Via Malcontenti, dal III volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

La via Malcontenti comincia dalla piazza di S. Pietro, è traversata dalla via di mezzo di S. Martino, e termina alla via Imperiale.

La sua lunghezza è di pertiche 82, 05, 0, e la sua superficie esclusa la larghezza della via di mezzo pertiche 105, 13, 6.

Nel 1019 si comincia a trovarsi Porta S. Pietro verso S. Tommaso, che non può essere che quello del Mercato, la qual cosa fa sospettare che la detta Porta S. Pietro fosse la via poi detta dei Malcontenti. Nel 1259 dicevasi via S. Pietro.

Fu detta via dei Piatesi e degli Ottoboni per avervi abitato queste famiglie, e forse per la stessa causa si disse dei Malcontenti non perchè passassero di qui i condannati a morte che andavano alla Montagnola per subire la loro pena, ma perchè vi abitò la famiglia Malcontenti, che esisteva ancora nel 1660.

È probabile che i NN. 1788, e 1789 essendo case dei Piatesi nel 1286, si debba intendere che qui fosse il sito dove si pubblicavano i Bandi fino dal 1289, dicendosi che tali pubblicazioni facevansi davanti la casa e il Trebbo dei Piatesi, — anzi la via Malcontenti verso la piazza di S. Pietro si diceva via dei Piatesi.

Via Malcontenti a destra entrandovi per la Piazza di S. Pietro e continuando fino alla Via Imperiale

Nella via dei Malcontenti del 1213 vi abitavano i Boncambi e si trovan notati fino al finire del secolo XIII. Dal libro dei memoriali si rileva che fossero mercanti, e cambiatori assai facoltosi. Jacopo di Guido di Boncambio d'Imizetta Boncambi Domenicano fu vescovo di Bologna, morì li 3 novembre 1260 in Massumatico. Nel secolo XIII questa famiglia più non esisteva.

NN. 1788, 1789 (Orig 1769, errore di cui il Breventani non si accorse). Case credute dei Ligapasseri con torre edificata dicesi da Pietro nel 1121, ora ridotta ad altana, la quale resta a linea della facciata di S. Pietro. I Tencarari e i Ligapasseri erano due rami della stessa famiglia. Appartennero poscia alla famiglia dell' Oro, che sembra derivare da un Jacopo di Pellegrino, da Medicina vivente nel 1294. Battista Juniore canonico di San Pietro, lasciò eredi le suore della Santa, di S. Bernardino, le Putte di Santa Marta, ed altri luoghi pii, i quali nel 1596 assegnarono al capitolo di S. Pietro erede del fu canonico Battista seniore per ogni sua pretensione una casa nella via Malcontenti sotto S. Giacomo dei Piatesi, giudicata li 23 novembre 1595 da due periti del valore di L. 10517 10. Il Capitolo di S.Pietro la vendette a Rosa Poggi vedova Calori dalla quale è passata ai Montebugnoli. Li 4 giugno 1824 scavando nei sotterranei vi si trovò un tubo di piombo di diametro d' oltre oncie 5 nel quale era inciso CCCLXXXVII.

N.1791. Casa di Diana del fu Francesco Dozza moglie di Giuseppe Sforza nella via dei Malcontenti. Confina i Mendicanti, i Bolognetti e un vicolo. Rogito Giovanni Battista Cavazza, dei 13 dicembre, 1673. Del 1716 era dei Sforza e Mengozzi, ed ultimamente del canonico Primodì.

N.1792. Casa dei Passipoveri. Alcuni Bajoli nel 1306 si dicevano Passipoveri. Li 11 maggio 1541 era di Ulisse di Giovanni d'Ercole Bolognetti, e confinava la via predetta da due lati, Battista dall' Oro, e Cristoforo Gilini, rogito Domenico Benni. Luigi, e Giovanni Battista fratelli, e i figli d' Ulisse Bolognetti la vendettero per L. 4305, il 13 settembre 1572, rogito Galeazzo Buoi a Giovanni Battista del fu Giovanni Bolognini. Questi Bolognetti andarono nella casa dei Canobbi Mazza dalla Volta dei Barbari.

Dopo fu di Prospero di Giulio Paterazzi, il quale li 8 marzo 1597 chiese al Senato di far portico davanti la sua casa nella via dei Malcontenti. Testò egli li 10 agosto 1617 lasciando erede usufruttuaria Elisabetta Bolognetti di lui madre, ed erede proprietario Vincenzo suo figlio naturale legittimato nel quale terminarono i Pattarazzi Passipoveri, e che testò nel 1660.

