N.580 - Palazzo Felicini, poi Fibbia

Cartigli

Palazzo Felicini poi Fibbia

Fatto costruire nel 1497 per volere di Bartolomeo Felicini, conserva quasi interamente la sua primitiva architettura, anche se il prospetto venne restaurato nel 1906. Dal 1561 di proprietà dei Fibbia si arricchì di importanti decorazioni quali l'Allegoria dell'Aurora, il Trionfo di Bacco e Arianna e il Crepuscolo di Domenico Maria Canuti e D. Santi (1664) e la Caduta di Fetonte e l'Assunzione della Vergine di Angelo Michele Colonna e G. Alboresi (1664).

Indirizzo:

via Galliera, 14

Guidicini

Case dei Stuppa, famiglia di notari originaria da Castagnolo.

1332, 13 aprile. Bertolina del fu Lorenzo, moglie di Guidobello, compra da Baroncino del fu Giovanni Baroni la metà di una casa per indiviso cogli eredi di Darnesio Stuppa, posta in borgo Galliera, sopra il Serraglio, in capella Santa Maria Maggiore, per L. 15. Rogito Tommaso dal Gesso.

1345, 20 settembre. Ratifica di Biagio Medici a Plevale Stuppa della vendita di una casa grande con altra piccola annessa, poste sotto Santa Maria Maggiore. Rogito Nicolò Argelata.

1381, 12 giugno. Fra i beni urbani lasciati da Plevale Stuppa, a rogito Prendiparte da Castagnolo, si riscontrano i seguenti:

1° Casa grande sotto Santa Maria Maggiore. Confina la strada da due lati, gli eredi di Travaglino Stuppa, e l' infrascritta casa.

2° Casa sotto la detta parrocchia. Confina la predetta, il canale di Reno, e l'infrascritto casamento.

3° Un casamento, o guasto, sotto la predetta parrocchia, presso il detto canale. Confina Nicolò tagliapietre.

4° Casetta affittata a una trecola, sotto Santa Maria Maggiore, presso il canale di Reno, presso la via predetta, e presso gli eredi di Bartolomeo Ringhieri da due lati.

5° Casa condotta da un maestro di grammatica, posta sotto Santa Maria Maggiore, presso i suddetti eredi Ringhiera da due lati, la via pubblica, e la seguente casa.

6° Casa condotta da Nascimbene, in detta parrocchia, presso la via pubblica, presso il muro vecchio della città, sopra del quale è posta (pare che dica Virgo Maria) presso certa casa dei canonici di Santa Maria Maggiore, e presso la via pubblica.

Si racconta che nel 1497 Bartolomeo di Gio. Felicini cominciò la fabbrica di questo palazzo, che fu finito da Giovanni suo figlio morto in Padova d' anni 40 nel 1528 senza successione legittima.

Li 13 settembre 1537 fu comprato dal cav. Gio. Paolo Pucci per L. 22000. Rogito Ercole Borgognini, Francesco Parolini, e Luca Belvisi.

L' Oretti dice che era costato ai Felicini più di L. 70000.

Li 6 marzo 1561, a rogito Annibale Cavalli e Alberto Budrioli, nel quale il Pucci vien qualificato per nobile di Bologna e della parrocchia di Santa Maria Maggiore, lo vendette a Giulio Cesare, e a Marcantonio del fu Roberto Fibbia. Si descrive per palazzo con terreno presso il cimitero di Santa Maria Maggiore all' opposto delle stalle, trovarsi in Galliera, in confine di detta strada davanti, di certa via pubblica a mezzodì, e quella mediante la chiesa suddetta, del canale di Reno a settentrione, e di certo viazzolo comune con Antonio Galeazzo Malvatici di dietro a ponente.

Roberto di Marcantonio avendo comprato varie case dietro il predetto canale, ottenne li 26 febbraio 1612 di poter coprire il canale presso la sua casa, e di costruirvi Thermes, et Tonstrinam (vulgo stufa) e più una barbireria.

I Fibbia abitavano nel 1287 in Saragozza sotto la parrocchia delle Muratelle. Terminati i Fibbia in Giulio Cesare, morto li 7 ottobre 1746, passò l' eredità, e con essa questo palazzo, ad Antonio d' Achille Fabri qual marito di Camilla del senator Alessandro Fibbia, che venne qui ad abitare nel 1732.

Si attribuisce ad un Fibbia l'invenzione del giuoco del tarocco Bolognese, ed è certo che nello scudo di una regina vi si vedeva negli antichi giuochi, o mazzi di carte Io stemma dei Fibbia. Aggiungesi che fra i ritratti della famiglia vi sia quello dell'autore di questo giuoco, forse il più ricco da società.

L' inesto Stancari-Fabbri-Fibbia ebbe il senatorato, ma col cognome Fibbia. Si fecero chiamare Principi del Medico, che non era altrimenti un Principato, come si è creduto dal volgo, ma lo avevano assunto perchè una della famiglia Principi dal Medico si era maritata con uno Stancari Fabbri, l'ultimo dei quali fu Camillo morto li 17 maggio 1820, la cui sorella Carlotta, maritata nel conte Giuseppe di Luca Pallavicini, fu erede del patrimonio Stancari, Fabbri, Fibbia, e Principi del Medico (3).

La porta del secondo recinto, che era fra il palazzo Fibbia e la spezieria del Sole, fu atterrata nel 1256. Ora appartiene ad un Pallavicini di una ricchezza proverbiale, siccome di proverbiali costumi.

(3) Famiglia Fibbia