Trebbo dei Banchi - Gabella Vecchia

Questo tratto di strada dalle Chiavature fino alle Caprarie si disse Trebbo dei Banchi per esservi le botteghe di banco degli usurai, poi si chiamò via di Betlem per la chiesa di Santa Maria di Betlem alias del Carrobbio, finalmente della Gabella vecchia in causa che qui fuvvi questo pubblico uffizio. Quest' ultima denominazione fu la prescelta da chi diresse l'affissione delle lapidette alle strade.

Vi ha qui la parte posteriore del palazzo Sampieri, pel quale veggasi Strada San Stefano N. 73. Ma siccome in detta parte vi erano stabili aventi il loro ingresso nella Strada Castiglione e meritevoli di essere ricordati, cosi per maggior chiarezza vengano dettagliati separatamente dal palazzo di cui oggi fanno parte.

1343. Nell'angolo della via Volta dei Sampieri vi erano tre case di Fabriano di Pietro Bolneti, e di Salvietto di Bortolazzo Paleotti, confinanti con Giacomo de' Pepoli, ed in suo luogo il Comune di Bologna, con Guglielmo Clarissimi erede di Francesco di Gio. Lupari, e con Strada Castiglione, vendute nel 1388 a Santo Benedetto Giovanni Filippo, e Martino di Bartolomeo di Sante dalla Seta (Muzzarelli).

La cronaca Ghiselli ci instruisce che Nicolò di Andrea di Romeo Pepoli nel 1336 vendette per L. 300 una sua casa con due torri posta vicino a Santa Maria del Carrobbio, e rincontro la casa degli eredi Bolognetti, per farvi la Dogana. L'archivio secreto del Senato dice sotto la data del 6 ottobre 1379 che gli eredi di Nicolò Pepoli vendettero la casa al pubblico per mettervi la Gabella della mandaria del Comune. L'Alidosi dice per L. 3000, e che il contratto fu stipulato li 21 marzo 1382 per aggrandire la Gabella. Altri aggiungono che vi fossero anche le case dei Castellani.

La prima delle dette torri che era quadrilunga trovavasi ove è oggi la seconda finestra del palazzo Sampieri andando verso Porta Ravegnana, sul cui conto si ha che li 7 ottobre 1273 Ugolino di Gualandino Codicelli ne vendette la sesta parte per indiviso della medesima per L. 40 a Zoane Upicino, e Francesco di Romeo di Pietro di Opicino di Zoane Pepoli ed è detto confinare coi compratori e coi figli di Lamberto Codicelli, ed essere in capella di Santa Maria di Porta Ravegnana. Rogito Patrizolo.

1306, 11 dicembre. Nicolò del fu Andrea di Romeo Pepoli comprò da Lambertino del fu Obice dalle Perle una casa con suolo ed edifizio, più una torre alta e grossa posta in Strada Castiglione, sotto Santa Maria di Porta Ravegnana, per L. 300. Rogito Pietro Isnardi.

1318, 16 febbraio. Compra Romeo Pepoli da Galapanicio del fu conte Maghinardo da Panico una casa sotto Santa Maria di Porta Ravegnana, per L. 200. Rogito Pietro di Salomone.

1380. Fu comprata una casa di Nicolò Fava per fare il Carrobbio per la Mercanzia e per tenervi ragione e giustizia. Nel 1366 la Gabella delle Mercanzie di Bologna era affittata dal Comune e dagli ufficiali di S. R. Chiesa per L. 15500 a Giacomo di Gerardo Mezzovillani. Memoriale di Giacomo del fu Nicolò Federici.

1447. I Ghisellardi locarono alla compagnia dei banchieri una casa nel Carrobbio presso la Dogana perchè vi risiedesse tribunalmente il giudice.

1473, 15 febbraio. Concessione della Camera di Bologna a Bartolomeo di ser Pietro Bolognetti dell' uso di due botteghe con certa torre posta presso la Gabella Grossa, come pure di certe stanze presso detta torre, e sopra un corridore della Gabella Grossa sino a certo pozzo di detta Gabella ivi esistente con la comodità e gius di aver acqua da detto pozzo. e con altre abitazioni, poste sopra detti casamenti altre volte destinati ad uso dei giudici dei mercanti, e dove detti mercanti si radunavano, e tutto ciò pel corso di anni dieci, e per l' annuo censo di tre bolognini d'argento; i quali edifizi dovrà riparare e mantenere. Scorsi li detti dieci anni tornino questi stabili alla Camera.

1575, 10 giugno. Fu abbandonato questo locale trasportando le merci che vi erano depositate alla nuova Dogana sotto i volti dei pollaroli in faccia la torre delle carceri.

Nel 1499, 26 febbraio, le case dei Sampieri confinavano a mezzodì, oriente ed acquilone con le vie pubbliche, col palazzo della Mercanzia, con i Bianchini, e colla Gabella Vecchia.

1576, 13 aprile. Compra di Francesco di Lodovico Sampieri dai creditori dei Morelli e Gualchiere di Bologna di una casa grande con due corti, stanze, magazzini e loggie dove anticamente si faceva la Gabella, sotto Santa Maria del Carrobbio, in confine del Foro dei Mercanti, per L. 7500. Rogito Bartolomeo Dondini.

Questo antico edifizio nel pian terreno serviva in parte ad uso di rimesse, nelle quali sono conservate le antiche volte e pillastri che lo sostengono.

Nel muro esterno esiste anche in oggi la lapide dimostrante l'esenzione dei dazi della mercanzia goduta dagli scuolari dell' Università per loro uso, come superiormente fu detto, e fra le predette scuderie Sampieri ed il palazzo della Mercanzia vi sono gli avanzi di altra torre che dicesi esser appartenuta a Giacomo d' Aimerico Bianchi pretendendosi che li 26 febbraio 1499 questo suolo appartenesse a detta famiglia, la quale poi lo cedette al Foro della Mercanzia di cui in oggi fa parte. Altri vogliono che qui vi fosse anticamente la casa di Bianco Bornino di Cosse. Questa torre crollò il sabato 3 aprile 1484 giorno di S. Lazzaro, alle ore 17 italiane, sulle case di Antonio e di Gio. Bolognetti, due delle quali furono spianate. Perirono 12 persone, si salvò un figlio di Giovanni con un domestico per essere nelle cantine, e due figli di Antonio per essere fuori di casa.