N.279,280 - Chiesa e convento dei PP. dei Servi di Maria

Cartigli

Basilica di Santa Maria dei Servi

Iniziata a partire dal 1345, fu ingrandita nel 1383 da Andrea da Faenza; il portico laterale è attribuito ad Antonio di Vincenzo (1392 c.). Nell'interno tavola della Maestà di Cimabue (1285 c.), affreschi di Vitale da Bologna; dipinti di Lippo di Dalmasio, Innocenzo da Imola, O. Samacchini, D. Calvaert, F. Albani, P. Faccini, A. Tiarini, G. M. Crespi, M. A. Franceschini, J. A. Calvi, U. Gandolfi e altar maggiore di G. A. Montorsoli (1561). In sacrestia tele del Mastelletta (1620-23) e sculture di A. G. Piò.

Indirizzo:

strada Maggiore, 43

Dalle Cose Notabili di Giuseppe Guidicini.

Chiesa e convento dei PP. dei Servi di Maria. Sigonio dice che Ottaviano II Ubaldini Vescovo di Bologna nel 1265 — Fratres Servos Sancte Mariae in Burgo S. Petronii collocavit — Questa Chiesa che ebbero allora i Serviti, e dove fabbricarono il loro primo convento era la chiesa di Santa Maria nel Borgo di S. Petronio, cioè nella strada detta S. Petronio Vecchio, non sapendosi che cosi s'intitolasse questo Borgo, poichè non vi è memoria che siavi stata una chiesa dedicata a S.Petronio. La Chiesa medesima era nel luogo ove poi vi era il portone delle carra di questi Padri i quali a poco a poco si dilatarono comprando casamenti che giunsero in Strada Maggiore ove fabbricarono la presente Chiesa. Questi frati ebbero i beni del monastero di Sant'Elena di Sacerno, e Schiatta Ubaldini Vescovo di Bologna nel 1297 gli concesse la chiesa di S. Ansano. Lo stesso Sigonio dice che nel 1327 fu fondato un convento di suore in Strada Maggiore presso la chiesa di S. Tommaso della Braina. La fondatrice di questo convento di suore convertite fu Misina Lambertini vedova di Rainerio Caccianemici, e zia della Beata Imelde. Nel libro dei Memoriali si legge: Nobili D. Misina (cioè Tommasina) quondam D. Lambertini Cattanei de Lambertinis uxor quondam Rainerii de Caccianemicis fuit inspirata extrahere de manibus Diabolorum et moltitudine peccatorum commissorum per multas peccatrices quae fuerunt in Domo Devotorum de Battutis (cioè Santa Maria della Vita)congregatae. Cercando un luogo per collocarle, il Consiglio assegnò loro una casa presso i Celestini, ove si radunavano gli scolari, purché questi ne fossero contenti, ed in caso contrario fu determinato che si cercasse altro luogo col consenso del rettore dei Battuti. Quest' atto è dei 14 dicembre 1324.

Il Melloni crede che il Consiglio stabilisse di collocarle in Santa Maria degli scolari in Borgo S. Mamolo Chiesa stata eretta due anni prima, circostanza che rende improbabile l'assegnazione del Consiglio di quel locale, e anzi potrebbesi sospettare che il luogo presso i Celestini ove radunavansi gli scolari fosse quello da loro usato prima della fondazione della Chiesa delle Grazie.

Gli scolari non vollero acconsentire, perciò si trova pochi giorni dopo nello stesso libro de' Memoriali, che comprarono una casa in Strada Maggiore da Tommaso Formaglini dott. di leggi vicino alla chiesa di S. Tommaso dove fondarono questo convento che nel 1326 era già fabbricato e si chiamava delle suore Repentite di Sant'Agostino.

Il Melloni racconta che in questo luogo vi fu un convento fabbricato nel 1200 che per la sua antichità era stato abbandonato, e dove Misina con varie compagne accompagnate dagli anziani si rinchiuse il 21 ottobre 1324. Pare improbabile che una fabbrica, che non contava che 124 anni d'esistenza fosse ridotta per l'antichità ad essere abbandonata.

Col tempo poi i Serviti comprarono la Chiesa, e il convento, e Sigonio scrive, che Beltramino Parravicini vescovo di Bologna il 1° novembre 1345 collocò li PP. Serviti nel nuovo Monastero vicino alla Chiesa di S. Tommaso.

Il primo contratto dei Serviti per dilattare il loro convento è del 1305 12 dicembre col quale comprarono da Tommasino detto Misino di Giuliano Marcigoni una casa con orto sotto S. Tommaso nella Via dei Magarotti. Confina la Via detta l'Androna a levante, e l'orto dei PP. da tre lati. Rogito Giovanni di Tommasino Benintendi, per L. 45.

