Battisasso, dal I volume delle "Cose Notabili..." di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

Battisasso comincia oggidì dal Voltone dei Gessi , e termina alla Via del Poggiale. La sua lunghezza è di pert. 34. 8. 4. La sua superficie pert. 126. 43. 5. Nel 1289 si pubblicavano i bandi davanti la casa dei Primadizzi, e di Barufaldino, presso la chiesa di S. Fabiano e Sebastiano, e nel Trebbo dei Ghisilieri.

Battisasso a destra cominciando dal Voltone dei Gessi.

N.643. Si crede che qui stesse un ramo di quei Dalla Fratta, famiglia antica e magnatizia, che diede Enrico arcidiacono di Bologna che dal 1203 al 1213 fu fatto nostro Vescovo, poi rinunziò la chiesa nel 1240 e si ritirò a S. Vittore, ove morì nel 1241 non essendo mai stato canonico lateranense, come dice il Sigonio. Non si impugna che li Dalla Fratta abitassero nel XIII secolo in prossimità della chiesa di S. Sebastiano, ma non si ammette stessero in questa situazione per le seguenti considerazioni.

Il ramo di Barufaldino Geremei dal Ballatojo (Via dei Foscherari ) passò ad abitare da S. Sebastiano nel 1128, e siccome nel suo testamento nomina un Barufaldino Primadizzi suo cugino, che stava da S. Sebastiano, forse questa nuova abitazione gli pervenne per ragione della madre che era dei Primadizzi. - Vedi Via Foscherari.

Li 28 febbraio 1274 li commissari distributori ed esecutori testamentari di Barufaldino vendettero ad Albizzo di Giacomo di Dugliolo di strada Castiglione ed a Biagio di Angelello di Strada Maggiore tutte le case anteriori e posteriori, e le torri con cortile e pozzo, con suolo ed edifizio, che furono del fu Barufaldino poste in Porta Stiera, ed in cappella S. Fabiano. Confinavano di sopra ed a mattina la via dell' Avesella , a sera li Gattari, e di sotto i figli di Zandonato de' Malavolti , più torn. 1,000 di terra in Calderara, in Polesine a sera di Reno, in S. Elena ed in Sala colla tomba grande e suoi edifizii, presso la chiesa dei Padri minori di S. Francesco , li quali beni appartenuti ai Barufaldini, furono acquistati dai suddetti per Lire 8,000. Rogito Bonaventura di Viviano.

Il Galeati pretende che del 1365 li Ghisilieri vendessero questo stabile ai marchesi d'Este, ma senza darne prove autentiche. Si ignora come queste case passassero agli Ariosti, ma un rogito di Filippo Piatesi del 10 giugno 1387 rende noto che Lippo dei Piatesi della cappella di S. Andrea dei Piatesi comprò da Francesco di Jacopo Ariosti casa e stalla sotto S. Fabiano e Sebastiano , per ducati 1,120 d'oro, in confine a mezzodì la strada, a mattina li Malavolta, antecedentemente presso gli Allegratutti del Frignano, con Giovanni dalle Correggie di sotto, in oggi con Bartolomeo di Martino Paganelli della parrocchia di S. Colombano, presso Rolando di Bartoluzzo Primadizzi a sera, la qual casa aveva due torri. Che gli Ariosti possedessero in questa situazione, se ne ha la prova da un rogito di Manentino Bagarotti , e di Graziano di Domenico Lambertini da Castel Franco dei 12 dicembre 1373 nel quale raccontasi che Riccardo Primadizzi possedeva una casa sotto S. Sebastiano in confine di Francesco Ariosti degli eredi di Giacomo Marescalchi, di Taddeo Passerini e della via pubblica.

