Belle Arti (Via delle)

Via delle Belle Arti.

Da via Mentana a via Zamboni.

Quartiere San Vitale.

Prima documentazione dell'odonimo: 1877.

L'attuale Via delle Belle Arti è l'unione di due antiche vie: il Borgo della Paglia che andava dall'incrocio con via de' Castagnoli / via delle Moline a via Zamboni, ed il Torresotto di San Martino che era il tratto oggi compreso tra via Mentana e l'incrocio sopra descritto.

Borgo della Paglia è denominazione molto antica, essendo già documentata negli estimi del 1296/97 come Burgus Pallee, Strata.

Rimasta Borgo della Paglia fino alla riforma del 1873/78, con la quale fu unita al Torresotto di San Martino e fu ribattezzata (nel 1877) con l'attuale odonimo di Via delle Belle Arti.

Va detto che ci fu il tentativo (fallito), nell'ambito di tale riforma, di chiamare la nostra via con il nome di Via Bentivogli (facendo riferimento alla famiglia Bentivoglio il cui ramo cosiddetto non dominante ebbe qui il suo palazzo, tutt'ora esistente.

Il Torresotto di San Martino è nominato come tale dallo Zanti e dal Banchieri (Tursot ed S.Martin), così come nella pianta del Mitelli, mentre manca sia nelle pianta dell'Aretusi sia nella pianta del Monari.

L'Alidosi ed il Salaroli citarono il Torresotto dei Mezzavacchi, detto anche di San Martino, che però non è elencato esplicitamente tra le vie, ma come punto in cui termina il Borgo della Paglia.

Ciò apre una questione su dove esattamento fosse l'inizio del Borgo della Paglia, ovvero come debba essere considerata l'estensione del Torresotto di San Martino.

Lo Zanti ed il Salaroli usarono il toponimo Torresotto di San Martino come punto in cui finisce il Borgo della Paglia (Zanti: Borgo della Paglia, comincia in Strà S.Donato, & seguita fino al toresotto detto di San Martino, già Casa dell'Illustriss. Cardinale Meggia vacca Bolognese.), e, se si intende come Torresotto l'edificio della seconda cerchia murata di Bologna, ne segue, come interpretò il Fanti, che il Borgo della Paglia si estendeva oltre l'incrocio via de' Castagnoli/via delle Moline fino al torresotto.

Ma ciò è smentito dalla pianta del Mitelli in cui molto chiaramente il Torresotto di San Martino, indicato come via, finisce esattamente all'incrocio con via de' Castagnoli/Via delle Moline (Castagnioli e Letuate, nella pianta).

Anche in almeno un altro caso (Torresotto del Mercato) Torresotto è usato come sinonimo di via (ma anche il Torresotto di San Francesco ed il Torresotto di Strà Castiglione per il Banchieri identificarono un tratto di via).

Ulteriore conferma viene sempre dal Banchieri, che, descrivendo il Tursot ed S.Martin dice che l'imbocco è di fronte al palazzo dei signori Leoni (Ha principi par scontr al Palazz di Signur Liun) e termina al principio del Borgo della Paglia, dove è il torresotto e dove c'è un trebbo (termina al principi dal Borg dal Paia, dov'è al Tursott, e un Trebb).

Il Banchieri quindi includeva nel Torresotto di San Martino anche il tratto meridionale di Via Mentana (già Via Larga di San Martino), da via Marsala a via Belle Arti. Il Palazzo Leoni è all'odierno numero 31 di via Marsala, esattamente di fronte all'imbocco di Via Mentana. Il trebbo, vicino al torresotto, di cui parla il Banchieri dovrebbe essere il nostro incroco con via de' Castagnoli/via delle Moline. Inoltre già lo Zanti identificò il torresotto con la casa dei Mezzavacchi, la qual casa in realtà corrisponde all'attuale numero 6 di via delle Belle Arti e va dall'angolo con via Mentana all'angolo con via delle Moline.

Insomma, anche per gli antichi scrittori il Borgo della Paglia aveva inizio da Via de' Castagnoli / Via delle Moline.

Detto questo, è evidente l'origine del nome di Torresotto di San Martino, dalla presenza della porta di questo nome della seconda cerchia, che a sua volta prese il nome dalla vicina chiesa e convento di San Martino. Ebbe nome, come abbiamo già visto, di Torresotto dei Mezzavacchi, dall'abitazione della Famiglia Mezzavacchi (via delle Belle Arti 6), di Torresotto del Borgo della Paglia, di ovvio significato ed anche di Torresotto o Voltone dei Rizzoli (Guidicini, III, 193 e segg.) dal cognome del proprietario di una lardarìa che era in angolo con il vicolo de' Facchini).

Per quanto riguarda Borgo della Paglia, tutti gli autori concordarono nell'antica presenza in questa zona del mercato della paglia e del fieno. Il Fanti, pur non rifiutando questa visione, avanzò anche altra ipotesi, secondo cui, essendo questa zona tra il secondo ed il terzo recinto di mura, molte case e capanne potevano avere il tetto in paglia.

Fonti citate in questo articolo.

Zanti: Nomi, et cognomi di tutte le strade, contrade, et borghi di Bologna, di Giovanni Zanti pubblicato nel 1583.

Alidosi: Nomi delle strade, vie, borghi, et vicoli, che sono nella città di Bologna, di Giovanni Niccolò Pasquali Alidosi, pubblicato nel 1624).

Banchieri: Origine Delle Porte, Strade, Borghi Contrade, Vie, Viazzoli, Piazzole, Salicate, Piazze, e Trebbi dell'Illustrissima Città di Bologna con i loro Nomi, Pronomi, e Cognomi, di Camillo Scaligeri della Fratta (pseudonimo di Adriano Banchieri), pubblicato da Clemente Ferroni nel 1635.

Aretusi: Origine di Bologna. Pianta di Bologna di Costantino Aretusi, pubblicata nel 1636.

Mitelli: Bologna in pianta, città del Papa, famosa pianta di Agostino Mitelli, pubblicata nel 1692.

Salaroli: Origine di tutte le strade sotterranei e luoghi riguardevoli della città di Bologna di Ciro Lasarolla (Pseudonimo di Carlo Salaroli), pubblicato nel 1743.

Monari: Città di Bologna posta in pianta in esatta misura con la distinzione de portici che sono in essa, Pianta di Gregorio Monari, pubblicata nel 1745.

Guidicini: Cose Notabili della Città di Bologna ossia Storia Cronologica de' suoi stabili sacri, pubblici e privati, di Giuseppe Guidicini (scritto prima del 1837, ma pubblicato nel 1868).

Estimi 1296/97: Atlante Storico delle città italiane. Emilia Romagna, 2 Bologna. A cura di Francesca Bocchi, pubblicato da Grafis, Bologna, 1995,1998 (contiene gli Estimi 1296/1297)

Fanti: Le Vie di Bologna. Saggio di Toponomastica Storica, di Mario Fanti, Istituto per la Storia di Bologna, 2000.