Cartoleria Vecchia, dal I volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

Cartoleria Vecchia comincia in istrada S. Stefano e termina in istrada Castiglione.

La sua lunghezza è di pertiche 68, 2, 6, e la sua superficie di pertiche 121, 10 2.

Un rogito di Wilielmo del 26 gennaio 1207 che tratta di una locazione enfiteutica fatta dai Padri di S. Gio. in Monte ad Uguzzoni morto di sete, ed ai di lui eredi, di un chiuso di terra, denomina la strada che va a quella di Castiglione, in confine della riva del fossato della città, Androna di S. Gio. in Monte. Un rogito di Alberto Astolfi delli 11 giugno 1346 la chiama Borgo Cartolaro, poi Cartoleria perchè quivi esercitavano i cartolari il loro mestiere, e finalmente Cartoleria Vecchia, e ciò quando i detti artigiani si estesero nell'altra Cartoleria detta Nuova. Pretendesi che i cartolari vi avessero la loro residenza con cappella dedicata a S. Biagio, ma su tale particolare non vi ha nulla di positivo. Dicesi che i cartolari fossero uniti ai tintori nel 1586.

Cartoleria Vecchia cominciando a destra dalla parte di Strada S. Stefano.

N. 433. (Orig. N.432. Breventani ?) Casa che del 1296 era di Gio. da Varignana, come da decreto del vicario del Vescovo di Bologna. Parte di questo suolo era enfiteutico della Chiesa di Santa Maria dei Britti, e specialmente quello sul quale eravi una casa rovinosa data in enfiteusi li 21 gennaio 1395 a Bartolomeo di Matteo tintore, rogito Rinaldo Formaglini, per annui soldi 8, di dietro della quale eravi altro suolo enfiteutico dei Padri di San Gio. in Monte, separato dall'orto dei Padri mediante una strada o viazzola. Appartenne poscia ad Alessandro di Gio. Cecca morto il 9 giugno 1606, che la donò ai Padri di S. Gio. in Monte.

Si passa la via dei Chiari,

N. 437. Collegio di S. Luigi istituito nel 1645 dal conte Carlo Zani, sotto la protezione di S. Carlo, poi di S. Luigi nel 1654.

Questo locale è composto di due case nella via di Cartoleria Vecchia, e di quattro nella via dei Chiari. I suoi confini sono le predette due strade, quella del campo di Santa Lucia a ponente, ed il collegio di Santa Lucia a mezzodì.

Il cosi detto collegio di S. Carlo ebbe il suo principio nella casa di D. Giovanni Morelli lasciata ai gesuiti con suo testamento delli 11 febbraio 1634, rogito Gregorio Vecchi, la quale è nella via dei Chiari sull'angolo del campo di Santa Lucia, e che i Gesuiti li 18 febbraio 1656 affittarono per anni tre assieme ad una casa vicina a comodo della fabbrica della nuova chiesa di S. Lucia, per L. 487 annue, a D. Girolamo Canuti rettore del collegio di S. Carlo, poi di S. Luigi.

Presso alla suddetta casa vi era quella che Anna del fu Bartolomeo Lotti vendette a Giuseppe del fu Alessandro Sforza li 15 marzo 1655 per L. 1500. Rogito Domenico Sandri. Era posta nella via dei Chiari, in confine degli eredi di Lorenzo Garbieri a levante, ed a sera col collegio di S. Carlo. Questa casa fu venduta il 9 giugno 1660 dal suddetto Sforza ai Gesuiti, replicandosi gli stessi confini, commutando però il titolo del collegio già di S. Carlo in quello di S. Luigi, pagata L. 2100. Rogito Alessandro Andrei.

Veniva in appresso la casa che fu di Lorenzo Garbieri, poi dei Ratta, venduta ai Gesuiti per L. 1852. La prossima pare che appartenesse a Vincenzo Cattani, che la vendette ai Gesuiti per L. 3670, poi ricomprata dalla Tortorelli per L. 2500. Dopo questa ve n' era una delle suore di S. Leonardo della quale non si è trovato la compra. Nell'angolo di Cartoleria Vecchia e della via dei Chiari vi era la casa dei Boselli. In Cartoleria, presso i Boselli, vi era una casuccia già Viggiani, poi dei Padri di S. Gio. in Monte, indi venduta da Matteo Pederzani per L. 3000. Rogito Gio. Lodovico Calvi. Finalmente la casa dei Solimei, pagata L. 3100.

1693, 16 dicembre. I Gesuiti concedono tutti i suddetti stabili in locazione perpetua al rettore del collegio di S. Luigi, valutandoli nel contratto L. 25090, ed un predio a Belpoggio di tornature 20, 36, che senza la casa fabbricata dal collegio per uso di villeggiatura, fu stimato L. 8091, 10, totale 33181, 10, per l'annuo affitto di L. 1243, 15, col patto espresso che sciogliendosi il collegio ritorni il tutto ai Gesuiti. Rogito Antonio Maria Magnani.

La fabbrica di questo collegio fu cominciata all'interno nel 1717, come pure il portico dalla parte di Cartoleria Vecchia.

1725, 6 marzo. L'Ornato concesse al collegio di S. Luigi in Cartoleria Vecchia piedi 149 quadrati di suolo per continuare il portico fino alla via dei Chiari, e nella via dei Chiari fu permesso di dirizzare il portico occupando piedi 62.

Nella sua istituzione servì questo collegio per soli cittadini che pagavano L. 27, 10 di mensile retribuzione, ed era governato da un prete secolare, poi dai Gesuiti, e dopo la loro soppressione, dai Bernabiti. Per convenienza di locale gli fu unito il Collegio di S. Xaverio per decreto 14 [novembre 1797, eseguito il 2 dicembre susseguente. Vestivano l'abito ed il mantello nero in tutte le stagioni. Nel 1777 adottarono per il solo inverno un tabarro di panno cenerino.

Passato il collegio, venivano diverse case delle quali si è parlato in gran parte dove si è trattato del collegio di Santa Lucia. Sia però permesso di qui dare conto di qualcuna di esse siccome segue.

1444, 19 febbraio. Bartolomeo e Francesco del fu Lorenzo Cavagli calzolaro, e Franceschina del fu Nerio Avanzi, loro madre, vendono a Francesco del fu Antonio Romazia alias dalla Fava, una casa in Cartoleria Vecchia. Rogito Pietro Bruni.

1484, 21 novembre. I Fava la cedettero in via di permuta al collegio di Messer Gesù Cristo. Rogito Francesco Muletti, e Francesco Ghisilieri.

1581, 15 marzo. Galeazzo del fu Luca Ghino promette di vendere a Girolamo Caprara una casa sotto Santa Lucia in Cartoleria Vecchia, confina la casa detta la Pontegara. per L. 3426.

1585, 12 luglio. Ippolita del fu Dionisio Zani, vedova del fu Nicolò Cavallina, dona ai Gesuiti una casa in Cartoleria Vecchia. Confina la via pubblica a mattina, la chiavica a sera, i Bianchi a mezzodì, e i Conti a tramontana. Rogito Gio. Giacomo Vincenzi.

1595, 20 marzo. Il predetto collegio affittò questo stabile alla contessa Artemisia del fu Gual!erotto Bianchi, vedova di Bartolomeo Rossi, poi moglie di Tommaso del fu Antonio Magnani.

1610. La detta casa era di Girolamo del fu Alessandro Caprara. Confina la via a levante, la chiavica a sera, e Marcantonio Conti a tramontana.

1617, 26 maggio. Fu rinnovata la locazione a Taddeo figlio naturale del senatore Annibale Bianchi erede della suddetta Artemisia, legittimato li 11 agosto 1600. Rogito Grimaldo Peirani. Questo Taddeo con Galeazzo Campagna fu erede di Giuseppe Seccadenari in causa di Vittoria del fu Nicolò Seccadenari di lui moglie, per cui ebbe la casa grande antica Seccadenari in Strada S. Stefano nell'angolo della via dei Coltelli. Questa casa aveva piedi 68 di fronte, stalla, teggia, e rimessa, in confine di Gio. Vincenzo e Gio. Antonio fratelli Bianchi, e di Giacomo Riva. Dopo lunga lite i confratelli di Messer Gesù Cristo la cedettero in permuta al conte Annibale e fratelli Bianchi li 15 novembre 1665. Rogito Gio. Cattanei.

1717, 20 febbraio. Concessione ai Gesuiti di instituire le scuole di grammatica, umanità e rettorica in Cartoleria Vecchia cominciando dal nuovo portico del Collegio di S. Luigi, e chiudendo al vecchio e antico portico lungo pertiche 15, piedi 1 e oncie 11, e cioè fino alla porta che serve alle altre casuccie dei detti Padri.

Cartoleria Vecchia a sinistra entrandovi per Strada S. Stefano.

Prima di cominciare il lato sinistro di questa contrada, giova il riportare i confini fra la parrochia di S. Gio. in Monte e quella di Santa Lucia, relativamente a Cartoleria Vecchia, siccome furono delineati da un decreto del Vicario del Vescovo di Bologna del 9 giugno 1296. "Santa Lucia dal serraglio di Strada Castiglione discendendo verso Strada S. Stefano fino alla chiavica posta fra le parrochie di Santa Lucia e di S. Gio. in Monte (per chiavica si deve intendere l'acqua di Savena che discendeva scoperta per la via dei Chiari a questa di Cartoleria) acchiudendovi le case nuovamente edificate sul fossato del Comune di Bologna fra detti limiti".

Da ciò si deduce che le case a sinistra di Cartoleria dalla via dei Chiari fino a Strada Castiglione eran state fabbricate nel 1296. "Da detta chiavica discendendo verso il serraglio di Strada S. Stefano fino al casamento che fu di Bolognetti e Adamo del fu Gualcherio di Castel de Britti esclusivamente, racchiudendo in questi confini le case di nuovo fabbricate sopra detto fossato fino alla metà del medesimo. Il detto casamento, poi le case fabbricate di nuovo nella parte opposta fino alla casa di Giovanni da Varignana inclusive, e fin dove si estende detto casamento verso la parrocchia di S. Gio. in Monte, e fino alla metà di detto fossato, si dichiara appartenere a Santa Maria di Castel de Britti". Per le premesse cose si stabilisce che il casamento della famiglia dei da Castel de Britti comprendeva i numeri dal 333 a tutto il 330 che complessivamente hanno una fronte in Cartoleria Vecchia di piedi 80, 8.

N. 333. Stabile enfiteutico del Rettore di Santa Maria di Castel de Britti concesso in locazione il 5 febbraio 1455 a Lodovico e Bartolomeo di ser Andrea dal Bò speziale, che si descrive per una casa con tre chiusi di botteghe verso Strada S. Stefano, con una Banca da beccaro sotto il portico, sopra l' angolo o trivio di detta strada, e l'ingresso dalla casa in Cartoleria Vecchia. Confina due strade, e i conduttori. Rogito Graziano Grassi. I detti conduttori avevano probabilmente la casa dove fu poscia la bottega del tabaccaro.

1522, 10 marzo. Ercole Bovi loca a Geminiano Grimaldi una casa con forno in Strada S. Stefano, sul trivio di S. Biagio, presso la via pubblica di sotto (Strada San Stefano) presso i beni della morte a mattina, presso la beccaria a sera, e i cartolari a mezzogiorno. Questa è la casa della bottega del tabacco che ora è unita al suddetto stabile.

1546, 19 novembre. Locazione enfiteutica concessa dal rettore di Santa Maria di Castel de Britti, ad Annibale del fu Ulisse Bovi, di una casa con stalla in Cartoleria Vecchia, con porta in Strada S. Stefano, per L. 14 moneta corrente. Rogito Guglielmo Fabi Fava. Nel 1552 Annibale Bovi vendette la suddetta casa a Bartolomeo di Galeotto Beccadelli, e questi nel 1566 l'alienò a monsignor Gio. Carlo Bovio Vescovo di Brindisi, per L. 558, 5, 8.

1553, 15 marzo. Compra Giulio Bovio da Baldassare Boattieri una bottega ad uso di beccaria in Trebbo S. Biagio sotto la Ceriola. Confina Strada S. Stefano e Cartoleria Vecchia, i Bovi da un lato e di dietro, per L. 1250. Rogito Galeazzo Bovio.

N. 332. Casa, che secondo la tradizione, sarebbe stata dei Cavallina.

N. 331. Stabile di antichissima costruzione, le cui finestre del secondo piano sono guardate da inferriata. L' interno conserva non poco dello strano modo di fabbricare dei nostri antichi.

Ercole Bovio compra da Giacomo Gambari una casa in Cartoleria Vecchia, sotto S. Gio. in Monte. Confina Fiaccalcollo (cioè Rialto) di dietro, i successori d'Andrea dal Torlione, e di Lamberto da Loiano di sopra (a mezzodì) e l'ospitale della Morte e il compratore dalla parte inferiore (a settentrione), pagata L. 1100. Rogito Gio. Battista Buoi delli 28 novembre 1517.

N. 330. Casa che del 1517 era d' Andrea del Torlione, poi delle suore di San Uomobono, indi dei fratelli Betti.

N. 329. Sembra che questa e la precedente casa siano le stesse, che Agostino Senesi vendette a Carlo Aspertini per L. 1860 li 30 aprile 1587. Rogito Scipione Casari. Si dicono poste sotto la Ceriola, in confine di Alessandro Bovio e di Giovanni Mascheroni.

1699, 6 gennaio. Angela Gentile del fu Francesco Mascaroni vendette questo stabile a Giuseppe Ceccarelli Betti. Rogito Alessandro Guidetti. Questi Betti, increspatori da velo, furono innalzati dall' avv. Ercole lettor pubblico che viveva del 1708. I Ceccarelli Betti finirono in una femmina maritata col dottor medico Onofri, i cui discendenti ereditarono beni e cognome. Non restò poscia che una femmina nubile Onofri.

N. 324. Casa che fu di Gio. Battista Bolognini, poi del 1680 dei Salaroli, indi di Gabrielle Chellini che la fabbricò, e che poi la vendette il 2 aprile 1686 a Carlantonio d' Angelo Zanardi celebre musico, per L. 10000. Rogito Domenico Maria Boari. Confina a destra dell' ingresso con Catterina Regoli, a sinistra con Giacomo Giardini, e di dietro colla chiavica. Morì il Zanardi li 22 maggio 1704, con testamento 15 gennaio 1703, lasciando questa casa ai Padri dell'Eremo, che la diedero in enfiteusi a Catturegli detto l'orologiaro lucchese.

N. 323. Stabile di Pietro Antonio Ticinali alias Canobbi, venduto li 19 dicembre 1605 ad Alamanno Benedelli per L. 2700. Rogito Ippolito Lolli. È posto sotto San Giovanni in Monte, in Cartoleria Vecchia. Confina Gio. Battista Bolognini di sotto, Ettore dal Gambaro di sopra, e il venditore di dietro. Sotto un' altra data si annunzia per casa già di Sebastiano Regoli in Cartoleria Vecchia, sotto S. Gio. in Monte, in confine dei Salaroli, e di D. Simone dal Gambaro. La detta casa è di quattro archi di portico.

