La via di Porta Nova secondo le lapidette comincia dal voltone di S. Francesco e termina alla via Barbaziana.
È lunga pertiche 37 Ìpiedi 6 e di superficie 56. 10. 5.
La strada di Porta Nova fu altra volta chiamata Campo lungo e continuava con questa denominazione fino a S. Mamolo dal cantone dell’ Orologio.
1137 18 Settembre. Locazione enfiteotica del Capitolo di S. Pietro a Giacomo e fratelli Paoli da Luca di otto chiusi di terreno vacuo, posti in Porta Nova vicino alla chiesa di S. Salvatore. Rogito Ugo di Giovanni.
1137 19 Ottobre. Altra locazione di terreno, come sopra, posta in Campo lungo, vicino la chiesa di S. Salvatore fatta a Martino e Giovanni fratelli e figlio di Reosto, rogito Ugo di Giovanni.
1210 8 Dicembre. Donazione ai PP. di S. Salvatore di una casa in Porta Nova fatta da Alberto. Rogito Giacomo Lignani.
Li 2 giugno 1209 in un rogito di Testa Capra si nomina la via Nuova di S. Salvatore che conduce alla piazza di Porta Nova.
Lotario Carolingo espugnò Bologna e smantellò le sue mura, quelle cioè del primo recinto.
Li 18 settembre del 1137 in un rogito Ugo di Giovanni, si comincia a trovare nominata Porta Nova, che è il Torresotto di S. Francesco, per cui sembra che riconciliati i Bolognesi coll’ imperatore cominciassero il nuovo recinto cingendo i Borghi di mura.
Il tratto di Porta Nova, dal precitato voltone fino a S. Salvatore fu detto per vari anni strada o via di S. Marino.
Il voltone di Porta Nova, una delle porte del secondo recinto fu affittato dal Comune nel 1428 alle suore di S. Lodovico per 10 bolognini all’ anno.
Nel 1498 era abitato da Gentile di Nicolò Budrioli moglie di Alessandro Cimierio Cimeri probabilmente figlio di Carlo dott. di legge e lettor pubblico di questa nostra Università, dotata di scudi 250 d‘ oro, la quale fu bruciata per stregaria li 14 luglio 1498.
Sembra che per via Nuova si debba intendere nel 1256 Porta Nova ove pubblicavasi i bandi innanzi la casa di Ugolino degli Agresti e presso la casa di Bualello di Azzo Agnesia.
Nel 1289 poi è certo che in Porta Nova si pubblicavano dal Trebbo dei Malconsigli, in Piazza del Carbone e innanzi la casa di Maria Bonagrazia Armanni, dal voltone di S. Francesco all’ angolo della casa Arnoaldi.
Porta Nuova a destra cominciando dal Voltone e andando verso la via Barbaziana.
Si passa il Vicolo Tintinaga.
N. 1133. Casa di Angelo Michele del fu Petronio Tamburini divisa in una grande ed una piccola sotto la parrocchia di S. Marino presso il Torresotto di S. Francesco con stalla separata venduta a Giovanni Calvi, li 2 luglio 1648 per L. 20,000 con rogito Lorenzo Muzzi. Confinava con Rocca Merlata da un lato, e dall’altro con beni già di Bernardino Mondini, poi dei Castioni (o Castiglioni), di dietro cogli eredi di Marcantonio Fantuzzi, e finalmente con Giacomo Stella successore degli eredi di Filippo Gessi.
Fu poi dei conti Grassetti di Modena, poi del maestro di Capella Giuseppe Maria Orlandini. Fu acquistata dai Cappi del ramo del tesoriere e da questo venduta ai Paselli delle native montagne bolognesi.
N. 1171. Pare che questa casa fosse di Girolamo Griffoni che si dice trovarsi sotto S. Marino in confine di strade pubbliche da due lati, e di Marcantonio Belvisi. Rogito Giovanni Battista Berti, e Angelo Picinardi.
1706 24 Novembre. Casa del marchese Francesco Maria Palmieri sotto S. Marino, che confinava con Giovanni Pezzi, con le suore di S. Maria Nuova e Girolomo Cavazza. La stalla e rimessa era in via Gombruti, come risulta da rogito di Lucantonio Lamporini notaio di Roma. Fu comprata dal celebre medico Ippolito Francesco di Carlo Albertini di Crevalcore, morto li 26 marzo 1738.
N. 1172, 1173. Li 19 febbraio 1579 Fulvio Ruggieri comprò da Porzia del fu Camillo Fantuzzi moglie del senatore Ercole Felicini, una casa posta dirimpetto la chiesa di S. Marino, per lire 1800, con rogito Paolo Brancaleone. I Ruggeri possedevano la casa, poi Loccatelli, di là della strada, ed acquistarono altre proprietà di qua della strada.
Si passa il vicolo Felicini.
N.1180. 1606 7 Agosto. Casa di Mercantonio Morandi sotto la parrocchia e nella via di S. Marino. Confinava con Camillo Belvisi ed altri, poi il detto Morandi.
Nel 1542 4 luglio era di Giovanni Francesco Baldelli che la vendette a Paolo Stancari per lire 1500. Confinava con Antonio del Giglio, poi di Giovanni e Vincenzo Fava suoi successori, i Felicini, ed il compratore. Era enfiteotica della chiesa di S. Marino, siccome da rogito Nicolò Barbadori. Nel 1577 era di Deo Ruinetti.
Giacomo Antonio del fu giurisperito Bernardino Burdoni della capella di S. Marino, vendette ad Antonio Maria del fu Agostino Turrini, una casa grande con stalla avente sortita nella via dei Gombruti posta sotto S. Marino. Confinava a mattina con Camillo, ed altri dei Belvisi, a sera coll’Ospitale di S. Francesco, a mezzodì i detti Belvisi, e Camillo, Melchiore Macchiavelli, a settentrione la via pubblica, e a ponente anche la via dei Gombruti, per lire 12,000, parte delle quali furon pagate con denari della dote di Laura di Annibale Fioravanti moglie di detto Turrini, e con altri di Margherita Seccadenari. Rogito Scipione Casaridei 15 novembre 1597.
Casa in Porta Nova sotto S. Marino di Domenico Fabbri detto il Torrino permutata con Antonio e Lodovico del fu Fabio Locatelli in una casa grande presso la chiesa di S. Silvestro in via Toschi, valutata lire 36,000. In parte di quel cambio il Torrino diede al Loccatello la suddetta casa per lire 1600 come da scrittura privata 5 aprile 1613, poi per rogito Vincenzo Vasselli 19 maggio 1620.
Questa casa l’ ebbe in divisione Antonio Locatelli il quale la vendette a Cesario e Marcantonio Caucchi o Carucchi per due terzi col patto di francare, rogito Ercole Cavazza dei 29 novembre 1613, e l’ altro terzo con egual contratto, e a rogito dello stesso. Fu venduta li 3 gennaio 1614.
Li 19 settembre 1618. Il Loccatelli rinunziò al patto di francare il rogito Giulio Spontoni per lire 6000 investite in una casa in Saragozza di faccia agli Albergati venduta da Bartolomeo Cesi per lire 8000, e in confine di Alessa dro Albertini. Rogito Spontoni.
1622 16 Marzo. Giacomo Palmieri comprò dai creditori di Mercantonio Caucchi una casa nobile sotto S. Marino per lire 12,000, rogito Demenico Accursi. Confinava la via pubblica che andava a S. Francesco, di dietro i Macchiavelli, i beni dell’ Ospitale di S. Francesco e la via dei Gombruti.
1636 19 Maggio. Casa del dottor Giacomo Palmieri sotto S. Marino. Confinava la via dei Gombruti, e l’ Ospitale di S. Francesco per L. 12,000. Rogito Vincenzo Vasselli.
1706 24 Novembre. Casa del marchese Francesco Maria Palmieri sotto S. Marino, confinava con Giovanni Pezzi, le suore di S. Maria Nuova, e Girolamo Cavazza. La stalla con rimessa comunicava con la via Gombruti. Era da vendersi per scudi 2200 come da rogito di Lucantonio Lamparini notaio di Roma.
