Dall'angolo del portico sulla seliciata di San Francesco fino al portico di San Rocco.
Pradello o Pratello, strada che comincia dalla Seliciata di San Francesco e che termina alle mura della città fra porta Sant’ Isaia e porta S.Felice.
La sua lunghezza è di pertiche 169 e piedi 7 e di superficie 325 e piedi 19. 2.
L’ antico, e vero suo nome, è Borgo Peradello diminutivo di Pero. Un rogito di Giacomino dalle Torri dei 27 marzo 1290 fa menzione di un F.Odoardo di Borgo Peradello. Nel 1567 continuavasi a dire Borgo del Peratello.
Nel 1256 si pubblicavano i bandi davanti la casa di Bonmercato ed allo sbocco dell’Androna che va in Borgo S. Felice, e nel 1289 avanti il capo della contrada di Predalata, avanti la casa di M. Erluserio Marzalogli, e innanzi, o sopra il Trebbo dei Guastavillani.
Nel 1568 fu assegnato alle meretrici la parte della via del Pradello che dal Borgo Nuovo conduceva fino alla mura, al Borgo predetto e alla vicina via di Santa Croce.
Per questa contrada fu inalveato il primo canale di Reno introdotto in città.
Via del Pratello a destra cominciando dalla Seliciata di San Francesco terminando alle Mura della Città.
N. 1100. Parte posteriore della casa dei Calvi. Apparteneva nel 1588 ai Sighicelli, rogito Carlo Manzolini.
Nell’ inventario dell’ eredità di Alberto di Leonardo fatto da Diamante o Doratea sua figlia, a rogito di Nicolò Calvi il 28 marzo 1629, si descrive questa casa per grande posta nel Pratello sotto S. Lorenzo a Porta Stiera in confine dei beni dell’ ospitale di S. Francesco e di un’ altra casetta che confinava coi Bosilli. La prima valutata L. 15,000 e la seconda L. 6,000.
N. 1099. Casa dei Giraldini donata da D. Agostino Giraldini il 4 marzo 1588 a Nicolò suo figlio leggittimato. È detto trovarsi nel Pratello in confine dei Sighicelli a oriente, dei Monteceneri a sera, della strada a mezzodì, e di certa casa di Bartolomeo Dondini di dietro. Rogito Carl’ Antonio Manzolini e Ferrante Gargiaria.
Nel 1715 era di Angelo Bianconcini.
N. 1098. Casa dei Monteceneri nel 1588. Ultimamente era dei Paselli.
N. 1097. Casa dei Conforti composta di diversi piccoli stabili che dalla parte del Pratello appartenevano a Balda d‘Enrighetto Sarmasi vedova di Prendiparte Azzi, a Giacomo d’ Alberto Calderari, a Giuliano di Giovanni da Cento, e dalla parte di strada S. Felice a Rainerio detto Ghidino di Giacomo d’ Andrea dalla Zocca.
Bartolomeo di Melchiorre Conforti li acquistò dal 1313 al 1340 e ne formò una casa sola con sortita in strada S. Felice. Questo Bartolomeo era soprastante all‘uffizio delle spie e ciò risulta da un atto del capitano e degli Anziani Consoli del 23 marzo 1334 a rogito di Bartolomeo d’ Andrea, col quale gli ordinano di pagare ad Ugolino di Domenico e a Pietro d’ Ugolino L. 5 per dovutagli mercede di spionaggio. La famiglia Conforti fu padrona del Castello di Confortino e del Castello del Bò.
Nicolò del fu Bartolomeo Zambeccari comprò da Giovanni del fu Gherardo Conforti un castello o fortino con fosse, pallifìcate, torre, rastelli e terreno intorno a detto castello nella contrada di Castel del Bue, intorno, e vicino al fiume Samoggia con altri beni al Martignone per L. 4,300, rogito Fabrino Paci del 23 ottobre 1410. Di un ramo Conforti fu erede Andrea Ponticelli come da rogito di Gaspare Ponticelli del 9 dicembre 1550.
Nel 1715 apparteneva ai Marchesini, poi al mercante Giuseppe Stiatti.
N. 1094. Il 28 giugno 1525 il Vice Legato di Bologna con suo breve facoltizzò il dott. D. Andrea Vives d’Alcanizzo spagnuolo di erigere in Bologna un collegio a similitudine del Collegio di Spagna, concedendogli diverse esenzioni. Rogito Romolo Amaseo. (Vedi Trebbo dei Carbonesi).
Il 6 agosto 1528 il detto dott. di medicina Andrea Vives testò in Roma instituendo il Collegio Vives e lasciando erede Giovanni Vives di lui fratello. Rogito Pietro Paolo Ardini notaio di Roma.