1322 8 aprile. I PP. di Santa Margherita di Barbiano dell'ordine dei Serviti comprano da Pietro di Fatolfo di Galliana, e da Bellezza di Zaccaria Zaccari da Medicina due case una dopo l'altra sotto S. Tommaso di Strada Maggiore che furono altra volta di Brandoligi Foscardi. Confinano Ubaldino Schibezza, Rolando Rossi, e il Trivio dei Cartolari.

1322 20 novembre. I detti PP. di Santa Margherita di Barbiano comprano da Giacobina di Artemisio vedova di Matteo Seccadenari, e da Francesco di Bombologno Pegolotti due case con corte, e terreno annesso sino al ramo del l'acqua, e terreno che è di la di detto ramo verso la chiesa di Santa Maria dei Servi sotto S. Tommaso della Braina. Confina Giovanni Tibertini, la casa dei Mattioli, i terreni di S. Stefano posseduti dai cartolari. Rogito Zarlotto di Guido di Bonaparte. — N. B. Per i Mattioli si osservi il contratto del 1345.

S. Margherita di Barbiano posta fuori di Porta Castiglione nei contorni del predio detto "Loggetta" apparteneva ai Benedettini di Sacerno i quali a- vendo abbandonato quell'Abbazia del 1270, fu la detta Santa Margherita nel 1300 data ai Serviti di dove furono fatte sloggiare le poche monache che vi esistevano.

I nuovi possessori l'abbandonarono da poi continuando però a possedere l'oratorio i Serviti di S. Giuseppe in Val di Pietra quali successori dei suddetti Benedettini tanto di questa proprietà che di S. Giuseppe di Galliera.

1333 18 dicembre. I PP. comprano da Dino di Rolandino Formaglini una casa con terreno annesso, ed altri edifizi sotto S. Tommaso in Strada Maggiore di dietro al coro della Chiesa (vecchia di Santa Maria di Borgo San Petronio). Confina la Strada, ed altri beni dei compratori, per L. 650. Rogito Tommaso Maria Tranchedi.

1334 20 novembre. Compra dei suddetti da Corradino di Rolando Rossi, e da altri dei Rossi di una casa con corte, ed altra casa dopo la medesima posta in Strada Maggiore sotto S. Tommaso. Confina Ugolino di Rolandino, i compratori, e certo terreno di S. Stefano per L. 800. Rogito Ansaldino di Ugolino di Pellegrino.

1345. 28 ottobre. Taddeo Pepoli conservatore di Bologna concedeva ai Serviti un terreno in Strada Maggiore con obbligo di fare e di mantenere il portico quanto s'estende detto terreno verso detta Strada, il qual terreno consiste in un casamento sotto S. Tommaso in confine degli eredi di Ugolino Mattioli, degli eredi di Lappo Sassolini, e della Via predetta di larghezza pertiche quattro e di lunghezza 30. Item altro casamento in detta Strada pubblica largo piedi 20, lungo pertiche 30. Confine i PP. e il terreno di S. Stefano. Rogito Egidio Tabaldi.

1349 5 marzo. Compra dei frati dalle suore di Santa Maria Maddalena delle Vergini presso Bologna di una casa con terreno posto in Strada Maggiore sotto S. Tommaso. Confina la Via predetta i frati da due lati, e Dina Beccari, per L. 100. Rogito Bartolomeo di Pietro Codagnelli.

1361 5 dicembre la casa dei Sassolini fu comprata dai frati per L. 130. Rogito Bartolomeo Codagnelli — Vedi contratto del 1345.

1373 8 luglio. Andrea di Giovanni di Giacopino Raineri lascia L. 25 da convertirsi nella fabbrica della Chiesa dei Serviti.

1375 23 dicembre. Transazione nelle liti vertenti fra il rettore di S. Tommaso e i frati sopra la nuova fabbrica fatta della Chiesa di Santa Maria dei Servi in Strada Maggiore. Rogito Giovanni Monterenzoli — Dunque la Chiesa era già avanzata, se non finita.

1383 11 dicembre. Testamento di Gabriello di Bartolomeo Enrici di Pistoja fatto in Forli lascia al padre Andrea da Faenza priore generale dei Serviti ducati 50 d'oro ogni anno durante la di lui vita naturale, e più ducati 5,000 d'oro da distribuirsi secondo la mente del testatore, e dopo la morte di Misina di lui moglie L. 2,000 ai frati Serviti per la fabbrica dell'altar maggiore della loro Chiesa in Bologna.

1392 26 agosto. Donazione fatta dagli Anziani, e consoli del comune di Bologna ai frati di certo luogo, e terreno nell'angolo di Strada Maggiore e della Via dei Magarotti ad effetto di radrizzare il filo del loro portico che intende vano di fabbricare in volte di pietra con pillastri di macigno, ossia di marmo, quanto si estende la lunghezza della loro Chiesa e di fabbricarvi i murelli, che al presente sono distrutti. Rogito Righettino di Guido Francesco Bruni, e Guido da Manzolino.

