Via dell'Inferno, dal II volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

La via dell' Inferno comincia da quella a lato dell' ospedale di S. Giobbe, e termina in Valdonica, e cioè nella piazzetta alla quale corrispondono i voltoni dei SS. Simone e Giuda, e dei Spada.

La sua lunghezza è di pertiche 38, 02, 8, e la sua superficie di pertiche 49, 03, 10.

Nel secolo XV si diceva strada di Nostra Donna dell' Avesa, ma si cominciò nel 1487 a nominarsi anche via dell' Inferno.

Gli ebrei che abitavano sul principio di Strada S. Vitale verso porta Ravegnana, e nei vicini vicoli di Castel Tialto e di Caldarese, furon traslocati nel 1550 in via di Nostra Donna dell' Avesa, alias Inferno, in quella detta anche oggidì via dei Giudei, in via Canonica di S. Donato, e nella via del Carro, alle quali contrade furon apposti i portoni per chiuderli la notte.

Si abbia presente che un rogito delli 4 maggio 1530 chiama una strada da queste parti via di Bell'andare, ed un altro delli 19 agosto 1572 ricorda una via detta Belvedere, le quali si dicono sotto la parrocchia di S. Donato, e confinare coll'Avesa, lo che assicura essere la via oggi detta dell' Inferno.

Via dell'Inferno a destra entrando per la via di fianco all'ospedale di San Giobbe.

Si passa la via Canonica.

Fra questa via e quella del Carro vi era una casa anche del 1715, che Francesca Cattaldi, moglie di Giuliano Giuliani, vendette a Giovanna di Marcantonio Magnani per L. 735. Rogito di Stanislao Barilli delli 27 marzo 1634, nel quale si dice trovarsi in stato ruinoso, sotto S. Donato, in luogo detto il Ghetto degli ebrei, in faccia alla casa detta la Sinagoga, e in confine del cav. Scala e degli eredi del dott. Giovagnoni.

Veniva in seguito la casa dei Giovagnoni la cui fronte era di piedi 40 sopra questa strada. Queste due case sono ora inchiuse nelle vicine.

Si passa la via del Carro.

N. 2649. Casa di Astorre del fu Biagio dal Buono, venduta li 9 gennaio 1526 a Berlingero, Vincenzo e Giovanni Galeazzo fratelli Gessi, posta sotto la parrocchia di S. Donato, in luogo detto dalla Nostra Donna dell'Avesa. Confina Ercole da Sassuno (vedi via del Carro. N. 2650), con detta chiesa di Nostra donna (vedi via Valdonica N. 2647), e col detto Astorre dal Buono venditore di dietro, il quale aveva casa nella predetta via Valdonica. Pagata L. 900. Rogito Camillo Morandi.

N.2648. Il nuovo Masina segna questo numero per quello di Santa Maria dell' Avesa. (Vedi via Valdonica).

Via dell' Inferno a sinistra entrandovi per la via di fianco all' ospedale di San Giobbe.

N. 2627. Casa che fu delle suore di Santa Catterina. Fino a tutta questa casa l'Avesa era coperta da volto dalla parte di mezzodì.

N. 2628. Casa detta Mozza nel 1715, forse perchè qui l' Avesa cominciava a correre scoperta fra le case dell' Inferno e quelle della Mandria fino al N. 2637 inclusivo della detta via dell' Inferno.

N. 2638. Casa dei Buratti, che si diceva casa della Sinagoga anche del 1634. Qui ripigliava l' Avesa ad esser coperta, lavoro che fu eseguito nel 1462. (Vedi via Valdonica). La parte posteriore di questo stabile è poggiata sulla sponda destra dell' Avesa.

N. 2639. Portone in faccia alla via del Carro, dove fu un vicolo detto via di San Simone, che terminava alla piazzetta della chiesa di detto Santo, e prossimamente alla chiesa stessa.

Li 19 febbraio 1526 l'Ornato concesse a D. Domenico da Pianoro un suolo vacuo nella via di nostra Donna dell" Avesa, presso detta via a oriente, e presso il muro del cortile, ossia dell'arca (cimitero) della chiesa di S. Simone, il qual suolo era di piedi 11 circa.

Li 6 ottobre 1559 Petronio di Tommaso Passarotti, della parrocchia di S. Martino, comprò da Tommaso Monari certo suolo, o terreno, di diretto dominio della chiesa parrocchiale dei SS. Simone e Giuda, largo piedi 13 a tergo di detta chiesa, sopra cui vi sono i miglioramenti di una casa eretta da D. Domenico da Pianoro nel 1525. Confina l'Aposa a occidente, gli eredi di Matteo Barberi a mezzodì, ed a settentrione presso il cortile di detta chiesa.

Aggiunte

1487, 5 ottobre. Pietro e Lodovico del fu Cristoforo Savi comprano da Tommaso del fu Stefano dall' Oro una casa sotto la parrocchia di S. Donato, nella via dell' Inferno, la quale confina da tre lati con pubbliche strade, e con Antonio Marzapesci, per L. 830. Rogito Bartolomeo Zani.

1627, 26 settembre. Casa di Stazio e di frate Virginio Paleotti, posta sotto San Donato, Confina la via del Ghetto, l'Aposa, Domenico Molora successore di Catterina Florenzia di sopra, e mastro Michele Colonna muratore. Rogito Carlo Bossi. (Sembra fosse il padre del pittore).

1530, 4 maggio. Casa sotto S. Donato nella via di Bell' andare. Confina i successori di Riniero Bianchetti e l' Avesa.