N. 322. Casa dei dal Gambaro, poi di Giacomo Cingari. Del 1715 passò ai Conventi. Il dott. Gio. Maria di Francesco Conventi lasciò erede Barbara di Giulio Cingari di lui moglie, la quale testò a favore del nipote Gio. Cingari notaro, ultimo della sua famiglia, illustrata da vari medici, e specialmente da due Vescovi insigni per la loro pietà e sapere. Il portico è di due archi.

N. 320. Casa dei Bernia nel 1599, poi dei Serviti. Ha due archi.

N. 319. I fratelli Viggiani cedettero questa casa al Seminario il 2 aprile 1599. Rogito Girolamo Folchi. Confina la via di Cartoleria Vecchia e quella detta Fossato di S. Lorenzo (Castellata), il dott. Albizzo Duglioli a ponente, e Gio. Paolo Bernia a levante. Anche ultimamente apparteneva al Seminario. Il portico è di tre archi.

N. 316. Casa degli Albanesi, poi di Andrea Gallatti da Villa d'Aiano. Rogito Antonio Malisardi del 7 novembre. Fu poi di Camillo Emiliani, del quale fu erede il conservatorio del Baracano, che la vendette a D. Sinibaldo Blondi per L. 6500. Fu egli l'istitutore del Collegio dei Nobili, e morì di contagio nel 1630. I suoi eredi Marcantonio Anselmi e le suore della SS. Trinità, in causa di suor Maria Lucrezia Blondi sua nipote, si divisero il suo patrimonio. Del 1715 questa casa era di Girolamo Monari, e del 1790 di Vincenzo Monari. Fu poi di Simone Abbati nativo di Parma. Dicesi che l'Abbati la comprasse dalle suore di S. Lorenzo, ma pare piuttosto che vi abbia unito il N. 317 che fu di dette suore.

N. 315. Casa di tre archi di portico che fu di Mauro Mantovani, poi di Antonio Malisardi, che li 16 ottobre 1579 la vendette ad Alessandro, Stefano, e Filippo Blondi, o Biondi. Trovasi sotto Santa Lucia in Cartoleria Vecchia, in confine di Cristoforo Albanesi, della via di S. Lorenzo dove ha sortita, pagata L. 4650. Rogito Nane Costa. Fu comprata dai Duglioli, e Alessandro di Lodovico Duglioli la vendette assieme ad un' annessa casetta ad Antonio di Giulio Beliossi profumiere sotto il portico della Morte, per L. 6300, li 17 aprile 1641. Rogito Gio. Battista Rampionesi. Confina la Castellata, i beni del Collegio dei Padri Gesuiti, quelli delle putte del Baracano, e i Zeneroni. Ultimamente era dei Padri di S. Gio. in Monte.

N. 314. Casa che del 1608 era dei Zambeccari, e che Camillo del capitano Paolo Zambeccari vendette a Bartolomeo del fu Montori, o Paltronieri, li 19 aprile 1641. Confina Cartoleria Vecchia, la casa del Collegio dei Nobili, gli eredi di Domenico Fabretti. Rogito Francesco Cavalleri. Del 1658 era dei Garbieri, del 1715 dei Gesuiti di Santa Lucia, poi dell' enfiteuta Gnudi, che la vendette ai Pierini, e questi a Simone Abbati parmeggiano.

N. 313. Casa che del 1582 era di D. Giacomo Casalini, comprata li 17 aprile 1608 da Domenico Maria Fabretti, in confine degli eredi di Paolo Zambeccari, e di quelli di Annibale Gigli, pagata L. 2317. Rogito Domenico Nanni.

1643, 28 luglio. Casa dell' eredità del fu Domenico Fabretti, sotto S. Giovanni in Monte, in Cartoleria Vecchia. Confina ad oriente Bartolomeo Paltronieri, a mezzodì il Collegio dei Nobili, a occidente Cartoleria Vecchia. Fu valutata L. 3900.

1658, 27 novembre. Pier Francesco del fu Domenico Fabretti vende ai Gesuiti una casa in Cartoleria Vecchia, per L. 3400. Confina a tramontana i Garbieri, dall'altro lato e di dietro il Collegio di S. Xaverio. Rogito Alessandro Andrei.

N. 313. Li 27 novembre 1582. Casa del canonico Giacomo Berardi sotto Santa Lucia, in Cartoleria Vecchia. Confina Paolo Balestra e Annibale Gigli. Rogito Antonio Malisardi.

In confine del Collegio dei Nobili dalla parte di Strada S. Stefano era la casa dei Pasqualini, l'ultima dei quali fu Eufrosina erede, che si maritò nel pittore Lorenzo Garbieri.

N. 314. Due case unite sotto S. Gio. in Monte, in Cartoleria Vecchia. Confinano da un lato i Padri di S. Gio. in Monte, dall' altro il detto Collegio dei Nobili, di dietro parte la Castellata e parte il Collegio. Erano di Panfilio Garbieri.

N. 313. Palazzo dei Dal Giglio, che avevano qui una casa prima del 1498.

1498, 12 luglio. Giovanni e Vincenzo fratelli Gigli comprano da Guido di Floriano di Guido Zanchini, una casa ad uso di tintoria, in confine delle vie di Cartoleria Vecchia e della Castellata, d' Antonio Pagnelli, e dei compratori, per L. 738 di bolognini.

