N.633 - casa grande degli Ubaldini

Antichissima casa detta la Grande degli Ubaldini alias Urci o Orci per eredità, famiglia distintissima del Mugello, e particolarmente del ramo detto della Pila forse ritiratasi in Bologna causa le persecuzione dei Fiorentini. Ugolino Ubaldini padre del cardinale Ottaviano era figlio d’Albizio che viveva circa il 1170, e fratello d’ altro Ottaviano canonico di S. Pietro di Bologna.

Nel libro dei Memoriali del pubblico archivio si trova un atto dal quale risulta che i predetti fratelli avevano certi molini sopra dei quali fecero accordo col Comune.

Ottaviano d’ Ugolino fu canonico di S. Pietro, arcidiacono, poi amministratore della chiesa di Bologna che fu poi fatto Cardinale.

Ottaviano, iuniore, nipote del cardinale, fu vescovo di Bologna.

Gli Ubaldini essendo Ghibellini furono esigliati nel 1284, e ripatriarono nel 1296.

Schiatta Ubaldini fratello di Ottaviano, iuniore , fu canonico d’ Aquileia, poi di Liegi, indi vescovo di Bologna. Ruggiero Ubaldini fratello d’ Ottaviano iuniore e di Schiatta vescovo di Bologna fu arcidiacono della chiesa bolognese poi arcivescovo di Pisa.

Gli Ubaldini vendettero questo stabile al Comune di Bologna nel 1294. Decadde la famiglia Ubaldini nel secolo XVI, e nel 1675 si ridussero ad un stato di assoluta povertà.

Questa casa fu stimata lire 12,416, quando fu comprata dal dottore medico Domenico Pasi, morto li 16 novembre 1749 che lasciò una sola figlia, di nome Antonia maritata nel conte Filippo Sartori.

Quando si progettò di fabbricare il Teatro Comunale, si credette opportuno, di farlo sul suolo di questa casa, e se ne incise il perimetro per distribuirlo agli architetti, che avessero voluto concorrere a quell’ opera.

Morì in questa casa l’ avvocato Macchiavelli, li 27 settembre 1766: fondatore di una Accademia che si teneva in sua casa, per la quale fu sempre amorevolissimo, nè avrebbe mancato di ottenere qualchè celebrità, se le sue opere stampate, e manoscritte non fossero incorse in grave infedeltà, conseguenza della fervida sua immaginazione.

Si trova che li 29 maggio 1525 questo stabile era di Carlo Ubaldini, posto sotto S. Vitale presso la Seliciata, e destinato a fornace.

Gli Sartori lo vendettero ai Suppini.

Nel 1830 è stata fabbricata la facciata e il portico il qual ultimo era di legno.