Montagnola (Piazza della)

Denominazione moderna (2015): Piazza VIII Agosto e Parco della Montagnola.

Cartigli

Giardino della Montagnola

E’ il più antico giardino cittadino, da secoli luogo di passeggio e teatro di manifestazioni, giochi, gare sportive. A partire dal 1662 l’area, sopraelevata rispetto a quelle circostanti perché dal medioevo deputata all’accumulo di macerie e rifiuti, venne destinata a uso pubblico: in parte occupata da orti e colture di gelso, per il resto era dotata di ampi viali e di un piazzale centrale a disposizione dei visitatori. Il disegno attuale risale ai primi anni dell’800, quando per espressa volontà di Napoleone venne ripensato da G. B. Martinetti secondo geometrie ispirate ai giardini alla francese. Nel 1896 la Montagnola fu arricchita con la grande scalinata monumentale che guarda verso la vecchia porta e i ruderi dell’antica fortezza di Galliera. Più tardi al centro del giardino venne sistemata la vasca circolare, impreziosita da gruppi scultorei di Diego Sarti, che era stata creata per i Giardini Margherita al tempo dell’Esposizione Emiliana (1888). Fra gli alberi del giardino, che ha una superficie di 6 ettari, risaltano le grandi chiome di alcuni platani monumentali, il cui impianto è di epoca napoleonica.

Indirizzo:

Quartiere San Vitale

Guidicini

L'antico Campo Magno , ora detto Montagnola era circoscritto a levante, dal torrente Avesa, a mezzodì dal secondo circondario delle Mura della città, dove poi lungo il medesimo fu aperto il canale dei Mulini, a ponente dal Borgo di Galiera, e a settentrione dalle mura del terzo circondario.

Posti i detti confini , ognun vede che sopra il terreno del Campo Magno si sono formate le seguenti strade:

Da Levante a Ponente.

Parte della via delle Moline.

La via Imperiale.

La via dei Falegnami , o Falegnametti.

Il Borgo di S. Giuseppe.

Vicolo di S. Benedetto.

Buco del Gatto.

Borgo S. Andrea.

Da Mezzodì a Settentrione.

Cul di Lucca , e Agocchie.

Berlina.

Via Gini.

Via della Maddalena.

Casette di S. Benedetto.

Più il Canale di Reno.

Ciò che resta oggìdi dell'antico Campo è la Piazza del Mercato, detta anche Piazza d'Armi, che è la parte piana verso mezzogiorno, e la Montagnola, che è la parte elevata verso settentrione.

Il Consiglio di Credenza comprò nel 1219 un terreno coltivato, e piantato. d' albori in questa situazione per fare il Campo del Mercato. La formola di lettere praticata dal detto Consiglio era: Consilium Credentiae Bononiae et Junta Consilii et Ministrales Artium , et Societatum , et Contractarum ad sonum Campanae , et per Nuncios eos per Civitatem clamantes congregarunt. La fiera delle bestie grosse si teneva a quei giorni fuori della Porta del Pradello di là del fiume Reno, e cioè a S. Maria di Reno, e sembra che circa a quei tempi si tenesse un mercato nel piazzale, e nei contorni del serraglio di Galiera e cioè dov'è oggidì la Chiesa e l' Orfanotrofio di S. Bartolomeo di Reno.

Nel 1251 fu decretato che ogni sabato del mese d'agosto si tenesse una fiera di bestie grosse presso Porta Govesa, e Govona, e il canale di Reno. La Porta Govesa è il voltone chiamato del Mercato, detto ancora voltone dei Piella.

Nel 1294 secondo un rogito di Pietro di Guglielmo furono posti i termini al Campo del Mercato ad instanza del Comune. Si trova che Romeo Pepoli pagò il 2 luglio 1295, lire 20 a Guglielmo pescatore per saldo di 2000 pesci forniti alla Pescarla ( Peschiera ) del Pepoli posta presso il Castello della Strada di Galiera. rogito Alberghetto Vandoli. Si ignora a qual Castello intenda riferire quel rogito, mentre il primo Castello di Galiera fu fatto dal Papa nel 1339, e Romeo di Gera Pepoli era morto del 1323.

