N.1829 - Casa nobile già Allamandini

Casa nobile già Allamandini che diconsi derivare da una donna detta Allamandina, che accumulò molte ricchezze. I Simj dell' Avesa furono incorporati negli Allamandini in causa che Ercole d' Allamandino rettore di S. Giorgio in Poggiale, e canonico di S. Pietro lasciò erede Fabio di Luca Simj dell' Avesa, e d'Ippolita sua sorella coll'obbligo di assumere arme, e cognome Allamandini.

1585 17 ottobre. Testamento di Giovanni Girolamo di Luca Allamandini col quale lasciò a Fabio primogenito di Girolamo suo nipote una casa grande, sotto Santa Maria Maggiore. Confinava i Bargellini, i Caccialupi. Rogito Tommaso Passarotti. A sinistra del pian terreno vi era una lapide sopra un uscio, che diceva: Hic saepe pernoctavit Sanctus Camillus de Lellis. La Camera è ridotta a cappella, e vi si conservava il ritratto del Santo che dicesi dipinto mentre esso pranzava. Gli Allamandini si dissero Caccialupi perchè Giovanni di Stefano fu fatto erede da Carl' Antonio Malvezzi suo zio materno ultimo dei Malvezzi Caccialupi. S' estinsero gli Allamandini in Carl' Antonio di Floriano detto Caccialupi morto il 29 novembre 1729 la cui eredità passò ai Bolognetti in causa di Veronica di Floriano in Paolo Bolognetti.

Questo stabile fu acquistato dai Mazza di S. Pietro in Casale che lo rimodernarono nel 1701, e che l'avv. Melchiorre Mazza d'Alfonso nel 1760 lo vendette al mercante Francesco Gnudi, il quale lo cedette ai creditori, e questi il 19 giugno 1769 lo vendettero a Gio. Antonio Salina fornaro della Mensa per L. 25000. Rogito Lorenzo Gamberini.