Si trova una Diana di Carlo Pattarazzi, che viveva nel 1778 circa nel qual tempo esisteva una famiglia del detto cognome, che viveva dei proventi della custodia del Campanazzo. Fu comprata da Giuseppe Bonetti, il cui figlio stimatore orefice del Monte di Pietà lasciò la vita sul patibolo li 2 dicembre 1711. Passò a Domenico Venturoli, figlio del monaro di Corticella. Ora appartiene ad uno dei suoi figli.

Questa casa fu abitata da S. Carlo Borromeo mentre era agli studi in questa Università, perciò i bolognesi collocarono sopra la porta dell' appartamento a pian terreno il busto di questo Santo Cardinale.

Si passa la via Monari

N.1793

Corre voce che qui abitassero gli Ottoboni nel 1390, che diedero il loro nome per qualche tempo a questa contrada.

Li 5 dicembre 1542. Bernardino, e Girolamo fratelli e figli del fu cavaliere e dottor Lodovico Muzzoli del fu Francesco, vendettero una casa a Luca Muzzoli posta sotto S. Giacomo, e Filippo dei Piatesi, di Tommaso del Mercato, e di S. Andrea dei Piatesi con sortita in via pubblica che va da sera a mattina (via Monari) ed altra, in altra strada per la quale si va da mezzodì a settentrione dalla Cattedrale al Foro Boario (via Malcontenti). Confina con Andrea Muzzoli di sotto, (a settentrione) col compratore, e mediante chiavica con Francesco della Fondazza di sopra (a mezzodì) e a mattina con i successori del fu Alessandro Muzzoli. Li 10 maggio 1608, la casa grande dei Muzzoli in via Malcontenti sotto San Giacomo, e Filippo dei Piatesi confinava colla predetta via con altra strada (via Monari) ed i beni Muzzoli, rogito Achille Canonici.

La famiglia fu portata a Bologna da Giacomo detto Muzzolo di Caldolo dell' Imolese nel XIV secolo. Fu nobile Antonio, uno dei primi canonici di S. Petronio nel 1643, e Lodovico dottor di legge e canonico di S. Pietro morì nel 1548. Terminò in Giovanni Paolo, e in Lodovico di Girolamo sul finire del secolo XVIII. La casa Muzzoli in confine della via Monari appartenne ai Barbieri della famiglia antica, poi ai Purgi che dicesi la fabbricassero. La possedettero i Lotti poi in massima parte il maggiore Antonio Stoffl, e il resto la parrocchia di SS. Giacomo e Filippo dei Piatesi.

N.1794. Casa che come si è più sopra detto fu pure dei Muzzoli, poi dei Canonici che Filippo d'Alessandro vendette li 14 gennaio 1689 a Pietr' Antonio Rognoni. Rogito Francesco Arrighi. Domenico Maria del fu Vincenzo la lasciò all'Opera di carità con suo testamento dei 22 gennaio 1738. Rogito Angelo Antonio Livizzani.

N.1795. Casa del pittore Leonardo Ferrari detto Leonardino che secondo l'Oretti fu da lui lasciata alla Compagnia di S. Gioseffb.

Nel 1715 era del canonico dal Rè, e di altri. Fu comprato da Giacomo Biancani, poi passò al notaio Enrico Magnoni.

Si passa la via San Martino

NN. 1980, 1979, 1978. Chiesa Parrocchiale di S. Tommaso, e sua Canonica. Se vogliamo attenerci al Ghirardacci si hanno memorie di questa Chiesa del 948. È certo che esisteva nel 1019 secondo il rogito di Iordato del 24 marzo 1048 nel quale si ricorda il luogo detto Porta S. Pietro, la casa Salariata, e la chiesa di S. Tommaso come di luoghi prossimi fra loro. Il nuovo Masini cita la vendita fatta da Alberto rettore di S. Tommaso al vescovo Frugerio di un pezzo di terra vacua presso la Chiesa nuova di S. Pietro. Questo Frugerio fu successore di Giovanni nel 1017 e non nel 1117 come disse il Sigonio.

