N.523 - Palazzo Dondini

Cartigli

Palazzo Dondini

L'edificio fu eretto su progetto di Alfonso Torreggiani; la facciata era compiuta nel 1753. Circa vent'anni dopo venne costruita la scala su disegno di Giangiacomo Dotti, con statue di Antonio Schiassi e affreschi di Pietro Fabri. Il giardino sopraelevato verso la piazza era in origine una "cavallerizza", costruita nel 1612 da Pietro Fiorini.

Indirizzo:

via Barberia, 23

Guidicini

Palazzo già dei Zambeccari. Nicolò del fu Bartolomeo, Nicolò di Petruzzo di Cambio di Giovanni, compra li 27 agosto 1391 da Andrea del fu Antonio Galuzzi una casa grande, nobile, con cortile, ecc. chiamata la casa merlata, e più quattro casette annesse a detta casa grande sotto S. Barbaziano, in confine della via pubblica da due lati, della Salegata detta dei Frati Minori, per L. 500. Rogito Basotti Argile.

1394 li 30 giugno. Il dottor insigne Bernardino del fu Carlo o Chirolo di Egidio di Gio. Zambeccari compra dal suddetto Nicolò la casa merlata non comprese le quattro case per L. 450. Rogito Guiduzzo da Monteveglio.

1402 li 1 ottobre. Belda del fu Simone Cavazzi, moglie di Zambeccari, compra da Bernardino del fu Chirolo Zambeccari la suddetta casa merlata posta sotto S. Barbaziano in confine della via pubblica da due Iati, e da uno della Salegata dei Frati Minori presso Silvestro Tasilli e Fuzzo Pollicini per L. 500. Rogito Gio. Magori.

1577 li 12 gennaio. Pietro Solevati compra da Flaminio Zambeccari una casa nell'angolo della Salegata di S. Francesco e della strada che guida a S. Barbaziano per L. 600, col patto di francare, rogito Nanni Sassi, lo che si produce per provare come la casa grande non arrivava fino alla Salegata.

1579 li 29 marzo. Il senatore Emilio del fu Paolo di Pellegrino, di Paolo, di Nicolò Zambeccari, compra, a comodo di Ottaviano di lui figlio naturale, da Flaminio del fu senatore Giacomo di Bartolomeo di Giacomo del dott. Cambio del famoso Carlo Zambeccari un palazzo con orto e due casette contigue verso la Salegata di S. Francesco con botteghe al di sotto della via Barbaria, fino ai confini degli Aimerici, poste nella parrocchia di S. Barbaziano, in confine alla Salegata medesima, e rispetto alle casette, al vicolo Rocca Merlata, agli Aimerici ed altra casa in via Barbaria sotto la stessa parrocchia. Altra casa di Domenico Flaminio, ma in controversia col rettore del benefizio di S. Pellegrino in confine di Gio. Manzi di Ercole Cattani. Altre due casette una delle quali ad uso di stalla in Rocca Merlata in confine dei Battagliuzzi, degli Aimerici, di detto Cattani, e tutto per Sc. 5000 d'oro da baiocchi 83. Rogito Emilio Roffeni. Queste discendenze si sono portate a tante generazioni addietro per dimostrare che le due famiglie Zambeccari non erano probabilmente nemmeno agnate.

1581 li 28 giugno. Licenza al senatore Emilio Zambeccari, acquirente della casa di Flaminio Zambeccari situata a capo della Salegata di S. Francesco, di un suolo largo piedi 26, lungo oncie 8 che è suolo pubblico, e cioè dall'angolo di detta casa fino all'angolo del muro dei Fasanini, non ha molto costrutto verso settentrione in larghezza piedi 40 oncie 8, e che dentro detta linea possa fabbricar un portico largo almeno piedi 10. E nel 15 settembre dello stesso anno la stessa licenza viene accordata a Gio. Battista e fratelli Merici, o Aimerici in confine dei Zambeccari.

1584 li 5 marzo. Vendita di Emilio del fu Paolo Zambeccari a mons. Fabio Mirto, governatore di Bologna in nome di Gregorio XIII, di un palazzo con due casette, la stalla, più piedi 20 in larghezza e piedi 84 in lunghezza di terreno donato dal Senato a detto Emilio come da rogito di Gio. Galeazzo Zambeccari di Lodovico Zambeccari segretario maggiore di reggimento (Questo Galeazzo era della famiglia di Carlo, ed in lui terminò un ramo dei Zambeccari) i quali beni furono comprati da esso Mirto per Sc. 6000 da soldi 85. Rogito Carlo Garelli. Il detto terreno donato dal Senato è quello su cui fu poi edificata la cavallerizza.

1586 li 21 gennaio. Licenza a Francesco Dall'Olio che nella sua casa vicina al Torresotto di S. Francesco possa fare il portico a retta linea, come fu accordato al cav. Emilio Zambeccari li 28 giugno 1581 e ad altri colla riserva che a sue spese e davanti a detto portico regoli la Salegata di S. Francesco.

