N.2581,2582

Due case che furono dei Desideri nel 1603. La prima dicesi che anticamente fosse stata dei Dal Pratello. I Desideri la vendettero ai Rota, o Dalle Rote, della qual famiglia fu Bartolomeo di Galeazzo, poi frate Domenico carmelitano della congregazione di Mantova e Vescovo di Sidonia in partibus, morto in Roma li 14 maggio 1630. Dai Rota passò alle monache della Maddalena quali eredi di suor Lodovica Rota, le quali li 27 gennaio 1659 la vendettero a D. Giovanni e fratelli Pradelli per L. 5300. Rogito Carlo Vanotti. Si dice casa grande, sotto la parrocchia della Maddalena. Confina Strada S. Donato, Gregorio Gulinelli di dietro, gli Allè da un lato e gli Argelati successori Balduini dall' altro. Passò al dottor medico Paolo Mini, o di Mino. L' ultimo di questa famiglia fu D. Dionigio Mini canonico di S. Petronio morto li 14 giugno del 1767, del quale fu erede la sorella moglie del dottor medico Domenico Maria Gusmano Galeazzi, che l'abitò, la rimodernò e vi morì li 30 luglio 1775 d'anni 89 meno cinque giorni. Furono eredi tre figlie che la vendettero a Giuseppe di Giulio Bersani.

La seconda era pure dei Desideri, venduta da Marcantonio e fratelli del fu Enea Desideri a Paolo Emilio del fu Nicolò Alè per L. 4000, e confinava coi Ghezzi di sopra, coi Rota di sotto, e coi venditori di dietro. Rogito Antonio Malisardi delli 22 novembre 1603.

Terminarono gli Alè, alias Borghesani circa il 1650, in Nicolò dottor in leggi, e in Filippo arciprete di S. Petronio. Il dott. Nicolò, morto in dicembre del 1680, lasciò la sua eredità ai Gesuiti, ma il fidecomesso istituito da Paolo Emilio con testamento delli 3 marzo 1606, rogito Antonio Malisardi, passò al capitolo o fabbrica di S. Petronio che possedeva questa casa nel 1715, e Paolo Emilio di Nicolò fu istitutore dell' arcipretura di S. Petronio li 12 luglio 1607, e fu primo arciprete. Era orefice, andò a Roma sul principio del pontificato di Gregorio XIII, chiamato da Iacopo Boncompagni, del quale era gioielliere. Colà, datosi alla carriera ecclesiastica, fu fatto canonico di S. Celso e Giuliano in Banchi. Permutò quel canonicato con Francesco dei Poli in questo di S. Petronio.

La suddetta casa fu poi venduta li 4 agosto 1783 a Giuseppe di Giulio Bersani per L. 4000. Rogito Antonio Gualandi. Il predetto Bersani le vendette ambedue al l' avvocato Placci faentino, il cui figlio l'alienò all'avv. Camillo Bolognesi della Riccardina.