1556, 15 febbraio. Il Senato concede a Tommaso Dal Giglio di mettere in linea un portico largo piedi 6, di una sua casa in Cartoleria Vecchia, in confine di Achille Bottrigari a ponente, e nello stesso giorno accorda a D. Giulio Gozzadini ed a Mauro Pietro Facchini di erigere i muri delle loro case che hanno in Cartoleria Vecchia presso Tommaso Gigli, per levare certo angolo ottuso.

1565, 12 maggio. Monsignor Tommaso di Gio. Gigli vescovo di Sora, poi del 1586 di Piacenza dove mori li 16 settembre 1578, fece donazione ad Annibale suo nipote, rogito Prospero Celi, di vari beni, fra quali una casa in Cartoleria Vecchia di nuovo fabbricata, che confina cogli eredi di Ercole Dal Giglio di lui fratello, con quelli di Ercole Bottrigari, colla tintoria che è nello stradello di S. Lorenzo, presso detto Bottrigari, e presso Baldassare Fioravanti. Item altra casa in detta strada, con orto, in confine di Antonio Maria Zoppi.

1576, 9 luglio. Annibale di Gio. Battista Gigli compra da Pantasilea del fu Ercole Gigli e da Gabbione del fu Nane Gozzadini suo marito, la casa sotto Santa Lucia in Cartoleria Vecchia. Confina Achille Bottrigari, Battista Balestra. Per L. 3000. Rogito Ferrante Garzaria.

1577, 16 ottobre. La casa di Annibale di Gio. Battista Gigli in Cartoleria Vecchia confinava col dott. Achille Bottrigari, e cogli eredi di Gio. Battista Balestra.

1600, 19 giugno. Casa dei Gigli in Cartoleria Vecchia. Confina Pacchioni, Zambeccari, ecc. La casetta con tintoria nella Castellata confina coi Gigli e i Sighicelli. L' altra casetta in Cartoleria Vecchia confina coi Pagnoni, coi Pasqualini (pare di dietro) e colla via.

1601, 9 marzo. Eleonora d' Alamanno Isolani vedova del fu Annibale Gigli, affitta a Carlo Fantuzzi, che la prende per D. Sinibaldo Biondi, la casa dei Gigli in Cartoleria Vecchia, e la casetta nel vicolo di S. Lorenzo, per farvi un' Accademia, pagando annue L. 500. Confina i Pacchioni, i Fioravanti, e i Balestra.

1619, 14 settembre. Locazione di Barbara d' Annibale Gigli maritata in Teofilo Forni, a D. Sinibaldo Biondi o Blondi rettore del Collegio dei Nobili, della casa grande e casetta annessa in Cartoleria Nuova, per L. 750 annue. Confina i Pacchioni, i Zambeccari, e l' Emiliani. Rogito Marcantonio Ghelli. 1623. La casa dei Gigli in Cartoleria Vecchia confinava la strada a tramontana, i Fabretti a mattina, i Stadiera, e Camillo Emiliani a sera, e la Castellata a mezzodì.

Nel 1627 confinava i Pacchioni e gli eredi di Paolo Zambeccari. L'Emiliani confinava colla casetta.

1641, 19 aprile. Vendita di Camillo del fu capitano Paolo Zambeccari a Bartolomeo del fu Gio. Mortori (forse Montori, Breventani), o Paltronieri, di una casa in Cartoleria Vecchia. Confina la casa del Collegio dei Nobili, e gli eredi dì Domenico Fabretti. Rogito Francesco Cavalieri. Fu poi comprata dai Gesuiti.

Casa Fabretti in Cartoleria Vecchia che era di D. Giacomo Casalini nel 1582. Confina la casa dei Garbieri, ora del Collegio dei Nobili.

Qualche scrittore distingue i Gigli dai Dal Giglio, anzi aggiungono che della prima vi siano state tre distinte famiglie, una delle quali venuta da Sesto. Che che ne sia, nè gli uni nè gli altri sono antichi, e quelli che qui abitarono finirono nella suddetta Barbara d'Annibale, maritata in Teofilo Forni di Modena, che testò nel 1630 e mori nel 1634. Il di lei figlio conte Paolo Francesco Forni vendette questo stabile, affittato al Collegio dei Nobili, a certo Zani, per L. 36900 li 17 luglio 1643, come a rogito di Alessandro Andrei, e Alessandro ed Orazio Montecalvi. Questo conte Carlo del conte Gio. Natale legittimato, vestì l'abito dei Gesuiti, e fece i tre voti colla rinunzia, e col patto risolutivo in caso d' egresso dalla religione. Per giusti motivi fu licenziato dalla compagnia, onde pretese all'eredità di Angelo Zani, in vigore dello statuto che escludeva le femmine, stante i maschi anche naturali. Morì egli lasciando eredi i Gesuiti ; si fece lite, che fu transatta, e fra le altre cose il palazzo di Strada S. Stefano andò ai conti Carlantonio, e conte Valerio Agnati del testatore. Si fece Gesuita li 18 ottobre 1627, professò li 18 ottobre 1629, poi uscì li 27 novembre 1639. Alla predetta casa già dei Gigli aggiunse il conte Carlo quella di Camillo Zambeccari, poi Paltronieri, in Cartoleria Vecchia.

