Via della Libertà, dal II volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

La via della Libertà comincia dal prato di Sant' Antonio, e termina alle mura della città in faccia alla chiesa della B. Vergine della Libertà.

Il suo vero nome, e per tale conosciuto fino dai più antichi tempi, fu Bagno Marino e borgo di Bagno Marino.

Dicesi che nelle vicinanze vi fosse un antico bagno, e che da questo ne possa esser derivato il suo nome, ma tutto ciò è incerto nè abbiam documento che lo comprovi. Qualcuno l'ha chiamata ancora Val di Pietra.

Via della Libertà a destra entrandovi per il prato di Sant'Antonio.

Un rogito di Tommaso Fabri del primo maggio 1254 ci trasmette la notizia che le suore di Sant' Agnese comprarono da Caracosa Bolnisia una casa in Borgo Marino per L. 10.

N. 282. Chiesa e compagnia laicale dei SS. Girolamo ed Anna di Bagno Marino.

Nel testamento di Misina Caccianemici, fatto li 12 luglio 1340, si trova un legato a favore di Donna Ghisella Galluzzi, che abita nel borgo di Bagno Marino nella casa che fu di Giovanni di Gherardo Ghisilieri, assieme ad altre donne ivi dimoranti, ecc. e questo pare un ritiro qui formato a quei giorni.

Alcune monache Camaldolesi poco prima del 1278 fondarono un monastero detto di Sant'Anna fuori di porta Galliera, al quale nel 1286 furono unite quelle dello stesso ordine dette di Santa Maria di Betlemme, alias Bilieme.

Nel 1351 le dette monache, a motivo dei pericoli di guerra a cui erano spesso esposte per esser prossime alle mura della città, determinarono procurarsi un asilo più tranquillo, col ritirarsi in borgo di Bagno Marino (e forse dove stava la Galluzzi dieci anni prima), innalzandovi una chiesa e un monastero che vollero che si dicesse di Sant' Anna, dal titolo del convento da loro abbandonato.

Si trova che nel 1409 i beni di queste monache eran stati in parte venduti e in parte usurpati, che il convento minacciava ruina, e che le conviventi eran ridotte a poche e miserabili, perciò le rimaste si ritirarono in case private, e intanto fu affittato l'orto e il monastero, e profanata la loro chiesa.

Fu dato nell'agosto del 1410 in enfiteusi a Paolo Capograssi da Sulmona, dottore di jus canonico, già segretario di Papa Giovanni XXIII quando fu legato di Bologna, dietro l'annuo canone di una libbra di cera all'eremo di Camaldoli.

Essendo morto il Capograssi fu preso in enfiteusi nel 1429 da Raffaello del fu Francesco Foscarari per anni 29 coll' obbligo di pagare libbre dieci di cera ogni anno. Passati sette anni di conduzione rinunziò il Foscarari al contratto, che fu rinnovato a perpetuità ai Padri di S. Michele in Bosco, coll'assegno di una sola libbra di cera annua, contratto che non ebbe poi effetto, quindi li 21 novembre 1436 il P. Ambrogio Traversari, detto Dal Portico, Generale dei Camaldolesi, lo vendette ai così detti Maggiori della compagnia laicale di S Girolamo della Savonella, ed in suo nome a Tommaso del fu Giovanni Zanettini sindaco di detta compagnia, per L. 400. Rogito Cesare di Bartolomeo di Baldo Panzacchia.

Li 2 agosto 1438 i compratori, dietro licenza avuta, demolirono la parte abitata dalle predette monache, e fabbricarono un più ampio oratorio con disegno di Giulio dalla Torre, per la cui fabbrica Maria Maddalena Salicetti lasciò nel 1440 L. 50, come si rileva nel suo testamento.

Insorte varie questioni, delle quali si terrà parola nella via di Miramonte, la compagnia si divise, e qui si fermò quel numero di confratelli che si dissero Maggiori, e ad istanza del Vescovo Albergati s' intitolarono compagnia dei SS. Girolamo ed Anna.

I frati di S. Paolo in Monte, dopo la riedificazione della suddetta chiesa, avevano comprato una casa presso la medesima che loro serviva d' ospizio, e celebravano in Sant' Anna i divini uffizi.

Li 21 aprile dell'anno 1477 i confratelli predetti comprarono dai Padri Minori Riformati la detta casetta con cisterna ed orto contiguo al loro oratorio, per L. 600, rogito Antonio di Nicolò Lippi de' Savi, riducendolo tutto a bella forma, contornando l' orto di muri nel 1495, e riducendo a volta l'oratorio nel 1605.

Questa compagnia fu soppressa li 25 luglio 1798, ed il locale fu venduto li 4 marzo 1799 al conte Girolamo Legnani. Rogito Luigi Aldini.

La chiesa fu chiusa li 16 agosto 1808, essendo già passata la proprietà nel 1807 a Gaetano Franchi.

Ha un orto di tornature 1 e tav. 70.

Via della Libertà a sinistra entrandovi per il prato di Sant'Antonio.

Parte posteriore del già collegio Montalto e del convento delle Grazie. Al già convento delle Grazie vi è annesso un orto di tornature 2, 90.