S' ignora il modo per cui passarono queste case una seconda volta alla famiglia Angelelli ,ma è indubitato che appartenevano al famoso dottore in Leggi Gio. Andrea morto in Milano li 24 maggio 1477, come ne fa testimonianza la divisione della sua eredità tra Margarita di detto Giovanni e Cristoforo di lei zio paterno seguita li 3 ottobre 1476. Rogito Bartolomeo Zani, nel quale si fa menzione di detta casa e torri poste in cappella di S. Sebastiano, e di due casette poste in quella di San Colombano. Il detto Cristoforo Angelelli il 2 giugno 1480 vendette i suddetti stabili a Bernardo detto anche Bernardino Sassoni dottor di legge e riformatore, morto nel 1483, che gli pagò ducati 1675 d' oro larghi del valore di 58 bolognini e mezzo l' uno. Il compratore rifabbricò la casa grande, ma mancò la sua discendenza in Vincenzo di Annibale di lui nipote, del quale furono eredi Nicolò e Pompea Ludovisi, Lucrezia d' Annibale Sassoni vedova di Cesare Marsili, ed Elisabetta di lei sorella moglie di Vincenzo Gozzadini. I suddetti eredi sotto li 8 febbraio 1544 vendettero la casa grande posta sotto S. Sebastiano, detta il palazzo Sassoni, ad Alberto del fu Francesco Tossignani per L. 14000. Rogito Bartolomeo Bulgarini, Gio. Battista Castellani, Giacomo Boccamazzi, Andrea Maria, Baldassarre Maltachetti e Francesco Anelli, nel qual rogito si dice confinare con Carlo Usberti di sotto, cogli eredi Sassoni a sera, e cogli eredi di Galeazzo Castelli a mattina.

Sussisteva un altro ramo Sassoni, o da Sassiuno, in Lavinia di Giovanni o Gio. Battista, moglie di Francesco Marco Pollicini, che morì li 30 marzo 1697.

Il cav. Francesco Tossignani testò li 15 giugno 1595, e dopo vari legati costituì erede, dopo la morte di Giulia Ghisilieri di lui moglie, Alfonso d'Este duca di Ferrara. Qualcuno che vide il detto testamento, avrà creduto che avesse il suo effetto, per cui han detto che in via Battissasso vi fossero beni estensi; il fatto è che li 29 dicembre 1588 Alessandro del fu Emilio Vizzanì comprò da Francesco del fu Alberto Curialti alias Tossignani, una casa grande o palazzo sotto S. Sebastiano con cortili ed orti in confine dei conti Castelli e degli Usberti per Sc. 10:000 d'oro da soldi 83, rogito Cesare Furlani. Questo Alessandro morì senza successione, lasciando usufruttuaria Isabella di Marco Tullio Berò di lui moglie, ed eredi proprietari, Pirro del fu Vizzano Vizzani, ed il dottor Ercole del fu Tommaso Panzacchia, ai quali sostituì l'Opera dei Vergognosi.

1621, 4 maggio. Giovanni del fu Antonio Malvezzi comprò dai Vizzani e Panzacchia col consenso dell' Opera dei Vergognosi, il palazzo Vizzani con orto e stalle, sotto S. Sebastiano. Confina la via da due lati, li conti Castelli, per L. 39,700. Rogito Giulio Vitali ed Alberto Raby.

Nel dicembre 1621 il compratore essendo degli Anziani , morì nelle valli , ov'era a caccia, per archibugiata esplosa dal suo stesso fucile.

1622, 27 aprile. Camilla del fu Camillo Bonfioli vedova del suddetto Antonio Malvezzi quale erede intestata di Giovanni Malvezzi suo figlio vendette al dottor Camillo del fu Giulio Gessi questa casa, che confina colla via a mezzodì, con uno stradello a mattina, sopra del quale vi è un voltone con stanze e corridoi, in confine dei conti Castelli, con Giovanni Battista Bottrigari successore Usberti da sera , ed in parte anche a mezzodì, con la via pubblica detta Usberti nella quale ha la sua sortita, la stalla con Antonio Ungarelli carrozzarro successore dei Fronti a settentrione, per L. 44500, rogito Antonio Malisardi.

