Perle (dalle)

Famiglia non solo oscura, ma buia. Il Guidicini (1) cita una carta di vendita (1306) fatta da Lambertino del già Obizzo dalle Perle a Niccolò del fu Romeo Pepoli, di una casa, con torre alta e grossa, posta in strada Castiglione nella parocchia di s. Maria di Porta ravegnana, per 300 lire, la qual torre è una delle due comprese nell' attuale casa Sampieri dal lato di Castiglione ed è quella più vicina al fóro de' mercanti.

Era passata in proprietà di Giacomo e di Bianchino Bianchini (non già de' Bianchi come scrisse taluno) nobili e doviziosi mercanti, allorchè repentemente rovinò il 3 aprile 1488. I cronisti Giacomo Poggi contemporaneo e il Seccadinari scrivono che ciò avvenne per cedimento del suolo, onde la torre piegò da cima a fondo. Ma di essa rimane ancora un alto troncone indicato dall' Alberti (2), dall' Indicatore del 1582 e dall' Alidosi (3), il quale troncone ha solo una minima pendenza in senso opposto, come dirò in fine di questo cenno, onde l' asserzione surriferita non ha alcun valore; nè quindi è esatto l' altro contemporaneo Burselli, (4) il quale scrisse che la torre cadde integra a fundamentis. Ma, qual si fosse la cagione di siffatta rovina, dovette certo concorrervi l' insolita sottigliezza dei muri della torre.

Fatto sta che la torre, guastando parte della dogana e dello stupendo fóro de' mercanti (5), si rovesciò attraverso la strada sopra due case dei Bolognetti che le stavano dicontro; le conquassò per la lunghezza di quaranta metri, per la larghezza di ventiquattro « che niente ne remase integro, nè mai in Bologna fu la più oribele cosa » (6). Lo spaventoso tonfo attrasse tosto gran copia di gente ed anche il signore Giovanni II Bentivoglio surto da mensa, il quale a suon di tromba ordinò che tosto si frugassero le rovine per salvare i pericolati, se ve n' erano ancor vivi, e per estrarre i cadaveri. Così fu rinvenuto assai malconcio, ma vivo, un figliolino di Giovanni Bolognetti e nel giorno seguente fu sottratto incolume un facchino, che all' ora del disastro passava di colà per recar pesci ad una casa. Il quale, addimandato dal Bentivoglio che mai pensasse trovandosi sepolto vivo, rispose: udendo tanto rovinìo e il suono delle trombe, credetti crollato il mondo e giunto il giorno del giudizio finale (7). Ma questi due soli furono trovati vivi; vi si rinvennero estinti Giovanni Bolognetti e Antonio suo fratello rinomato professore di legge civile e canonica (8), le loro mogli, i figli loro, fra i quali una giovinetta abbracciata, al suo sposo Giovanni Gualenghi da Ferrara, e famigli e amici in numero di ventitrè persone, che tutte erano a mensa (9); « ed era cosa oribele a vederli e non era alcuno che per pietà non lagrimasse » (10).

Delle due famiglie Bolognetti. non scamparono che tre fanciulli: Ercole, semivivo, e Giacomo con Lodovico andati a scuola. L' orrendo caso addolorò i cittadini e impaurì siffattamente coloro i quali avevan casa vicino a torri, che per qualche tempo abitarono altrove.

Al celebre legista rimasto vittima fu data sepoltura nella cappella gentilizia in s. Giovanni in monte, ch' è la prima a sinistra della porta maggiore, e molto tempo dopo vi fu apposta la seguente epigrafe, la quale venne rimossa non ha guari, allorchè la cappella passò in proprietà dei Bottrigari.

D. O. M.

Antonio Bolognetto Iuris. cons. quem turris supra aedes repente lapsa misera quadam morte oppressit et Jacobo Mariae filio integerrimo Jacobus. M. eques et Hieron. Camil. fil, patri avo et proavo bb. m. an. MDLXXII (11).

