Gerusalemme (Via)

Via Gerusalemme.

Da Strada Maggiore a via Santa.

Quartiere Santo Stefano.

Prima documentazione dell'odonimo: 1692 (Gierusaleme).

Questa via fu chiamata via Santa dallo Zanti e dal Banchieri, mentre l'Alidosi e l'Aretusi la chiamarono Bettania. Gerusalemme invece era usato da tutti questi autori per l'attuale via Santa.

Lo scambio di nome tra le due vie fu fatto dal Mitelli nel 1692 che chiamò Gierusaleme la nostra via.

Il Taruffi nel 1738 confermò Gerusalemme per questa via, ma introdusse Betlemme per l'attuale via Santa.

Evidentemente però il nome più consueto era Via Santa, perché così venne indicata nella pianta del Monari e soprattutto nella Tontina Mista, che, essendo associata ad un progetto per l'illuminazione di Bologna, doveva necessariamente riportare i nomi delle vie in maniera chiara e senza ambiguità.

L'errore del Mitelli fu però ufficializzato con le lapidette del 1801, confermato come via Gerusalemme nella riforma toponomastica del 1873-78 e come tale arrivò a noi.

Il Guidicini (II, 231) affermò che il nome vero della nostra via era Bettania, come riportato da Alidosi ed Aretusi, ma non documentò questa affermazione, il che ci lascia supporre che egli abbia attinto proprio da queste fonti.

L'Alidosi (pagg. 12 e 30) affermò che questa via era chiamata in antichità Via Salaria, odonimo di incerta origine e addirittura reputato un errore dal Fanti (I, 399).

Lo scambio di nome tra due vie fu fenomeno tutt'altro che raro in assenza di odonomastica ufficiale.

Via Santa perchè porta ad un importante luogo di culto (come il caso di via Santa di San Domenico, vedi via Rolandino). Si veda in ogni caso la scheda di via Santa.

Il gruppo stefaniano era noto in antichità coma Sancta Ierusalem, in quanto fu costruito, integrando templi preesesitenti, cercando di replicare il Santo Sepolcro di Gerusalemme. Da ciò è evidente che l'origine dell'odonimo Gerusalemme sia nella Sancta Ierusalem a cui la via portava.

Per quanto riguarda Bettania, il riferimento a Betania, località vicino a Gerusalemme e ripetuta più volte nei Vangeli (La resurrezione di Lazzaro avvenne a Betania) fatto dal Pietra (241) sembra ipotesi credibile, malgrado lo scarso enturiasmo dimostrato dal Fanti (I, 399). Così come c'era il Monte Oliveto (San Giovanni in Monte), la Valle di Giosafat (nella confluenza tra via Farini e via Santo Stefano) ed anche la Betlemme del Taruffi, come abbiamo visto sopra, una Betania nei paraggi appare assolutamente credibile.

Fonti citate in questo articolo.

Zanti: Nomi, et cognomi di tutte le strade, contrade, et borghi di Bologna, di Giovanni Zanti pubblicato nel 1583.

Banchieri: Origine Delle Porte, Strade, Borghi Contrade, Vie, Viazzoli, Piazzole, Salicate, Piazze, e Trebbi dell'Illustrissima Città di Bologna con i loro Nomi, Pronomi, e Cognomi, di Camillo Scaligeri della Fratta (pseudonimo di Adriano Banchieri), pubblicato da Clemente Ferroni nel 1635.

Aretusi: Origine di Bologna. Pianta di Bologna di Costantino Aretusi, pubblicata nel 1636.

Mitelli: Bologna in pianta, città del Papa, famosa pianta di Agostino Mitelli, pubblicata nel 1692.

Taruffi: Antica fondazione della città di Bologna degnissima madre di studj, di Gianandrea Taruffi, pubblicato nel 1738.

Salaroli: Origine di tutte le strade sotterranei e luoghi riguardevoli della città di Bologna di Ciro Lasarolla (Pseudonimo di Carlo Salaroli), pubblicato nel 1743.

Monari: Città di Bologna posta in pianta in esatta misura con la distinzione de portici che sono in essa, Pianta di Gregorio Monari, pubblicata nel 1745.

Tontina Mista: Tontina Mista ossia progetto per illuminare la città di Bologna, pubblicato a Bologna dal Sassi successore del Benacci, 1762

Guidicini: Cose Notabili della Città di Bologna ossia Storia Cronologica de' suoi stabili sacri, pubblici e privati, di Giuseppe Guidicini (scritto prima del 1837, ma pubblicato nel 1868).

Pietra: Origine dei nomi delle strade piazze porte in Bologna, di Giulio Cesare Pietra Comune di Bologna editore, pubblicato nel 1933.

Fanti: Le Vie di Bologna. Saggio di Toponomastica Storica, di Mario Fanti, Istituto per la Storia di Bologna, 2000.