San Pietro Martire (Via di)

Denominazione moderna(2015): parte di Via Orfeo, che comprende anche l'antica Borgo Orfeo.

Guidicini.

Anticamente: Borgo S. Stefano - poi Borgo degli Arruffati - in seguito Borgo Arruffato - e per un tratto Via Nuova del Baraccano, nome ch’ ebbe breve durata.

La Via di S. Pietro Martire comincia al quadrivio ove con essa hanno capo la Via degli Angeli, la Via detta Borgo Orfeo (della quale si può dire questa il seguito), e la Via del Pozzo Rosso che propriamente parlando non è che il seguito di Via de’ Coltelli; e termina al Piazzale o Prato del Baraccano.

Prima del 1547 questa Via non giungeva che al punto ove si vede lo sbocco della Via detta Borgo Locco. In origine, e ancora del 1258, come si può asserire per memorie che se ne hanno, appellavasi Borgo di S. Stefano. Del 1332 la troviamo aver la denominazione di Borgo degli Arruffati, convertitasi del 1400 in quella di Borgo Arruffato. Non s’hanno dati per asserire se tali denominazioni possano esserle provenute dall‘abitarvi qualche famiglia che venisse appellata Degli Arruffati, come par supponibile.

Negli anni 1546 e 1547 fu prolungata questa Via, in retta linea dal suo punto d’incontro con Borgo Locco fino al Prato o Piazzale erboso che sta dinanzi alla chiesa della Madonna detta del Baraccano. A codesto nuovo tratto però venne dato il nome di Via Nuova del Baraccano, ma tale denominazione non attecchì; e fu generalmente appellato anche questo tratto col nome di Via di S. Pietro Martire, titolo del precedente tratto di Via.

Circa il suaccennato prolungamento, si sa che addì 29 ottobre 1546 il Senato decretò si pagassero alle Suore di S. Omobono L. 300, a titolo di compenso per una Tornatura, circa, di terreno di loro proprietà presso la Chiesa del Baraccano, occorrente per aprirvi una pubblica Via, che dal Prato della Chiesa stessa mettesse alla Chiesa di S. Pietro Martire, donde per la Via esistentevi potevasi raggiungere Via Castiglione. E sembra che dette L. 300 venissero pagate con denaro proveniente dalle rendite dell’Abbazia di S. Felice.

Particolare tratto dal Catasto Gregoriano (1835) della città di Bologna, messo a disposizione dall'Archivio di Stato di Roma con il progetto "Imago II".

Immagine tratta dagli schizzi topografici disegnati da Giuseppe Guidicini a corredo delle note manoscritte delle "Cose Notabili ..." e pubblicati per la prima volta da Arnaldo Forni nel 2000.

Il Nord è verso destra. Nella parte superiore è evidenziato il muro del Convento di S. Pietro Martire. La via indicata come via Nuova del Baraccano coincide con via Orfeo. La Via Pomerii coincide con la via interna alle mura.

Via. di S. Pietro Martire - Lato destro, per chi vi entra dal Quadrivio ove termina Borgo Orfeo.

Via Orfeo 35, 33, 31, 29, 27 (N.145, N.144, N.143, N.142, N.141, N.140) - Chiesa, Convento ed Orto delle Monache Domenicane dette di S. Pietro Martire.

Via. di S. Pietro Martire - Lato sinistro, per chi vi entra dal Quadrivio sovraccennato.

N.161

Via Orfeo 26 (N.160), 28 (N.159), 28 (N.158), 30 (N.157), 32 (N.156), 34 (N.155), 34/4 (N.154) - Convento della SS. Trinità

N.153,152,151

Si oltrepassa lo sbocco di Via de’ Buttieri o de’ Boattieri.

Orto già antico cimitero degli Ebrei

Si oltrepassa lo sbocco della Via detta Borgo Locco.

Qui terminava prima del 1546 la Via di S. Pietro Martire, anticamente detta Borgo di S. Stefano, e qui cominciava la Via Nuova del Baraccano aperta nel detto anno 1546, cui però l’aver data tale denominazione non valse a farla accettare dal pubblico che preferì darle il nome stesso della Via di cui non era di fatto che il proseguimento.

È provato che il suolo della medesima Via Nuova del Baraccano era in gran parte dell’Orto delle Monache di S. Omobono, alle quali, come si notò superiormente, il Senato faceva pagare un indennità di L. 300 a tal uopo. Ma è necessario osservare che anteriormente a detta epoca, come risulta da’ nostri storici e cronisti, esisteva di fronte al Monastero di S. Pietro Martire un Monastero di S. Giovanni Gerosolimitano, (che soltanto verso il 1501 fu unito al sud detto di S. Omobono). Sembra dunque probabile che il terreno espropriato per il proseguimento della Via fino al Prato del Baracano fosse parte di quello dell’antico Orto del Monastero di S. Giovanni Gerosolimitano.

Il Masini dice che S. Giovanni Gerosolimitano era del 1127 un Convento di Monache e che la sua Chiesa non fu unita a S. Omobono che del 1503.

Via di San Pietro Martire, dal IV volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani