Chiesa di San Domenico (seguito)

Arrivato l'anno 1313 il Comune di Bologna sussidiò il Priore dei Domenicani di L. 1000, somma cospicua a quei dì, a patto che facesse due altari, uno dedicato a S. Bartolomeo, e l' altro a Sant' Agostino, come si riferì altra volta. È indubitato che avrà avuto effetto la condizione; e siccome i Domenicani avevano libera l'antica chiesa di S. Nicolò delle Vigne, in quella eressero i due altari, e più la dedicarono a S. Bartolomeo, la quale nel 1342, e cioè 29 anni dopo, servì per le grandi convocazioni del tribunale del Sant' Uffizio, mentre il vicino chiostro di S. Domenico nel 1350 fu addattato alla residenza dell' Inquisizione, alla gran stanza degli esami rigorosi, e alle carceri inquisitoriali, i quali usi vi continuarono fino all'anno 1447.

Ma si tenti di giustificare il Masini.

Vi è tutta la presunzione che la chiesa di S. Nicolò fosse enfiteutica dell'abbazia di S. Procolo, e siccome la donazione ricordata dal Masini coincide nello stesso anno di quella di Lovello, è probabile che quei monaci non volendo esser vinti da un laico in generosità, e in affezione per il nuovo istituto, facessero il dono ai Padri Predicatori del diretto dominio di detta chiesa, assolvendoli dal peso della prima, e delle successive investiture.

Le notizie del Masini, quando può, le accompagna colla citazione del rogito che glie le ha somministrate.

Per il suo S. Bartolomeo delle Vigne si restringe alla nuda notizia ; convien dunque dire che l'abbia tratta da qualche cronaca posteriore al cambiamento del titolo della chiesa, il di cui autore si servì di quello di S. Bartolomeo, che allora era in corso, non facendo caso che parlando della donazione del 1219 doveva dire S. Nicolò ora S. Bartolomeo delle Vigne.

Poste le quali cose pare bastantemente provato che la chiesa demolita nel 1826, per ampliare la piazza del palazzo Ranuzzi, poi Baciocchi, oggi Grabinski, fosse la culla della religione Domenicana in Bologna, e quella stessa che servì di sepolcro al suo fondatore.

L'attual porta principale del convento era detta porta dei presenti, che indicava anticamente aver avuto altri ingressi.

Si ha memoria che sotto la data delli 8 marzo 1290 l' Università degli scuolari si congregava nella casa della chiesa dei frati predicatori.

Deve Bologna a questi religiosi il ristabilimento di un utilissimo e benefico istituto. Li 25 marzo 1495 il P. Priore dei Domenicani coll' unione di dieci cittadini procuratigli dal P. Inquisitore frate Antonio d' Olanda, ripristinò l' antica opera detta dei Vergognosi, radunandosi nella scuola dei Padri posta sopra l' oratorio della compagnia della Croce, dove prescrisse varie regole per il ristabilimento di quest' opera pia, che continuò a radunarvisi flno al 1511. (Vedi via Galliera e via di Mezzo di S. Martino).

Dicesi che il palazzo di Giovanni di Nicolò Lodovisi, fatto conte d'Agremont nel 1419 dal Re di Francia, fosse nella via ora detta di S. Domenico, e che si estendesse fino alla colonna posta nel primo cortile di dietro alla capella del Santo Patriarca; ed aggiungesi che Lodovico Bolognini, divenuto proprietario di questo stabile per le ragioni di Giovanna Lodovisi sua moglie, lo donasse nel 1506 ai Padri Domenicani. Che la Lodovisi e il Bolognini siano stati generosi benefattori del convento, vi sono prove incontrastabili, ma gli archivi dei Padri, e delle famiglie Bolognini non hanno rogito che convalidi la pretesa donazione, nè tampoco se ne parla negli annali Domenicani. L' archivio Lodovisi non dà alcun cenno di possidenza in queste parti di quella fami glia. Aggiungesi che appartenesse posteriormente alle compagnie della Croce e di S. Domenico, con ingresso fra i detti fabbricati e l'infermeria del convento, e che si estendesse oltre il reffettorio sino al chiostro detto dei morti.

1611, 19 dicembre. Memoriale del Procuratore fiscale dell'Inquisizione per sussidio, affine di fabbricare le carceri ove si rinchiudevano le streghe.

Il convento dei Domenicani fu soppresso li 6 giugno 1798. La maggior parte del locale fu posto ad uso di caserma e di carceri militari. A capo della scala principale fu posto il bel cancello di ferro ornato di metalli che chiudeva la capella maggiore e il coro della chiesa di S. Michele in Bosco. L'antica biblioteca dei Padri fu arricchita di preziosi libri già appartenuti ad altre corporazioni, e da quelli di Don Antonio Magnani bibliotecario dell'Istituto, siccome da legato emesso nel suo testa mento. Per decreto delli 2 gennaio 1799 fu dichiarata libreria comunale, e ne fu primo bibliotecario il Padre Vogli Barnabita, e dopo lui il canonico di S. Petronio D. Landi, che durante la prestata sua assistenza lasciò i suoi emolumenti ad aumento di questa patria istituzione.

Restituito il convento a suoi primi proprietari, e convenuto che la libreria rimanesse in parte del luogo che occupava, bisognò abbandonar il braccio sinistro al finir delle scale assieme alle camere a quello aderenti, e sostituire al locale perduto un altro di nuova fabbrica dalla parte della piazza Bacciocchi capace a contenere questa preziosa raccolta.

Le porzioni vendute o distrutte sono il chiostro terzo, e le abitazioni che lo circondano.

Nella chiesa di S, Domenico fu traslocata la parrocchia di Sant'Andrea, il curato della quale, dottor D. Luigi Magagnoli, vi officiò per la prima volta li 24 agosto 1792. Il locale dell'Inquisizione e il vicino orto fu assegnato al parroco. Nel 1826 la parrocchia di S. Domenico fu traslocata in S. Procolo, e abbandonato ai religiosi quanto era goduto dal parroco.