N.592,593 - Seminario Arcivescovile

Cartigli

Ex Seminario Arcivescovile

Il vasto edificio, che in parte comprende l'antico palazzo Fava, fu ammodernato nel 1751 per ordine di papa Benedetto XIV Lambertini, che lo destinò ad uso di seminario. Il portico fu aggiunto nel 1772 su disegno di Francesco Tadolini. Al piano terreno si trova una sala con affreschi della seconda metà del Cinquecento.

Indirizzo:

via Indipendenza, 8

Guidicini

Seminario Arcivescovile composto dei seguenti stabili:

1. Nell‘angolo con Galiera, e in confine dei Fava, vi era la casa dei Rustighelli con torre di piedi 17 in quadro la qual torre pretendevasi fabbricata da Francesco Rustighelli. Questa famiglia si dice orionda da Montasico, e venuta a Bologna del 1251; e pare estinta in Lodovico morto li 30 maggio 1610. Passò ai Dal Lino e Alessandro del senatore Gaspero la vendette li 6 ottobre 1567 a Giovanni Battista Scali discendente da Federico di Gerardo dottor di legge e lettore pubblico vivente del 1258 e di quel Federico di Morando Scala, che testò nel 1289 facendo il seguente legato. - Che delle rendite della sua possessione Tomba di Quarto, e del podere nel Comune di Marano sieno tenuti i padri di S. Michele in Bosco di dare ad ogni sacerdote della Città e del contado di Bologna, tante ostie per la consacrazione del Corpo di Cristo ogni anno, come pure tanto vino per la consacrazione del Sangue di Cristo, purchè non si dia più di una corba per ciascun sacerdote, e meno di mezza corba, così trovasi nel archivio di S. Giovanni in Monte. Li Scali terminarono nel canonico penitenziere Lodovico di Carlo morto li 20 novembre 1773, nel padre Giovanni Antonio Maria al secolo Giovanni Antonio di Carlo ministro degli infermi morto il 25 agosto 1777 e in Gaspare di Carlo sacerdote, poi padre Gioacchino del terz’ordine della Carità morto al primo febbraio 1773.

L’ eredità Scali passò ai conti Bezzi di Forlì in causa di Maria Cattarina di Carlo Scali moglie del conte Ippolito del fu conte Innocenzo Bezzi di Ravenna, ma questa casa li 12 febbraio 1746 fu venduta dai padri della Carità a nome del padre Gioacchino e del canonico Lodovico Scali alla Mensa Arcivescovile per lire 16106. 08, rogito Tommaso Lodi, dicendosi nell‘istrumento essere casa nobile sotto S. Pietro nella strada maestra che va da S.Pietro a quella di Galiera in confine di detta strada a levante, della casa già Ariosti ora del Seminario a mezzodì, di uno stradello comune ai Scala ed ai Fava di dietro a ponente e della via di Galiera a settentrione. La fronte di questa casa era di piedi 41 e nel fianco di Galiera sporgeva in fuori sotto il portico per piedi 4 once 6 la suindicata torre.

2. Veniva in seguito un vicoletto morto, largo in bocca piedi 8 e largo in fine piedi 6. once 6.

3. Passato il vicolo vi erano due case con tre botteghe vendute da Giacomo e Girolamo del fu Alessandro Dal Muto a Rinaldo del fu Giovanni Ariosti per lire 3700 rogito Nane Costa dei 4 aprile 1561. Si danno per poste sotto S. Andrea dei Piatesi in confine della via pubblica del compratore degli eredi di Giacomo Bucchi e di Francesco Rustighelli.

4. Dopo le case suddette cominciavano le antiche case degli Ariosti, famiglia conosciuta sotto il cognome di Riosto e de Ariosto nei pubblici atti del 1148 e fin d’ allora potente e domiciliata nel centro della Città in faccia a S. Pietro.

Del 1332 14 febbraio si trova la promessa di Nicolò e di altri degli Ariosti di non contravenire a certo laudo promulgato in occasione di alcune liti sopra uno stradello posto fra le case dei detti Ariosti, rogito Ventura.

Nel 1340 8 ottobre. Tommaso Nicolò e Princivalle fratelli e figli di Dinadano Ariosti dividono le loro case sotto S. Pietro, che erano estesissime.

