N.483

Li 8 luglio 1475 D. Gio. Battista del fu Francesco Gerardi, priore della chiesa di Santa Maria Maggiore e canonico di S. Pietro, comprò da Lodovico del fu Gasparo di Lippo Muzzarelli, a rogito Bartolomeo Panzacchia, una casa sotto Santa Maria Maggiore in Galliera, in confine di altre vie vicinali, e più certo terreno vacuo, ossia guasto, sul quale eravi una casa in confine della predetta, il tutto per lire 1145, 16, 10 moneta d'argento.

1475, 31 agosto. Il medesimo compra da Cattaneo del fu Sinibaldo Cattanei, come donatario di Giovanna Rigosa sua moglie, una casa sotto Sant'Andrea dei Piatesi, in via Quartirolo. Rogito Domenico e Bartolomeo Panzacchia. Confina la via da due lati, Nicolò Scardui, e Cristoforo Ariosti.

1476, 2 novembre. I difensori dell' Avere concessero a detto Gio. Battista di demolire un suo vecchio edifizio posto in Galliera sotto Santa Maria Maggiore, nell' angolo della via di Mezzo, in confine della strada Quartirolo, e di Andrea Argellata, con facoltà di occupare qualche poco di terreno per costruire un nuovo edifìzio. Rogito Boatiero Boatieri.

1476, 11 dicembre. D. Giovanni Battista Gerardi, canonico di Bologna e priore di Santa Maria Maggiore, avendo cominciato un edifizio grande ed ampio in Galliera, in faccia la casa degli eredi di Nicolò di Pietro Aldrovandi, e avendo bisogno di suolo pubblico, gli venne concesso dall'Ornato.

1477, 6 luglio. Il detto Gerardi comprò da Lodovico del fu Stefano Canonici due case contigue nella via Quartirolo, ed altra casetta presso le medesime nella via stessa, pagate le prime due L. 183, 6, 8, e la terza L. 45, 13, 8. Rogito Bartolomeo Panzacchi, e Giustiniano Zappolini. Le suddette case confinavano col compratore. Il primo maggio 1479 D. Gerardi era morto, e pare che ne fosse erede Girolamo Ranuzzi.

1495, 15 settembre. Compra del dottor Girolamo Ranuzzi del fu dottor Antonio, da Anselmo del fu Luca Bombasari, della terza parte di una casa sotto Santa Maria Maggiore in Galliera, per L. 40. Confina il compratore, Gio. Antonio Belvisi, Antonio da Cremona, e una chiavica. Rogito Boatiero Boatieri.

1500, 4 novembre. Compra del conte Angelo del cav. Girolamo Ranuzzi, da Giulio d'Argelata, una casa sotto Santa Maria Maggiore, per scudi 200 d'oro larghi, la qual casa confinava col vicolo Quartirolo, cogli eredi di Albizzo Duglioli, col compratore, e cogli eredi di Alessandro d'Argelata. Rogito Tommaso Picciolpassi, e Leonardo Casari.

1520, 25 maggio. Nella divisione fra Angelo e Battista, fratelli, figli del fu dottor Girolamo Ranuzzi, si trova citata una casa grande in Galliera sotto Santa Maria Maggiore, in confine di vie pubbliche da tre lati, degli Argelati, di Rinaldo Diolo, e dei Maltacheti; più altra casa ad uso di stalla rincontro detto palazzo nella parte posteriore, in confine della via Quartirolo, della via di Mezzo, di Sebastiano Roversi, e di Pietro Canonici. Rogito Tommaso Ruggeri.

1546, 16 giugno. Compra di D. Lipo del fu Matteo Maria Ghisilieri, dai conti Annibale e Marcantonio, padre e figlio Ranuzzi, di una casa in Galliera sotto Santa Maria Maggiore, per L. 9000. Rogito Bartolomeo Algardi. Confina la via di Mezzo, Francesco Ranuzzi, Andrea de Argelata, la viazzola per cui si va verso la casa di Panfilio dal Monte, e Rinaldo Bugliolo.