Nel 1390 il Comune concesse una Fiera franca, esente da qualunque dazio eccettuato quello del sale da tenersi nel Campo del Mercato otto giorni prima ed altrettanti dopo la festa di S. Petronio. Si costruiva di legno una residenza per i due Giudici Deputati dal Podestà a giudicare sulle controversie in materia di contrattazioni, e di legno pure si costruiva un numero di botteghe proporzionato al concorso dei mercanti. Quando nel 1404 fu trasportata nel Campo del Mercato, la croce che era nella piazza Maggiore Nuova dove fu già la Chiesa di S. Maria dei Rustigani, si cominciò a celebrarvi giornalmente più messe in tempo di fiera, durante la quale era vietato il tener aperta qualunque bottega in Città all'eccezione di quelle sulla Piazza di S.Stefano ove si spacciava cera, che li devoti di S. Petronio facevano ardere davanti al suo sepolcro.

Ruderi del Castello di Galliera

Li rottami dei Castelli predetti alzarono il piano dell' antico Campo Magno, dalla parte di settentrione, per cui volgarmente cominciò a dirsi Montagnola, mentre la parte di mezzodì verso la Città prese quello di Foro Boario, di Piazza del Mercato e di Piazza d' Armi.

Li 5 marzo 1571 Angelo Pandino ottenne dal Senato di seminare la Montagnola, ma fu revocato il permesso li 6 agosto 1572.

Li 29 agosto 1570 fu ordinato di riformare, di accomodare e di piantare il Monte del Foro Boario.

Li 18 agosto 1583 fu decretato, che per quadrare la Montagnola, e per collocare la terra che si scava per far le cantine, si comprasse da Francesco del fu Andrea Bertolelli Leoni una pezza di terra aderente a detto Mercato che fu pagata L. 4000 come da rogito di Tommaso Barberi dei 2 settembre 1583. Si nominava un Custode della Montagnola con annue L. 40 di stipendio.

Gli Assunti dell'Ospedale della Vita diedero supplica al Senato li 16 luglio 1586 per aver suolo sul mercato dietro alle case del Ballerini per fabbricare un nuovo Ospedale. Le case del Ballerini erano nella via Imperiale onde si pretendeva di far l'Ospedale sulla Montagnola all'esposizione del settentrione.

1587 Settembre. Guidobaldo Ferrabosco chiese licenza al Senato di costruire un molino a vento nel Mercato, e li 23 gennaio 1588 Carlo Sega presentò al Senato una relazione sopra il molino predetto fabbricato dal Ferrabosco.

La disposizione data nel 1583 di portar la terra nella Montagnola fu in seguito estesa ancora per i rottami delle fabbriche, per cui si formò una prominenza, dalla quale godevasi il prospetto della Città e delle colline che la contornano.

Nel 1662 fu regolarizzata nel suo pendio, ornata di Mori Gelsi in simetrica piantaggione, e praticalo un largo stradone nel mezzo che cominciava dalla Piazza d'Armi, e terminava ad un Piazzale Circolare contornato d' olmi da vetta dove nel 1757 si costrussero sette gran sedili di pietra, tre dei quali con appoggio, e gli altri senza, capaci tutti a contenere 196 persone comodamente sedute. Nel 1800 fu ribassata non poco la Montagnola servendosi della terra per ampliarla a levante, e a ponente colta dai Cimiteri della Vita, e della Morte, e dall'orto, o prato del Convento di S. Benedetto. Con questa ampliazione si potè rendere perfettamente circolare il centro della passeggiata tante per le carrozze che per i pedoni. Il Governo assegnò per il suddetto lavoro , per le piantaggioni, e per le opere murarie la tenuta della Samoggia già spettante al Collegio Montalto, o il suo equivalente, che nel 1796 fu valutata L. 213215 di Bologna.