1567 27 gennaio. Il Senato concede ai Padri un suolo largo pertiche 34 nella via Magarotti verso le case dei Cristiani. Rogito Annibale dall'Oro.

Pretendesi che non sia a caso l'alternativa del color rosso e bianco delle colonne e dei pezzi che coprono il murello del portico dei Servi, ma che ciò si facesse in omaggio di divisa della città di Bologna. Il sacrato avanti la porta principale della Chiesa, e quella del convento non aveva portico che a levante, e a settentrione, quando nel 1800 fu completato a mezzodì, e a ponente, e per fare questo lavoro fu atterrata una casa con bottega corrispondente al di dietro della chiesa di S. Tommaso la qual casa il 6 novembre 1492 fu venduta da Antonio e Cesare di Pasio Mascari alias Budrioli per L. 507 a Giovanni Tedesco, per il qual contratto furon pagate L. 23.8 di dazio delle carticelle.

La porta sotto il portico a mezzodì del detto sacrato era l' ingresso di un antico oratorio ove radunaronsi fino al 1404 i Battuti di Santa Maria dei Servi poi detti dell'ospitaletto di S. Biagio. Fu ribenedetto del 1820, e poco dopo di nuovo profanato. In questa posizione doveva essere il convento delle suore fondate da Misina Lambertini Caccianemici.

I Serviti dei conventi di S. Giorgio in via Poggiale di Bologna, e di San Giuseppe di Val di Pietra fuori di porta Saragozza furon uniti a quelli di Santa Maria dei Servi, poi tutti soppressi li 11 dicembre 1798. La parrocchia di San Tommaso fu traslocata nella chiesa dei Serviti. Il convento servì di caserma fino al 17 febbraio 1801 nel qual giorno diventò quartiere della Guardia Nazionale in luogo del convento di S. Francesco destinato a Dogana, e ad altri oggetti di finanza.

Li 18 ottobre 1806 fu concesso al corpo del genio, e la Guardia Nazionale ebbe in quartiere l'abbandonata Dogana di faccia le carceri. Ripristinato il governo pontificio nelle tre legazioni fu restituito il convento ai Serviti, e poi anche liberamente la Chiesa dividendo il circondario della parrocchia in due, e creandone due stabilite in Santa Catterina di Strada Maggiore, e in S. Vitale.

Monari: l'indicazione nel 1743 è Chiesa dei PP. di S.Maria dei Servi.

Pietro Lamo (Graticola di Bologna)

E poco più a mano sinistra si trova la chiesa di Santa Maria dei Servi, dov'è un bello portico di 28 archi, le di cui colonne sono lontane l'una dall'altra 16 piedi secondo la misura di Bologna, e tutta la chiesa è di buona architettura secondo l' ordine tedesco. Dentro in detta chiesa vi è un quadro da altare, in cui vi è un'Annunziata bella, con Dio Padre, ed angioli di mano di Innocenzo da Imola fatta a olio bella, e la fece fare Alberto Bolognetti con tre storielle nel Peduccio; e nella muraglia un S.Francesco da una banda, e dall'altra un S.Giovanni Battista, e di sopra vi è una musica d'angioli dipinti a fresco per mano di Bartolomeo Bagnacavallo gran pratico, a fresco, e a olio; e all'altare maggiore il Padre Frà Angelo Montorsolo Fiorentino ha fatto di scultura un bel partimento di marmo ornato di vari colori di pietre a guisa di piramide accomodata con varie figure di marmo molto lodevoli. E sopra la porta appresso la sagristia è una sepoltura in cui è sepolto messer Gio. Giacomo Grati senatore Bolognese, dov'e una mezza statua di suo ritratto di marmo fatto di mano di Teodosio scultore bolognese; e dalla porta della chiesa all'uscir fuora sulla strada maestra vi è una sepoltura dov'è sepolto messer Lodovico Gozzadini senatore Bolognese, dove sono molte figure di terra cotta di marmo finto di mano di Gio. da Volterra scultore, cosa lodevole, e il dipinto è di mano di Pellegrino Bolognese, e di Giovanni Miruoli nel principio di quel loro credito, che sempre più hanno acquistato, com' è palese.

Questa immagine (da cartolina) è anteriore al 1905. Da notare i rinforzi in mattoni (a sinistra) agli archi del quadriportico. Il colonnato del quadriportico è spesso stato soggetto a crolli e rischi di crollo causati dalla eccessiva distanza tra una colonna e l'altra e dalla esilità delle colonne stesse.