1547, 20 ottobre. Nell' inventario legale dell'eredità di detto Lippo, a rogito Giovanni Boccamazzi, è detta esser casa rovinata e minata in Galliera.

Quando questa casa fu minata era Vicelegato Angelo Medici detto il Medichino, Milanese, ed ecco come ne vien riferito che la fosse:

Messer Lippo Ghisilieri, quantunque protonotario, conduceva la vita di soldato piuttostochè da ecclesiastico. Avendo molte inimicizie teneva al suo soldo vari bravi. Conviveva con certa Lucrezia sua concubina, seco condotta da Roma, dalla quale ebbe nove figli, e in quell'epoca era incinta. Il maggiore dei figli era Pirro d'anni 10, i due altri maschi erano Alessandro e Cesarino, e le femmine ebbero nome Gentile, Girolama, Vittoria, Livia, Virginia, e Cassandra, e convivevano tutti col padre. Alcuni offesi da Lippo macchinarono la sua ruina. Biagio Barbieri da Stuffione, servitore di Antonio Masina detto il capitano Gramigna, assunse l' incarico di dar effetto alla vendetta. Costui la notte del 12 agosto 1547, fra le cinque e le sei ore della notte, cinto di corrazza, e coadiuvato da molti armati che occupavano gli sbocchi delle strade, fece gettare per una piccola finestra della cantina, che era sotto la stanza dove dormiva Lippo, per mezzo di una canaletta di tavole, molti barili e sacchetti di polvere da bombarda. Turata poi la finestra con una tavola ferrata involta in un tabarro di cotone, la puntalò con un legno che poggiava contro una colonna della casa del cavalier Floriano Caccialupi, e avendo accomodato uno stoppino di fili di bombace stropicciato nella polvere da bombarda, lo accese e ritirossi sulle scale di Santa Maria Maggiore per vederne l' effetto, ma sembrandogli che troppo tardasse l' operazione, sospettò che il fuoco si fosse spento, onde accostatosi alla finestra per osservare, scoppiò la mina con strepito tale, che fu udito nelle più lontane parti della città. La maggior parte del palazzo di Lippo rovinò. La colonna del Caccialupi, a cui era appoggiata la trave, cadde, e la ferriata della cantina del Ghisilieri si piantò nel muro del Caccialupi.

Rimasero sotto le ruine Lippo Ghisilieri, Gio. Pietro Lauri da Osimo, Gio. Battista da Bologna, e Simone da Parma sgherri di Lippo, come pure Biagio da Stuffione incendiario.

La mattina accorse infinito popolo per vedere tanto disastro. Il governatore, l'uditore del Turrone, e le guardie entrarono nelle case di Gio. Aldrovandi per vedere dalle finestre l' estrazione dei cadaveri. Il primo a scoprirsi fu quello di Lippo ignudo e involto nel suo Ietto, senza alcun mancamento, e solo avente un braccio sbozzato dalle ruine, di modo che fu creduto che morisse più per paura che per ferite.

Gli altri corpi furon trovati orribilmente mutilati.

Ercole di Pirro Cazzoni, altro bravo, fu trovato vivo nel suo letto, altri dicono in cantina, con poche ferite in un braccio, in una gamba, e in un fianco.

Il cadavere dell'incendiario fu trovato con un pugnale lungo alla bolognese, e per ordine del governatore fu trascinato al Mercato, ed ivi appeso ad una forca, ove restò per molto tempo insepolto.

Madonna Lucrezia l'amica di Lippo, e Margarita Romana donna di governo, con sette figliuoli, che erano in casa, assieme ad alcune serve e servitori, non patirono alcun danno per essere nelle stanze dall'altra parte della loggia e rimasero del tutto illese. La tavola che chiudeva la finestra fu. trovata nell' orto degli Aldrovandi.

