Guidozagni e talvolta Zagni

Guidozagni e talvolta Zagni, il qual ultimo fu l ' antico cognome cui sarà stato aggiunto il nome d'un Guido. Di simili cognomi con nome proprio riunito si hanno parecchi esempi e per dirne qualcuno sono Azzoguidi. Biancocossa, Marcosanti, Pietroboni, Zambeccari. Anche attualmente il volgo affibbiando talvolta in siffatto modo nome e cognome ne fa una cosa sola: ne ommetto gli esempi.

I Guidozagni furono nobili geremei: diconsi crociati nel 1094 e nel 1291 ed ebbero non più di sedici servi. Mijitarono pel comune più volte, e due son degne di nota. La prima nel 1271 allorchè il comune volle rivendicare le castella e terre poste di qua dal Panaro, tenute da' Modenesi. Guidozagno era uno dei due capitani della montagna e andò con le milizie sopra Savignano, Sancesareo, Montombraro, Montespelta, Montecorone, e le prese d' assalto. Fu però respinto e danneggiato al ponte di s. Ambrogio. Un' altra volta (1312) Guglielmo Guidozagni fu un dei due capitani bolognesi nella lega contro Enrico imperatore (1). Di questa famiglia furono anche uomini politici e rettori di città.

Ai Guidozagni ed ai Mucighini giurarono la pace i Faffi, ma la ruppero nel 1250 con effusione di sangue. Altre private inimicizie avendo fornito pretesto alle pubbliche e le fazioni essendo venute a battaglia (1267), s'azzuffarono co' Principi i Guidozagni ch'ebber morto un di loro (2). Congiurarono nel 1303 e nel 1306 per Azzo d'Este. Danneggiati a Parma ed a Cesena, Guido ottenne le rappresaglie (1259) e fece esercitarle armata mano sopra Guido da Tomba (1270) venuto oratore de' Cesenati. Ma il diritto delle genti così violato fu vendicato coll' amputazione d' un piede di ciascuno dei tre mandatarii (3).

I Guidozagni vissero oscuramente un centinaio d' anni, ma ne ricomparisce il nome al declinare del secolo XV in un Petronio professore di leggi, più volte anziano fino all' anno 1503. Parlerò nuovamente di lui, col quale finiscono le memorie della sua famiglia.

Son note quattro torri, almeno, de' Guidozagni, due delle quali, situate in strada s. Donato presso l' androna de' Bagnaroli ove ora è la chiesa di s. Giacomo, furono vendute nel 1267, insieme con parecchie case e casamenti, da un altro Guido minorenne e da suo fratello Guglielmo del già Bartolommeo che fu di Guido Guidozagni, ai frati eremitani, i quali si apparecchiavano a costruire magnificamente la chiesa anzidetta. Il prezzo pattuitone, di lire 3,500 (4), mille delle quali furono pagate l' anno susseguente (5), dimostra la grande importanza di questi edifici che avevano appartenuto a Bartolommeo padre ed a Guglielmo zio dei sopraddetti fratelli; il qual Bartolommeo è quello ucciso due mesi prima di questa vendita nella grossa zuffa cominciata dagli Scannabecchi e da' Lambertini; e il Guglielmo è colui, la cui figlia ed erede Misina portò in dote nel 1270 a Tano Galluzzi la cospicua somma di settemila lire, ed ebbe nozze festeggiate con armeggiamenti e bagordi (6). A costei era premorta la sorella Gisla moglie di Conte Prendiparte, la quale con testamento « pro passagio ultramarino legavit quadraginta sold. bon » (7).

Due altre torri dei Guidozagni erano nel Cambio in Porta ravegnana, presso i figli del già Buvalello Riccadonna, la cui casa torrita pare fosse quella ch' è segnata del n. 69. La metà d' ambedue quelle torri e delle case attigue fu restituita nel 1270 a Guglielmo Guidozagni uscito di minorità, cui spettava indivisa col fratello Guido, da Ghisla di Gualterino Beccari, la quale aveva finito di esercitare la tutela materna (8).

Lo stesso Guglielmo vendette nel 1273 a Ugolino de'Medici giurisperito ferrarese le proprie case e torri situate nel trivio o Cambio di Porta ravegnana per la grossa somma di 6,500 lire, che furono pagate in bolognini grossi, in fiorini d' oro e in altre monete. Il quale Ugolino de' Medici l' anno appresso si accordò con tre mastri muratori per far loro costruire un vólto in essa torre e per scavare tutti i lati di essa pel tratto di tre piedi e mezzo al prezzo di 31 soldo per ciascun piede (9). Ed ecco un altro esempio dell' intaccare la solidità delle torri.

Era parimenti dei Guidozagni la torre di cui rimane il troncone nell' angolo formato dai due rami della via Albiroli sulla piazzetta dei ss. Sinesio e Teopompo, al n. 1689, indicata dall'Alidosi (10) e dal Masini (11). Ed apparteneva al professore di legge canonica e civile Petronio Guidozagni, o Zagni, allorchè nel 1487 precipitò sulla casa di lui e schiacciolla. Ne impietosirono i XVI riformatori, e per recare qualche sollievo al professore colpito da sì grave iattura gli decretarono 400 lire di bolognini, da pagarsi in quattro anni (12). Ma è notabile che i nostri cronisti non fanno menzione di questa sciagura, che non è conosciuta se non pel decreto or ora riferito. Si dilungano in vece a narrare la pompa con la quale furono in quell' anno festeggiate le nozze di Annibale Bentivogli e di Lucrezia d' Este. Il suddetto Guidozagni, o Zagni, essendo uno degli anziani convitati dal suddetto Annibale, è così lodato da Tommaso Beccadelli in un poemetto stampato in Bologna nel 1499:

« Dietro ne vien messer Petronio Zagno

Doctor famoso e maximo legista,

Che a un equo judicar non fu mai scagno » (13).

Il troncone di torre rimasto e ridotto ad altana, che si vede da cima fin sulla strada, è alto un 20 metri largo met. 9,90, per met. 5,84, con muri grossi da met. 0,90 a 0,96.

(1) Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 559.

(2) Savioli, Ann. v. 5, pag. 240, 399.

(3) Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 448, 487. Savioli, Ann. v. 5, pag. 335, 434.

(4) Docum. n. 12.

(5) Docum. n. 18.

(6) Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 217.

(7) Lib. testam. + nell'arch. notar, pergam. 38.

(8) Docum. n. 48.

(9) Docum. n. 91.

(10) Instrut., pag. 194.

(11) Bologna perlustr. (ricorretta), pag. 711.

(12) Docum. n. 237.

(13) Fantuzzi, Notiz. v. 2, pag. 29.