1454 23 alaggio. Cristoforo di Rinaldo Ariosti comprò da Cristiano Francesco del fu Galeotto Bevilacqua da Verona abitante in Ferrara, e da Gherardo, Bonifazio e Galeotto suoi figli, ed eredi di Lucia del fu Bonifazio Ariosti loro madre una torre grande con terreno o cortile, e casa contigua a detta torre posta in capella S. Pietro e con strada S. Pietro vicino a detta chiesa in loco detto Pietrafitta; confina detto compratore, Pietrafitta; Maria vedova di Chilino da Argile e la via di S. Pietro. Rogito Michele Sanvenanzi.

Il suddetto Cristino Bevilacqua fu fatto cittadino di Bologna li 4 gennaio 1417; e il libro Fantacino fol. 281 dell‘Archivio Notarile dice che era chiamato degli Ariosti.

Dicesi che la torre degli Ariosti fosse eretta nel 1248, e che poi in parte rovinasse per il terremoto del 2 gennaio 1505. I suoi resti radano il portico attuale del Seminario quasi rimpetto alla porta piccola della Metropolitana dalla parte di via Altabella.

La sua grossezza da levante a ponente era di piedi 17. 6 e da mezzodì a settentrione 13. 6. Le case degli Ariosti avevano giardino della estensione di piedi 55.

1578 3 Marzo. Sotto questa data le case degli Ariosti dicesi confinassero coi Scala successori Rustighelli, e si aggiunge che erano rimpetto al passo sotto il portico di S. Pietro.

1624 11 Dicembre. Il Cardinale Lodovico Lodovici come amministratore della fabbrica di S. Pietro di Bologna comprò da Rinaldo, Attilio e Azzo fratelli e figli del fu Azzo Ariosti e da Lavinia del fu Rinaldo Ariosti vedova del dottor Ercole Pellegrini una casa con casette contigue e botteghe sotto dette case poste sotto S. Pietro e rimpetto a detta chiesa. Confinava il compratore successore Arrigoni, ed i Ghisilieri a mezzogiorno coi Castelli, e con certo stradello morto a ponente, altro vicolo morto fra gli Ariosti e i Scala, con i Fava a settentrione e la via di Galiera (via di S. Pietro) a levante, per L. 80000 rogito Fabrizio Felina. La fronte delle case degli Ariosti comprese quelle già del Dal Muto (N. 3) era di piedi 93 once 2.

Finalmente vi erano le case che del 1454 erano di Maria vedova di Chilino da Argile e del 1624 li 22 maggio di Tarsia, e Giovanna Arrigoni, e per esse vendute alla fabbrica di S. Pietro per lire 10287, rogito Fabrizio Felini. Confinavano le vie di Galiera, di Pietrafitta, un vicolo di dietro, e gli Ariosti.

Le case degli Ariosti, e delle Arrigoni furono comprate dalla Fabbrica di S. Pietro per essere atterrate, onde fare un piazzale d’ avanti la Cattedrale.

Nel 1630 l’Arcivescovo Cardinale Girolamo Colonna traslocò i Seminaristi nelle predette case già Ariosti, ed Arrigoni le quali li 1 agosto 1732 si acquistarono dal Seminario per lire 23420. 16, rogito Tommaso Lodi.

Li 10 maggio 1734 si cominciò la demolizione della parte anteriore dei suddetti stabili per allargare la strada e nel susseguente anno fu compita la facciata.

Li 26 luglio 1738 il Papa diede ordine al Tesoriere generale di Roma di somministrare all’Arcivescovo di Bologna Prospero Lambertini scudi 2000 per la fabbrica del Seminario.

Nel 1748 si aggrandì il Seminario colla casa dei Scala e anche di questa si atterrò il d’avanti portandola a linea della fabbrica fatta precedentemente lavoro che fu terminato li 25 settembre dello stesso anno. In questa circostanza fu distrutta la torre già dei Rustighelli.

La facciata del Seminario fu senza portico fino al 1772 quando l’Arcivescovo Cardinale Vincenzo Malvezzi, li 2 marzo penultimo giorno di Carnevale vi fece por mano sotto direzione dell’ architetto Francesco Tadolini.