N. 1174. - 1545. Casa grande con due cortili, stalle, quattro casette a quella contigue posta sotto S. Marino in Porta Nova presso la via pubblica da due lati presso Tommaso Ruggerio, la quale sembra fosse già di Camillo Borgognini, e sotto la data 20 gennaio del predetto anno di Giovanni Battista Morandi.
Questo stabile era enfiteotico della Chiesa di S. Marino, e nel 1577 era di Ruinetti.
Li 4 luglio 1582 era di Giovanni Francesco Baldelli che lo vendette a Paolo Stancari per lire 1500, e confinava con Antonio Giglio, poi Vincenzo Fava suo successore, con i Felicini e collo stesso Stancari, rogito Nicolò Barbadori; ma tutti questi passaggi furono altretanti patti di francare trovandosi che li 7 agosto 1606 Marcantonio Morandi aveva questa casa posta sotto la parrocchia di S. Marino in confine di uno stradello, di Camillo, ed altri Belvisi e degli stessi Morandi.
Nel 1715 era del marchese Locatelli e confinava con Gabriele Chelini successore Belvisi.
Via di Porta Nuova a sinistra, cominciando dal Voltone, e continuando verso la via Imperiale di S. Prospero.
Presso il voltone si vedeva al tempo del Masini due antiche finestre, che tradizionalmente ci riferisce avessero appartenuto a certa chiesa dedicata a S. Sotero, sulla. quale alcuni valentissimi autori, hanno fatto molte ricerche riuscite infruttuose, per cui è verificato essere mera favola l’esistenza di tal chiesa in questo luogo, che se mai una chiesa dedicata al detto santo, sia stata in Bologna ed abbia dato la denominazione di Porta Sotera o Stiera dovrebbesi cercare piuttosto nella via S. Felice, e cioè in vicinanza del palazzo Malvasia, poi grande Albergo, ora Pensione Svizzera.
Si passa la via Gombruti.
N. 1199. Nel 1445 questo stabile era di Nicolò Bedori dei Preti, e viene indicato per essere presso la chiesa di S. Marino.
Girolomo e Giovanni Preti vendevano a Tommaso Ruggeri marito di Camilla di Mino Rossi una casa grande con stalla posta sotto S. Marino in Porta che confinava colla via pubblica con Gaspero Sanvenanzi, e Tommaso Turrini a sera, coi Canonici a mattina e di sotto, e l’ infrascritta casa a levante, la quale confinava con la detta casa a sera, coi muri della chiesa di S. Marino a mattina, e la via pubblica d’ avanti. Pagata lire 2350, rogito Francesco Rustighelli delli 19 ottobre 1517.
1542. Case di Bedore , di Teseo Girolamo e Giovanni Battista padre e figli Preti, vendute a Tommaso Ruggeri, poste sotto S. Marino in confine della Chiesa, di Laura Sanvenanzi , e della canonica di dietro. Rogito Vincenzo Argeli.
1562 13 Ottobre. Casa del dottor Lelio del fu Tommaso Ruggieri, confinante Boccaferri e i beni della chiesa di S. Marino. Rogito Carlo Loiani.
Questa casa Sotto S. Marino fu ereditata da Elena Scappi, erede testamentaria di Tommaso del fu Fulvio Ruggieri di lei figlio iuniore. Siccome risulta da un rogito di Adriano Casari portante la data delli 19 febbraio 1596. Confinava i beni di detta parrocchia, Emilio Cesare, fratelli Lambertini e la via pubblica rogito Adriano Casari. Idem una casetta con stalla rincontro la chiesa d S. Marino. Confinava i Gibarelli fornari, e gli eredi di Paolo Stancari.
