Bottrigari

Geremei popolani al principio del secolo XIII. Avendo favorito dei colpevoli col dar loro ricovero, o mezzi di fuga, furono multati nel 1267 senza misura insieme con altri, dal pretore. Sì che reagirono colmando di vituperii esso pretore e costringendo i giudici a cancellar le condanne dai libri dei maleficii. Per tal guisa rendevano vane le cure di fra Loderingo e di fra Catalano, tutte rivolte a racconciliare i cittadini (1). Giurarono la pace delle fazioni.

Giovanni fu confinato e richiamato nel 1202. Cecco e Dino vennero citati da Enrico imperatore. Altri Bottrigari furono poscia citati da Benedetto XII (1338) come riluttanti alla dominazione papale (2). Gandolfo pagò col capo il tentativo di cambiare la signoria dell' Oleggio in quella di Bernabò Visconti. Princivalle, imbrancatosi con banditi, s' impossessò del castello di Massumatico (1376), ma fu tosto scacciato e rotto da Egano Lambertini con una mano di Centesi (3).

I Bottrigari furono degli anziani presso che cento volte dal 1294 al 1608. Sostennero ambascerie in Romagna, al fratello del re Roberto in Firenze, agli scolari bolognesi ridottisi a Siena, perchè un di loro era stato punito capitalmente, ed a papa Gregorio XI per accordi. Rolandino morì guerreggiando contro il feroce Ezzelino. Lamberto alla battaglia di Fossalta fu dei tre che fecero prigione il re Enzo. Delfino combattè nella celebre giornata di Campaldino, altri ed altri pugnarono in battaglie di minor grido(4).

Danno altresì rinomanza a questa famiglia, tuttora sussistente, sette professori di leggi e segnatamente Giacomo, il quale fiorì al principio del secolo XIV e spiegò l' inforziato a gran numero di scolari, fra i quali contavasi il rinomato Bartolo. Nei maneggi della cosa pubblica si adoperò specialmente, benchè non riuscisse a placare il papa, esacerbato per la cacciata del cardinale Du Pojet. Trattò gli accordi tra Benedetto XII e Taddeo Pepoli signore di Bologna, e scrisse allegazioni per dimostrare che Bologna esercitava suoi diritti nell' imporsi un padrone (5).

Ercole non fu professore ma emerse per svariata dottrina. Era versato nelle lettere, eziandio greche ed ebraiche, nell' architettura, nella musica e nelle matematiche. Ebbe l' amicizia del Tasso e adunò tanta copia di libri e di ordigni matematici da renderne desideroso l' imperatore Rodolfo II, il quale offerì un' egregia somma di denari al Bottrigari e volle conoscerlo di persona (6).

I Bottrigari avevano una grande casa o palazzo, con torre in strada Maggiore posseduta nel 1271 da Bolognetto, il quale nel brolo di detta casa fece un atto, di malleveria per la dote di 800 lire, recata da Gisla Magarotti a Basacomare Basacomari il legista (7).

(1) Savioli, Ann. v. 5, pag. 400.

(2) Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 248, 439, 567, 568; v. 2, pag. 136.

(3) Ghirardacci, Hist. v. 2, pag. 230, 339.

(4) Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 159, 263. 287, 330, 375; v. 2, pag. 5, 71, 82, 361. Savioli, Ann. v. 5, pag. 221.

(5) Fantuzzi, Notiz. v. 2, pag. 330. Mazzetti, Repert., pag. 69, 70.

(6) Fantuzzi, Notiz. v. 3, pag. 320.

(7) Docum. n. 70.