Sembra che la rendita assegnatagli dal testatore fosse di annue L. 580. 8. 6 la quale doveva servire per que’ scuolari spagnoli che potevano rimanervi sette anni. Il Collegio fu aperto nel 1538 in una casa da S. Martino della Croce dei Santi nell’ angolo di Val d’ Aposa rìmpetto la precitata chiesa parrocchiale che fu dei Limi e da questi venduta al Collegio, dove rimase fino al 1654 nel qual anno fu comprata dai Zambeccari, che diedero in permuta una casa nel Pradello detta anche oggidì il Collegietto perchè in essa vi fu traslocato il predetto Collegio.
Nel 1657 si disse il Collegietto di Spagna per distinguerlo da quello di San Clemente.
Il 21 gennaio 1654 fu venduta questa casa posta nel Pradello sotto San Lorenzo di Porta Stiera in confine di beni dell’ ospitale di S. Francesco e degli eredi di Gio. Battista Cambi, per L. 3,600 ai conti Tommaso e Costanzo Maria del fu Camillo Zambeccari, rogito Filippo Carlo dal Chierico, e nello stesso giorno fu dai compratori ceduta in permuta a D. Pietro d’ altro Pietro de Olivera rettore del Collegio Vives.
Questa instituzione cominciò ben presto a decadere trovandosi che nel 1570 i suoi beni consistevano nella casa per uso degli scuolari, di altra che si affittava per scudi 20 e di una possessione soggetta alle acque, che rendeva tutto al più scudi 60. Questo era lo stato del Collegio Vives quando Gio. Roiz de Moros partì per Polonia il 27 aprile 1570 lasciando un debito di scudi 150, e sprovvisti di tutto gli alunni. Il gonfaloniere e i due Senatori Seniori di Bologna, governatori di questo Stabilimento, scrissero al Consiglio della Villa di Atcagnizzo nel Regno d’ Aragona informandolo dello stato deplorabile del Collegio, il quale non poteva sussistere senza qualche sussidio.
Nel marzo 1575 il Gonfaloniere e i due Senatori Conservatori del Collegio Vives presso la Croce dei Santi fecero gli statuti da osservarsi dal priore e dagli scuolari del medesimo.
1654 21 giugno. Fu permutato al Collegio Vives con i conti Tommaso e Costanzo Maria Zambeccari per cui i primi ricevettero una casa nel Pradello e i secondi da S. Martino della Croce dei Santi. Rogito Filippo Carlo dal Chierico. (Vedi Trebbo dei Carbonesi).
Il 22 settembre 1757 un Breve Pontificio provocato da S. M. Cattolica, unì le poche rendite del Collegio Vives a quelle del Collegio di Spagna.
Il 21 gennaio 1758. Il Reggimento di Bologna dimise l‘amministrazione dei beni del Collegio Vives e li consegnò al rettore del Collegio di Spagna.
NN. 1087, 1088, 1089, 1090 e 1091. Parte posteriore della casa già Bugami in strada S. Felice ai NN. 63, 64 e 65.
Sull‘ angolo del Pradello con la via dei Coltellini vi era la casa che Rocco di Gio. Meneganti (orig. Menegardi, - Breventani, che propone anche Menganti) vendette il 9 febbraio 1611 a Matteo di Bartolomeo Onofri per L. 2,700 in confine a mattina di Francesco del Carro, a mezzodì il Pratello, a settentrione Lodovico Michelini, e a sera la via Coltellini. Rogito Dionigio Massarotti.
Aderente alla predetta casa verso levante vi era quella di Francesco del Carro che si diceva sotto S. Lorenzo di Porta Stiera e nella via del Pradello in confine della via pubblica di sopra, di Orazio Grimaldi successore degli eredi Meneganti e il compratore Matteo Onofri, che la pagò L. 1000, rogito Ercole Cavazza 16 aprile 1612 senza il canone dovuto a San Biagio di Bonconvento. L’ erede del detto Onofri fu Matteo Beduzzi, che la vendette poi ai Bugami.
In seguito veniva una casa già dei Meneganti poi Grimaldi. Bartolomea e Francesca sorelle Grimaldi l’8 aprile 1637 assolvettero Gio. Jacobs Fiamingo dal pagamento di Lire 900 prezzo di una casa nel Pradello e di altra in detta strada, ma enfiteutica. Rogito Bartolomeo Cattani. La suddetta era posta sotto S. Lorenzo di Porta Stiera con escita in strada S. Felice. Confinava con dette casette cogli eredi Orologi, con strada S. Felice mediante il vicolo chiuso al N. 64 di detta strada. (Le suddette case furono atterrate).
In confine alla precedente vi era quella che Gio. Jacobs argentiere comprò il 21 maggio 1644 da Bartolomeo Orologi e cioè la parte davanti sul Pradello in confine del compratore davanti, della strada a mezzodì, dei Pasqualini a oriente, della parte non comprata a settentrione. Queste due’ case furono fabbricate dal Jacobs al quale fu donato suolo pubblico dal Senato.
1659 24 maggio. Gio. Giovagnoni comprò dal Collegio Jacobs una casa sotto S. Lorenzo, che aveva uscita in strada S. Felice. Confinava altre case del detto Collegio, i successori degli Orologi e quelli degli Onofri e la via di S. Felice mediante un vicolo in causa del quale aveva uscita in detta strada, poi la parte anteriore di altra casa posta come sopra, che confinava a levante coi successori Pasqualini, a mezzodì la via del Pradello, e a settentrione altra parte di questa casa spettante a Biagio Bruni. Rogito Gio. Cesare Manolessi.
La casa del Giovagnoni passò per eredità ai Beroaldi in causa di Camilla Giovagnoni moglie del cav. conte Federico Beroaldi.
1693 6 ottobre. Casa nobile del fu Gio. Giovagnoni valutata L. 10,000, posta nel Pradello sotto S. Lorenzo di Porta Stiera, che confinava una casetta e di dietro i Bugami. Rogito Scipione Uccelli.
1703 19 aprile. Comprò Giacomo Bugami dalla contessa Camilla Beroaldi Tubertini, e dal conte Nicolò Barbieri alias Carlo Beroaldi e dal conte Maurizio Beroaldi di lei figli una casa grande nel Pradello, nella quale era incorporata una casa enfiteutica dei Barnabiti ai quali si pagava l’annuo canone di L. 9 e un paio capponi, con stalla e jus dello sbocco nel vicolo vicinale. Idem altra casa contigua alla suddetta, per L. 15,500, Rogito Ignazio Uccelli.
Finalmente verso levante veniva la casa, che Pietro di Gio. Francesco Pasqualini comprò. da Giulio Cesare di Angelo Rossi il 23 gennaio, per L. 3,100. Rogito Annibale Cavalli. Nel 1647 il settembre fu acquistata da Francesco Gabuti per L. 2,765 e confinava con Gio. Jacobs, coll’ospitale di S. Francesco e col Pradello, rogito Paolo Ciamenghi. Nel 1709 14 giugno Gio. Antonio Gabuti l’ assegnò alle sorelle Pirondini, e si dice esser posta nel Pradello in confine dell’ ospitale di S. Francesco da due lati, di Giacomo Bugami e del Pratello. Rogito Gaspare Busatti.
Si passa la via dei Coltellini.
Occorre di qui ripetere che questa strada si disse anticamente via di Mastro Martello poi Borgo Martello e ciò per indicare ove erano le case antiche dei Guastavillani.
N.1087. Un rogito di Giuliano di Azzolino del 13 febbraio 1270 ci trasmette, Giuliano e Bartolomeo di Giovanni Federici aver comprato da Pietro di Zaccaria da Piumazzo una casa con terreno annesso, posta in Bologna tra il Borgo del Pradello e quello di San Felice nella via di Mastro Martello in confine di Bonincontro, di Albertino Guastavillani e degli eredi di Giacomo Guastavillani, pagata L. 44. Si sa di certo che i Guastavillani abitavano nel Pradello nella via dei Cortellini, mercè il sopraindicato instrumento, ma non però se a levante o a ponente della detta contrada. Nella impossibilità di dati certi sia permesso di ricorrere alle induzioni, e quindi credere fossero probabilmente dove in oggi è il numero 1085 delle stalle Pallavicini già Collegio Fieschi. Qualcuno pretende che la prima casa subito passato la via Coltellini fosse dei Conforti.
Il 13 gennaio 1403 morì d’ anni 94 il cav. Gherardo Conforti abitante nel Pratello ciò che indurrebbe a credere i Conforti stessero piuttosto al N.1097 dl questa strada, di quello che in questa situazione, mentre si trova che Don Emanuele de Flisco Vescovo Vercellese comprò nel 1349 una casa nel Pratello presso S. Francesco di Bologna che fu riedificata da Urbano vescovo di Forlì, il qual vescovo mediante Ettore suo fratello aveva preventivamente comprato nel 1347 certe possessioni presso Minerbio. Lorenzo Fieschi vescovo di Brugneto, poi di Monte Regale mandato da Giulio II,a governatore di Bologna nel 1508 fondò il Collegio Fieschi acomodo degli alunni della sua famiglia in un locale posto nel Pratello e precisamente nell’angolo della via Coltellini.
Si ha un documento riferentesi alla sua instituzione nel Breve di Giulio II del 20 febbraio 1506 dato in Bologna, col quale accorda l’ esenzione dei dazi al Collegio Fieschi eretto in Bologna, e per la sua soppressione si trova in una memoria senza data, esser stato un Lorenzo che lo soppresse.
Piace al Ghirardacci di dare il Collegio Fieschi per eretto nel 1423.
L’ Alidosi nelle sue cose notabili di Bologna stampate nel 1621 dice sul Collegio Fieschi, che fu fatto cent’ anni prima da uno dei Fieschi per detta famiglia.
Si sà però di certo che questo stabile antico e merlato di piedi 116. 8 di fronte alla strada del Pradello e di piedi 107. 7 sulla via Coltellini apparteneva nel 1715 al cardinal Fieschi e che più tardi fu comprato dal conte Giuseppe Pallavicini ove fabbricò stalle e rimesse in ottobre e novembre del 1777.
N.1084. Bartolomeo di Pietro dal Gambaro comprò da Anastasio Pan dolfi e da D. Girolamo Casalini rettore della chiesa di Santa Lucia di strada Castiglione una casa con orto nel Pratello, per L. 1,400. Rogito Battista Buoi, del 29 dicembre 1525.
La metà di questa casa con portico l’ undici gennaio 1590 era posseduta da Ettore Sclarici dal Gambaro e l’ altra metà dagli eredi di Alessandro Torresani o Torresari, da quelli di Alessandro Caravazzi e dai figli di Angelo Nobili. Ettore suddetto assegnò la sua metà a Livia dal Gambaro moglie di Giacomo di Lodovico Beroaldi per L. 8,000 e dicesi essere sotto S. Lorenzo nel Pratello in confine del Collegio Fieschi, del conte Antonio Isolani di dietro, e di Paolo Tardini a ponente. L’ altra metà fu poi venduta dagli eredi di Pietro dal Gambaro al detto Giacomo di Lodovico Beroaldi per Lire 7,016. 13. 4. Rogito Achille Canonici.
1608 25 gennaio. Locazione di Giacomo Beroaldi a Gio. Angeli di una casa nel Pratello per annue L. 310 che confinava da un lato col Collegio Fieschi dall’ altro con Antonio Tartini, e di dietro coi conti Isolani.
1614 30 aprile. Giacomo Beroaldi permutò la suddetta casa grande nel Pratello con Sebastiano Brunellini, il quale oltre al dargli vari beni sborsò al Beroaldi L. 4628, mediante rogito Antonio Malisardi. Confinava la strada, il Collegio Fieschi, gli eredi di Paolo Tartini e quelli del conte Isolani di dietro.
I Brunellini oriondi di Scarparia fatti cittadini nel 1527 terminarono in Valerio e Zenobio fratelli, e figli di Sebastiano. Il primo morì il 13 gennaio 1644 lasciando erede la Congregazione degli Agonizzanti, il secondo la figlia Francesca moglie del conte Carl’ Antonio Zani in seconde nozze.
Questo stabile fu dei Cucchi, che qualcuno crede venissero da Milano e portati a Bologna da un Tommaso detto Maso nel 1399, e che altri credono invece originari della Crovara e fornari di professione. Nel 1464 ebbero l‘eredità Cartari per cui si dissero Cucchi Cartari che fabbricarono in parte questo stabile.
Terminarono essi in Francesco di Giacomo dott. di leggi morto il 22 marzo 1694, che ebbe in sorella Lodovica maritata a Francesco Magnani erede dei Cartari. L'eredità Cucchi passò al conte Claudio Boschetti, che vendette questa casa a Francesco e fratelli Monti Bendini, i quali il 25 giugno 1696 a rogito di Mario Francesco, di Giacinto Gilioli la cedettero per L. 11,000 ai PP. del l’ Eremo nel qual contratto si dice confinasse di dietro, cogli Allamandini, a mattina col Collegio Fieschi, e a sera con Antonio Tartini non Tardini.
I Padri dell’ Eremo se ne servirono per loro ospizio, poi l’undici febbraio 1707 la vendettero per L. 14,000 a rogito di Gio. Maria Pedini a D. Gio. e a Gio. Pellegrino fratelli e figli del fu Domenico Galli detti poi Busca con l’ acquisto della casa Tartini, poi Riario verso S. Rocco dai quali fu rifabbricata ed anche ampliata. Gio. Battista di Domenico Maria fu l’ ultimo, che ebbe successione di sole femmine, morte le quali passò parte dell’eredità Galli Busca nel 1816, a Rosini in causa di Maria Teresa di lor sorella e moglie del notaro Giovanni Rosini. I conti Pallavicini comprarono questa casa dalle figlie del suddetto Gio. Battista nel 1793.
Nell’ ampliazione di questa casa sembra che vi sia stata unita quella che i 13 maggio 1667 Gio. Giuseppe di Domenico Manzoli vendette a Camillo di Pietro Sacenti posta sotto S. Lorenzo nel Pradello in confine dei Cucchi per L. 6250. Rogito Bartolomeo Guglielmini, e che aveva di fronte piedi 24 e oncie 10.
