N.607

Gasa allo scoperto, che del 1528 appartenne ai Grengoli, e del 1571 ai Coltellini. Giovanni Francesco Tossignani, e Giulio Muccia, o Muzza, figlio d' Ermete, vendono a Vincenza Calvi, vedova di Sante Bartolini, quale tutrice di Orsina e di Cattarina Bartolini di lei figlie, due bottoghe o buse sotto il volto dei Pollaroli, una casa ed altre soprastanze poste in Ghirlanda, in confine dei venditori, di Angelo Antonio Sacchi e di altri, per L. 18000, salvo il diretto dominio dei Padri Celestini ai quali si pagava l'annuo canone di L. 21, 10, e del Consorzio di S. Pietro per altro canone di L. 6, 10. Rogito Ridolfo Torelli Castelli, e Matteo Panzacchia. I suddetti locali passarono poi ai Sacchi.

1650, 2 ottobre. Pier Antonio Davia compra da Filippo Carlo Sacchi due stanze poste sotto le volte dei Pollaroli (botteghe), per L. 2000, colla garanzia di Venusta Sacchi Paselli. Rogito Marco Melega.

1650, 10 ottobre. Assoluzione di Filippo Carlo Sacchi a Pier Antonio Davia di L. 4000 pagate ed erogate in redimere dai Zambeccari alcune gioie datele in deposito per cambi fatti dallo stesso Sacchi, e tal somma di L. 4000 fu il residuo prezzo di beni comprati per detto Davia dal suddetto Sacchi, sotto le volte dei Pollaroli, col patto di francare. Rogito Marco Melega.

1652, 5 aprile. Compra del conte Astorre Barbazza Manzoli, da Filippo Carlo Sacchi, di una stanza grande, sotto la quale avvene un'altra ad uso dei corrieri di Venezia, ed una bottega con due mostre sotto il volto della Gabella, posta in Ghirlanda, sotto S. Pietro, per L. 8000, col patto di francare. Rogito Giacomo Giacomini.

1666, 14 marzo. Compra Marcello e nipoti Davia. dal conte Astorre Barbazza Manzoli, una casa grande e tre botteghe poste in via Ghirlanda, sotto S. Pietro, per L. 11208. Rogito Carlo Vanotti.

1687, 22 luglio. Transazione fra il senatore Virgilio e fratelli Davia, e il conte Angelo Antonio Sacchi, sopra i beni posti nella via Ghirlanda, mediante la quale i Davia, per lutto quello che potesse pretendere il Sacchi, gli assegnano un predio in Monsanpiero, e gli pagano L. 500. Rogito Scipione Uccelli.

1691, 6 dicembre. Era di Gio. Francesco Davia, e confinava a levante colla via Ghirlanda, a ponente e a settentrione coll'arcivescovo di Tebe, e mezzodì colla signora Cattarina Bertolini Davia. Si dice esser casa con scala grande, con altra scala a chiocciola, con una stanza grande, e con un camerino a pian terreno. Furono poi dei Calvi.