Fondazza, dal II volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

La via della Fondazza comincia da Strada Santo Stefano, e termina a quella di Strada Maggiore.

La sua lunghezza è di pertiche 116, 5, e la sua superficie di pertiche 151, 88, 6.

La Fondazza è ricordata fino dal 1265, per cui si fu la strada che diede il nome alla famiglia dei dalla Fondazza, non la famiglia alla strada. Nel 1289 si pubblicavano i bandi nella Fondazza rimpetto al monastero di Santa Cristina. Li 24 giugno 1545 il Legato Moroni proibì con suo editto l' affittar case a meretrici nella via della Fondazza. Questa via da Strada Santo Stefano a S. Petronio Vecchio si dice Fondazza di sopra, e da S. Petronio Vecchio a Strada Maggiore Fondazza di sotto.

Via della Fondazza a destra cominciando da Strada Santo Stefano.

N. 397. Orto già delle Scalzine, poi di Gio. Pietro Zanoni che corrisponde ad una casa in Strada Santo Stefano, di tornature 4, 20.

NN. 413, 414. Chiesa, parrocchia, e monastero di Santa Cristina.

Martino, Priore generale dei Camaldolesi, fabbricò nel 1125 un monastero nel comune de' Settefonti, in luogo detto la Valletta, nel quale collocò monache del suo ordine.

Due instrumenti del 1099 fan testimonianza della esistenza di queste suore a quei giorni. L'uno del notaro Martino, delli 8 agosto, col quale Seghizzo offre a Matilde, Badessa di Santa Cristina di Stifonte, alcune terre d' Ermingarda già sua moglie. L'altro del notaro Senioripto, delli 14 settembre, col quale Beatrice, figlia del conte Ugone, dona alcune terre a Gerardo Priore, ai chierici, e alle monache di Santa Cristina di Stifonte.

L'archivio dei conventuali di S. Francesco conserva un rogito di Pietro da Settefonti, delli 20 febbraio 1241, della manumissione della schiavitù e libertà concessa per L. 10 dall'Abbadessa delle monache di Santa Cristina, a Bonagrazia di Teuzo di Maserenzo, e a di lui figli che erano sotto il dominio e podestà del loro monastero.

Frate Iacopo Boncambio, Vescovo di Bologna, nel 1247 diede facoltà a Scolastica, Badessa di Santa Cristina di Stifonte, di trasportare il suo monastero da Stifonte a Bologna, nel borgo fra Strada .Maggiore e Strada Santo Stefano, e pose la prima pietra nella fabbrica della chiesa.

Nel 1575 suor Catterina de' Vitali, trovando che la vecchia chiesa era piccola, brutta, e non proporzionata al convento, cominciò la fabbrica di una nuova, ma non quale la desiderava stante la mancanza di suolo. Poco dopo acquistò un orto, che servi ad aggrandire il convento, e somministrò modo alle Badesse suor Margarita Giavarini, e suor Ottavia Bolognetti di fare la grande e bella chiesa presente, incominciata nel 1602.

Questo monastero, dietro permesso ottenuto ii 11 novembre 1716, fu aggrandito col suolo di sei casette della Fondazza di sopra, che avevano 86 piedi di fronte, tre delle quali erano a un sol piano, le altre tre di due, e di massima altezza piedi 15, che fu soppresso il primo febbraio 1799, come pure la parrocchia che era governata dal confessore del convento, mutabile ogni triennio.

La maggior parte del monastero, compreso l'orto, fu alienata a Giacomo Brusa. Rogito Angelo Bacialli delli 10 maggio 1799, ed il rimanente, non comprese le spettanze parrocchiali, fu comprato da Innocenzo Lorenzoni. Rogito dottor Serafino Betti delli 29 ottobre 1805.

Il muro della clausura lungo la Fondazza fu abbassato da Giacomo Brusa.

