N.722,723

Casa già dei Romanzi, poi dell’erede di tale famiglia, il Capitolo di S. Pietro.

Nel 1575, addì 12 luglio, il cavaliere Antonio Castelli vendeva a Baldasarre Romanzi, per L. 8,800 "due case ridotte in una sola grande, con teggia e stalla, sotto S. Giorgio, confinante a mezzodì con Giacomo Teggia, con Ventura ed altri della famiglia Roselli, con una casetta enfiteutica a settentrione, ed in parte con gli eredi di Domenico Bonfioli" - come da rogito di Tommaso Passarotti.

Nel 1575, addì 12 luglio - ossia nell’anno, mese e giorno medesimo - il Rettore di S. Antonio in S. Giorgio concedeva a locazione enfiteutica, per l’annuo canone di scudi 50 in argento, allo stesso Baldasarre Romanzi una "casa da S. Giorgio in confine con altri stabili de’ Romanzi e con beni de’ Bonfioli" - come da rogito pure del suddetto notaio Tommaso Passarotti.

Nel 1587, addì 24 luglio - Bernardo e fratelli Romanzi, figli di Luigi, stipulavano un contratto di permuta col Rettore di S. Giorgio in Poggiale, ricevendo essi una "casa restaurata di fresco dallo stesso Rettore, Giovanni del fu Gualtierotto Bianchi, confinante con altra casa dei Romanzi a mezzodì e ponente (ossia di sopra e a tergo), con gli eredi di Domenico Bonfioli a settentrione, e con la via pubblica ad oriente" - come da rogito di Paolo Lolli.

Nel 1613, addì 14 ottobre - Lauro Romanzi comprava per L. 12,400 da Giovanni Battista Casappi (subentrato al Bonfioli) una "casa grande sotto S. Giorgio, confinante di dietro con un vicolo comune fra la stessa casa dei Casappi ed una del compratore, a mezzodì col detto Romanzi e a settentrione col falegname Bartolomeo detto Bonuzzi, e con istabile di Stefano Magini" - come da rogito di Giovanni Rizzi.

Sotto la data dell’11 aprile 1633 nell’atto di divisione fra i fratelli Lauro e Romanzo Romanzi, si continua ad accennare che questa casa "confina con uno stradello chiuso", - il quale cominciava fra gli stabili segnati coi N. 724 e 725 di Via del Poggìale e sboccava in Via Orbaga.

Nel 1641, addì 18 settembre - Il cavaliere Aloisio Romanzi, distinto raccoglitore d’antiche memorie e monumenti di Bologna, faceva il suo testamento - a rogito di Tiberio Provagli - col quale lasciava usufruttuarie de’ suoi averi la propria moglie, Lucrezia Del Pino (o Pini) e la propria sorella, Olimpia Silveria sposa al capitano Tommaso Magnani, e suo erede universale il Capitolo di S. Pietro.

Il testatore suindicato, ultimo maschio della illustre ed antica famiglia Romanzi, morì addì 25 ottobre del medesimo anno 1641.

Nel 1661, la casa grande veniva stimata L. 10,000 e la piccola L. 7,000.

Questo stabile fu rimodernato nell’ anno 1775; poi appartenne a Pellegrino Martini.