Pretendesi che nel 1073 vi abitassero monache; che appartenuto ai Polentani signori di Ravenna, vi avessero una sepoltura che poi fu della famiglia Grassi. I parrocchiani la rifabbricarono nel 1703. Aveva un Oratorio annesso dedicato a Santa Maria del Paradiso poi a Sant' Anna nel quale si radunava un' unione di cuochi sotto l' invocazione de' Santi Vincenzo ed Anastasio non chè un Cimiterio sotterraneo, che si estendeva per tutto il stillicidio davanti la Chiesa il quale fu fatto nel 1704 per supplire a quello in via di Mezzo N. 1773 venduto ai Poggi. Un rogito di Giacomo Scardui del 24 febbraio 1400 la chiama parrocchia di S. Tommaso di Porta Govesa. Fu soppressa la cura, e chiusa la chiesa, e l'oratorio li 16 agosto 1807 che furono entrambi profanati.

NN. 1977, 1976. Casa dei Cattani, che li 26 luglio 1520 confinava con i beni della chiesa di S. Tommaso del Mercato con Vincenzo Maria Canonici, con Vitale Savi, e con la strada da due lati, e cioè davanti e di dietro, rogito Ercole Borgognini. Drago Cattanei valoroso soldato ebbe in moglie Flavia Domicilla figlia naturale del Re d'Ungheria morta li 18 agosto 1550, e sepolta nel giorno stesso in S. Domenico nell' Arca Cattanei. Rogito Annibale Astesani.

Un rogito di Ercole Borgognini dei 26 luglio 1620 dice che il palazzo di Eliseo Cattani con orto posto sotto S. Tommaso del Mercato, confina i beni di detta Chiesa, Vincenzo Maria Canonici, Vitale Savi, e la strada da due lati.

Ippolito d' Antonio Maria accrebbe notabilmente questa sua casa e mori il 24 novembre 1653 ultimo della sua famiglia. Furono sue eredi le figlie Sulpizia moglie di Lodovico Albergati e Ippolita in Achille Grassi. Nella divisione toccò ai Grassi questo stabile, che nel 1704 lo vendettero a Giovanni Domenico Negri speziale della Morte per L. 21000 morto nel 1721. Il di lui figlio Sebastiano lo lasciò ad Elena del fu Jacopo Mengozzi di lui moglie, la quale fece un vitalizio col Prevosto Filippo Vernizzi suo parente e poi mori nel 1772, lasciando erede il Capitolo di S. Petronio, che nel 1780 vendette questo stabile ai fratelli Covelli mercanti da seta. I compratori fecero molti risarcimenti, ridussero quadrate le colonne ottangolari del portico, fecero arcata la porta architravata, e sostituirono chiavi di ferro alle preesistenti di legno. Ora appartiene all' avvocato Francesco Gualandi di Dozza.

NN. 1974, 1973. Casa che si dice esser stata dei Terrafocoli, Scribanari, ed avere appartenuto al celebratissimo incisore Franza.

Si passa Bertiera coperta.

N.1971. Casa che dicesi aver appartenuto ai Dalle Ruote, poi al Collegio dei notari, ora Betti e Giordani. Nel 1797 confinava a levante con Vecchietti, a ostro con Bertiera, a ponente coi Malcontenti, e a tramontana col canale. Ha porta in Bertiera e nei Malcontenti.

Si passa il canale di Reno.

Malcontenti a sinistra cominciando dalla piazza di S. Pietro fino alla via Imperiale.

N.1804. Casa che nel 1715 era dei Nuzzi verso la piazza di S. Pietro, e dei Mombelli dalla parte del Broilo Piatesi, poi tutta del Facci lardarolo. Vedi Galiera N. 474.

Si passa il Broglio Piatesi.

N.1803. Chiesa parrocchiale di S. Andrea dei Piatesi ricordata dal Ghirardacci nel 948. La Coletta del 1408 dice che ne sono padroni i Piatesi che abitano in Ferrara. Li 27 settembre 1588 il cardinale Paleotti arcivescovo di Bologna l'assegnò ai poveri sacerdoti imperfetti, ed inabili per celebrare la messa, la casa vicino alla Chiesa parrocchiale di S. Andrea dei Piatesi, e più annui scudi 400 dell' ospitale di S. Lazzaro, perchè in essa fossero alloggiati, nudriti, e riuniti in forma collegiale sotto la cura, e governo del Rettore protempore della Chiesa suddetta, e di altri sacerdoti da deputarsi. Rogito Marc' Antonio Balzani. (Vedi Nosadella numero 665).

