N.2743,2744

Stabile composto di varie case, una delle quali fu di Giacomo Bombasaro.

1515 8 giugno. Agostino del fu Tiresio Foscarari comprò da Evangelista del fu Benedetto, da Antonio Maria del fu Giulio Ercolani, e da Giulia del fu Alessandso Zambeccari madre del detto Antonio Maria, parte di una casa sotto S. Martino dell' Avesa per L. 1700, e per metà del residuo della stessa casa valutata L. 1500 con altra parimenti posta nella via di Mezzo. La casa venduta al Foscarari confinava gli eredi, e successori di Gio. Battista Refrigeri, e quelli di Margherita da Lignano. La casa data in permuta all'Ercolani confinava la via di Mezzo di sotto, i Placentini, e Giovanni Della Lana. Rogito Priamo Bailardi, ed Ercole Borgognini.

Il 30 aprile 1516 la casa dei Foscarari in via di Mezzo sotto S. Martino, confinava con Pietro Busighieri, valutata ducati 1000 d'oro. Rogito Gio. Pini.

1548 21 giugno. Comprò Girolamo, e Giacomo Agostino fratelli Foscarari da Nicolò del fu Antonio Pij una casa sotto S. Martino dell' Avesa nella via di Mezzo per L. 270 in confine dei compratori da due lati, e di Francesca vedova d'Agnolo da Parma. Rogito Giacomo Micheli, o Machelli.

1557 25 novembre. Girolamo Poggi comprò da Antonio Battaglia una casa sotto S. Martino nella via di Mezzo in confine dei Foscarari da due lati, e dei Manzoli, per L. 550. Rogito Leone Mastri, e Angelo Ruggeri.

1558 1° febbraio. Girolamo, e Giacomo fratelli Foscarari comprarono da Girolamo Poggi la metà di una casa verso occidente posta sotto S. Martino per L. 1580. Rogito Cesare Gerardi. Confinava la strada a mezzodì, i Foscarari a sera, gli eredi di Ventura Bolognini a settentrione, e quelli di Cesare Bongianaini a mattina.

Un altro rogito di Leone Mastri del 26 febbraio 1558 dice che i predetti fratelli Foscarari comprarono la suddetta casa già Battaglia poi Poggi per L. 550.

Sembra che verso il 1578 passasse questo stabile ai Dolcini famiglia discendente da Dolcino di Benedetto che fioriva nel 1400, e mancata in un Dolcino di Vincenzo morto nel 1647. Nel suo testamento fatto nel 1647 dispose della sua eredità perchè colle rendite fosse supplito allo spallo che d'ordinario s'incontrava dagli Anziani oltre l'emolumento bimestrale assegnato a questo magistrato dal reggimento. Ebbero i Dolcini un Ridolfo che fu Vescovo di Squillace, e sembra che fabbricassero in questo stabile perchè nei capitelli delle colonne del cortile trovavansi incise le loro armi. Camilla del suddetto ultimo dei Dolcini fu moglie di Ottavio Ringhieri, ed è probabile che per questo motivo i Ringhieri divenissero padroni di questa casa. La detta Camilla morì nel 1695.

Fu ceduta dal conte Angelo Ringhieri al sartore Tommaso Becchelli che il 27 gennaio 1769 la vendette per L 12,000 al dott. curiale Nicola Minelli detto Zucchini perchè erede di Guidascanio Zucchini. Rogito Marco Pio Diolaiti, dal quale fu ristaurata, e che lasciò due figlie una maritata nel dott. Piedivilla l'altra nel dott. Simoni di Medicina a cui toccò in divisione, e che fu poi da lei venduta nel 1795 ai Buratti negozianti di Bologna compresavi ancora la cappella Ringhieri in S. Martino dedicata a Santa Maria Maddalena. Fu poi acquistata dal negoziante triestino Vita Levi.

NN. 2745, e 2746. Stalle, e rimesse dei Malvezzi Campeggi fabbricate in parte sugli stabili di Cesare Bonzanini, e dei Sassoni.

Il Senato permise il 26 giugno 1557 a Giovanni Sassoni, agli eredi di Bartolomeo Vassellini, a Cristoforo Busca, e a Domenico Spenditori possessori di stabili tutti prossimi l'uno all'altro posti in via di Mezzo fra le case dei Foscarari (numeri 2743, e 2774) e degli eredi di Simone Allegri (N° 2749) di dirizzare il muro delle loro case per piedi 76, occupando suolo pubblico.

Misurando piedi 76 dal confine della casa N° 2749 Allegri, e progredendo verso la Chiesa di S. Martino per incontrare le case già Foscarari numeri 2743, e 2744 si trova che dentro queste ultime sono compresi piedi 12, e oncie 2 dei detti piedi 76 per cui convien dire che le case che furono dei Bonzanini nel 1526 fossero dei Sassoni nel 1557.