D. Sinibaldo Blondi instituì il Collegio dei Nobili sotto il titolo di S. Prisca nella casa Morelli in via dei Chiari, dove rimase fino al 1601 in cui passò nelle case dei Gigli, dove pagava L. 600 d'affitto ad Eleonora di Ravà. Si volle aumentare la pigione, ed egli trasportò il collegio in casa di Rinaldo e fratelli Balzani in Strada Castiglione. Aumentandosi in quattro anni il numero dei collegiali riprese per L. 680 la casa dei Gigli, poi rinnovò l'affitto in L. 750 per tutto il maggio 1627.

Contemporaneamente al predetto collegio ne sorse un altro aperto da D. Lodovico Micheli detto parimenti dei Nobili, sul quale nel 1621 Nicolò Tibaldini pubblicò per le stampe :"Istruzione e capitoli del Collegio dei Nobili studenti di S. Marco" al quale pure si attribuisce l'origine nel 1601, ma senza prove; però il 9 luglio 1622 l' arcivescovo Angelo Gozzadini suffraganeo della chiesa di Bologna dichiarò che quello di D. Sinibaldo Biondi dovesse dirsi Collegio dei Nobili, e quello di D. Micheli Collegio dei Signori, generosi studenti di S. Marco. Rogito Paolo Monari. Il primo fu in seguito approvato dall' Ordinario li 13 gennaio 1623. Il fondatore Biondi morì, come si disse, di mal contaggioso nel Collegio dei Nobili sotto S. Gio. in Monte a ore 24 delli 17 giugno 1630, e fu sepolto in S. Domenico. Il di lui successore D. Alessandro non volle riconoscere alcuna dipendenza dai Gesuiti, in modo che si formarono due convitti, uno dei quali frequentò le scuole dei Gesuiti, e l'altro si disse Collegio di Santa Catterina, che li 17 aprile 1662 prese in affitto il palazzo Ruini, dove rimase due anni, e poi finì. Del primo ne presero l'intera direzione i Gesuiti nel 1634, ponendelo nella via dei Chiari col titolo di Collegio Nobile di S. Xaverio, e segnatamente nella casa del Morelli lasciata da Giovanni ai Gesuiti con testamento a rogito Giuseppe Vecchi delli 17 febbraio 1634, poi passò stabilmente nel 1645 in questo locale, che fu abbandonato li 12 dicembre 1797 per l' unione di questo al Collegio di S. Luigi. Finchè il Collegio dei Nobili fu condotto dai Gesuiti vestivano di nero come quello del Beato Luigi. I Barnabiti per differenziare i nobili dai cittadini, aggiunsero ai primi la spada. Fu messo ad uso di caserma, poscia risarcito nel 1809, si affittò a diversi inquilini, a comodo dei quali fu aperta una porta nella Castellata. Il teatro che serviva ai collegiali diventò venale, e vi recitavano commedie alcuni dilettanti e ciò pel corso di diversi anni. Sotto questa casa vi era un quartiere per gli accenditori della pubblica notturna illuminazione.

N. 312. Casa che del 1481 era di Lucia Guidotti, e del 1566 dei Bottrigari, poi del 1586 il 9 maggio di Taddeo del fu Tanaro Tanari, e si annunzia essere in Cartoleria Vecchia, in confine dei Gigli, di Orsolina Lanzi, dei Biondi e dello stradello di S. Lorenzo.

1593, 12 febbraio. Gio. Pacchioni compra questa casa con tre cortili dal detto Taddeo, posta in Cartoleria Vecchia. Confina di dietro i Biondi, lo stradello, i Gigli, ed i Lenzi, per L. 8990. Rogito Bonaparte Zani.

1645, 29 novembre. Lorenzo ed il dott. Leonardo, padre e figlio Pacchioni vendono la loro casa in Cartoleria Vecchia sotto S. Gio. in Monte al dott. Ercole d' Ovidio Betti, (altro dice essere Ovidio di Girolamo Betti). Confina Giuseppe Muratori a sera, i Gigli o Collegio dei Nobili a levante, i Felicini a mezzodì, per L. 11150. Rogito Domenico Pilla ed Angelo Betti Firenzola. Pretendesi che i Pacchioni si dicessero anticamente Biancoli. È famiglia antica, che annovera Giacomo detto Mino di Gabriello, che rovinò Bazzano nel 1311. Martino detto Pacchion dalla Gabella diede il nuovo cognome ai Biancoli. Il suddetto Leonardo dott. di leggi, figlio di Virginia d'Adorno Fava, pare l' ultimo dei Pacchioni, dei quali furono eredi i Barbieri Fontana.

1673, 19 settembre. Margarita del suddetto Ercole Betti, col suo testamento aperto li 31 marzo 1674, lascia al padre Antonio Maria gesuita la sua casa in Cartoleria Vecchia, in confine del Collegio di S. Xaverio, dei Morandi, e della Castellata. Rogito Domenico Maria Biondi.