L’Alidosi dice che nel Pradello vi furono vari molini uno fra quali in faccia alla chiesa di S. Lodovico in una casa sulla cui facciata vi si vedeva ancora ai suoi giorni indicato l’ anno 1255, altro nella casa del Nobili, ed un terzo in quella dei Nicoli colla data 1278 aggiungendo il medesimo che questi opifici esistevano ancora nel 1314.
N.1083. Casa dei Vigna Dal Ferro. Il 1083 era il 7 ottobre 1541 di Gio. Francesco Bertolelli, rogito Galeazzo Mangini. Passò poi a Giuseppe Albertazzi e l’11 settembre 1586 fu di Paolo Cerioli come da rogito di Alberto Fantini. Livia Cerioli figlia di Francesca di Pirro Gessi e moglie d’ Ippolito Boninsegni, come da rogito di Vincenzo Riguzzi, la possedeva il 28 marzo 1642, la cui figlia Gentile moglie del dott. Francesco Padoani, la vendette a D. Orazio Vigna Dal Ferro canonico di S. Petronio e ad Ippolito suo fratello per L. 3,000. Rogito Bartolomeo Guglielmini del 15 settembre 1667.
Questa casa si dice essere sotto S. Lorenzo di Porta Stiera nel Pratello e confinare a levante con Camillo Sacenti successore Tartini, a mezzodì colla via, a ponente col compratore , e a settentrione cogli Isolani.
1631 31 gennaio. Zenobio Burnellini de Casanovis diede con patto di francare una parte della sua casa sotto S. Lorenzo di Porta Stiera a Orazio delle Vigne. Confinava a oriente col Collegio Flisco, a mezzodì col Peradello, a sera con Antonio Tardini.
Nel 1191 furon cominciati a farsi quattro molini sopra ad un ramo di detta acqua (di Reno) che passava nel Pradello fuori della Circola Vecchia, tre de‘ quali erano nella casa che fu dei Cirioli rincontro alle suore di S. Lodovico dov’è questo millesimo MCCLV, un altro nella casa Del Nobile e l’ altro in quella dei Nicoli ov’ è lo stesso millesimo MCCLXXlll. Così l’ Alidosi nel suo libro stampato nel 1621 al capitolo 97.
Il 16 maggio 1827 nell’ occasione di riattare l’esterno di detta casa si scoprì l’ornato gotico d’ antica porta fatto di cotto nel quale in una specie di fregio che corre attorno l’ arco vi è scolpito un ramo di vite che presentava interpolatamente due grappi di uva poi due foglie e abbasso il MCCLV millesimo citato dall’Alidosi. Quindi se il suo supposto regge può dirsi che in questa casa fossevi un molino del primo canale di Reno introdotto in città.
Il N. 1082 (orig. 1802, evidente errore di cui il Breventani non si accorse) a cui è ora unita la precedente casa era di Gio. Battista di Alessandro Castellani da lui venduta il 7 ottobre 1541 a Pellegrino di Sebastiano Ferri, il quale il 19 dicembre 1542 ne pagò il saldo come da rogito Galeazzo di Annibale Manzini. Confinava con Gio. Francesco Bertolelli a mattina, quello Dalla Volta, e Filippo Guastavillani a sera.
Il 30 luglio 1629 testò Cristoforo del fu Sebastiano Dal Ferro, col quale instituì erede Girolamo del fu Domenico Vigna che abitava in casa del testatore. Rogito Martantonio Casarenghi.
Qui abitò il celebre medico collegiato ed incisore anatomico Fabio di Girolamo Vigna Dal Ferro.
NN. 1081 e 1080. Case che nel 1542 erano dei Dalla Volta, nel 1586 dei Fieschi, nel 1643 di Muratori come da rogito di Gaspare Ferrari. Il 15 lu glio 1689 Antonio Bonaveri la comprò dal dottor Antonio Francesco Canonici per Lire 6,000. Rogito Antonio Bertalotti. Questi Bonaveri non erano dell’antica famiglia, ma di altra che venne da Modena e che ora è estinta, la quale diede un dott. medico. Dai Bonaveri passò poi ai Mariani eredi, da’ quali fu venduta a Filippo Fontana archivista di Legazione.
Le colonne del portico sono sotterra quasi due piedi compreso il zoccolo.
Il Masini dice che nel 1208 fu condotto un ramo del Reno dove trovasi la Madonna della Grada, nel quale 17 anni prima, e cioè nel 1191, v’ era stato introdotto un altro ramo per la via del Pratello entro la città e vi erano 4 molini da grano, alcuni in una casa dei Cerioli quasi incontro a S. Lodovico, ed in una casa de’ Nobili ed un altro nella casa allora dei Certosini congiunta a quella de’ Nicoli passato il recinto e vicolo delle monache di S. Lodovico dove sotto il portico nel muro vi è una lapidetta con tre gigli ed il millesimo 1278.