Dopo non molto, varie monache di Gesù e Maria vissero per quasi 23 anni unite in questo locale conducendolo in affitto, poi lo acquistarono e vi si stabilirono in clausura vestendo l'abito sotto la regola di Sant'Agostino. Il muro suddetto nella Fondazza fu restituito alla primiera sua altezza di piedi 16 per impedire al vicinato di vedere entro il convento.

L' orto è di tornature 2, 53.

Si passa il vicolo del Piombo.

N. 422. Antica casa dei Fondazza, o dalla Fondazza.

Un Giovanni Daziere, che abitava in questa strada nel 1320, adottò questo cognome, i cui discendenti furon partigiani Bentivoleschi. L' ultimo fu il dottor in leggi Annibale di Filippo, morto nel 1617. Un' eredità Fondazza passò nei conti Ratta di Strada Stefano, in causa di Catterina di Omero, maritata in terze nozze col conte Giovanni d' Alberto Ratta.

La suddetta casa fu poi acquistata dalle monache di Santa Cristina, e dopo la loro soppressione passò in proprietà a diversi. Si dice che nei capitelli vi si vedessero le armi dei Formaglini.

Via della Fondazza a sinistra entrandoci per Strada Santo Stefano.

N. 371. Casa che fu dei dal Calice, poi dei Sarti, l'ultimo dei quali fu il conte Emilio di Taddeo, morto il primo febbraio 1683. Lasciò questa sua casa ed altri stabili a comodo dei poveri della parrocchia di Santa Cristina della Fondazza, ma una porzione della sua proprietà fu devoluta ai Bonfili forse perchè Giulio Camillo di ser Filoteo Sarti fu marito di Bonfilia Bonfili. Le suore terziarie servite condussero in affitto questa casa dal 1699 alli 8 maggio 1720, nel qual giorno passarono stabilmente nella Braina di Fiaccalcollo N. 235.

Nel 1784, per chirografo di Pio VI, come dagli atti di Gio. Battista Nanni notaro arcivescovile, fu concessa in enfiteusi a Giacomo Zoni, come da rogito Giuseppe Maria Nanni.

Si passa S. Petronio Vecchio.

Il portico uniforme, che trovasi al finire della via verso Strada Maggiore, fu ordinato del 1582 dal Legato Cesi per raddrizzare, allargare, e coprire questo tratto di Fondazza tagliando alcune case. Li 21 gennaio 1583 il pubblico diede sussidio per questo portico. Li 16 settembre 1583 Francesco Terribilia, architetto del pubblico, diede relazione al Legato dei danni sofferti da Giacomo Zoppi per la costruzione dei nuovi portici nella via della Fondazza calcolati in L. 503, 11, 4. I proprietari danneggiati per questo lavoro vennero compensati dal pubblico erario nelle seguenti misure.

Li 27 luglio 1585 a Marchione Galassino per tre casette tagliate .......... L. 401, 00, 0.

Ad Annibale Donaino nel cantone di Strada Maggiore ........................ » 3610, 00, 0.

Li 16 aprile 1587, dopo molte contestazioni, furono pagate a Giacomo Zoppio » 503, 11, 4.

Totale ................................................................... L. 4514, 11, 4.

Aggiunte

1538, 31 luglio. Compra Bonetto del fu Bonasio Luccatelli, da Bergamo Magnano, da Giovanni, e da Alamanno, fratelli, e figli del fu Nicola Panzacchi di Roncastaldo, una casa con orto sotto S. Giuliano nella Fondazza, per L. 150. Rogito Lattanzio Panzacchia.

L'ultimo di questi Luccatelli fu Ercole Antonio morto li 22 novembre 1691. Aveva testato li 26 settembre 1691, a rogito Carlo Verri, lasciando erede Vincenzo del fu Lodovico Tanari suo nipote ex sorore di nome Silvia, maritata in Cristoforo Tanara figlio di Vincenzo, che scrisse il trattato sull' economia in villa circa il 1670.