Li 8 febbraio 1593 il capitolo di S. Pietro, e i Padri Penitenzieri presero possesso della chiesa di Sant'Andrea dei Piatesi. Questa notizia è tratta dall'archivio del capitolo. A questi Penitenzieri di prima instituzione subentrarono poi i Padri Bernabiti li 26 gennaio 1599. Rogito Cesare Montecalvi, mentre la chiesa di Bologna era governata dal Vescovo Alfonso Paleotti.

I Bernabiti assunsero di tenervi quattro religiosi, che celebrassero ogni giorno la messa in S. Pietro, assistessero al confessionale tutto il tempo della recita dei divini uffizi tanto la mattina, che il dopo pranzo. I Penitenzieri esibirono al capitolo di S.Pietro il Breve Apostolico dell' erezione l' 8 ottobre 1601.

Li 12 maggio 1590 fu privata della cura d'anime ed incorporata a quella della Metropolitana, vi presero posto alcuni sacerdoti secolari nominati dal cardinale Paleotti che con titolo di penitenzieri vivevano in quell'angusta canonica collegialmente.

N.1802. In questo stabile vi è compresa la canonica della vicina Chiesa di S. Andrea, e le case dei Poggi Rossi, abitate dai fratelli Cristoforo e Battista del fu Nomino l'8 giugno 1416. Rogito Antonio Castellani.

Nel 1446 28 settembre, il dottor Giovanni del fu Battista Poggi ampliò la sua casa coll'unirvi quella di Antonio del fu Giacomo dal Poggio in confine del compratore, e dell'orto della chiesa di S. Andrea. Pagata L. 900, rogito Rolando Castellani.

Li 7 maggio 1509 gli anziani accordarono a Margarita Bucchi vedova di Giacomo Poggi di vendere la casa sotto S. Andrea dei Piatesi.

Li 10 ottobre 1592 si trova che la casa di Alessandro Poggi nella via Malcontenti confinava a levante la detta strada, a ponente la Piazzola di Santa Maria di Galiera, a mezzodì i beni di S. Andrea dei Piatesi, e a settentrione quelli dell' abbazia di S. Felice, rogito Giovanni Battista Ferretti.

Nel 1635 2 gennaio, i Barnabiti comprano da Giovanni Carlo Poggi una casa sotto S. Pietro nella via Malcontenti con stalla e rimessa nella parte posteriore nel vicolo Quartirolo sotto Santa Maria Maggiore. Pare che i Barnabiti per ampliare questo Collegio acquistassero la casa dei Manzolini, per L. 10500. Rogito Lelio Roffeni.

Li 8 giugno 1805 il collegio dei Penitenzieri fu unito colla sua rendita a quello di Santa Lucia.

Li 16 agosto fu chiusa la Chiesa, la quale assieme al vicino locale fu comprato da Filippo Gargalli a Rogito Betti del 9 novembre 1816.

N.1801. Casa grande che nei capitelli delle colonne di confine ha un arma con croce, che qualcuno ha supposto dei Banzi. Apparteneva all'abbazia di San Felice fino nel 1592 poi per facoltà concessa agli Assunti di sgravamento li 29 ottobre 1743 fu venduta al Seminario per L. 4,500.

N.1800. Li 8 novembre 1511 Giovanni Bonasoni comprò da Antonio e Matteo Regi una casa sotto S. Tommaso del Mercato. Rogito Giorgio Ruggeri.

Casa dei Bonasoni, che li 4 luglio 1646 spettava all'eredità di Gio. Battista, ed allora valutata L. 10,000 che dicesi essere nella via Malcontenti sotto San Pietro dalla parte dei Penitenzieri, la stalla, e il fienile sotto S. Tommaso del Mercato considerata L. 1,000.

Li 4 maggio 1672 Tommaso Bonasoni vendette ad Ippolita Fanti una casa sotto S. Pietro nella via Malcontenti con stalla, fienile, e rimessa sotto detta parrocchia nella parte posteriore di detta casa per L. 11,500. Rogito Giovanni Alberto Albertini. Confina di dietro, e a destra dell'ingresso, con strada a sinistra di detto ingresso con beni dell'abbazia de' SS. Naborre e Felice.

Casa dei Fanti poi Berrettoni.

Si passa la Via Monari.