I 23 archi che lo compongono e furon terminati li 12 dicembre 1772; poi il suddetto seminario aperto li 10 Giugno 1773 giorno del Corpus Domini.

Una specie di fondazione di Seminario in Bologna l’ abbiamo nella Instituzione fatta in agosto del 1478 da Monsignore Antonio Grassi canonico di S. Pietro di un Collegio per dieci chierici della Cattedrale, le cui costituzioni trovansi nell’ Archivio del Capitolo F. 15 N. 27.

Li 17 maggio 1567 il cardinale Gabrielle Paleotti pubblicò l’ editto d’erezione del Seminario, al quale assegnò mezza decima dei frutti della Mensa Vescovile, del capitolo di tutte le dignità, delle Prebende, delle Abbazie, dei Priorati, Monasteri, Commende, Ospitali, Fabbriche, Collegi e Confraternite.

Li 27 giugno 1568 di Domenica 23 alunni, e cinque sopranumerari Seminaristi furono condotti processionalmente alla casa che fu del Gozzadini in strada Castiglione nell’angolo di Cartolaria vecchia presso la casa e chiesa di S. Lucia. Questa casa fu presa a pigione ed al suo governo furono deputati i Canonici di S. Pietro D. Leonoro Leonori e D. Francesco Canobbio, D. Antonio Dolfi Decano di S. Petronio e D. Mercantonio Rossi Priore Commendatario Camaldolese.

Nella sua instituzione ebbe questo Collegio il titolo di Collegio dei Poveri di Cristo e in seguito di Seminario.

Li 25 gennaio 1569 il Seminario comprò dai conti Guido e Filippo fratelli Pepoli una casa grande con orto grande posta sotto la parrocchia di S. Lucia in strada Castiglione per scudi 2250 d’oro , e cioè quella stessa venduta ai Pepoli dai padri di S. Michele in Bosco per lo stesso prezzo quali eredi di Antonio da Budrio. Confinava Girolamo Beroaldi a levante, Matteo Zani e la via detta il Campo di S. Lucia a mezzodì, strada Castiglione a ponente , e Paolo Manfredini a settentrione rogito Annibale Rusticelli.

Li 16 maggio 1569 i seminaristi cominciarono ad intervenire alle processioni vestiti di pavonazzo.

1592 21 Giugno. L’ Arcivescovo nominò in amministratori del Seminario un canonico per lui eletto, altro canonico da eleggersi dal Capitolo, un sacerdote da lui nominato, ed un altro da eleggersi dal Clero.

1593 13 Marzo. Unione della Chiesa, e dell‘ Ospitale de’ SS. Giacomo, Filippo e Bovo fatta al Seminario per decreto del Vescovo Alfonso Paleotti.

1597 15 dicembre. Monsignor Alfonso Paleotti assegnò al Seminario due case sotto S. Nicolò degli Alberi, e cioè una grande con torre e l’ altra piccola N. 1708, 1709 nella via Carbonara e queste per abitazione del Collegio in luogo della casa grande in strada Castiglione. Rogito Girolamo Folchi.

Li 30 gennaio 1598 i seminaristi vi presero posto. Durante il tempo che il Collegio stette in strada Castiglione gli alunni furono instruiti dai Gesuiti passati questi nel nuovo locale vennero diretti da preti secolari.

Nel 1630 furono traslocati rimpetto alla Metropolitana e vi pagarono pigione fino al 1733.

1745 Benedetto XIV unì al Seminario i beni della casa, e collegio dei Cattecumeni sotto condizione di soddisfare ai pesi inerenti alla detta pia instituzione.

Li 27 giugno 1798 si volle dalle Autorità Dipartimentali che il Seminario si dicesse Collegio degli Uniti, e che dodici alunni scelti dall’Arcivescovo per servigio della Cattedrale vestissero l’abito da prete e gli altri alla francese; le quali ordinazioni furono eseguite li 30 del mese stesso.

Nel 1799 all’ arrivo delle armate tedesche in Bologna tutto fu restituito al primitivo sistema.

Nel 1800 trovandosi disestato nell’Ecconomico, il Collegio Seminario rimase chiuso per il corso di quasi un anno.

Nel 1806 furono restituite tutte le primitive consuetudini e discipline.