Si sospettò che il colpo venisse da Cornelio del fu Annibale Bentivogli, ma il capitano Gramigna dichiarò esser sua la vendetta, perchè Lippo usava di tutti i mezzi per poterlo far uccidere. Essendo contumace gli fu messa la taglia di scudi 1000. Li 25 marzo 1548 si seppe che il detto Masino era stato appiccato in Piemonte per vari altri delitti.

1553, 5 agosto. Licenza degli Anziani a Cesare, Alessandro e Pirro fratelli pupilli, e figli del fu Lippo Ghisilieri, di vendere una loro casa sotto Santa Maria Maggiore, in parte rovinata, a Girolamo Ranuzzi, per L. 5000, che poi fu pagata L. 5200. Rogito Francesco Bartolomeo Fabri.

1557, 11 febbraio. Obbligazione del cav. Virgilio del fu Bonaparte Ghisilieri a favore di Girolamo Ranuzzi, di non impedire la pace a detto Girolamo, dagli eredi di Lippo Ghisilieri, rimasto ucciso con altri sotto le ruine della sua casa in Galliera. Rogito Leone Masini.

1557, 5 marzo. Vendita di Cesare e Alessandro del fu Lippo Ghisilieri, al conte Girolamo Ranuzzi, di una casa in Galliera sotto Santa Maria maggiore, per L. 5200. Rogito Giacomo Boccamazzi.

Questo ramo Ghisilieri terminò in Lippo iuniore di Alessandro, che lasciò erede il ramo di Gualengo che abitava da Sant'Arcangelo.

1583, 28 novembre. Compra Lodovico e Gio. Filippo fratelli, figli di Albizzo Duglioli, dal conte Girolamo Ranuzzi Manzoli, due case contigue con portico e guasto, sotto Santa Maria Maggiore in Galliera, idem una casa vecchia con stalla, per lire 36750. Rogito Tommaso Passarotti. Confina con Paolo Argellati, ossia Lorenzo Cattanei a mezzodì, la via di Galliera a occidente, e il vicolo Quartirolo a oriente.

1586, 12 aprile. Assoluzione del conte Girolamo Ranuzzi ai Fratelli Lodovico e Giovanni, figli di Albizzo Duglioli, del prezzo del palazzo ed annessi in Galliera, comprati per L. 36750. Rogito Tommaso Passarotti.

Gli acquirenti cominciarono il primo maggio 1593 a rinnovare la parte posteriore di questo stabile. Terminò la linea mascolina di Tolomeo Duglioli nel dottor in leggi Tolomeo di Lodovico Duglioli, morto li 15 marzo 1622, marito di Lucrezia Barberini morta d' anni 20, prima che il di lei zio Urbano VIII fosse assunto al pontificato. Instituì erede il marchese Cesare Giuseppe di Alessandro Marsili, figlio di Aurelia sua sorella, e perchè Camilla Cattani, figlia di Bianca di Albizzo Duglioli, pretese il fidecommesso di detto Albizzo ordinato nel 1598, vennero a transazione li 9 luglio 1640, rogito Gio. Ricci e Bartolomeo Cattani, in forza della quale il patrimonio Duglioli fu in gran parte fra loro diviso, e toccò al Marsigli questo palazzo, che poi fu abitato dagli eredi fino alla morte del marchese Agostino Filippo di Alessandro, morto li 19 dicembre 1791. L'eredità Marsigli Duglioli. passò ai conti Filippo e Antonio fratelli, figli di Carlo Marsili, abitanti in S. Mamolo, il primo dei quali vendette questo stabile per L. 31161, 25 d'Italia a Sebastiano Bologna, mercante di pannine di Schio, fatto cittadino di Bologna nel 1796.

Nel 1671 questo stabile fu stimato L. 38920.

Nel 1741 la casa dei Marsigli in Galliera confinava a levante la via dei Corighi, a mezzodì i fratelli Zanolini in parte, in parte colla via Monari, in parte col vicolo chiuso degli Angelelli e Marsigli, e in parte con due case dei Marsigli, a ponente con Galliera, e a settentrione colla via di Mezzo.