N.1799 Casa con stalla e fienile di Lucio Francesco, e di Santo Carlo fratelli Poggi venduta li 11 maggio 1651 a Cristoforo Foresti per L. 10,000. Rogito Sebastiano Sturoli. Confina i beni di Giovanni Paolo Gandolfi da un lato, e di dietro la via Malcontenti, e un viazzolo pubblico dall' altro lato.

1665 27 marzo. Compra il Seminario da Giacoma Zamboni madre, e tutrice di Benedetto Foresti per L. 9,000 una casa in via Malcontenti. Rogito Francesco Ettori.

1741 27 dicembre. Moto proprio di Benedetto XIV col quale unisce la casa del Catecumeno al Seminario, dichiarando che detta casa debba stare a carico del Seminario quando occorrerà, per neofiti dell'uno e dell'altro sesso.

La casa dei Catecumeni in via Malcontenti, confina a ponente, e a tramontana coi Gandolfi Oddofredi, a mezzodì con un vicolo, a levante colla via Malcontenti.

N.1798. Questo numero segna la casa che li 10 luglio 1650 Giulia dal Giglio assegnò a Sforza Gandolfi suo marito in L. 8,000 residuo della sua dote, come da rogito Vincenzo Orlandi. Passò poi ai Parisi.

N.1797. Casa dei Gandolfi detti Oddofredi in causa di Livia Oddofredi madre di Domenico Maria Gandolfi. Questa famiglia fu portata a Bologna da Savignano da Stefano di Jacopo di Bartolomeo Gandolfi nel 1484, che alloggiò sotto la parrocchia di Santa Maria del Torleone esercitando l'arte di sartore poi di strazzarolo. Ebbe Stefano due figli Francesco, o Alessandro autori di due rami. Francesco abitava sotto S. Sebastiano, e il di lui ramo terminò presto. Alessandro abitava anch'esso nella stessa casa di Francesco, che Alessandro di Bartolomeo di lui nipote vendette ai sindaci della Gabella il 1° febbraio 1561. Antonio del predetto Alessandro juniore passò ad abitare nella via dei Gombruti, ed era dottore di filosofia, e medicina, più lettor pubblico. Nel luglio 1627 fu ucciso da un colpo ricevuto sulla testa nella via dei Gombruti, mentre di notte andava a casa. Annibale di detto Antonio sposò Livia ultima degli Oddofredi, per cui i Gandolfi ebbero quell'eredità, e il cognome Oddofredi nel 1620, e fu questi che passò ad abitare nella via Malcontenti. Non si sa se allora vi avessero casa propria, o se ne prendessero una in affitto, poichè fu solo il 4 giugno 1638, che a rogito di Giulio Borzani Giovanni Paolo d'Annibale Antonio comprò per L. 9,000 quella di Giulio Cesare della Chiesa, e poco dopo parte di quella del confinante Pellizzoni. L'ultimo Gandolfi Oddofredi fu Agostino Scipione di Giovanni Paolo morto li 21 aprile 1803 lasciando un'unica figlia Laura maritata in prime nozze col conte Giovanni Evangelista del conte Domenico Avenali d'Imola, e poi in Giovanni di Francesco Barri della stessa città. Questa casa appartenne poi a Benedetto Rinieri. (Vedi via Cavaliera N° 1461).

N.1796. Casa con porta architravata che era fino del 1390 dei Canonici. Nel 1501 vi abitava Pietro Canonici dott. di leggi. Alessandro del fu Giacomo Canonici l'assegnò a Elena Corradini per L. 4,192. Rogito Lodovico Gambalunga del 20 maggio 1612. Passò ai Pellizzoni che la possedevano prima del 4 giugno del 1638. Nel detto giorno Ercole Pellizzoni, e l'opera dei Mendicanti erede della fu Elisabetta Limidi di Pellizzoni la vendettero non in tutto, ma pare in parte a Gio. Paolo Gandolfi per L. 10,000. Rogito Giulio Bonzani.

Nel 1715 era dei Gandolfi, e dell'ospitale di S. Francesco, ed ultimamente di Pietro Martelli e di Agostino Gandolfi Oddofredi.

Si passa la via di Mezzo di S. Martino.

N.1983. Casa fra la via Monari, e i Gandolfi.

1593 (orig. 1293 corretto con il ? dal Breventani) 10 febbraio. D. Fabio Fabbri canonico di S. Petronio comprò da Antonio Fasani del fu Battista una casa sotto S. Andrea dei Piatesi. Confina a levante la via dei Malcontenti, a mezzodì i Zagnoni, poi Antonio Fasani, a ponente Lucrezia Fasani, e a settentrione i Gili, per L. 1,300.