1691, 7 luglio. I Gesuiti di Sant'Ignazio vendono al Collegio di S. Xaverio la casa già Betti Paltarazzi in Cartoleria Vecchia, per L. 9000. Rogito Tommaso Volta. Questa casa fu poi comprata dai gesuiti di Santa Lucia. L' Oretti dice che la casa allo scoperto presso i Morandi sia stata del celebre pittore Lorenzo Garbieri, ma parebbe che l' avesse soltanto abitata, a detto di altri cronisti, non posseduta, l' Oretti però dice: "Casa fra i Morandi ed il Collegio dei Nobili, in Cartoleria Vecchia, che era di Lorenzo Garbieri".

N. 311. Li 15 settembre 1299 Tommaso vende a Gio. Zagolli della cappella di Santa Lucia, un casamento di pubblico terreno del Comune di Bologna posto fra il serraglio di Strada Castiglione dal lato presso il ponte verso il serraglio di Strada San Stefano, in faccia a detto ponte, il qual terreno l'ebbe in enfiteusi dal Comune Francesco, o Fico di Simone della capella di S. Remedio, con tutto il murello di detto ponte, per L. 14 e denari 10. Rogito Alberto di Giacomo. Frate Tommaso e frate Giovanni novizzo in S. Salvatore, fratelli e figli del fu Domenico Vizzani, eredi per due terzi di Ghilino Vizzani loro avo, e del dott. Domenico loro padre, vendono a Domenico del fu Oddofredo Oddofredi una casa ed una casetta dopo detta casa, che fu di Minozia Battagliuzzi moglie di Ghilino Vizzani a cui spettava li 12 luglio 1429. Confina gli eredi di ser Tommaso Bertuzzi a mattina, il Fossato di dietro mediante V orto, Cartoleria Vecchia e Strada Castiglione, per L. 550. Rogito Ruffino Ruffini delli 29 ottobre 1450.

1481, 15 novembre. Lorenzo del fu Domenico Oddofredi compra da Francesco e Tommaso fratelli e figli del fu Floriano Mantacheti, una casa in Cartoleria Vecchia sotto Santa Lucia. Confina il compratore a sera, con Lucia moglie di Martino Guidotti a mattina, col Fossato di dietro, e colla via pubblica, per L. 461, 10, 9 di bolognini d'argento che sono L. 500 moneta corrente. Rogito Taddeo Mammellini. Le confinazioni provano che questa era la casa di ser Tommaso Bertuzzi nel 1450.

1521, 17 luglio. La metà della casa in Strada Castiglione ed in Cartoleria Vecchia sotto Santa Lucia degli Oddofredi, fu stimata L. 1532, 12. Rogito Guglielmo Fava.

1526, 15 maggio. Casa con orto e stalla sotto Santa Lucia in Cartoleria Vecchia e Strada Castiglione, di Domenico di Lorenzo Oddofredi. Confina le vie pubbliche, Francesco Fioravanti, ed i successori di Antonio Pagorelli. Rogito Guglielmo Fava.

Passò ai Tossignani, ed il dott. Paolo del fu Gio. Francesco Tossignani, erede di altro Paolo Tossignani, vendette questo stabile li 23 marzo 1604 a Camillo del fu Giacomo Cospi, per L. 1500. Rogito Bernardino Andrioli. È posto sotto Santa Lucia, confina davanti con Cartoleria Vecchia, a sinistra Strada Castiglione, di dietro gli eredi di Gio. Sighicelli, e a destra Leonardo Pacchioni.

1610, 14 marzo. Rogito Vincenzo Orlandini. Gio. Battista d' Annibale Rustighelli comprò questa casa, ed in conto di prezzo assegnò ai venditori la casa di Francesca del fu Gio. Antonio Formigine di lui moglie, per L. 8000, posta nella via dei Santi (Barbaria) presso i Marescotti. La detta Formigini era figlia di una Bulgarese.

1625, 11 gennaio. Testamento di Gio. Battista di Annibale Rustighelli ultimo di sua famiglia. Lascia erede usufruttuaria Francesca Formigini di lui moglie, e proprietarie le suore di Gesù e Maria.

1629, 6 settembre. Inventario legale dell'eredità del fu Gio. Battista Rustighelli, fatta da Francesca del fu Gio. Antonio Formigine vedova di Gio. Battista, e dalle suore di Gesù e Maria. Casa in Cartoleria Vecchia nell'angolo di Strada Castiglione sotto San Gio. in Monte. Confina Porzia Stadiera ed altri. I Rustighelli erano oriundi da Montasico fino dal 1251, e non da Firenze, come qualcuno ha detto senza fondamento.

1632, 13 gennaio. Le suore di Gesù e Maria promettono di vendere questo stabile a Giuseppe di Marcantonio Muratori mercante di seta che aveva negozio nelle Chiavature, per L. 16000. Il detto Giuseppe testò a favore di Angela sua figlia maritata nel 1645 in Nestore di Antonio Morandi, e terminata la sua discendenza, chiamò ad eredi le suore di Sant' Elena e di S. Bernardino, i Padri Minimi, e l'Opera dei Mendicanti. . Domenico del detto Nestore venne ad abitare questa casa, e vi mori li 12 luglio 1723. Finito questo ramo Morandi nel conte Domenico di Gio. Battista morto li 17 febbraio 1790, si fece luogo alla sostituzione ordinata dal Muratori.

