Via del Torresotto di San Martino, dal III volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

La via del Torresotto di S. Martino comincia a capo del Borgo della Paglia dagli angoli della via de' Castagnoli, e delle Tuate, e termina nella via larga di S. Martino.

E' presso che evidente che questa contrada anticamente continuasse verso ponente sul terreno ora occupato dal convento di S. Martino, e che il suo proseguimento sia stato concesso ai Carmelitani, e chiuso nel loro convento come vien detto nelle memorie di quel monastero.

La sua lunghezza è di per tiche 17. 07. 0, e di superficie pertiche 30. 8. 3

Si disse via del Torresotto del Borgo della Paglia, e via del Torresotto dei Rizzoli, che conduceva la bottega in angolo della via dei Facchini ad uso di larderia.

Via del Torresotto di S. Martino a destra cominciando dalla via delle Tuate, e continuando verso la via larga di S. Martino.

N.1601. Casa dei Mezzavacca. Un Biagio di Domenico Mezzavacca testò il 28 luglio 1322 in casa propria nella cappella di S. Martino dell' Avesa sul trivio di quelli da Saliceto. Rogito Domenico Benincasa e fu quello che portò da Parma a Bologna la sua famiglia circa il 1300.

Qualcuno ha preteso che venissero da Montebello, e fossero pescatori. Bartolomeo di Guglielmo che si dottorò in leggi nel 1369, e che mentre era Ve scovo di Rieti fu fatto Cardinale nel 1378, e nel 1383 fu privato della dignità Cardinalizia da Urbano VI, poi restituitagli dal successore Bonifacio IX nel 1389, morì il 20 giugno 1396 con testamento fatto a rogito di mastro Valentino Vanni da Viterbo, e di Bernardo del fu ser Pietro della rettorica nel quale proibisce che si venda la sua casa da S. Martino. Lasciò eredi i nipoti dei beni nel Bolognese, e l'ospitale della Purità di Viterbo degli altri fuori di esso. Terminarono i Mezzavacca in Floriano che col suo testamento del 14 maggio 1529, rogito Lodovico Federici lasciò erede usufruttuaria Polisena Azzoguidi di lui moglie, ed erede proprietaria sua figlia con sostituzione di Bartolomeo figlio della medesima, e del fu Angelo Tagliaferri di Parma. Questo inesto mancò in Paola Teresa di Angelo moglie di Fabio di Saulo Guidotti, che rimasta vedova venne a finire i suoi giorni nel giugno 1712 in questa casa. I Tagliaferri erano anch'essi Parmeggiani, e s' estinsero nel cav. Francesco che testò il 19 ottobre 1529 lasciando erede Gaspare Cerati nato da Costanza sua figlia, e da Gio. Cerati, obbligandolo di portare il cognome Tagliaferri come da rogito di Antonio Fosso di Parma.

I Guidotti assunsero il cognome Mezzavacca, e divennero padroni di questo stabile, che poi vendettero a Marco Santamaria dal quale fu ristaurato.

Il 9 o 11 marzo 1809 i creditori del detto Santamaria la vendettero a Bovi Campeggi per L. 6600. Rogito Modenesi.

Il Torresotto che il 1° giugno 1299 si diceva Serraglio di S. Martino dell'Avesa essendo stato affittato dai difensori a Dino d'Andrea Mezzavacca il 20 maggio 1423 per anni 5 e per annui soldi 10, rogito Bartolomeo Barbieri, prese il nome dei Mezzavacca. Questo serraglio fu poi ceduto dalla Camera di Bologna all'Abate, e al monastero di S. Procolo in compenso di certi miglioramenti di una loro bottega in Porta Nova demolita per un'aggiunta fatta al pubblico palazzo. Rogito Lorenzo Pini. Fu dato dai detti monaci ai Mezzavacca in enfiteusi, i cui miglioramenti furono venduti da Angelo Mezzavacca al Guidotti marito di sua figlia il 30 ottobre 1649 per L. 1000. Rogito Lelio Roffeni, assumendo il compratore l'annuo canone portato a soldi 12.

Questo voltone viene detto da qualcuno dei Rizzoli per un lardarolo di questo cognome che vi aveva vicino la sua bottega. Si potrebbe sospettare che fosse una Pusterla.

Il 29 gennaio 1556 il Senato concesse di atterrare il Torresotto di S. Martino salvo l'interesse dei conduttori.

Si passa il vicolo del Torresotto di S. Martino.

Via del Torresotto di S. Martino a sinistra cominciando dall' angolo della via dei Castagnoli.

Questa situazione si continuava a chiamare anche nel 1441 Trebbo dei Saliceti per avervi un ramo di questa famiglia le loro case.

N.1483. Casa dei Sassoni, poi dei Berò nel 1586; passò non si sa come agli Stefanini che la possedevano sul principiare del secolo XVIII. Avendo il senatore Filippo Gaetano Fantuzzi prestato il suo palazzo di strada S. Vitale per alloggiarvi il re Giacomo Stuardo d'Inghilterra venne ad abitare in questa casa di Antonio Stefani, e vi morì il 18 maggio 1729. Fu comprata da Francesco Rocca che la ristauró. Teresa Rocca ultima di sua famiglia la lasciò nel 1786 al celebre professore di matematica il dott. Sebastiano Canterzani, mortovi il 19 maggio 1819.

N.1482. Casa di Gentile di Giovanni Sassoni, come il precedente N° 1483. Fu moglie di Alessandro Malvezzi, poi di Domenico Bonaldi. Testò nel 1579 la sciando eredi Eleonora Malvezzi sua figlia di primo letto, e moglie di Pompeo Dolfi, e Paolo Bonaldi di secondo letto, i quali il 20 maggio 1585 vendettero a Matteo di Alberto Berò ambedue questi stabili qualificati per case distinte in due, poste sotto S. Martino Maggiore in Borgo della Paglia dalla parte davanti presso il vicolo dei Facchini alias del Fossato dal lato di sopra, presso il compratore a oriente e settentrione. In quella vendita vi fu compresa una stalla posta nella via dei Facchini presso gli eredi di Simone Allegri De Pistorio, e presso Florapace dei Sampieri il tutto pagato L. 8000. Rogito Bonaparte Zani. Sembra che anche questa fosse degli Stevanini, o Stefanini nel 1715. Appartenne poi al dott. Ercole Valle sindaco della Mensa, ed ultimamente a Teresa Betti Onofri.