Ghirlanda, dal II volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

Ghirlanda, o Grilanda, che del 1500 si diceva bella Ghirlanda, è un vicolo che comincia al tredicesimo arco del Volto dei Pollaroli, contandoli dal Canton dei Fiori, e termina in Pietrafitta, dopo aver piegato per piccolo tratto a levante.

La sua lunghezza è di pertiche 14, e piedi 3, e la sua superficie di pertiche li, piedi 84, e oncie 7.

Nel 1636 in questa strada vi era la posta.

Ghirlanda a destra entrandovi per le volte dei Pollaroli.

N. 606. Stabile che fu dei Griffoni, il quale si estende per cinque archi del volto dei Pollaroli andando verso il Canton de' Fiori. Ultimamente apparteneva agli eredi dei conti Zini.

NN. 608, 611. Casa con altra porta segnata N. 611 dove la strada fa la piegatura verso levante. Andava ad uso d'osteria detta del Pavone. Nel 1715 era dei marchesi Monti, ed ultimamente degli eredi di Gio. Battista Casolari.

Potrebbe essere che questa fosse la casa grande dei Selarici dal Luzzo, posta sotto S. Bartolomeo di Palazzo, in luogo detto Ghirlanda, come da rogito di Matteo Bruschi.

L' eredità di Bartolomeo di Enea dal Luzzo, ultimo di sua famiglia, passò ad Orsolina sua sorella, moglie di Giulio Cardelli, la quale fece l'inventario legale di questa eredità li 2 gennaio 1604. Rogito Gio. Battista Salani.

I Cardelli si estinsero in Camillo, e furono suoi eredi Domenico Maria, e fratelli Gandolfi, dai quali fu fatto l' inventario li 3 dicembre 1665. Rogito Marsilio Lombardi.

I dal Luzzo discendevano da un Riniero dal Luzzo oriundo di Firenze, ascritto alla compagnia dei Toschi. L' insigne dottor medico e anatomico Mondino, che testò li 17 febbraio 1326, e morì nello stesso mese ed anno, fu figlio di Riniero iuniore di mastro Lucio di Albizzo del suddetto Riniero seniore.

Un altro ramo di questa famiglia finì in Lodovica di Melchiorre, moglie di Fabiano Santamaria.

Nel 1643 vi era in Ghirlanda una casa dei Rustighelli, che sembra passasse ai Padri di S. Giorgio.

I Rustighelli, o Rusticelli, vennero a Bologna da Montasico nel 1251.

N. 612. Due case dei Nannini che del 1651 erano del lardarolo Roppa, e del 1715 dei Davia, che le ridussero ad una sola, messa poi ad uso di osteria ail' insegna della Corona.

Dopo questa veniva un'altra casa venduta ai Sacchi nel 1574 da Antonio e Cristoforo Bassi, per L. 4350, rogito Scipione Casari, la qual casa, posta in Ghirlanda sotto S. Pietro, il detto Carlo Sacchi la vendette li 5 luglio 1658, per L. 8792, a Filippo Carlo Ghisilieri. Confina i Ghisilieri, l'Albani, Giuseppe Pozzi mediante androna, il vicolo Ghirlanda e gli eredi di Giulio Roppa.

L'altra casa, detta la casetta piccola, confinava a levante la casa predetta, e il Compratore, a ponente la via Girlanda, e a mezzodì i Roppa.

Ghirlanda a sinistra entrandovi per le Volte dei Pollaroli.

N. 608. Gasa allo scoperto, che del 1528 appartenne ai Grengoli, e del 1571 ai Coltellini. Giovanni Francesco Tossignani, e Giulio Muccia, o Muzza, figlio d' Ermete, vendono a Vincenza Calvi, vedova di Sante Bartolini, quale tutrice di Orsina e di Cattarina Bartolini di lei figlie, due bottoghe o buse sotto il volto dei Pollaroli, una casa ed altre soprastanze poste in Ghirlanda, in confine dei venditori, di Angelo Antonio Sacchi e di altri, per L. 18000, salvo il diretto dominio dei Padri Celestini ai quali si pagava l'annuo canone di L. 21, 10, e del Consorzio di S. Pietro per altro canone di L. 6, 10. Rogito Ridolfo Torelli Castelli, e Matteo Panzacchia. I suddetti locali passarono poi ai Sacchi.

1650, 2 ottobre. Pier Antonio Davia compra da Filippo Carlo Sacchi due stanze poste sotto le volte dei Pollaroli (botteghe), per L. 2000, colla garanzia di Venusta Sacchi Paselli. Rogito Marco Melega.