1622, 12 novembre. Permuta del dottor Camillo del fu Giulio Gessi con Giovanni Battista del fu Ercole Bottrigari, qual erede di Lucrezia del fu Carlo di Princivalle Usberti, colla quale il Bottrigari cede la sua casa sotto S. Sebastiano in via Usberti con stalla, ed un' altra casa ad uso di forno attigua alla predetta con due botteghe sotto, e più altra casa in detta via al di là della stalla, e riceve la casa grande divisa in due, e cioè con due ingressi, uno nella piazza Calderini, e l' altro nella strada che conduce a S. Domenico rimpetto alla casa di Annibale Paleotti e più L. 1000 a pareggio. Rogito Antonio Malisardi. La famiglia degli Usberti, detti anche Uberti, fu molto antica e nobile, ma decaduta negli ultimi tempi.

1695, 2 novembre. L' Ornato concesse a Carlo Maria Gessi di riedificare in pietra le colonne di legno al portico del suo palazzo. Rogito Galeazzo Nelli.

1777, 7 gennaio. Rinaldo Girolamo del fu senatore Berlingero Gessi donò alla marchesa Anna Gessi De Buoi sua figlia tutto il suo patrimonio. Rogito Pio Procolo e Lodovico padre e figlio Gotti. La detta Anna Gessi, moglie del senatore Berlingero De Buoi, morì li 29 novembre 1786 ultima dei Gessi.

1789, 4 luglio. I marchesi Tommaso e Girolamo del senatore Bartolomeo De Buoi vendono al tesoriere Vincenzo Cappi il palazzo, case e pertinenze Gessi sotto S. Sebastiano per L. 50000 con scrittura privata.

Il Cappi risarcì ed adornò anche di facciata questo palazzo, nella qual occasione ottenne suolo pubblico li 16 agosto 1792. Fu in seguito comprato da Luigi Tavecchi di Cento morto il 5 marzo 1810. Ora è di Cataldi di Genova.

La torre compresa in questo stabile pretendesi fabbricata nel 1326, la qual cosa essendo, lo sarebbe stata dagli Angelelli. Avendo questa molto sofferto pel terremoto del 5 gennaio 1506 fu fatta abbassare da Annibale Sassoni.

Si passa la via Usberti.

N. 641. Casa che del 1505 era di Guido Cavazzoni, e del 1537 di Girolamo, e confinava con Matteo Griffoni. Del 1572 era di Stefano Locatelli fabbro ferraio, e ciò si comprova dalla concessione datagli li 10 dicembre del detto anno di occupare dal l' angolo della sua casa sotto S. Sebastiaoo verso la casa degli Usberti oncie 5 di suolo in lunghezza, e sostituirvi il portico in volto con colonne verso il monastero di S. Gregorio prendendo da una parte oncie 8 e dall' altra oncie 12, purchè l' angolo di detto portico sia a livello con quello del Tossignano. Li 11 settembre 1602 Gio. Pietro del fu Deffendio Locatelli compra da Antonello Roberti e da Anna Peltrinieri una casa sotto S. Sebastiano per L. 4000. Rogito Marcantonio Carazzi. Sembra che dai Locatelli passasse ai Razzoli, e da questi per eredità ai Padri Crociferi che la possedevano del 1715.

N. 640. Fra gli stabili confiscati ai Canetoli per l'assassinio di Annibale Bentivogli si trova notato una casa dopo quella di Carlo Ghisilieri, e Bonfilio la vendette a quei da Canobbio.

1505, 5 dicembre. Matteo Griffoni vendette a Pietro di Giacomo Bonfigli una rata e parte di una casa grande sotto S. Sebastiano in confine dei Ranuzzi, altra casetta con stalla sotto S. Colombano per L. 50. Rogito Virgilio Gambalunga. Confina di sopra la via pubblica, Giovanni e Battista Ranuzzi a sera, Guido Cavazzoni a mattina e gli eredi di Magone di Ringhiera da Boemi di sotto. La stalla confinava con la via di S. Giovanni.

1537, 21 aprile. Assegnazione a Pietro di Giacomo Bonfigli, ed al conte Alessandro di Antonio Maria Legnani da Francesco di Gabriella Giulii da Canobbio, della metà di una casa sotto S. Sebastiano. Confina la via pubblica da due lati, Girolamo Cavazzoni, i Ranuzzi, e Carlo Usberti.