1601 20 giugno. Il canonico Fabio Fabbri comprò da Antonio Fasani erede del fratello Francesco una casa sotto S. Pietro in via Malcontenti. Confina a levante detta strada, a mezzodì Alessandro Santini successore Aranti, a ponente il compratore, e a settentrione Sforza Gandolfi erede di Giulia Gili.

1605 17 agosto. Il detto canonico dopo aver restaurato la detta casa la donò al nipote Girolamo Stancari. Confinava a levante la via Malcontenti, a mezzodì altra strada, a ponente Gio. Domenico Locatelli, e a settentrione Sforza Gandolfi e gli eredi di Bernardino Lili.

1608 7 febbraio. Deodata Marchetti vedova di Filippo Ghirandelli vende a D. Fabio Fabbri un camino, e cucina facente parte di una casa sotto S. Pietro in via Malcontenti che confina coi Fabbri, e coi Santini.

1620 9 ottobre. Il detto canonico Fabbri comprò da Rocco Prati fornaro successore di Giacomo Rinaldi la parte posteriore di una casa ad uso di forno per L. 900. Confinava a levante la via Malcontenti, a mezzodì con la strada, che va in Galliera, a ponente con Fabbri, a settentrione col detto Rocco Prati successore Querzola.

N.1984. Nell'inventario fatto l'anno 1578 dell'eredità di Francesca d'Angelo Turchi, rogito Alessandro Beliossi si descrive una casa con casetta annessa ad uso di stalla posta sotto S. Tommaso del Mercato in confine di Giacomo da Moglio da due lati, dei beni di Cesare, e di Gio. Antonio Bonasoni di Gio. Antonio Sangiorgi, e del cav. Caccialupo.

Nell'inventario dell'eredità di Annibale Dainesi fatto li 26 gennaio 1596 rogito Gio. Antonio Cavalli si fa menzione di una casa sotto San Tommaso del Mercato nella via Malcontenti con porta di dietro che riferisce in Campo dei Fiori (orig. Belfiore, errore di cui il Breventani non si accorse) confinante le dette due strade, gli eredi di Giulio Cesare Bonasoni di sopra, e Giacomo da Moglio di sotto. Più due casette annesse, ed una rimessa da carrozze.

Casa che nel 1642 25 settembre come da rogito di Domenico Albani era dello stato Torfanini divisibile fra Giacoma del fu Giuseppe Ticinali Canobbi vedova di Gabrielle Torfanini, e i presidenti del Monte di Pietà.

Nel suddetto Instrumento si dice confinare di sopra con Gio. Battista Bonasoni, con i Mogli di sotto, colla via a levante, e con la via Campo dei Fiori (orig. Belfiore, errore di cui il Breventani non si accorse) a ponente, ed essergli unite due casette di dietro in confine di Campo dei Fiori (orig. Belfiore, errore di cui il Breventani non si accorse) a levante, dei Mogli di sotto e dei Sangiorgi di sopra, valutata L. 7,000.

Nel 1716 apparteneva alla famiglia cittadina dei Gandolfi mercanti di ferro in Porta Nuova vicino agli Agresti dei quali vi fu Giacomo veterinario, e il di lui figlio dottore Anatomico di nome, morto in freschissima età.

N.1985. Case dei Mogli, o da Moglio che passa in Campo dei Fiori (orig. Belfiore, errore di cui il Breventani non si accorse), alias Campo dei Fiori. Questa famiglia venne da un Petrizzolo da Moglio, che viveva nel 1240 cui i discendenti si distinsero nelle magistrature come il dottore di leggi Melchiorre di Jacopo morto gonfaloniere di giustizia li 22 febbraio 1456, e più particolarmente per vari lettori grammatici, e rettorici del nostro studio. L'ultimo fu il conte Luigi d'Obizo morto li 20 giugno 1733 di ferita lasciando un bambino di pochi mesi di nome Cesare, che morì di 13 mesi nel 1733 per cui Rosa Magnani Cartari sua madre fu erede, e portò l'asse Moglio a Filippo Alessandro Silvestri suo secondo marito che assunse il cognome Mogli. Morta la Cartari li 4 marzo 1762 lasciò una sola figlia nata li 23 febbraio 1743, che si disse Maria Anna Volta Mogli alias Silvestri. Li 19 agosto 1757 era alla subasta, e fu comprata dalla marchesa Laura Poeti vedova Brumani Cauzzi per la Barbara Neri sua servente che la restaurò, e morì il 26 giugno 1781 lasciando due nipoti sacerdoti, uno dei quali per nome D. Giovanni che godette dell'eredità della zia sua vita natural durante, e che alla di lui morte lasciò a un signore di Roma, che vendette questo stabile a Pesci affittuario, il cui figlio morto senza successione lasciò eredi i due nipoti di una sua sorella di Cento.

