N.94(43). Palazzo senatorio Vizzani

Cartigli

Palazzo Vizzani

L'edificio fu costruito su progetto di Bartolomeo Triachini (1559-65). Nello sfondato del cortile tracce di decorazioni prospettiche di A. Galli Bibiena. Nella scala ovali di L. Sabbatini e nella loggia Accecamento di Polifemo di L. Samacchini (1570). Passato in proprietà al cardinale Lambertini, fu ornato al piano nobile con affreschi settecenteschi di F. Minozzi, C. Lodi, P. Dardani e stucchi di P. Tadolini; in altri ambienti, dipinti di A. Basoli e F. Giani (1822).

Indirizzo:

via Santo Stefano, 43

Dalle Cose Notabili di Giuseppe Guidicini.

Palazzo senatorio Vizzani fabbricato coll'unione di varie case. Camillo di Giasone cominciò questo palazzo, e fu proseguito da Lisabetta Bianchini di lui moglie e per testamento del marito, fatto nel 1541, tutrice di Giasone, Pompeo e Camiillo Vizzani. Giasone iuniore, e Pompeo del suddetto Camillo lo continuarono ed ottennero di ridurre a piazza I'antico cimitero della chiesa di S.Biagio, presso il quale tenevano il mercato i gessaiuoli di Monte Donato, ai quali fu prescritto li 14 gennaio 1581 di passare nella seliciata di Strada Maggiore di dietro alla macellaria. Pare che questo palazzo siasi compiuto solamente nel 1630.

Terminarono i Vizzani nel senatore Filiberto di Camillo Vizzani morto li 2 marzo 1691, il quale nel suo testamento, fatto li 10 settembre 1684 e aperto li 3 marzo, istituiva erede usufruttuaria la contessa Maria Cecilia Coltelli Bentivogli sua figlia, e proprietario il suo secondogenito.

Questa eredità passò al marchese Bartolomeo di Andrea de Buoi primo sostituito, e come ultimo nato da Pantasilea Vizzani moglie di Tommaso de' Buoi. La marchesa Elisabetta del conte Costanzo Bentivogli, moglie del senator Paolo Magnani, come proveniente dalla contessa Maria Cecilia figlia di Filiberto ed erede di Maria Cecilia Coltelli sua madre, promosse lite contro lo stato Vizzani ed ottenne sentenza favorevole in Roma, levando da quella eredità un capitale di L. 70000, a sconto delle quali prese il palazzo di Strada Stefano. I Vizzani, o Cattanei di Vizzano, secondo Pompeo Vizzani venuti in Italia con Ottone I, fabbricarono il Castello di Vizzano, del quale n'ebbero investitura dallo stesso Imperatore , ma queste notizie non hanno fondamento.

È certo che i Cattani di Vizzano furono molto potenti e facinorosi.

Nell'Archivio L.+fol. 3 trovasi che nel 1266 Rolandino divise il castello di Vizzano ai suoi figli, Aspettato, Guiduzzo, Sigismondo ed Ubaldo.

II suddetto palazzo fu comprato dal Card. Prospero Lambertini li 11 aprile 1731 per L. 35000. Rogito Paolo Francesco Fabri.

Fu aggiunto a questo palazzo la casa con forno nell'angolo di Rialto, spettante alle putte del Baracano, e ai putii di S. Bartolomeo, pagata L. 2100. Rogito Paolo Fabri delli 23 dicembre 1739 e 8 febbraio 1740.

Li 23 dicembre 1750 D. Egano Lambertini comprò una casa di Domenico Castelvetri Gandolfì, nella via dei Macigni, ora Rialto, per L. 3000. Rogito dottor Gioacchino Antonio Felice Roffeni. Questa casa era una delle due vendute da Elisabella Bentivogli Magnani a Marcantonio Francescani per L. 6000. Rogito Lucia Fagottini.

Li 24 aprile 1761 furon concessi piedi 28 di suolo pubblico nella via di Rialto ai Lambertini per fare un'aggiunta al palazzo Vizzani, e vi spesero L. 91680. Si fanno discendere i Lambertini da un Lamberto, o Lambertino, supposto figlio di un conte Mondo di Sassonia, al quale furon donate dal pubblico certe case presso la piazza, e fatto cittadino circa il 976. Queste notizie possono esser vere, ma non sono provate. È indubitato che è famiglia antichissima, e che nel 1244 era potente a cozzare coi Scannabecchi, nel 1258 coi Galluzzi, e nel 1280 a difendere il pubblico palazzo dall'attacco datogli dai Larmbertazzi, che reso perciò infruttuoso il tentativo furono cacciati dalla città tutti gli aderenti a quel partito.

Questa famiglia fu divisa in più rami, ma due soli campeggiarono per lustro e ricchezza, il primo dei quali si estinse nel senator Cesare del marchese Cesare Giuseppe, morto improvvisamente li 21 maggio 1712, lasciando superstite la marchesa Barbara Scappi sua madre, la marchesa Maria Caterina sua sorella, e il nipote conte Angelo Ranuzzi figlio di Laura altra sua sorella predefunta, i quali furono suoi eredi ab intestato. La madre nel 1731 fu erede per testamento di Maria Catterina sua figlia, e nel 1735 morendo fece un istituzione particolare pel conte Angelo Ranuzzi, poi lasciò eredi in eguali parti il Cardinal Prospero ed il predetto Ranuzzi.

L'altro ramo, la cui arma differiva da quella dei suddetti, contava a somma sua gloria l' appartenergli Prospero, che fu poi Benedetto XIV. Terminò l' illustre cognome Lamberlini in Cesare di Egano, al quale sopravissero due sorelle, cioè Donna Laura vedova del marchese Camillo del marchese Costanzo Zambeccari, e Donna Giulia vedova del marchese Antonio del fu Pietro Paolo Bovio, essendo premorta Donna Lucrezia nel marchese Giovanni Girolamo Pallavicini, mancata li 2 febbraio 1776. Il palazzo Lambertini fu comprato dal conte Vincenzo del senator Annibale Ranuzzi, per scudi 11000, li 20 luglio 1822. Rogito dott. Luigi Maria Bandiera, e dott.. Filippo Gaspare Maria Ferlini.

La sala grande di questo palazzo è lunga piedi 30, e larga piedi 33 e oncie 6. Nell'angolo della via di Rialto vi era una casa con forno, che li 12 aprile 1601 Prudenza Zani vendetle, col consenso di Ermesse Bargellini suo marito, al capitano Girolamo e a Paolo Zani per L. 4500. Questa casa confinava con Strada Stefano e con Fiaccacollo. Rogito Melchiorre Panzacchia.

Pietro Lamo (Graticola di Bologna)

E venendo verso la piazza a mano sinistra una gentildonna vedova bolognese nominata madonna Elisabetta da Vizzano, fa fare una bella fabbrica molto lodevole, e l'architetto è Bartolomeo Triachino Bolognese.