1662, 4 settembre. Assegnazione della Camera di Roma al Collegio di S. Xaverio della chiesa ed abitazione dei Crociferi, con obbligo di dare ogni anno al Capitolo corbe 28 di frumento. Rogito Domenico Nicoli.

1799, 1 aprile. Ratifica della vendita fatta a Gio. Calza dagli eredi Muratori per l' estinzione della linea d' Angelo Muratori seguita per la morte del conte Domenico Morandi, della casa in Cartoleria Vecchia sotto S. Gio. in Monte, per L. 7810. Rogito Eustachio Manfredi. Concorse alla stipulazione di questo contratto l'Opera dei Mendicanti, ed il Demanio per i tre conventi chiamati, e già soppressi.

Riferibilmente alla parte sinistra di questa contrada si trova che nel 1453 Nicolò Gio. Calvani alias el Specioso comprò una ripa o pezzola di terra spinosa e bedosta di dietro la casa di Cartoleria Vecchia, e cioè un resto di fossa del secondo recinto, della quale se ne veggono tuttora le vestigia di dietro le case N. 333, 332, 331.

Aggiunte

1290, 27 aprile. Compra di Graziadio di Ghislardo Ghislardi, da Domenico di Giacobino da Reggio, di una casa di diretto dominio dell'Abbazia di S. Stefano nell'Androna di Cartoleria, per L. 27, 70. Rogito Corradino di Bonaventura.

1489, 28 maggio. Locazione enfiteutica della compagnia di Gesù Cristo ad Astorgio Rossi di una casa sotto Santa Lucia in Cartoleria Vecchia, per annue L. 11. Rogito Antonio Boccacani.

1524, 3 giugno. Alessandro di Petronio Calcina affìtta a mastro Giovanni del fu Baldassare da Corte, pittore da Modena, una casa in Cartoleria Vecchia, sotto la cappella di Santa Lucia. Confina la strada, Lucia Carnevali alias dal Lino di sopra, Giacomo Scribanori di sotto, e la chiavica di dietro. Comincia la locazione per S. Michele in settembre, per annue L. 30 da pagarsi metà a Natale, e metà a Pasqua. Rogito Lodovico di Cesare Panzacchia.

1558, 9 luglio. Cesare del fu Girolamo Bolognini compra da Luca Bianchi una casa sotto Santa Lucia in Cartoleria Vecchia. Rogito Gerardo Gerardi.

1575, 19 ottobre. Camilla di Gaspare Sega, moglie di Gio. Battista di Gio. Bolognini, compra da Già. Giacomo del fu Marco Dondini, o Mondini, una casa in Cartoleria Vecchia, per L. 4500. Rogito Grazioso Marchetti, e Quirino Lucchini.

1582, 27 novembre. Casa del canonico Giacomo Berardi sotto Santa Lucia in Cartoleria Vecchia. Confina Paolo Balestri, e Annibale Gigli. Rogito Antonio Malisardi.

1583, 15 marzo. Galeazzo del fu Luca Ghino promette di vendere a Girolamo Caprara una casa sotto Santa Lucia in Cartoleria Vecchia, per L, 3425. Confina la via a levante, la chiavica a sera, e Marcantonio Corti a tramontana.

1586, 9 maggio. Casa di Teseo del fu Tanaro Tanari, in Cartoleria Vecchia. Confina Orsolina Lenzi, i Gigli, lo stradello di S. Lorenzo, ed i Biondi.

1593, 12 febbraio. La casa di Teseo Tanari in Cartoleria Vecchia, con tre cortili, in confine Biondi, Lenzi, Gigli, e lo stradello, viene comprata da Gio. Pagnoni per li re 8990. Rogito Bonaparte Zani.

1598, 18 agosto. Pietro Ruggieri compra da Margarita Dal Buono una casa sotto Santa Lucia in Cartoleria Vecchia, per L. 1200. Rogito Antonio Malisardi. Archivio della Concezione.

1608 (Orig. 1603. Breventani ?), 17 aprile. Domenico di Gio. Fabretti compra una casa in Cartoleria Vecchia, in confine degli eredi di Paolo Zambeccari successori Balestra, dei Pasqualini eredi di Annibale Gigli, per L. 2317. Rogito Domenico Nanni.

1634, 11 marzo. Compra Tommaso e fratelli Sborgni, dal dott. Baldassare Sighicelli, una casa sotto S. Gio. in Monte in Cartoleria Vecchia. Confina i Salaroli, Isabella Locatelli, i Marsili, per L. 3800. Rogito Pellegrino Aretusi.

1659, 7 aprile. Angelo e fratelli Pagnoni, eredi del canonico Sforza Pagnoni loro zio, vendono la casa già di Carlantonio Paltronieri comprata dal detto Sforza il 5 set tembre 1645 per L. 1800. Pare che la casa Paltronieri sia stata Zambeccari.

1660. Vien citato il voltone degli Oddofredi in Strada Castiglione.