N.589,590

Case già dei Ghelli da Budrio fatti cittadini di Bologna dal Legato Francesco Gonzaga li 23 novembre 1472. Taddeo di Tommaso venne a stabilirsi a Bologna circa il 1490 per esercitare la cartolaria. Terminarono in Giuseppe di Taddeo morto poverissimo li 17 febbraio 1727, ed in Anna od Antonia di Lodovico, moglie del marchese Vincenzo Manzoli, morta li 27 novembre 1731, per cui l'eredità Ghelli passò nei Manzoli, poi nei conti Marsili. In questo stabile è compresa una casa con corte ed orto enfiteutica di S. Stefano al quale si pagavano soldi 16 1/2, che Graziolo di Lemmo Vasselli da Luca vendette ad Albiso ed Antonio Domenico da Bibulano per L. 120 comprese le ragioni spettanti a detta casa dietro il fossato e le ripe del medesimo. Confina Guglielmo cartolaro, la via pubblica e l'orto, ossia terreno dei Padri dei Servi. Rogito Giacobino di Quintilio.

1360, 17 marzo. Compra Guglielmo di Gio. di Gerardino cartolaro da Nicolò di Galvano marzaro, gli edifizi di una casa sotto la parrocchia di S. Biagio nel Borgo dei Cartolari, sopra terreno della chiesa di S. Stefano, per L. 120. Rogito Lambertino Fantuzzi.

1513, 15 gennaio. Casa di diretto dominio dell' Abbazia di S. Stefano locata a Galeazotti naturale del fu Giulio Bargellini. Confina con Cartoleria Nuova, con beni dei Serviti di sotto e di dietro mediante chiavica, e con Taddeo Ghelli.

1539, 1 marzo. In tal giorno il suddetto Bargellini vendette al precitato Taddeo Ghelli una casa con orto in Cartoleria Nuova, in confine del compratore e dei beni dei Servi, per L. 850, rogito Andrea Mamelloni ed Andrea Serafini. Un rogito di Francesco Barbadori delli 27 settembre 1556 ci istruisce che questa casa era stata da pochi anni addietro fabbricata da Ghelli Taddeo, e che confinava con Lodovico da S. Venanzo.

I Ghelli vendettero questo stabile a Vitale De Buoi, padre di Andrea, li 23 maggio 1622. Rogito Gio. Felini, ed il predetto Andrea lo alienò il primo settembre 1659 a Giulio Guidalotti per L. 24500. Rogito dello stesso. Si dice essere casa grande ridotta in due, con tre porte, sette cortili, in confine di Francesco Forti a mezzodì, dei Padri Serviti a levante e settentrione, e la via a ponente. In questa compra vi furono compresi altri stabili in faccia dal lato opposto della strada di cui in appresso.

II ramo Guidalotti che qui abitava e che si diceva di Cartoleria, terminò in Teresa di Lodovico, moglie di Gioseffo Maria Guidascanio Guidalotti Franchini suo cugino, morta li 23 novembre 1805. I Guidalotti vendettero questa casa ai Padri Serviti l'8 maggio 1754 per L. 25000. Rogito Gio. Rosini e Gio. Giuseppe Pedini. I figli e fratelli del fu Carlo Cella l'acquistarono dal Demanio, ma poco dopo la vendettero al dott. Filippo Tacconi sindaco del reggimento, i cui figli poscia la vendettero ad Andrea Bersani che chiuse una delle porte che aveva, e fece un nuovo atrio ed una nuova e bella scala. Il portico uniforme, che dalla casa di Pietrantonio e fratelli Ghelli termina alla chiesa di S. Tommaso di Strada Maggiore, fu fatto fare nel 1563 dal vicelegato Cesi, per dar comunicazione, sempre al coperto, alla strada di S. Stefano con strada Maggiore.

1562, 29 agosto. Il Senato accordò un sussidio per la fabbrica del portico di Strada Maggiore detto di Cartoleria.