N.101

Casa grande formata coll' unione di tre case, e cioè di una ch'era in angolo colla via che conduce a S. Paolo sulla quale si hanno le seguenti notizie.

1634 14 agosto. Inventario dell' eredità di Antonio Pigna fatto da Elisabetta Pigna di lui figliola e moglie di Pietro Paolo del fu Ottavio Cerioli, nel quale è descritta una casa posta in S. Mamolo sul cantone della strada che va a San Paolo, sotto la quale a mezzogiorno vi è una quarta bottega ad uso di Speziarla condotta da Giovanni Benedetto Torresani. Confina altra casa di questa ragione (a ponente) e Nicola Gentili. Rogito Marco Melega.

1658 22 giugno. Casa già dei Cerioli poi delle suore di Santa Maria Nuova e da questi venduta a Giovanni Battista e fratelli Davia con due botteghe poste sotto S. Giacomo dei Carbonesi in confine di Elisabetta Pigna, dei Cimicelli, pagata L. 4000. Rogito Cornelio Berti.

Il 12 dicembre 1675 le suore di Gesù e Maria comprarono da Elisabetta del fu Antonio Pigna vedova del fu Pietro Paolo Cerioli una casa con tre botteghe, una da zavaglio, un altra da vermicellaro e la terza da calzolaio poste in via S. Mamolo sotto S. Giacomo dei Carbonesi nell'angolo della via che va a S. Paolo. Confina le dette due strade, gli eredi di Nicola Gentili e i beni Davia, per L. 14500. Rogito Lodovico Barilli.

La seconda casa era verso la piazza e che il 15 gennaio 1580 Giacomo del fu Girolamo Gentili comprò da Giuseppe del fu Bonifacio Negri. È detto essere in S. Mamolo sotto S. Giacomo dei Carbonesi in confine dei Pigna, degli eredi Oppizzoni Vizani, dei Peltri, di un vicolo (Lupanare) ed altri, per L. 7300. Rogito Alessandro Chiocca. Cecilia Zani Cavalca il 22 settembre 1682 assegnò e vendette a Lucrezia Sturoli e a Tommaso di Giuseppe Sturoli di lei figlio una casa qualificata per casa grande sotto i Celestini in strada S. Mamolo in prezzo di L. 7400. Rogito Domenico Maria Colli.

La famiglia Sturoli proveniente da cittadini, notari, poi banchieri si nobilitò in Tommaso di Gioseffo di Giulio, di Tommaso, di Antenore e fini in Lodovico Vincenzo e in Giovanni Francesco fratelli e figli del conte Domenico di Tommaso ambedue monaci Olivetani, il secondo dei quali morì in febbraio del 1794. Il predetto conte Domenico morto il 17 gennaio 1775 lasciò erede il seminarista anziano che fosse in sacris al tempo della sua morte col obbligo di assumere il cognome Sturoli e celebrando la messa l' applicasse ogni giorno per l' anima sua, e così fu di D. Giovanni Mazzoni, poi procancelliere arcivescovile, a cui venne inutilmente contrastata l'eredità da una famiglia Bonacorsi. La terza casa finalmente del 1580 era del Peltri, e del 1715 di Filippo Benazzi. Di questi stabili ne fu fatto un solo da Matteo Gaspare Leonesi mercante da veli, il quale cominciò la porzione di facciata verso i Celestini che fu finita il 18 settembre 1774, o compì l'altra porzione verso mezzogiorno nel 1791. Gli eredi, e figli Leonesi vendettero questa casa a D. Francesco Rodriguez Laso spagnolo, che nel 1819 fabbricò l'angolo presso il Trebbo dei Carbonesi e il fianco lungo questa strada.