Scannabecchi

Diramarono dai Gisla che in antico possedettero il castello di Duliolo, propaginarono a Volterra e nell' arcipelago greco; originarono i Ghillini di Vicenza e di Padova, i Contughi di Ferrara, gli Scannapecora di Napoli, e i Moneta di Bologna (1). Ebbero il consolato nel 1176 e nel 1188, tre volte soltanto l' anzianato nel 1352-1353 e furono la più parte guelfi, o come si disser poi, geremei. Cominciarono a dare alimento e proprie vittime alle fazioni nel 1160, poi nella Pasqua del 1202 vennero alle mani in via Maggiore con gli Asinelli, loro vecchi nemici, e sì gli uni che gli altri ebbero feriti e morti (2). Portavano eziandìo particolar nimicizia ai Lambertini e furono indotti a comporre con loro nel 1244, dal celebre paciere fra Giovanni da Schio. Ma gli odii erano troppo ardenti, e vennero sopiti anzichè estinti. Sicchè nel 1258 traboccarono, rotti i ritegni, e fiera fu la tenzone tra le due sopraddette famiglie (3). Due anni dopo s' azzuffaron di nuovo presso la Croce dei santi, ove ora è la chiesa di s. Paolo, traendo seco le famiglie aderenti, e di molto sangue fu sparso: più ne sarebbe stato versato, se il pretore non si fosse interposto con la sua gente armata. Ma dopo altri cinque anni le fazioni vennero all' armi e s' affrontarono Lambertini e Scannabecchi; di questi ultimi uno fu morto, e da' suoi vendicato ardendo e rovinando le case degli uccisori, ch' erano poco discoste a quelle dell' ucciso (4).

Fu ricorso allora a tre cittadini specchiati e riveriti : Loderingo e Catalano frati gaudenti e Lambertino Ramponi, attribuendo ad essi grande autorità, affinchè trovasser modo d' assecurare la pace interna sì spesso e sì gravemente turbata. Provvidero come meglio poterono; confinarono sette de' Scannabecchi ed ottenner promessa dagli altri di cessar le vendette. Ma le promesse non duraron più di due anni, chè nel 1267 Scannabecchi e Lambertini attaccaronsi come cani arrabbiati e tra i feriti fu Isderre Scannabecchi. I consoli cacciarono dalla città, e confinarono a Mantova i Lambertini, a Firenze gli Scannabecchi; poi di nuovo invocarono il soccorso dei frati Loderingo e Catalano (5).

Alcune mosse dei Modenesi, e le dissensioni loro, diedero causa alle fazioni di Bologna di venire a battaglia nel 1271 e 1272, e gli Scannabecchi vi si segnalarono particolarmente contro i Lambertini, chè gli uni e gli altri dovevan esser tornati. In risse private poco appresso cadeva per mano d' un Scannabecchi quel Brandelisio Lambertini che, qualche anno prima, aveva spento uno Scannabecchi (6). Così scioglievansi a que' tempi i giuramenti di pace. A ribadir lo spergiuro s' azzuffavano e s' uccidevan costoro nuovamente nel 1274. Nello stesso anno gli Scannabecchi versavan oro in copia in pro de' ghibellini Graisolfi, esuli da Modena; con i capi della propria parte in Bologna adunavansi a deliberare in momenti supremi e Scannabecco, un di loro, era distenuto per tradimento nel palagio da' geremei (7).

Nel 1284 vennero alle mani sulla piazza Bernardino Scannabecchi e Becchino Lambertazzi, cagionando un grosso tumulto popolare. Fuggiaschi, e banditi nel capo, furono catturati nel contado e tratti all' estremo supplizio (8).

Ai negozii di stato poco o nulla attesero gli Scannabecchi, militarono sotto lo stendardo della croce e sotto quello di Bologna. Bonifacio, capitano di concittadini, fu uno dei conquistatori di Damiata e della parte di bottino avutavi fece dono al pubblico erario. Romeo dicesi morisse crociato, Matteo combattè contro l' imperatore Federico II e Petruccio contro il figliuolo di lui, re Enzo, quando cadde prigione. Arpinello aveva sessanta servi in quel torno e Alberico, figlio di Rolandino, insegnava gius civile (9). La famiglia terminò nel secolo XIV in Pantasilea maritata in un Cavalli di Venezia.

Le case de' Scannabecchi erano situate sull' angolo della via Calzolarìe e della via Caprerìe che fu detta con antico vocabolo ruga de Scannabecchi, e si ha un provvedimento de' consoli dell' anno 1176 acturn in curiam Alberici de Scannabecco (10). Furono esse demolite in un tumulto e rimase un guasto, detto de' beccari. Accanto a queste case era la chiesa parocchiale di s. Damaso de' Scannabecchi, la quale, secondo un' epigrafe appostavi sotto un' antica pittura murale, sarebbe stata eretta da Pietro di Testa Scannabecchi nel 1053 (11). La torre di questa famiglia era nelle suddette case e fu una delle multate di 6,000 lire per l' azzuffamento del 1260 (12).

(1) Ghirardacci, Hist., v. 2, pag. 376. Dolfi, Cronolog., pag. 614. Savioli, Ann. v. 1, pag. 338.

(2) Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 108. Savioli, Ann. v. 1, pag. 336, 356.

(3) Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 165. Savioli, Ann. v. 5, pag. 321.

(4) Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 199. Savioli, Ann. v. 5, pag. 341, 382.

(5) Ghirardacci, Hist. v. 2, pag. 212. Savioli, Ann. v. 5, pag. 399, 400.

(6) Savioli, Ann. v. 5, pag. 460.

(7) Savioli, Ann. v. 5, pag. 482, 485.

(8) Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 266.

(9) Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 132, 159, 172, 295. Sarti, De dar. archig. v. 1, pag. 162.

(10) Savioli, Ann. v. 4, pag. 67.

(11) Ghirardacci, Hist. v. 1, pag. 582, 583. Guidicini, Cose not. v. 1, pag. 190.

(12) Villola, Sincronica ms., fol. 41.