1650, 10 ottobre. Assoluzione di Filippo Carlo Sacchi a Pier Antonio Davia di L. 4000 pagate ed erogate in redimere dai Zambeccari alcune gioie datele in deposito per cambi fatti dallo stesso Sacchi, e tal somma di L. 4000 fu il residuo prezzo di beni comprati per detto Davia dal suddetto Sacchi, sotto le volte dei Pollaroli, col patto di francare. Rogito Marco Melega.

1652, 5 aprile. Compra del conte Astorre Barbazza Manzoli, da Filippo Carlo Sacchi, di una stanza grande, sotto la quale avvene un'altra ad uso dei corrieri di Venezia, ed una bottega con due mostre sotto il volto della Gabella, posta in Ghirlanda, sotto S. Pietro, per L. 8000, col patto di francare. Rogito Giacomo Giacomini.

1666, 14 marzo. Compra Marcello e nipoti Davia. dal conte Astorre Barbazza Manzoli, una casa grande e tre botteghe poste in via Ghirlanda, sotto S. Pietro, per L. 11208. Rogito Carlo Vanotti.

1687, 22 luglio. Transazione fra il senatore Virgilio e fratelli Davia, e il conte Angelo Antonio Sacchi, sopra i beni posti nella via Ghirlanda, mediante la quale i Davia, per lutto quello che potesse pretendere il Sacchi, gli assegnano un predio in Monsanpiero, e gli pagano L. 500. Rogito Scipione Uccelli.

1691, 6 dicembre. Era di Gio. Francesco Davia, e confinava a levante colla via Ghirlanda, a ponente e a settentrione coll'arcivescovo di Tebe, e mezzodì colla signora Cattarina Bertolini Davia. Si dice esser casa con scala grande, con altra scala a chiocciola, con una stanza grande, e con un camerino a pian terreno. Furono poi dei Calvi.

N. 609. Casa sotto il portico dei Sacchi. Il cav. e dott. Antonio Sacchi abitava in Parma, ove testò li 22 novembre 1532. Rogito Alessandro Ambanelli. Mori però in Bologna li 22 novembre 1545, e possedeva i seguenti stabili in Ghirlanda.

Casa grande sotto S. Bartolomeo di Palazzo nella strada detta Ghirlanda, che Bartolomeo Marchesini, detto il Mancino, gli aveva venduto li 13 maggio 1528, per lire 1662, 10. Confinava a levante la via pubblica, a mezzodì Elena Grengoli, a ponente gli eredi di Stefano Gandolfi, e a settentrione le seguenti case.

Altra casa in confine della predetta venduta li 29 marzo 1544 da Giovanna da Como, vedova di Alberto Tedeschi, al detto Sacchi, per L. 1400.

Una casa detta la casetta, in confine delle precedenti, valutata L. 562, 10.

1571. Casa di Fulgenzio Sacchi in Ghirlanda, sotto S. Bartolomeo di Palazzo. Confina detta strada a oriente, altra casa dei Sacchi a settentrione, Elena Coltellini a mezzodì, e Alessandro Gandolfi a ponente. Rogito Pompeo Dolfi.

1610, 9 ottobre. Fu concesso ad Angelo Michele Sacchi di sostituire alle quattro colonne di legno del suo portico nel vicolo di bella Ghirlanda altrettante di pietra.

1611, 23 marzo. Testamento di Angelo Michele di Antonio Sacchi seniore, a rogito di Gio. Battista Rampionesi, nel quale si fa menzione delle sue case in Ghirlanda, cosi descritte :

1. Casa grande venduta ai Sacchi da Bartolomeo Marchesini, detto il Mancino, nel 1528, in confine della Gabella Grossa.

2. Altra casa con portico venduta da madonna Zana di Como, e da Alberto di Todeschi suo marito, in confine della sopradetta casa, e dei beni degli eredi del fu Cesare Malvezzi.

Le dette due case furono poi unite ed appartennero al testatore, il quale ordinò che mancata la di lui discendenza, si erigesse nelle medesime un collegio per cinque ragazzi di anni otto, quattro dei quali da scegliersi fra i putti di S. Bartolomeo, di S. Giacomo, di Santa Maria Maddalena e dei Mendicanti, e il quinto da eleggersi dagli uomini della compagnia della sua parrocchia, e che il detto collegio dovesse chiamarsi collegio dei Sacchi.

Il detto Angelo è lo stesso che li 24 settembre comprò la casa dei Bonfigli in via Barbaria N. 529.

Il suddetto stabile N. 609 appartenne ultimamente a Davia. Dicesi che in questa casa vi fu il negozio da seta di Gioseffo e fratelli Scarani in società di Paris Boschi.

N. 610. Vedi N. 617 di Pietrafitta.