Si passa il vicolo Paradiso.
La famiglia Marzaloglio o Marzaloi avevano case di qua e di là dal Borgo Peradello qui sotto descritte; e ciò risulta dalla divisione seguita il 15 febbraio 1268 fra Giacomino Bonifazio fratelli e figli del fu Nascimbene Marzaloghi. Rogito Michele Foschi.
A Giacomo toccò una casa con suolo, edifizio, e corte posta nel Borgo del Pradello. Confinava con Michele Bella Lana, con Taddeo e Michele Gessi.
Un’ altra posta nell’Androna vicinale, che era nel detto Borgo del Pradello con terreno, edifizio, ed orto. Confinava detta Androna e detto Boni acio dividente.
Un altro casamento posto nella detta Androna che confinava la detta casa e i confinanti del Borgo di Sant’ Isaia.
Un altro che confinava presso detto Bonifacio e i confinanti del Borgo del Pradello.
A Bonifacio toccò una casa con altre due case a quella annesse poste nel Borgo del Pradello. Confinava la Zulitta e Bondraccio da Cento.
Un altra casa con il solo edifizio ed orto posta nell’Androna del Pradello, che confinava il suddetto Giacomino ed altri.
Un altro casamento posto in detta Androna. Confinava il detto Giacomino e i confinanti del Borgo di Santa Cristina.
Essendo parte dei detti beni confinanti con i proprietari del Borgo di Sant’Isaia ne viene per conseguenza che quelli erano a sinistra del Pradello andando verso S. Rocco, siccome ne viene di necessità che quelli dell’Androna del Pradello confinando coi proprietari delle case del Borgo di Santa Cristina, questa Androna fosse la via del Paradiso d’oggidì.
Nello stesso anno 1268, ai 10 maggio, Biagia di Geminiano e Giacobino di Aimalghino da Gesso comprarono da Fiamengo di Rogerio e da Matteo di Benintendi notaro una casa con suolo, terreno, ed orto sotto Sant’Isaia in confine degli eredi di Benintendo, e di Domenico nipote di Nascimbene Marzalogli per L. 350. Rogito Alberto di Pace da Oliveto.
La vedova di Galvano Marzalogli ed una sua figlia fondarono nel 1301 un monastero di monache Camaldolesi alla chiesaccia fuori di porta San Felice a Ravone e qualcuno aggiunge che i Marzalogli fondassero un monostero nella via Gombruti dove in oggi è la chiesa dello Spirito Santo. Pare che questa famiglia sia estinta al principiare del secolo XIV.
N. 1071. Casa che nel 1715 era di Giuseppe Covelli, i cui discendenti furono negozianti da seta poi dei Radisio.
Il Guidicini qui scrive 1071, ma è sicuramente un errore perché questo numero mai esistette in via del Pratello.
Si passa la via Pietralata.
Si passa il vicolo morto detto Borgo Nuovo del Pratello. (Orig. Borgo Nuovo di Pietralata. Si tratta di un errore evidente di cui il Breventani non si accorse. Da notare che il Borgo Nuovo del Pratello non fu descritto dal Guidicini).
Si passa il vicolo della Croce.
Via del Pradello a sinistra cominciando dalla Seliciata di San Francesco terminando alle Mura della Città.
N. 841. Casa che il 21 giugno 1651 era del Cumulo della Misericordia, nel 1652 di Damiano e Cesare fratelli Cattani, nel 1715 di Gio. Battista Antonini e poi del suo successore Betti Razzali.
N N. 842 e 843. Case di Diamante Sighicelli Dondini ricordate nell’ inventario dell’ eredità di Alberto Sighicelli fatto il 28 marzo 1629 a rogito di Nicolò Calvi ed in quello valutate L. 6,000. Furon poi vendute il 10 aprile 1655 ai Fogliani per farvi la stalla, ed agli Arnoaldi per ampliare la loro casa per L. 4,400 e cioè per L. 3,163 ai Fogliani e per L. 1,236 agli Arnoaldi confinanti. Rogito Pietro Scarselli.
I Calvi eredi Fogliani comprarono il N. 842 per farvi la rimessa della Compagnia dei Poveri.
N. 844. Il 13 gennaio 1582 Francesco di Nicolò Barbadori cedette a Don Agostino di Nicolò Giraldini le sue ragioni sopra una casa sotto S. Lorenzo di Porta Stiera nel Pradello in confine dei Pellicani, e del cimitero di S. Francesco, per L. 2,125. Rogito Raimondi Ramponi.