La Piazza del mercaio fu destinata da Alessandro Papa VII con suo decreto dei 14 luglio 1656 ad un settimanale mercato franco per bestie a unghie intere. In memoria di questa sovrana concessione il Senato fece erigere nel 1658 sulla piazza stessa una colonna d' ordine Dorico elevata sopra un piedistallo poggiante sopra sette gradini coronata da completa cornice sormontata da un gruppo di monti e da una stella allusivi allo stemma gentilizio della famiglia del Pontefice. A mezzanotte del 10 agosto 1805 questo elegante monumento fu demolito. Dalla parte di ponente della predetta piazza vi fu già il Gioco del Pallone al quale serviva di muro d'appoggio quello delle case dal N. 2128 al 2132 inclusive. In quest' Arena il famoso giocatore Cassiano diede saggio della sua celebrità nel 1683. Per le fatte innovazioni nel 1800 fu riempita l' area dell' antico Gioco del Pallone e messa al livello della piazza presente.

Particolari tratti dal Catasto Gregoriano (1835) della città di Bologna, messo a disposizione dall'Archivio di Stato di Roma con il progetto "Imago II".

Montagnola a destra entrandovi per la via Gini.

Questo lato della Montagnola per piedi 238 sotto li 28 aprile 1562 apparteneva a Michele de Laude Pellizzaro, a Lodovico Dalla Valle , a Bernardino del Chiergo, a Stefano Frangino, ad Antonio Cavrenzano , e a Bonifacio Serli li quali ottennero di poter fare il portico davanti le loro case largo piedi 10 con colonne di pietra nel Foro Boario dalla parte delle moline servendosi anche di suolo pubblico.

Si passa il vicolo detto Buco del Gatto.

N.2116 - Resti della Chiesa di S.Giovanni Decollato.

Montagnola a sinistra entrandovi per la via Maddalena.

I stabili da questa parte sono segnati dal N. 2132 al 2117 sull'angolo del vicolo S. Benedetto. Li 25 maggio 1587 era poco che vi si erano fabbricate circa 20 case da Silvestro di S Agata mastro di legname, da Lorenzo Mondini , dal dott. Orazio Bombelli, dagli eredi di Giovanni Rusticelli , da quelli di Ercole Bonacossa da Bartolomeo Ghelli, da Agostino Bandini, e da altri. Atti dell'ornato.

La scalinata che discende al vicolo di S. Benedetto è una prova dell' alzamento dato al Campo del mercato, per rendere equabile la linea dell'ascesa dalla Piazza d' Armi al punto della Montagnola.

Montagnola di fronte, ossia in faccia al Mercato fra Ia via Gini, e della Maddalena.

Questo lato della piazza d'Armi o Montagnola ha li numeri dal 2074 al 2082.

Li 9 agosto 1513 fu concesso dal pubblico certo suolo vacuo, e terreno nel campo del mercato verso Galiera, e verso S. Giovanni Battista del Mercato presso la casa di Giovanni Antonio Sordi della Pieve nella capella di S. Tommaso del Mercato, dove si monda il grano, a Domenico di Giovanni Mantovani da Reggio, a Giovanni di Lodovico Filippini da S. Giovanni in Persiceto, Battista di mastro Manfredo vassellaro da Bologna, e a Francesco del fu Antonio de' Foiani da Formigine (vedi via Gini) per il prezzo di Ducati 100 larghi.

Li 28 marzo 1517. Il pubblico donò ad Alberto Albergati tutto il suolo, che è nella piazza del Mercato presso la casa fabbricata da Domenico Mantovani da Reggio, da Giovanni Filippini di S. Giovanni in Persiceto, da Battista di mastro Manfredo calzolaio, e da Francesco del fu Andrea da Friano vassellaro, non che tutto il portico fino alla Chiesa di S. Giuseppe (poi della Maddalena) e cioè al monastero e case dei frati (Serviti) a condizione che si fabbrichino sopra detto terreno case decenti per ornamento, e decoro della Città, facendovi delle strade larghe, ed uguali a quelle che corrispondono in detto Campo del Mercato.

Aggiunte

(*) Luigi Zamboni, Giovanni Battista De Rolandis

Il lato orientale di piazza della Montagnola, o Campo de Mercato o Piazza d'Armi, poi Piazza 8 Agosto. Le basse casette sono state sostituite dalla mole del palazzo dei Telefoni di Stato.

Piazza della Montagnola, dal III volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani