Famiglia Aldrovandi

Gli Aldrovandi dicesi che discendano de un Longobardo detto Ildebrando.

Altri dicono che vengono da Firenze.

È certo però che si chiamavano dal Vivaro per aver gran tempo abitato nel Vivaro, e nelle sue vicinanze.

Anticamente abitavano a Castel de' Britti, onde spesso si trovano nominati Aldrovandi di Castel de' Britti.

Avevano beni a Castel de' Britti che passarono ai Fava.

La casa che ultimamente apparteneva ai Bavosi nella piazza di Santo Stefano e nella cantonata della via del Vivaro, era la senatoria Aldrovandi.

Gli Aldrovandi erano sostituiti all'eredità del marchese Filippo Bentivogli.

Nel 1241 avevano beni nel comune di S. Marino.

Nel 1534 ne avevano a Sant'Antonio di Savena, in luogo detto S. Zan Polo.

Nel 1494 possedevano in Santa Maria in Duno.

Nel 1503 avevano beni a Piumazzo.

Nel 1686 erano conti di Guia nel Modenese.

Nel 1598 conti di Viano nel Reggiano. Avevano sepoltura in Santo Stefano, e in S. Salvatore nella capella di Sant' Antonio.

Nel 1524 in S. Petronio fu fondato un benefizio da Pietro Marco.

Nel 1633 il conte Filippo del conte Pompeo acquistò i casamenti e orto che formavano parte del monastero delle monache di Santa Maria Maggiore, sotto la qual parrocchia Gio. Francesco di Nicolò vi abitava nel 1494.

Alcuni Aldrovandi nel 1503 e 1517 abitavano sotto S. Gervasio.

Il famoso Ulisse abitava nel Vivaro, ed aveva un casino fuori porta S. Vitale, dove già si conservava una memoria lasciata dal medesimo presso una capelluccia, ma essendo stata riedificata la casa dal proprietario Ercole Petroni forse più non esiste.

Ercole di Filippo Maria, senator V, marito di Alessandra Foscarari, nel 1586 fu in vestito dal Duca di Ferrara della contea di Guia per scudi 42000 d' oro, ma nel 1593, per innosservanza delle convenzioni, gli fu tolta, e ne fu investito il conte Ercole Tassoni Ferrarese. Morì li 19 dicembre 1598.

Ercole di Filippo, marito di Smeralda Marescotti, poi di Maria Giulia Albergati, senator VIII, andò in Francia col Cardinal Ghigi nipote di Alessandro VII. Fu cavaliere molto stimato, ed amabilissimo per la sua cortesia.

Filippo Maria di Sebastiano Aldrovandi, alias del Vivaro, senator III, marito di Ginevra Lupari, fu fatto senatore da Leone X nel 1513. Morì li 25 marzo 1541 secondo il Rinieri, che poche righe dopo dice li 25 maggio. Il suo senatorato passò a Giovanni suo cugino.

Filippo di Pompeo e di Laura Malatesti, senator VII, nel 1607 ebbe uno schiaffo dal conte Prospero Coltelli, e li 19 novembre 1618 fecero la pace alla presenza del Legato.

Li 5 luglio 1620, essendo in truppa col marchese Fabio Pepoli suo cognato, assalirono e ferirono il conte Guidantonio Barbazza. Questi, li 28 aprile 1620, da S. Giorgio si battè coll'Aldrovandi, e lo ferì. Nel 1622 facendo lega col marchese Fabio Pepoli nella inimicizia coi Barbazza, il detto marchese Fabio fu ucciso dal conte Guidantonio Barbazza, e l'Aldrovandi fu in pericolo di esser tolto di vita dai conti Ugo e Giacinto Barbazza.

Nel 1620 sposò Isabella secondogenita del marchese Cesare Pepoli, che portò in casa Aldrovandi la Giovannina con otto possessioni e palazzo, e parte della tenuta Colombara Storta.

Filippo dol conte Ercole e di Smeralda Marescotti, senator IX, detto Marescotti per eredità del conte Riniero Marescotti suo zio materno, sposò Elena Pepoli. Li 16 giugno 1700 fu eletto ambasciatore a Boma con voti 26 favorevoli sopra 35 votanti. In dicembre partì per Roma con sua moglie, con Nicolò suo fratello, e col conte Alessandro Pepoli suo nipote Li 29 gennaio 1701 ebbe la sua prima udienza dal Papa. Il suo seguito fu di 24 livree, di 5 carozze, e di 60 altre carozze di corteggio. Li 7 agosto 1709 giunse da Roma alla sua villa di Camaldoli, avendo avuto il permesso di stare due mesi a Bologna, nel qual tempo monsignor Pompeo suo fratello disimpegnò le incombenze dell'ambasciata. Li 18 gennaio 1710 partì per Roma; infermatosi a Pesaro, fu ricondotto a Bologna li 6 febbraio, e riavutosi fu riconfermato ambasciatore li 8 giugno 1710. Li 16 maggio 1711 fu letta una sua lettera in Reggimento, in cui chiedeva licenza di rinunziare per infermità.

Li 12 giugno fu posta ai voti la sua richiesta, ed ebbe 10 votanti contrari; li 13 fu riproposto, e confermato, ma con cinque voti contro. In agosto andò ai bagni di Lucca, e nel 1715 terminò la sua ambascieria, poi tornò a Bologna. Nel 1724 fu rieletto ambasciatore, e nel 1731 ripatriò. Li 26 agosto 1748, in lunedì, a ore 18 3/4, d' anni 89 meno circa un mese, morì in Bologna d'asma convulsiva, e consumato dalla vecchiaia.

Giovanni di Gio. Francesco, senator IV, marito di Elisabetta Bolognetti, poi di Bianca Orsi, fu fatto senatore dopo Filippo Maria Aldrovandi il primo ottobre 1541 in luogo del cugino. Aveva beni a Castel de' Britti. Fu uomo molto pratico negli affari, perciò mandato dal Senato più volte a Roma in qualità di ambasciaiore. Morì li 13 giugno 1583.

Gio. Francesco di Nicolò, senator II, fu uno dei quattro ambasciatori spediti ad Imola per offrire la città a Giulio II dopo la fuga dei Bentivogli. Fu marito di Francesca Barbazza, poi di Lodovica Zanetini. Morì nel 1512,

Gio. Francesco del conte Riniero, senator IX, marito di D. Lucrezia del marchese Alfonso Fontanelli di Reggio, morì in Modena la notte del 12 gennaio 1780 a ore 4 1/4 di idropisia. Fu sepolto a Viano suo feudo nel Modenese.

Riniero del conte Filippo, senator IX, fu marito di D. Anna Colonna. Fece annullare il testamento del cardinal Pompeo di lui zio. Morì il primo settembre a ore 18 3/4 nel palazzo della Fontana, di febbre acuta. I funerali furon fatti li 4 settembre in Santa Maria Maggiore, ove fu sepolto.