1548, in ottobre. Il Senato concede al dottor di legge Giulio de Giulii da Canobbio che per comodo di sua casa, in cappella S. Sebastiano, la maggior parte della quale è posta nella via di Borgo Mozzo, possa chiudere, ed occupare piedi 5 e oncie 2 di pubblico suolo per dirizzare a retta linea un vecchio muro, ed uguagliarlo alla casa del cav. Carlo Usberti, e dall' altra parte alzarvi modioni per sostegno della facciata.

1555, 23 ottobre. Paola del dott. Giulio de Giulii Cannobi moglie in seconde nozze del dott. Taddeo Seccadenari, dimise li beni ereditari del padre a favore di Gio. Battista di lei figlio avuto dal dott. Filippo Teodosi di lei primo marito, fra quali una casa grande sotto S. Sebastiano, che confina con Girolamo Cavazzoni a mattina, con la via pubblica a mezzodì, coi frati di S. Gregorio a sera e con Ippolito Pistorini a settentrione, per L.7000. Rogito Girolamo Zani.

Tre famiglie Canobbi si sono avute in Bologna, che cosi si chiamarono per derivare da Canobbio castello del milanese. I Giulii che furono proprietari del suindicato stabile, finirono nella suddetta Paola del dottor di legge Giulio, e che cominciavano da Gabriele padre del predetto Giulio. I Ticinali venivano da un Francesco matricolato nell' arte dei Calegari, e nel 1532 si estinsero in Silvia Margarita di Giacomo, moglie di Carlo di Pompeo Bolognetto, morta nel 1692. Questi ebbero Giuseppe del suddetto Francesco tesoriere di Bologna e parente di Gregorio XIII in causa di Laura Guastavillani di lui moglie, e si dissero anche Ticinelli. Abitavano dalla volta dei Barbari.

I Mazza cominciarono da Stefano, e finirono in Bartolomeo del capitano Ambrogio. Questi ebbero Gio. Francesco d'Ambrogio Seniore che fu Vescovo di Forlì morto in Firenze nel 1589. Sulla famiglia Teodosi si hanno poche notizie. Fece essa nobili parentadi e sarà stata facoltosa trovandosi che Lodovica sposò Baldassare Lupari dandogli in dote scudi 4500, somma esorbitante a quei dì.

Ritornando poi a ques'a casa, del 1715 era degli Ercolani, poi dell' avv. Cesari.

NN. 637, 638, 639. Chiesa e convento dei SS. Gregorio e Siro. Per serbare l' ordine cronologico dalla fondazione di questo locale, conviene cominciare dal luogo dov'è piantata la chiesa Quivi era una delle case dei Ghisilieri. Francesco dottor di legge, lettor pubblico, di Lippo o Filippo marito di Giacoma di Bolognino Bolognini, poi di Bonincontro di Gio. Andrea da S. Girolamo detto il compare, fu uno dei principali congiurati contro Annibale Bentivogli assassinato li 24 giugno 1445 in faccia a S. Gregorio mentre incamminavasi in compagnia del Ghisilieri a visitare la comare dopo essere stato in qualità di padrino a battezzare il figlio di Francesco. Dicesi che il Bentivogli fosse stato prevenuto della congiura, ma che non potendosi persuadere di tanta perfidia non desse retta all'avviso. Per questo delitto il 4 luglio 1445 fu pubblicato il bando di taglia di Sc. 1000 d' oro, contro Galeotto. Gasparo, Affricano, Lodovico Baldassarre, tutti dei Canetoli, contro Ghisilieri Nicola, Preti, Lodovico dalle Coregge, Delfino Atticonti, Cristoforo Fusana, Francesto Battagliuzzi, Gherardo Pescatorio, Ugolino Boccaferri, Galeotto Mezzovillani, Nicolò di Gio. Ambrosio, e Pace di la Bacho (Abbaco). Due altri Ghisilieri furono banditi, e cioè Cesare e Lippo di Tommaso, nipoti di Francesco, il primo de' quali andò a Vicenza, ed il secondo, marito di Gentile di Galeotto Canetoli, si stabilì in Alessandria, dai di cui discendenti venne papa Pio V. Da un rogito di Nicolò Mezzamici, e di Bonaiuto Bonaiuti del 17 settembre 1446 sappiamo che la casa di Francesco Ghisilieri fu per la maggior parte abbruciata dal popolo d' ordine del reggimento di Bologna, e Francesco cadde nelle mani dei Bolognesi, e li 11 giugno 1451 fu impiccato con mitra in capo come traditore sul guasto della casa che fu da lui abitata.

