippo il Bello, e per decreto di Clemente V contava due individui bolognesi Bartolomeo Tencarari, e Alberto Arienti, che vennero assolti dalle imputazioni date all'ordine nel famoso processo compilato contro gli individui che lo componevano. Dicesi che coi beni dei Templari si erigesse nel 1315 un ospitale detto di S. Giovanni Battista, che poi nel 1390 fu fatto Commenda dell'ordine Gerosolomitano di Rodi detto poi di Malta. È certo che la rettoria della Chiesa di Santa Croce atterrata per la fabbrica di S. Petronio, e posta nella via ora detta dei Pignattari apparteneva a quell'ordine, e pretendesi che di sua spettanza fosse l'altra Chiesa di S. Giovanni Gerosolomitano, che fu quasi rimpetto a quella di S. Pietro Martire.

Questo edifizio aveva un rozzo prospetto con portico di legno davanti, che fu levato nel secolo XVIII. Dopo il 1796 il Governo s'impossessò dei beni di questa Commenda in allora goduta da Don Cesare di Egano Lambertini ultimo della sua famiglia, e pronipote di Benedetto XIV. Resta il dire come si dicesse Commenda della Masone, e su questo si è inclinati a credere che venga da maison, ossia casa, e che questa denominazione l'avesse fin da quando esistevano i Templari. L' Accademia dei Torbidi vi tenne per qualche anno le sue adunanze.