Si è detto superiormente , che i predetti stabili confinavano coi Sanvenanzi, la cui casa è ora compresa sotto questo numero, e che era della seguente provenienza. - Casa di Turdino dei Conti, il quale morendo, lasciò tre figlie: - Dorotea in Giovanni Bonasoni, Camilla in Virgilio Morandi, e Laura in Alessandro Sanvenanzi, al quale toccò in divisione questa casa, siccome toccò a Camilla quella in strada Maggiore fra Castel Tialto e Caldarese. I Sanvenanzi, o Savonanzi, o piuttosto da S. Venanzio famiglia conosciuta nel 1279 per un Caccialupo di Frigerino che sembra terminasse nel detto Alessandro del quale fu erede Camillo Borgognini, come da rogito Mercurio di Lodovico Casari e Lodovico di Leonardo Casari.
Dicesi che del 1645 in cui morì Giovanni Locatelli questa casa fosse stata da lui fabbricata.
Li 29 marzo 1646 era di Girolamo di Giovanni Locatelli. Questi Locatelli vengono da un Fabrizio Pegorini da Locatello, territorio Bergamasco che piantò in Bologna la sua famiglia, circa il 1520 e terminò nel marchese Pier Luigi di Giovanni Francesco morto il 15 luglio 1762, che lasciò Maria Anna nel marchese Alfonso del principe Filippo Ercolani, Ginevra nel conte Lodovico di Francesco Malvasia Orazi, Francesca Maria Salesia nel conte Gioseffo Maria Selvatico, ed Olimpia nel marchese Ercole Diotalevi Bonadrata di Rimini le quali eredi vendettero questa casa al consiglier Mattioli nativo di Parma, e morto senza successione.
Per questa morte fu fatta l’ estrazione dell’ erede ordinata da Antonio Locatelli nel suo testamento fatto nel 1624 col quale chiamava i discendenti di tre sue figlie, una maritata negli Orazi dei quali eran successori i Pietramellara, l’ altra in Bortolelli dei quali furon eredi i Lemi e l’ultima in Ghisilieri dei quali furon eredi i Fava. L’ estrazione fatta li 28 agosto 1762 fu propizia a Giacomo Pietramellara, e gli portò la rendita di 3,000 scudi circa. Questa casa era fedecomissaria del fu Giovanni Locatelli come da inventario a rogito Cornelio Berti del 1646.
N. 1198. Chiesa parrocchiale, e Canonica di S. Marino. Questa parrocchia esisteva prima del secolo XIII, mentre un rogito di Giovanni da Cremona delli 13 novembre 1207 ricorda la contrada di S. Marino.in Porta Nova.
Nel 1474 fu rifabbricata nella qual occasione li 11 febbraio anno stesso a rogito di Albizzo Dugliolo seguì un contratto di permuta fra il Rettore di S. Marino, e Filippo Boccadiferro, con cui il primo assegnò certo terreno lungo piedi 22 largo piedi 6 spettante alla chiesa di S. Marino di Porta Nuova, che era strada pubblica, e il secondo cedette in contracambio porzione di terreno di una sua casa, e cioè piedi 14, sopra della quale è ora fondata la tribuna della detta Chiesa, inoltre il Boccadiferro pagò al Rettore lire 25. Sembra che debba intendersi che il suolo del Boccaferri confinasse colla chiesa vecchia a mezzodì, e la proprietà del medesimo la chiesa nuova a sera.
La parrocchia fu soppressa, e i locali della chiesa, e della canonica venduti al confinante Gaetano Mattioli a rogito Betti dottor Serafino delli 11 aprile 1809.
Fra la chiesa di S. Marino e la canonica del curato vi è l’ indizio d’ un vicolo chiuso che poteva dar comunicazione a quella parte che fu ceduta ai Boccadiferro.
Il celebre Azzone Cremonese da altri creduto da Casale o Modonese, fu nostro concittadino avendone una prova nell’Opera di Alessandro di S.Egidio, che ha per titolo Apparatus Azzonis, nella quale è detto - cui facunda Bononia originem contulit. -_ Questo libro trovasi nella Biblioteca del Collegio di Spagna.