Il 9 dicembre 1585. Francesco di Costanzo Ranuzzi erede di Sebastiano Scarfoglia cedette a Gio. Battista e Ottavio di Pietro Cerioli le sue ragioni contro D. Agostino Giraldini sopra una casa grande posta sotto S. Lorenzo di Porta Stiera nel Pradello, e sopra una casetta contigua, per L. 6,400. Rogito Tommaso Passarotti.
1585 7 Maggio. D. Agostino Giraldini successore di Francesco Barbadori, cedette al Ranuzzi le sue ragioni sopra dette case per lire 3480. 08 di bolognini. Rogito Tommaso Passarotti.
La casetta piccola confinava coi Pellicani, con Pompeo Sighicelli e col sagrato di S. Francesco.
1595 6 Maggio. Ottavio Cerioli vendette le suddette case a Paolo Droghi.
(Frase eliminata dal Brevenani: Si trova che li 20 marzo 1614 Camillo Arnoaldi, e Alessandro Golfardi comprarono da Bartolomeo Locatelli una casa sotto S. Lorenzo per lire 8000 Rogito Antonio Nobili).
Passarono per eredità a Bartolomeo Locatelli, ed Angela Cristiani, i quali ai 21 aprile 1621 a rogito d’ Ermete Bonazzi la vendettero ad Alessandro Gulfardi, e a Camillo Arnoaldi per lire 8000. Confinava la via del Pradello con Camillo Arrigoni, il cimitero di S. Francesco e, Giovanni Battista Pellicano a sera, ed i compratori se la divisero.
Nel 1646 5 febbraio gli Arnoaldi comprarono la porzione della casa di Francesco Gulfardi per lire 5800, rogito Francesco Spontoni.
Li 19 settembre 1657 gli Arnoaldi comprarono la casa di Giacomo Arrigoni per L. 2622. Giacomo Arnoaldi dottor di legge, finì la fabbrica di questa casa nel 1731 spendendovi L. 12000.
1767 9 Maggio. L’ avvocato Giacomo e fratelli Arnoaldi vendette la predetta casa a Nicola di Pietro Antonio Casolari, per lire 11500. Confinava a levante con Giuseppe Maria Calvi successore Fogliani, a ponente con D. Giovanni Bonaventura, e coi fratelli Guizzetti, rogito Sicinio Oretti.
N. 845. Casa dell’ ospitale della Morte con orto e casetta contigua sotto S. Lorenzo di Porta Stiera nel Pratello, che confinava da due lati con il prato di S. Francesco, affittata poi li 11 febbraio 1403 a Giovanni di Guido da Casalecchio.
1420 16 Giugno. L‘ospitale della Morte vendette a Angelino del fu Giovanni di Alemania una casa con orto, e l‘ altra sotto S. Lorenzo di Porta Stiera in confina della via pubblica e del sacrato di S. Francesco da due lati. Per lire 200 rogito Frigerino Sanvenanzi.
Del 1582 la casa grande, e la piccola erano dei Pellicani, e cosi pure del 1715. Passò ai Mariotti, indi ai fratelli Guizzetti.
Si passa il sacrato di S. Francesco.
N. 847. Casa composta di due o tre casette la principale delle quali era di Domenico Mingoni del 1715. Passarono ai Fiorini dove morì D. Giosetfo Maria Gargiaria ultimo di sua famiglia e parroco di monte Maggiore, lasciando Anna Silveria sua sorella moglie del dottor Giacinto Fiorini proprietaria di questo stabile.
Si passa il Borghetto di S. Francesco.
N. 856. Casa di tre archi del celebre pittore Crespi detto lo Spagnolo morto del 1747 il di cui figlio canonico Luigi morì li 3 luglio 1779, ora è dei Prati.
N.i 857, 858. Chiesa e convento di suore Francescane dei santi Lodovico e Alessio. Ghisola o Ghisella figlia del famoso Antonio Galluzzi e di Maddalena di Castello rimasta vedova di Nicolò Tebaldi senza figli nel 1318, testò nel 1327 lasciando eredi le Santuccie che stavano alla porta di S. Mamolo gravandole di pagare un annua somma finchè vivesse suor Margaritta Spada Santuccia. Fece un legato al B. Guido Spada e a F. Simone da Rieti Francescani. In caso d’ inadempimento sostituiva i frati della penitenza, cioè i Terziari Francescani a pro degli ospitali fatti e da farsi , perchè ne avevano uno detto S. Antonio presso i Margarita, e ne stavano fabbricando un altro fuori di porta S. Isaia, dove erano certe case a sinistra prima d’ arrivare a S, Paolo di Ravone.
Misina Caccianemici Piatesi testò li 12 luglio 1340 e fece un legato alla predetta Ghisella Galluzzi ed alle altre donne che con essa dimoravano nel Borgo di Bagno Marino nella casa che fu già di Giovanni del fu Gerardo Ghisilieri, lo che prova che colà vi era istituito un ritiro.
