Spaderie, dal IV volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

Dal Mercato di Mezzo alla via degli Orefici.

La via delle Spaderie comincia nel Mercato di Mezzo e termina alla via degli Orefici.

Non è conosciuta l’ etimologia del nome assegnatogli da tempo antichissimo; è però probabile che sia stato originato dai fabbricatori e spacciatori di spade, pugnali e lancie, alabarde e armature che avevano botteghe in questa contrada.

Spaderie a destra cominciando dal Mercato di Mezzo.

N. 1290. Casa con bottega detta del cantone degli Elefanti le sue facciate a levante, e a mezzogiorno erano dipinte da Marco Zoppo e se ne vedevano gli avanzi anche nel 1820.

Nel 1573 era di Camillo Fantuzzi come rilevasi da un rogito di Camillo Bonasoni nel quale vien detto che trovasi sotto S. Michele del Mercato di Mezzo in confine a ostro della piazza Maggiore, a mattina della via delle Spaderie, a settentrione di Alessandro Cartari e a ponente di Giacomo Fava.

Passò in vigore di patti di francare a Teodoro e ad altri dei Triachini nel 1573, a Paolo Guidalotto nel 1594 alli 7 maggio rogito Annibale Poggioli e a Francesco Torelli del fu Giovanni Antonio Garganti, nel 1596 27 marzo a rogito Antonio Malisardi.

Il suddetto Camillo Elefantuzzi morl ab intestato, e la sua eredità passò per indivisa alle suore della Santa e di S. Leonardo, le quali assieme a Cesare, Ercole e Giacomo dei Torelli la vendettero a Giacomo Filippo e Giovanni Francesco Zacconi o Zagoni. Rogito Francesco Ferrari delli 6 settembre 1625. Ultimamente continuava ad essere dei Zagoni.

Il nome di Cantone degli Elefanti gli fu attribuito dalle armi Fantuzzi o in dipinto, o in rilievo apposte nelle facciate, o nell’ angolo di questo stabile. La sottoposta Speziaria o Drogheria si diceva degli Elefanti.

Spaderie a sinistra entrandovi per il Mercato di Mezzo.

Le case da questa parte hanno il loro ingresso nel vicolo morto del Mercato di mezzo detto Tosa Pecore ai numeri 1305 e 1306 meno quella al N. 1289, oggi appartenente al nostro concittadino bravo orefice Luigi Coltelli il quale ha potuto scoprire nel mentre che reducevala allo stato presente vestigia di una antica e grande officina da assicurarne ivi si fabbricassero spade armature e ciò per la condizione delle pareti e soffitte affumicate.

Ciò che conferma maggiormente in questa supposizione si è che la facciata fino all’anno 1840 epoca in cui cominciarono i restauri eseguiti dal sullodato ultimo proprietario portava traccie di dipinti a fresco rappresentanti emblemi di armi. scudi lunghesso le pareti dell’ officina stessa.