1523, 23 luglio. Virgilio Ghisilieri compra da Gualengo di Giorgio Ghisilieri la metà per indiviso col compratore del guasto Ghisilieri sotto S. Siro. Confina la strada da due lati, e gli eredi del fu Giuliano da Castello a settentrione. Rogito Matteo Gessi.

1530, 4 aprile. Donazione di Lippo del fu Matteo Ghisilieri. Rogito Giulio Marani, e li 26 aprile stesso cessione di Bonaparte e Francesco del fu Virgilio Ghisilieri, Rogito Taddeo Fronte, a D. Leone da Brescia della congregazione di S. Giorgio in Alega, del guasto sul quale era la casa del fu Francesco Ghisilieri sotto S. Siro. Confina la strada da tre lati, cioè Battisasso, il Poggiale ed il vicolo Corigo, e l' orto degli eredi di Gio. Paolo Castelli. I detti canonici promisero di fabbricare una chiesa sotto il titolo di S. Gregorio, e di apporvi l' arma dei Ghisilieri.

1532, 5 marzo. Clemente VII emanò la bolla che permette ai canonici di S. Giorgio in Alega di edificare una chiesa con monastero sul guasto dei Ghisilieri. Dall' atto capitolare tenuto dai detti canonici li 17 ottobre 1561 essendo priore D. Gio. Battista Fulcherio di Brescia, e procuratore e sindaco D. Paolo Pilati, consta che la fabbrica della nuova chiesa di S. Gregorio era riuscita notabile e bella, ma che il convento, quantunque onorevole, era però ristretto, e che per dilatarlo occorreva l'acquisto di qualche casa latifonda, come quella del fu Girolamo di Gio. Ranuzzi posta in via e parrocchia di S. Sebastiano, che confinava a mezzodì la detta strada, ad oriente gli eredi di Giulio de Giulii da Canobbio, a settentrione i canonici di S. Giorgio in Alega, ed a ponente certa viazzola, la cui chiusura era stata concessa dai possidenti degli stabili posti inferiormente nella medesima, e dallo stesso Senato fin dalli 11 giugno 1530, rogito Girolamo Badazzi, nel quale si dice che la detta viazzola comincia nella via Parisi, e termina in Battisasso fra la chiesa di S. Gregorio e la casa dei Ranuzzi. Nella vendita di S. Siro fatta alle suore di S. Gervasio, queste consentono alla chiusura dello stradello a comodo della fabbrica della nuova chiesa e monastero dei canonici di S. Giorgio in Alega. Rogito Alessandro Stiatici, lo che fa sospettare che le suore vi possedessero un qualche stabile verso la via di Parigi.

I canonici suddetti acquistarono la casa del fu Girolamo di Gio. Ranuzzi per lire 5400 moneta corrente, impiegandovi le L. 4540 di bolognini, esatte per la vendita di S.Siro alle suore di S. Gervasio. Questa casa confinava con quella, che secondo la memoria del 1445, si dice che fu dei Canetoli, e che Bonfigli vendette a quei da Canobbio, e che era dopo quella di Carlo Ghisilieri. Fu dunque di questo Ghisilieri, e forse quella per cui li Padri di S. Salvatore reclamarono il compenso. Questa casa era dei Ghisilieri, e quella precisamente che frate Francesco Ghisilieri priore di S. Salvatore diede in enfiteusi li 11 aprile 1426 per l' annuo affitto di L. 24, 50. Avendo questa casa sofferto per l' incendio di quella di Francesco nel 1445, li Padri di S. Salvatore reclamarono un compenso pei danni patiti, che fu loro accorda o coll'assegno di terreni del valore di L.780. Rogito Bartolomeo da Moglio dei 15 luglio 1445.