N.1986. Pare che questo stabile abbia fatto parte del vicino N° 1988. Si trova che fu di Angelo Michele Risy, che col suo testamento del 25 agosto 1630 rogito Bartolomeo Albertini, la lasciò a suor Angela Lucida Risy professa in San Bernardino. È detto essere nella via Malcontenti dal Guazzatoio sul cantone di Bertiera, e confinare da due parti coi Mogli. La porzione verso mezzogiorno passò poi alla compagnia dei Fiorentini.

N.1987. In gennaio 1638 Lucrezia Orlandini Perracini vendette ai Certosini per L. 7,000, rogito Paolo Monari, una casa posta sotto S. Tommaso del Mercato nell'angolo di Bertiera, e in confine della via dei Malcontenti a mezzodì. I Certosini la diedero in permuta per L. 8,000 li 3. aprile 1653,rogito (c'era il punto) Ercole Montecalvi a D. Alessandro canonico di S. Pietro, e a Scipione fratelli e figli del fu Francesco Salimbeni, poi appartenne a Ferrari, che la lasciò alla compagnia di S. Giuseppe.

Si passa Bertiera Scoperta.

NN. 1988, 1989. Case dei Turchi, detti da qualcuno Turchetti, dei quali Nicolò d' Ottaviano fu adottato da Melchiorre Zoppio suo maestro, che gli lasciò la casa da lui abitata. Il detto Nicolò morì senza successione d'anni 47 nel 1657. Poi questo stabile già Turchi appartenne ai vecchi di S. Giuseppe, ai successori dei Padri di San Giovanni in Monte, e di Pietro Tancari marito di una Cavazza.

Si passa il Canale di Reno.

N.1991. Il ponte sopra il canale si diceva Ponte dei Preti, e ciò vien comprovato da un rogito di Bernardino Muletti dei 12 aprile 1415 nel quale trattasi della promessa fatta da Teresa del fu Andrea Signorelli vedova di Giovanni Pianetti o Paicetti di vendere a Giacomo, e Francesco da Castel Franco una casa sotto S. Tommaso del Mercato che si qualifica presso la Riva di Reno in luogo detto il Ponte dei Preti per L. 350.

Li 13 luglio 1520 il Senato concedette a Sante del fu Giacomo Biccocchi vasellaio, e a Antonio di mastro Nicolò Cavrenzani alias dalla Sega di poter fabbricare sopra l'altro dei Guazzatori sotto S. Tommaso del Mercato in confine della strada che va a S. Tommaso, e di occupare porzione di suolo pubblico.

Questa casa nel 1715 era di Giuseppe Bertelli ed altri, passò poi ai Lapi indi a Giuseppe Pirani.

Aggiunte.

1506 giugno. Pellegrina di Biagio Sordo Carpentario aveva casa sotto San Tommaso del Mercato presso il canale di Reno detto Guazzatoio verso il Campo del Mercato di sotto, ed a queste se gli concede di chiudere il portico lungo pertiche 4, e di farne un altro sopra la strada maestra, erigendo colonne, e servendosi di suolo pubblico.

1391. Giacomo del fu Martino compra da Pagannino, e Parisio padre, e figlio Bonafede tre parti di due Torroni con terreno e casa sotto S. Tommaso del Mercato per ducati 300 d'oro. Rogito Lodovico Codagnelli.

1599 7 agosto. Assegnazione di Romolo Vasselli a Pietro Maria Scappi di una casa grande distinta in quattro sotto S. Tommaso del Mercato per L. 9,000. Rogito Giovanni Andrea Zocchini.

1592 14 aprile. Via detta Cariaro sotto S. Tommaso del Mercato. Rogito Achille Canonici.