Azzone Porti di Soldano secondo il Gravina. - De Ortu I. Civ. N. 151 fu scolaro di Giovanni Bosiano Cremonese. Da Baldo è chiamato Fons Legum. Il suo Epitome, o Somma fu tanto stimato, che paralizzò il credito a tutte le altre fatte precedentemente. Dicesi che a Milano e Cremona niuno potesse esercitare la carica di jureconsulto quando non avesse tal Somma. La sua fama conduceva scolari da ogni parte d’ Italia, onde ebbe allora Bologna 10,000 scolari, fra i quali essendovene Lombardi e Toscani ne nacquero frequenti uccisioni, per cui la Città fu spesso sossopra. Allora i professori in Bologna avevano diritto di poter punire i lori scolari pei delitti che commettessero, ed avevano giurisdizione nelle cause civili, ma ritenuta quest’ ultima, perdettero la prima per esser troppo facili a perdonare.
L’ Imperatore Enrico venuto in Bologna camminava fra Azzone e Lotario suo emulo, ed interrogando di chi fosse il vero impero, rispose Lotario: del solo Cesare. Azzone intrepidamente rispose non del solo Cesare, ma dei Presidenti delle Provincie. Piacque però più all’Imperatore l’adulazione di Lotario, a cui donò un cavallo; onde Azzone disse: - quod ipse equum vero adduisset Lotharius. (Sarti, I, 96) - Per la custodia della scuola teneva un servitore detto Tarentino Gallopressi , che per la nera carnagione, la piccolezza della statura, la deformità del corpo, e del volto, era lo zimbello degli scolari, che nel tempo del suo servizio dicesi raccogliesse da quelli 2000 fiorini. Morì Azzone nel 1200 , con gran dolore di tutti, e particolarmente dell’Università, che non fu aperta che dopo i Santi. per fargli i funerali, onde si vede esser favola quanto ne disse l‘ Alciato dell’ignominiosa morte di lui per aver ucciso Martino Gosia, alla qual favola toglie fede l'onorifico monumento eretto ad Azzone , che poi rovinoso per l’antichità per pubblico comando fu ristaurato nel 1416.
Aggiunte.
1545 20 Gennaio. Casa grande con due cortili, stalla, e quattro casette a quella contigue sotto S. Marino di Porta Nova. Confinava la via pubblica da due lati, Tommaso Rugerio e Tommaso Trayni.
1577 21 Novembre. Casa enfiteotica della chiesa di S. Marino goduta da Tadeo Ruinetti.
1582 4 Luglio. Questa Casa, Paolo Stancari vendette a Giovanni Francesco Baldelli per lire 1500. Confinava con Antonio del Giglio poi con Giovanni e Vincenzo Fava suoi successori, poi coi Morelli, coi Felicini, e coi Stancari. Rogito Nicolò Barbadori.
1606 7 Agosto. Casa di Mercantonio Morandi sotto la parrocchia e nella via di S. Marino. Confinava con uno stradello con Camillo ed altri Belvisi, e detto Morandi.
1621 3 Novembre. Assegnazione dell’ ospitale di S. Francesco a Domenico Turrini di una casa sotto S. Marino, rogito Vincenzo Vasselli. Detta casa con stalla confinava la strada da due lati, e gli eredi di Camillo Belvisi. Rocco Castilioni, e il suddetto ospitale verso oriente. (Pare la stessa già appartenuta all’ Albertini.
1244 23 Dicembre. Per la morte di Bartolomeo da Ferrara, seguì la divisione della sua eredità fra Giacomo di detto Bartolomeo, Beatrice sua sorella in Rinaldino Piatesi, e Mandolino di Mondo di Giulio Lambertini a comodo di Giacomo suo figlio, nella quale si ricorda una casa posta in Porta Nova stimata lire 180, una Bibbia di Filippo canonico di Bologna in pegno per lire 20, e N. 20 libri stimati lire 219.
1547 15 Gennaio. Emilio Vizzani vendette a Paolo Guanelli una casa sotto S. Salvatore per lire 2500. Confinava la strada da tre lati, e Melchiore Morini a settentrione, rogito Carlantonio Manzolini.
1684. Nella dote di Teresa del Senatore Carlo Luigi Scappi moglie del Senatore Giacomo Filippo Bargellini vi fu compresa una casa sotto S. Salvatore valutata lire 11778.
