Begatto (Via)

Via Begatto.

Da Strada Maggiore a via San Vitale.

Quartiere San Vitale.

Prima documentazione dell'odonimo: 1250 (Androna Bigati)

Via e odonimo antichissimi, documentati negli statuti di Bologna negli anni 1250 e 1259 (Androna Bigati) e negli statuti del 1288 (Androna de Bigato). Negli estimi del 1296/97 è documentata la strata o androna Bigati, ed in un documento del 9 febbraio 1291 ricordato dal Guidicini si legge Androna Biganti.

Lo Zanti descrisse questa via come Bigatto, over Bigado ed altrove la chiamò Bigato, descrivendo l'Androna di S. Thomaso di Servi.

Il Salaroli la chiamò Bigado, il Banchieri Bigad, mentre l'Aretusi Bigatto.

Per il Mitelli ed il Salaroli fu Bigado, mentre il Taruffi mise una "e" al posto della "i": Begato, seguito dal Guidicini.

Va detto che per il Banchieri ed il Salaroli, il Bigado, Bigato, ecc. cominciava in Strada Maggiore e finiva all'incrocio con vicolo Bolognetti (già Androna di San Tommaso della Braina) mentre la restante parte si chiamava Via di San Tommaso o anche Braina (come confermò il Guidicini)

Dal XIX secolo (Itinerario, Origine, Indicatore) si cominciò ad usare sempre l'odonimo Begatto, nome accolto anche dalla rivoluzione toponomastica del 1878 che lasciò Via Begatto alla nostra via, nome che è rimasto fino ad oggi.

Prima di fare qualsiasi ipotesi sull'origine del nome, cerchiamo di fare chiarezza sulla "t": semplice o doppia ? Innanzi tutto, una curiosità: il Catasto Gregoriano del 1835 riporta Via del Begato per il tratto da Strada Maggiore fino a via Armando Quadri (già Via Cantarana), e Via del Begatto per il rimanente tratto. Evidente errore che però riflette l'incertezza sul numero di "t" (e non solo, come vedremo tra un attimo).

Credo che la doppia "t" di Begatto nasca dal tentativo di validare la spiegazione più comune (data per primo dallo Zanti) per l'odonimo. Scrisse infatti lo Zanti che questa via è detta così perché a guisa di bigatto si va storcendo, quando caminano.

Questa ipotesi fu riportata tale e quale dal Salaroli che però, esponendola, ne prese le distanze anteponendo un significativo dicesi.

Molto interessante quanto disse il Banchieri, che la chiamò Bigàd asserendo che va pronunciato lungo, con l'accento sulla a: Bigàd over Bigàtt. Insomma: Bigatto. Ma se il Banchieri scrisse che Bigad va pronunciato lungo, significa che allora, come ora, la pronuncia comune, usata da tutti, era sdrucciola: Bìgad.

Ancora oggi, chi parla la lingua bolognese. chiama questa via Bégad, e non Bigàtt nè tantomeno Begàtt. Quindi, pare di potere concludere che la doppia "t" e la pronuncia piana siano il risultato di una forzatura di chi ha voluto credere all'ipotesi del bigatto per spiegare l'origine di questo odonimo.

Il Guidicini (I, 126) prudentemente tace qualsiasi ipotesi di spiegazione, e, di più, dice testualmente Begato, Bigato, e più propriamente Bigado, in oggi però scritto nella lapidetta Begatto, certificando che la forzatura sopra accennata avvenne con l'apposizione delle lapidette (1801).

Non solo la pronuncia sdrucciola è prova che non c'è relazione tra la nostra via ed il bigatto, ma tale prova viene ulteriormente rafforzata anche dalla "e" talvolta inserita al secondo posto e presente nella pronuncia in lingua bolognese: bégad.

Stabilito che non è il bigatto a dare il nome alla nostra via, vediamo quali altre ipotesi sono state fatte fino ad ora.

La prima ipotesi è che Bigato (nelle sue varianti) sia il nome o il soprannome di qualcuno che abitando in questa via, ne ha dato il nome.

Altra ipotesi (riportata dal Fanti, I, 174) è che vi sia relazione tra questa via ed alberi detti bagatti o bagolari, o comunque piante da bacca (baga), parola da cui deriva bagattella.

Antonio Ivan Pini, riportato dal Fanti, fece ulteriori due ipotesi, la prima della quali è che la chiesa di San Tommaso della Braina che era in Strada Maggiore entro il quadriportico dei Servi fosse dedicata a San Tommaso Becket e che il Bégad della nostra via altro non sia che il Becket del santo. Ma fu lo stesso Fanti a dimostrare l'insostenibilità di questa ipotesi, in quanto la chiesa di San Tommaso della Braina esisteva già nel 1159 quando il Becket era ancora vivo (morì nel 1170). La seconda ipotesi di A.I.Pini è che Begatto in realtà significhi Bi-Guaita (Guaita dalla parola germanica wahta che significa guardia) quindi "doppia guardia", facendo riferimento alla divisione medievale della città in guaite, alla difesa delle quali intervenivano gli abitanti dei quartieri. Questa "doppia guaita" sarebbe stata in posizione tale per cui intervenivano per la sua difesa sia gli abitanti del quartiere di porta Ravennate, sia gli abitanti del quartiere di porta Piera. Di questa doppia guaita però, oltre al ragionamento del Pini, non c'è alcuno riscontro che ne comprovi l'effettiva esistenza, rendendo anche quest'ultima ipotesi poco credibile.