I Padri ministri degli infermi che dalli 18 gennaio 1597 stavano a S. Colombano comprarono li 28 novembre 1669, rogito Giacomo Filippo Cesarini notaro di Roma, per L. 3200, la chiesa e convento di S. Gregorio assieme alli mobili e suppelletili di chiesa, emolumenti parrocchiali, e due casette fra la via di Battisasso e Poggiale, assumendo di pagare annue L. 200 ai due canonici superstiti fino alla loro morte.

Li 22 aprile 1676 i compratori si traslocarono in S. Gregorio. La chiesa di S. Gregorio sofferse molto nelle volte per il terremoto delli 14 luglio 1779, per cui fu tutta riparata, ornata e riaperta li 13 luglio 1781. II convento fu soppresso li 11 dicembre 1798, porzione del quale verso la via Battisasso fu venduta a Camillo Pizzoli, porzione dell' interno all' avv. Giacomo Cesari ed a Gio. Ferrari, coi rogiti delli 1, 14, 18 maggio 1799. Inoltre il detto Ferrari comprò dalla parte della via Parisi altra porzione li 6 maggio predetto, e tutti questi con tratti furono stipulati a rogito di Luigi Aldini.

Battisasso a sinistra cominciando dalla via Calcavinazzi.

N. 627. Li 11 gennaio 1593 Andrea e fratelli, e figli del fu Pietro Sala vendono a Pietro e fratelli, e figli d' Arrigo Arrigoni una casa sotto S. Sebastiano in confine della via Calcavinazzi per L. 7000, rogito Ercole Cavazza. Fu poi dei Pampaloni, l'ultimo dei quali fu ucciso nell'entrare in questa sua casa. Aveva disposto della sua eredità a favore dell' Opera dei Vergognosi, la quale possiede anche in oggi questo stabile.

N. 630. Casa che li 23 agosto 1635 era di Andrea Rigosa che la vendette a Giacomo Basenghi per L. 3800, rogito Felice Maria Villa. Si dice essere una casa con due botteghe sotto S. Sebastiano incontro detta chiesa, e confinare la via, Francesco Margini, Gio. Maria Rosa, e di dietro Gio. Barberi che era padrone del Pellegrino. Fu poi di diversi.

N. 631. Li 19 febbraio 1484. lì Magnifico Gio. Bentivogli propala doversi incamerare certa casa da nominarsi per essere di un ribelle e bandito di Bologna, e questa è precisamente quella dirimpetto alla chiesa di S. Sebastiano, la quale era di Andrea del fu Giacomo Ghisilieri bandito nel 1445 per causa dei Canetoli, ed al presente vi abita Bonaparte del fu Giorgio Ghisilieri, ed all'opposto della casa di detta chiesa. Ora è della parrocchia predetta di S. Sebastiano. Dall' angolo Calcavinazzi a tutta la detta casa vi sono piedi 116 e oncie 11, e dal principio dell' isola di S. Sebastiano a tutta la medesima andando verso ponente vi erano piedi 112 e oncie 6. Dunque questa fu la casa che era dal lato opposto di quella del curato di S. Sebastiano, e precisamente la qui sopra citata.

N. 632. Casa che fu dei Mezzadri nel 1706, poi di diversi susseguentemente.

N. 633. Casa grande con torre ora ribassata e ridotta ad altana che potrebbe essere quella dei Saliceti, e che le cronache dicono essere vicina alla chiesa di S. Sebastiano quasi in faccia alla croce di detto santo. Della torre si vedono gli avanzi ridotti ad altana, ed un cronista per indicare questa casa la dice quella abitata dall'Ebreo a quei dì in cui scriveva. Nel 1575 era di Nicolò del fu Girolamo Cavazzoni, dei quali altri vennero da Reggio, ed altri da Imola. Questi sembrano dei primi, e Girolamo iuniore di Nicolò fu l' ultimo di sua famiglia che mori nel 1615. Testò egli a favore del nipote ex figlio di Margarita sua sorella moglie di Alessandro Fusaroli, il qual nipote era figlio di Antonia di detto Alessandro Fusaroli moglie di Annibale Rossi. Margarita di Carlo Rossi fu ultima dei Rossi Cavazzoni maritata in prime nozze con un Pattarazzi, poi con Francesco Beltrandi come dagli atti di Orazio Vanotti del 1701. Da un rogito di Nicola Guidazzoli e Giuseppe Bonazzi delli 8 ottobre 1706 si dice esser casa con torre in confine dei marchesi Riari successori Cavazzoni a mezzodì, dei Mezzadri a levante, e delle suore di S. Elena a ponente. Passò ai Taruftì eredi Beltrandi, e da questi ai Canonici in causa di dote.