1587 li 14 marzo. Flaminio del fu Giacomo compra dal Card. Enrico Gaetani, Legato di Bologna, e deputato di Sisto V, il palazzo della Salegata per Sc. 6000 d'oro da soldi 85. Rogito Alessandro Silvestri e Cesare, Furlani. Questo palazzo ritornò alli discendenti di Carlo, ancorchè per memorie s'accenni che Sisto V l'avesse assegnato al Collegio Montalto.

1593 li 21 agosto. Memoriale al Senato di Lepido figlio naturale di Pompeo Zambeccari e nipote del predetto Flaminio per occupare suolo per la fabbrica del suo palazzo nella Salegata di S. Francesco.

1636 li 13 gennaio. Compra Marcantonio Benzi ed il cav. Lucca delli Nobili veneti da Marcantonio del fu Lepido Zambeccari, una casa grande sotto S. Barbaziano in Barbaria. Confina il vicolo Rocca Merlata a levante, la strada di Barbaria a mezzodì, Coradino Dalle Balle a settentrione, e Vincenzo Merighi a ponente, per Sc. 7000 da L. 4 per scudo. Rogito Stanislao Barilli, e qui è da avvertire che per altri documenti si sospetta che a settentrione debba dirsi gli Aimerici, e a ponente i Dalle Balle.

1660 li 30 luglio. Nell'inventario dell'eredità del marchese Gio. Maria Barbieri Fontana si trova che egli possedeva una casa grande sotto S. Barbaziano in Barbaria, in confine con Marcantonio Zambeccari dal lato di mattina, con via Barbaria a mezzodì, colla Salegata di S. Francesco a sera, ed il maneggio dei cavalli a settentrione. Pare che questa fosse la casa già Dalle Balle. 1672 li 31 ottobre. Compra alla subasta della contessa Camilla del fu Marcantonio di Lepido Zambeccari, moglie del conte fu Matteo Fibbia, a pregiudizio del marchese Costanzo di Camillo Zambeccari, del palazzo da S. Francesco per Sc. 24200, 12, prezzo che viene rilasciato a detta Camilla per i suoi crediti contro i conti Lepido e Marcantonio Zambeccari, e per la dote di Sulpizia Ghisilieri di lei madre. Rogito Scipione Ucelli.

Questo ramo Zambeccari, discendente dal rinomatissimo dott. Carlo di Cambio morto di peste in S. Michele in Bosco la domenica 28 ottobre, o com' altri dicono, 9 settembre 1399, terminò con Mercantonio di Lepido, la cui unica figlia Camilla fu moglie di Paolo Zani, poi del conte Francesco Tarlato Pepoli, e per ultimo del senatore Matteo Fibbia, dal quale ebbe Sulpizia moglie di Rodolfo Bontìglioli. Sopra la porta di questa casa erano scolpite le seguenti parole: "Vera domus Zambecariorum", e nell'angolo della facciata verso strada S.Isaia : "Aedes Agnationis Caroli et Bartholomei Zambeccari senatorum a vetustissima origine Cambi viri illustri descendentium. Nunc dominus Lepidus cum filiis unicus est superstes 1595".

1674 li 10 novembre. È assegnata in dote alla contessa Sulpizia, figlia del conte senatore Matteo Fibbia, moglie di Rodolfo Floriano di Enea Bonfioli Principi, alias dal Medico, la casa con stalla sotto S. Barbaziano, in capo la Salegata di S. Francesco per L. 30000. Rogito Francesco Arrighi.

1707 li 30 luglio. Compra di Paolo Domenico di Guglielmo Dondini dalla contessa Sulpizia del senatore Matteo Fibbia, vedova del conte Ridolfo, di Floriano Bonfìglioli, del palazzo sotto S. Barbaziano in confine del Maneggio e Cavalerizza, e delle tre strade per L. 28000. Rogito Lucca Fagottini.

1742 li 1 dicembre. Facoltà a Guglielmo Gaetano Dondini di occupare il portico con colonne di legno presso la Salegata di S. Francesco, il qual portico di piedi 163 serve a di lui comodo, e di pagare L. 174, 10, più cedere piedi 65 di suolo al pubblico. rincontro la via di S. Isaia e sull'angolo della detta Salegata. Il Dondini riformò ed abbellì questo edifizio nel 1753 con moderna architettura.

1756 li 25 aprile. Concessione a Guglielmo Gaetano Dondini Ghiselli di costruire un muro e di unirlo all' altro meridionale presso la Cavalerizza, e più il corridore per vedervi gli esercizi. Il detto Guglielmo fece la facciata e rimodernò l'interno nel 1751. Fu poi comprato dal Card. Rusconi Vescovo d'Imola, il quale coll' acquisto di gran parti della Cavalerizza confinante, ha aggiunto un giardinetto verso set'entrione.