1386 27 settembre. Compra Bartolo Bondamonte di Tossignano da Albertino di S. Alberto una cappella di Tommaso del Mercato nella contrada degli Ottoboni (Malcontenti) per L. 500. Rogito Riniero Monteveglio.

1617 10 agosto. Testamento di Prospero Passipoveri Pattarazzi col quale lascia erede Vincenzo suo figlio naturale, ed usufruttuaria Elisabetta Bolognetti madre del testatore. Rogito Paolo Zani.

1672 4 maggio. Compra Ippolita Fabbri vedova di Giulio Cesare Zani da Tommaso Bonasoni, e da Leona Sgarzi Iugali la casa grande nella via Malcontenti per L. 11,500. Rogito Alberto Albertini.

1511 8 novembre. Compra Giovanni Bonasoni da Antonio e Matteo Regi una casa sotto S. Tommaso del Mercato. Rogito Giorgio Ruggieri.

1654 26 febbraio. Inventario dell'eredità d'Ippolito Cattaneidal quale rilevasi :

Proprietario di un palazzo sotto S. Tommaso del Mercato in via Malcontenti.

Di due case sotto Santa Maria Maggiore. Sembra che sieno le due in Bertiera a cui era unita la spezieria del Sole.

Di una casa in Cartoleria Vecchia sotto S. Biagio. Qui vi è sbaglio perchè la parrocchia di S. Biagio non vi aveva giurisdizione parrocchiale.

1416 3 aprile. Compra Billa Brazolini vedova Bolognini dall'ospedale della Morte una casa sotto S. Tommaso del Mercato per L. 750. Rogito Cola Marzapesce.

1599 7 agosto. Assegnazione di Romolo Vasselli a Pietro Maria Scappi di una casa grande distinta in quattro sotto S. Tommaso del Mercato per Li re 9,000. Rogito Andrea Zocchini.

1638 4 giugno. Compra Giovanni Paolo Gandolfi, e Francesco Poggi da Cesare Chiesa una casa con stalla, e rimessa sotto S. Pietro per L. 9,000. Rogito Giulio Borzani.

1666 19 gennaio. Casa di Giovanni Pellicani sotto S. Tommaso del Mercato nell'angolo di Bertiera. Rogito Alberto Albertini.

1453 13 settembre. Compra di Carlo del fu Francesco del Poggio da Cattaneo, e Antonio fratelli, e figli del fu Antonio Cattanei di una casa sotto S. Tommaso del Mercato. Confina il compratore la via pubblica da due lati, e Francesco Arienti per L. 70. Rogito Girolamo Berò.

1491 27 settembre. Rettifica di Francesco Barbieri di una permuta seguita fra esso, e Giovanni Venezzi di una casa sotto S. Tommaso del Mercato. Rogito Nicolò Fasanini.

1558 7 novembre. Compra Giovanni Battista, e Giulio fratelli de' Gigli da Cristoforo Roda una casa sotto S. Tommaso del Mercato per L. 3,260. Rogito Girolamo Formignini.

1566 28 ottobre. Convenzioni fra i Mantachetti, e i Gigli sui confini delle loro case in via Malcontenti. Rogito Cesare Gerardi.

1570. Compra Giulio Gigli da Tommaso Savj una casa sotto S. Tommaso del Mercato nella contrada di Sant'Andrea per L. 2,400. Rogito Bernardino Bordoni.

1638 2 giugno. Casa dei Preti sotto S. Tommaso del Mercato, confina da due lati i Duglioli, e i Gandolfi, pagava di pigione L. 330. Pare che sia nella via di Mezzo rimpetto a Salina.

1630 25 agosto. Testamento d'Angelo Michele Risj, che lascia a suor Angela Lucido Risj professa in S. Bernardino una casa grande nel Guazzatoio sotto S. Tommaso del Mercato, ed altra in strada S. Donato dove vi era la fornace dei bicchieri. Rogito Bartolomeo Albertini.

1386 27 settembre. Compra Bartolo Bondomonte di Tossignano da Albertino di S. Alberto una casa in cappella S. Tommaso del Mercato nella contrada degli Ottoboni per L. 500. Rogito Riniero da Monteveglio.

1646 4 luglio. Nell'eredità di Gio. Battista Bonasoni vi era una casa nella via dei Malcontenti sotto S. Pietro valutata L. 10,000. La stalla, e il fienile di detta casa era sotto la parrocchia di S. Tommaso del Mercato considerata Lire 1,000 dalla parte dei Penitenzieri.