N. 634. Casa che era degli antichi Ghisilieri e segnatamente di Nicolò e Gerardo fratelli e figli di Bettino nel 1385. Nel 1575 8 marzo Paolo Vitali vendette a Carlo Garelli una casa con quattro botteghe con corte e due ingressi, posta sotto S. Sebastiano in confine di strada da due lati, di Alberto Conti, dei Cavazzoni, per Sc. 300 d' oro. Rogito Paolo Brancaleoni. Passò alle suore di S. Elena, alle quali fu contrastata dal marchese Antonio Ghisilieri come da processo delli 8 ottobre 1728. Questa casa che passa nei Vetturini dov'è segnata N. 89 con bottega da caffettiere aveva nella facciata da detta parte un' arma con mezzo leone rampante che sbalza fuori da un fiume. Le suore precitate la locarono in enfiteusi per annue L. 850 a tre generazioni della famiglia di Guglielmo Morelli.

N. 635. Li 6 giugno 1385. Francesco del fu Primetto comprava a nome del conte Alberto del fu conte Giovanni de' conti Alberti di Mangone, da Donduzzo del fu Alberto Malvicini Fontana di Piacenza per L. 1800 certe case poste sotto la parrocchia di San Sebastiano davanti, e sotto S. Prospero di dietro, che avevano torre e Broilo. Confinano due strade davanti e di dietro, con Nicolò e Gerardo fratelli e figli di Bettino Ghisilieri a mattina, cogli eredi di Francesco di Ugolino de Clodi, cogli eredi di Ugolino Marescalchi, e con Bettino del fu Francesco de' Clavaturis. Rogito Galesio Soldadieri. I proprietari di queste case furono in appresso conosciuti per conti di Bruscolo.

Li 14 ottobre 1519 fu concesso a Francesco conte di Bruscolo di restituire il portico alla sua casa, che fu rimosso in causa della corsa del palio di S. Pietro, che si correva per la via di S. Felice e via Imperiale, attesochè è stata cambiata strada a detta corsa, per cui potrà rifabbricare com'era prima detto portico, purchè sia a retto filo colle altre case annesse (essendo presso il guasto Ghisilieri). Il suddetto Alberto di Giovanni fu l' autore di questa famiglia illustre terminata sul principiar del secolo XVII in Francesco che instituì erede il primogenito di sua figlia Antonia maritata in Alessandro Rossi da Carpi con obbligo di assumere armi e cognome. Questo innesto non fu di lunga durata, e mancò in Lucio Francesco d' Antonio morto li 28 luglio 1785 che lasciò un' unica figlia ed erede tanto del patrimonio conti Rossi, che della madre Ginevra Maria Maddalena del conte Gio. Paolo Castelli, moglie in primi voti del senatore Antonio del senatore Luigi Gio. Marescotti, ed in secondi di Tommaso o Tauber soldato tedesco morto li 30 maggio 1806. Nel 1786 questa casa confinava a levante colle suore di S. Elena, a mezzodì colla via dei Vetturini, a ponente coi Galassi in Rossi Conti, ed a tramontana colla via di Battisasso. I Capellini di Correggio la vendettero sul finir di maggio del 1787 a Giacomo Bersani chincagliere, che per rifabbricarla ottenne suolo pubblico in Battisasso li 28 giugno 1789.

N. 636. Case che furono dei Storliti o Storletti che credonsi oriundi di Budrio e di fazione Lambertazza. Tommaso di Piperata Storletti dottor di legge che fioriva nel 1253, marito di Bartolomea di Azzolino Lambertazzi dotata di L. 1000 che testò li 24 aprile 1294, fu il primo a dirsi Piperati Peverata o della Peverata.