L'ipotesi che mette in relazione la via Begatto con le bacche non è da sottovalutare.

La bacca ha il significato intuitivo di cosa di poco valore ed i suoi derivati nel parlare comune sono bagattella (cosa di poco conto) ma anche bagattino che era una moneta veneta di valore minimo: meno valore di quella, non c'erano altre monete. Probabilmente anche il bagaràn bolognese (nome popolare dato al mezzo bolognino) deriva da bacca. A Bologna c'era un gioco dei tarocchi giocato con un mazzo ridotto di 62 carte, dette Tarocchini o carte lunghe. Ventidue di queste carte sono i trionfi (chiamati dagli amanti dell'esoterismo arcani maggiori). Fatta eccezione per il trionfo numero 0, il matto, che era carta speciale che non può prendere nè può essere preso, per cui chi l'aveva al momento opportuno lo faceva vedere e subito lo girava coperto tra le proprie prese, perché, appunto, non poteva prendere né poteva essere preso (da cui il detto popolare bolognese coprire il matto), il trionfo con valore più basso (che era facilmente preso dagli altri trionfi) era il numero 1 detto in italiano il bagatto, in bolognese al bégad! Perché bagatto ? perché è il trionfo che vale meno di tutti. Bagatto è sinonimo di uomo da poco, uomo che non vale nulla. Curiosamente, i pochi che giocano ancora con le carte lunghe italianizzano al bégad con begado.

Ipotizzare una relazione tra la nostra via ed i tarocchi è insostenibile. I tarocchi sono nati probabilmente non prima del XV secolo, mentre la nostra via aveva questo nome già due secoli prima.

Che però ci sia un denominatore comune tra Via Begatto ed il Bagatto dei tarocchi è probabile. Che si tratti proprio della Celtis Australis, come disse il Fanti, forse non è certo, ma che la presenza di bacche (non commestibili, di poco conto) in questa zona abbia dato il nome alla via (così come ha dato il nome al trionfo di valore minore) è, ritengo, abbastanza probabile: questa zona, ricordiamo, era al di fuori della seconda cerchia di mura, quindi, quando nacque l'odonimo, quest'area era scarsamente urbanizzata e con parecchia vegetazione.

Sarebbe uno dei tanti casi di vie tra la seconda e la terza cerchia di mura il cui nome ha origine da specie di piante che vi crescevano. Vedi i casi di Frassinago, Nosadella, Pratello (=Peratello), Belmeloro, per non parlare dei tanti Vignacci o Vinazzi.

Fonti citate in questo articolo.

Zanti: Nomi, et cognomi di tutte le strade, contrade, et borghi di Bologna, di Giovanni Zanti pubblicato nel 1583.

Alidosi: Nomi delle strade, vie, borghi, et vicoli, che sono nella città di Bologna, di Giovanni Niccolò Pasquali Alidosi, pubblicato nel 1624).

Banchieri: Origine Delle Porte, Strade, Borghi Contrade, Vie, Viazzoli, Piazzole, Salicate, Piazze, e Trebbi dell'Illustrissima Città di Bologna con i loro Nomi, Pronomi, e Cognomi, di Camillo Scaligeri della Fratta (pseudonimo di Adriano Banchieri), pubblicato da Clemente Ferroni nel 1635.

Aretusi: Origine di Bologna. Pianta di Bologna di Costantino Aretusi, pubblicata nel 1636.

Mitelli: Bologna in pianta, città del Papa, famosa pianta di Agostino Mitelli, pubblicata nel 1692.

Taruffi: Antica fondazione della città di Bologna degnissima madre di studj, di Gianandrea Taruffi, pubblicato nel 1738.

Salaroli: Origine di tutte le strade sotterranei e luoghi riguardevoli della città di Bologna di Ciro Lasarolla (Pseudonimo di Carlo Salaroli), pubblicato nel 1743.

Guidicini: Cose Notabili della Città di Bologna ossia Storia Cronologica de' suoi stabili sacri, pubblici e privati, di Giuseppe Guidicini (scritto prima del 1837, ma pubblicato nel 1868).

Itinerario: Itinerario di tutte le strade, borghi, vie, vicoli e viazzoli della città di Bologna colla distintiva d'ogni Strada a qual commissariato di Polizia appartenga, pubblicato a Bologna nel 1835.

Origine: origine della denominazione delle 334 strade che compongono la città di bologna, di Goldini e C.. Pubblicato a Bologna nel 1843

Indicatore: Indicatore Bolognese riferibile a ciascun edifizio componente la città, di Sebastiano Giovannini pubblicato nel 1854.

Estimi 1296/97: Atlante Storico delle città italiane. Emilia Romagna, 2 Bologna. A cura di Francesca Bocchi, pubblicato da Grafis, Bologna, 1995,1998 (contiene gli Estimi 1296/1297)

Fanti: Le Vie di Bologna. Saggio di Toponomastica Storica, di Mario Fanti, Istituto per la Storia di Bologna, 2000.