N.1613

Molti han lasciato scritto che questa sia stata la casa dei Dalle Correzze; altri vogliono che la loro casa sia stata unita al palazzo già Spada, che è forse quella dove si veggono le vestigia di alcuni archi di portico rincontro la chiesa di S. Simone sulla piazzetta di detta chiesa. Altri credono che abitassero nella via di Mezzo di San Martino subito a sinistra entrandovi per Galliera; ma ciò non toglie che avessero potuto avere queste case a un tempo stesso, o ad epoche diverse. Dicesi che in quest'ultima vi si vedessero intagliate le loro armi. Che anticamente si chiamassero Correzzani è cosa dubbia, mentre nel 1277 si trovano i Correzzani e i Dalle Correzze, i primi seguaci dei Lambertazzi, e i secondi dei Geremei. Esercitarono la merzaria, poi il banco, e sempre nemicissimi dei Bentivogli; anzi raccontano gli storici, che abitassero questa casa del 1422, la quale fu rovinata dopo la morte di Annibale I Bentivogli seguita li 24 giugno 1445, e che Lodovico Dalle Corezze, proscritto con taglia di L. 1000 come traditore della patria, fosse dipinto appiccato per un piede con mitra in testa nella facciata del palazzo dei notari, per aver fatto parte della congiura dei Canetoli. La distruzione di questa casa è però contraddetta, sapendosi che nel 1448 vi si rifugiò il Podestà Zerchino conte di Ciampello, perchè nel palazzo vi era morto di peste un suo giudice.

Nel 1442 Nicolò dei Gambacorti da Pisa, condottiero delle genti d' arme del conte Francesco da Castagnola, li 5 febbraio fu tagliato a pezzi da Ettore Manfredi signore di Faenza nella casa grande dei Dalle Correggie, presso S. Nicolò degli Albari dove abitava il Gambacorti.

Il comune ordinò li 17 dicembre 1465 che fossero pagati ducati 10 d' oro a Benvenuto Scarsella per spese fatte nella casa dei Dalle Correggie affine di potervi abitare, la qual casa gli fu locata da D. Cristinfrancesco Bevilacqua, fatto cittadino di Bologna li 4 gennaio 1437, marito di Lucia Ariosti di Bonifazio , morto nel 1468, al quale detta casa fu donata dal Reggimento. La detta somma fu pagata perchè lo Scarsella la lasciasse libera per l'arrivo di Tristano Sforza, al quale era stata destinata per alloggiar lui colla moglie e sua famiglia. Nel 1715 continuava ad essere dei Bevilacqua. Fu acquistata dal dott. Cantoa ferrarese, che la risarcì, poi la vendette li 8 maggio 1798 al conte Camillo Bolognini ultimo del suo ramo, che morì lasciando due figlie, Maria Maddalena e Anna Maria, delle quale una maritata nel conte Buonadrata di Rimini. Fu poi di proprietà dell' ingegnere Pompeo Monti.

La circostanza che questa casa fu donata dal Reggimento al Bevilacqua per quella dei Dalle Correzze, e che i Bevilacqua l'hanno posseduta per moltissimi anni fino a dare il nome loro al vicolo posteriore alla medesima, esclude qualunque dubbio che qui vi stesse la famiglia, che si è detto proscritta per l'assassinio di Annibale Bentivogli. Ma non si vuole omettere la notizia che fa supporre che la casa dei Dalle Correzze sia stata rifabbricata dai Bianchini, ciò rilevandosi dalle arme Bianchini che si dicono essere nei pillastri del confine del portico e nelle colonne del cortile. Si aggiunge che Francesco e fratelli, figli di Gherardo Bevilacqua, la concedettero li 9 gennaio 1518 ad Alberto e Sigismondo di Gabrielle Gozzadini col patto del precario; indi che sia passata agli Ariosti, citandosi la compra fatta a rogito Macchiavelli delli 12 novembre 1675, contratto che ha tutta la verosimiglianza di un altro patto di francare, perchè la proprietà tornò ai Bevilacqua.