I sedici riformatori dello stato, ossia il senato, quaranta giorni dopo la catastrofe venivano in questa deliberazione: Considerando l' orrenda ed inaudita rovina della casa Bolognetti, prostrata fino ài suolo dalla caduta d' una torre, con morte d' Antonio e Giovanni Bolognetti e delle loro famiglie, eccetto alcuni figli; commiserando i superstiti e seguendo il consiglio di Giovanni Bentivoglio, i XVI riformatori decretano ad unanimità che ai figli ed eredi d' esso Antonio sia pagato per l' anno corrente l' emolumento inscritto di 500 lire, per la lettura che faceva il padre loro: che scorso l' anno siano date annualmente per un quadriennio agli stessi eredi d' Antonio e agli eredi del predetto Giovanni lire 500, tolte dalla gabella grossa: che le famiglie dei medesimi Antonio e Giovanni siano esenti da qualunque dazio per venti anni e a loro venga dato il sale pel proprio uso, a ragione di 40 soldi la corba. A condizione però che facciano sgombrare la strada presso il Carrobio e il fòro de' mercanti, ingombri e pieni del rottame prodotto dall' accaduta rovina e che per ornamento della città ricostruiscano decorosamente e lodevolmente la loro casa diroccata (12).

Questa deliberazione era raffermata il dì appresso con un altro decreto del luogotenente del legato papale cardinal Giuliano della Rovere, che fu poi Giulio II (13).

Tardi, ma a oltranza, il secondo patto imposto ai Bolognetti dai XVI fu adempito da Cammillo, il quale costruì in modo più che decoroso e lodevole la casa n. 1310, che ha nel prospetto, sopra l' ornato d' una finestra, la seguente iscrizione :

CAMMILLUS BOLOGNETTUS

A FUNDAMENTIS F.

CURAVIT

ANNO MDLI.

L' avanzo della torre sopraddetta è situato quasi nel mezzo della casa Sampieri fra le vie Castiglione e s. Stefano, ed è precisamente di faccia a quella parte di casa Bolognetti che ha l' epigrafe riferita qui sopra. È alto 25 metri e sovrasta di sette la casa: è di pianta irregolare tra la quadrata e la romboidale, poichè ha un angolo retto, quello di contro è ottuso, gli altri due sono acuti. Di guisa che un lato di me tri 8,88 ha il corrispondente di soli met. 7,97; un altro di met. 7,29 ne ha rincontro uno di met. 6,33. I muri sono grossi soltanto met. 0,77 alla base e mei. 0,66 in cima, ed è cosa anormale per una torre molto elevata come era questa, e dovev' esser cosa, come fu, pericolosa. Vi è una bella finestra arcuata a tutto sesto ora accecata e non vi sono i fori o ponti delle armature. Le scale murate che vanno fino in cima non sono di tempo antico.

Avendo io fatto scandagliare da persona dell' arte se e quanto questo troncone fosse inclinato, risultò che solo di pochi centimetri egli pende verso mezzodì e levante, e la casa Bolognetti gli sta in vece a ponente; sicchè non è vero che la caduta della torre verso ponente provenisse da cedi mento di suolo da quel lato.

(1) Cose not. v. 1, pag. 318.

(2) Historia, lib. 6, deca 1.

(3) Instrut., pag. 195.

(4) Annal. bonon. col. 904.

(5) Docum. n. 235.

(6) Zili, Cronaca (contemporanea) ms. ann. 1484.

(7) Ghirardacci, Hist. v. 3, ms. ann. 1484.

(8) Fantuzzi, Notiz. v. 9, pag. 65. Mazzetti, Repert., pag. 60.

(9) Burselli, Annal. col. 904. Poggi, Cronaca (contemporanea) ms. ann. 1484.

(10) Zili, Cron. ms. ann. 1484.

(11) Negri, Ann. di Bol. ms. v. 19. ann. 1484. Fantuzzi, Notiz. v. 9, pag. 66.

(12) Docum. n. 234.

(13) Docum. n. 236.