Nel 1269 li 11 giugno Amadore fratello di Peverario Guizzardi dei Storliti aveva torre. Rogito Tommaso di Alberto Fabbri. Le loro case s' estendevano verso S. Prospero ed avevano torre che si diceva della Peverata.

Si abbia ben presente che la via dei Vetturini non era aperta. Pretendesi da taluno che anche la vicina casa dei conti da Bruscolo gli appartenesse, (vedi via Imperiale da S. Prospero). Si perde la traccia dei Storliti in un Gio. di Peperata marito di Orsolina Zini del 1449, che era pelacano ed aveva casa propria nella via dei Pelacani.

La porzione della casa dei Storliti rimasta fra la via Vetturini e Battisasso passò ai Clodi, indi ai conti di Bruscolo, e da questi agli altri proprietari del precedente numero 635. Si aggiunga che questa posizione di diverse strade si disse Trebbo dei Storliti. Il Bersani la fabbricò nel 1789.

Prima di terminare le notizie degli stabili della via Battisasso non devesi omettere di dire che nel largo fra il Palazzo Gessi, ed a linea del lato occidentale di via Calcavinazzi cominciava un' isola che si dirigeva da levante a ponente, i cui lati erano delle seguenti dimensioni: A mezzogiorno piedi 112, oncie 6. A ponente piedi 22. A settentrione piedi 104, oncie 4. A mezzogiorno il N. 628 segnava l'ingresso alla canonica, il 629 quello della chiesa. A levante il N. 624 era apposto ad una delle quattro croci della città dedicata ai SS. Martiri, nelle quali quotidianamente si celebrava una messa da un Carmelitano. Sull' antichità di questa parrocchia non vi ha nulla di certo. Li 5 luglio 1462 il Comune di Bologna donò alla chiesa di S. Sebastiano, bisognosa di grandi riparazioni, una casa di quei da Canetolo confiscata, poi rovinata, esistente sotto detta parrocchia presso la via pubblica, per la quale si va al trivio dei Ghisilieri, alla chiesa di S. Colombano, presso gli eredi di Lorenzo da Carmagnana, presso Carlo Ghisilieri, la qual casa è detta essere attissima alla riparazione, e nuova costruzione di detta chiesa. Pare che il decreto nel riconoscerla attissima lo fosse per i materiali che da quella potevansi ritrarre. Il trivio poi dei Ghisilieri sotto li 30 gennaio 1471. Rogito Bartolomeo Formaglini, si descrive per essere presso la via che dal detto trivio conduce verso San Salvatore (Volta dei Barberi). A questa chiesa parrocchiale li 20 gennaio 1597 fu unita quella di S. Luca de' Castelli che aveva 10 case, e li 15 susseguente giugno quella di S. Colombano che ne aveva ventitrè.

1588, 16 febbraio. Il rettore Vincenzo Bovio chiese e poi ottenne di appoggiare l' altar maggiore della sua chiesa alla vicina croce dei SS. Martiri. Nel 1493 secondo gli storici era detta Trebbo dei Ghisilieri la strada fra la chiesa di S. Fabiano e Sebastiano, e le case dei Castelli.

1798, 12 agosto. Il governo ordinò che fosse demolita l' isola della chiesa e croce di S. Fabiano e Sebastiano in Battisasso, l'isola di santa Tecla, e la cappella detta Valle di Giosafat, in Strada Stefano, la croce detta dei Casali in Miola, quella di S. Paolo in Barbaria o Trebbo dei Carbonesi, quella di Porta nel Mercato di Mezzo, la cappella di S. Ermete, Aggeo e Caio, martiri in istrada S. Vitale, finalmente la croce degli Albergati in Saragozza.

Aggiunte.

Li 14 agosto anno stesso il parroco di S. Sebastiano D. Luigi Morandi protestò contro questa misura. Il 19 agosto fu tenuta l' asta per le dette demolizioni, che fu deliberata in L. 2200 col peso di trasportare e collocare le quattro croci nella chiesa di S. Petronio.