1223 14 Gennaio. Permuta tra Gislerio di Rolandino Gisleri e Michele di Lamberto Colombi. Il Gisleri assegnò al Colombi una casa in via di Porta Nova sotto la Cappella di S. Prospero, e il Colombi altra al Gisleri in Porta Stieri. Rogito Bolognetto Zamboni.
1520 28 Settembre. Paolo, Luca e Marcantonio Cavazzoni avevano in capella di S. Marino una lor casa contigua a certa viazzola poco frequentata e di dietro alla medesima. Ottennero una porzione di suolo pubblico di quella viazzola per ingrandire la loro casa.
Le strade di questa parrocchia erano dal voltone di Porta Nova fino alla via Barbaziana, e Imperiale. Via Imperiale compresi i palazzi già Rusconi e Davia - Via Gombruti verso S. Felice a cominciare dalla casa già Pellegrini da una parte, e dall’ altra dallo Spirito Santo fino al 1141, Belloni e 1160 Vivarelli inclusive, e la piazzetta di S. Pier Marcellino.
1521 16 Dicembre. Comprò Giovanni Battista del fu Benedetto Baldi da Girolamo del fù Alessandro da Tossignano tre case contigue sotto S. Salvatore. Confinavano la via da tre lati, e Andrea Gigli. Per lire 1000, rogito Baldo Baldi.
1264 16 Gennaio. Comprò Oddofredo dottor di legge da Gugliemo Surghi o gli fu dato in possesso una casa posta in Porta Nova già comprata da detto Guglielmo, e venduta da Alessandro Malatechi procuratore di Bartolomeo Bubi, e di Petrina sua moglie. Rogito Rolandino di Rodolfino Fioretta.
1349 2 Maggio. Ardizzone Ardizzoni comprò da Bonaparte e fratelli Castelli tre case sotto S. Marino per lire 350 in confine dei Ghisilieri e dei Manzolini, una delle quali era grande. Rogito Graziano Lambertini.
1572 11 Marzo. Comprò Ascanio del fu Sebastiano Antelminelli alias Castracani da Giovanni Battista Varisani del fu Biagio una casa sotto S. Marino nella via del Torresotto di S. Francesco, che confinava con Giacomo Dall’ Olio. lire 1500 rogito Ippolito Poggi.
1575 9 Dicembre. Il detto Antelminelli la vendette a Lorenzo del fu Nicolò per lire 1600.
Li 5 febbraio 1577 fu comprata da Antonio del fu Girolamo Uccelli per lire 200. Rogito Ippolito Fibbia.
1223 11 Gennaio. Permuta tra Gislerio figlio di Rolandino Gisleri con Michele di Lamberto Colombi, nella quale Gislerio assegnò al Colombi una casa in Porta Nova sotto S. Prospero e questa in cambio d’altra posta in Porta Stiera. Rogito Bolognetto.
1347 11 Ottobre. Comprò Giacomo dal fu Tadeo Pepoli da Pietro del fu Giulio da Varignana una casa grande con loggia, corte e con altra casa grande, e dopo la corte, altra corte, e terreno, posta dopo dette case sotto S. Marino. Per lire 500, rogito Francesco di Lambertino da Castel Franco, e di Giacobino Angelelli.
1437 20 Marzo. Comprò Leonardo, e Giovanni del fu Nicolò Rolandi da Rigosa, da Antonio del fu Domenico Marzoli barbiere una casa con corte, con una casetta dalla parte di sopra, e un casamento di sotto verso la Seliciata di S. Francesco, e in mezzo dell’androna posta sotto S. Marino in Porta Nova nella contrada detta Para in Culo per lire 375, rogito Giacomo da Scanello. Combinando la seliciata di S. Francesco con un vicolo sembra che la casa dovesse essere nel vicolo chiuso presso i Beccadelli.
1543. 12 Dicembre. Casa del fu Girolamo Griffoni sotto S. Marino. Confinava strade da due lati, e Mercantonio Belvisi. Rogito Giovanni Battista Berti, e Angelo Picinardi.