Li 10 gennaio 1343 testando Bartolomea del fu Donzello legatò L. 5 di bolognini a Ghisella di Antonio Gallucci per riparare la chiesa fatta di nuovo e da farsi nel Borgo Peradelli e li 15 luglio 1343 Giovanna Oddofredi moglie di Pierantonio Gallucci fratello di detta Ghisella fece testamento con questo legato - Item Conventui minoritarum in clusarum in Burgo Paradelli.
Nel libro dei Memoriali dal quale sono tratte le sucitate notizie si trova un atto delli 11 febbraio 1345 che dice: - Religiosa donna Ghixila de Galluciis Abbatissa Dominarum,et sororum minorum inclusarum monasteri sancti Alexii et Lodovici , - ed ecco fissata l’ epoca dell’ origine di questo monastero. Dopo la Gallucci morta in giugno 1353, fu badessa Catterìna figlia di Guido dalla Polenta di Ravenna e della contessa Catterina di Bagnacavallo la quale lasciò beni, e stabili per lire 5400 a questo convento dove presero il velo molte dame distinte.
Nei Rogiti dell’ archivio di S. Francesco ove sono nominate le suore dell’ordine di S. Chiara sonvi pur quelle dei santi Lodovico, ed Alessio.
Li 14 agosto 1464 essendo state scalate le mura della clausura da certi libertini, ottennero le monache li 9 agosto 1465 di chiudere uno stradello che cominciava nel Borghetto di S. Francesco dalla casa di Domenico Bonfiglioli e che terminava nel Pradello circondando il loro convento a ponente, e a mezzogiorno, grazia che fu loro accordata perchè quelle case che in detta strada non servivano furono distrutte, e le poche che restavano eran abitate da meretrici. Di questa concessione, che comprendeva il vicolo detto il Borghettino di S. Francesco non ne fu fatto uso che per la porzione di mezzogiorno, e mediante questa poterono aggrandire la loro clausura col unione di terreno di loro proprietà che si trovava al di là del detto vicolo.
Nel 1393 questo monastero fu devastato da un forte incendio che co sumò il reffettorio, il dormentorio, il capitolo, e la chiesa interna, con la morte di alcune monache.
Per la chiusura del vicolo vicino, fu cominciata la nuova clausura li 9 maggio 1695 e compita li 9 susseguente ottobre.
Li 19 giugno 1798 fu soppresso questo convento e trasclocate le monache li 29 dello stesso mese in quello dei santi Naborre e Felice. Tutto questo lo cale, inclusive le case del confessore, e degli inservienti fu comprato dal marchese Francesco Tartagna di Forlì, rogito Luigi Aldini del 20 luglio 1799. Le chiese esterne ed interne furono unite in una sola col progetto di ridonarla al culto, siccome fu addatato il convento per potervi mettere una corporazione religiosa.
N. 859. Portone che chiude l’ altra porzione del Borghettino di S. Francesco dalla parte di ponente, e che serviva per l’ ospizio dei Certosini detto di S. Anna nella strada S. Isaia.
I monaci e le suore presentarono supplica al Senato li 13 settembre 1752, per chiudere il vicolo, e ne ottennero il permesso li 25 aprile 1753 a condizione però che sul portone vi si mettesse l’ arma della città, e che una chiave fosse presso l'ufficio d’ ornato.
N. 860. Casuccia dei Nicoli o Nicolai. Francesco Nicoli la vendette col patto di francare ai Certosini per L. 1200, rogito Orazio Montecalvi.
Riferendosi al detto del Masini il N. 861 sarebbe la casa congiunta a quella del Nicoli, dove egli crede che si sia stato il terzo molino, e che fu anch’essa dei Certosini.
Della casa dei Nobili, nella quale si pretende esser stato il quarto molino non se n’ è potuto verificare l’ ubicazione.
Siccome questa strada diede il nome al Castello fabbricato dai duchi di i Milano, ragion vuole che si dia un brevissimo cenno anche di questo, prima di chiudere la storia degli stabili della via del Pradello.
Il primo castello del Pradello fu cominciato li 26 aprile 1351 da Giovanni di Filippo Visconti da Oleggio; si prendeva dal Baracano del Pradello e finiva alla Porta di strada S. Felice; fu esso distrutto dal popolo li 28 marzo 1376.
Ritornata Bologna in potere dei Visconti li 10 luglio 1402 fecero ordinare il ristabilimento di questo Castello, mettendo mano alle fondamenta li 25 agosto del medesimo anno, includendovi il canale di Reno le porte di S. Felice e delle Lame fino al Cavaticcio, per cui furon atterrate molte case come pure la chiesa di S. M. Nuova.