Il luogo chiamato Casette di S.Andrea comincia in Borgo Sàlamo e termina nella via delle scuole Pie.
La sua lunghezza è di pert. 20. 07, e di superficie pert. 24. 74. 11.
Il vero suo nome è via di S.Andrea degli Ansaldi, o anche via degli Ansaldi.
Casette di S.Andrea a destra, entrandovi per Borgo Salamo.
Il piazzaletto, che precede la chiesa di S.Andrea degli Ansaldi, era l'antico cimitero di questa parrocchia e si sa per certo ch'esso esisteva nel 1238.
N. 516. Chiesa parrocchiale di S.Andrea degli Ansaldi, alias delle Scuole. La sua antichità rimonta, per prove non dubbie, al principio del secolo XIII. NelI'archivio di S.Francesco evvi un rogito di Leonardo Firmano delli 30 novembre 1212, che riguarda il pagamento fatto da Alberghero di Aliosto a D. Alberto, rettore della chiesa stessa, di 11 denari di bolognini, che doveva a detto rettore per affitti decorsi. Li 27 ottobre 1459 Pio IV donò una casa ad essa parrocchia di S.Andrea. Che la chiesa fosse di jus patronato della antichissima famiglia Ansaldi è probabile. Qualche scrittore notò che la famiglia si cognominasse ancora Antaldi . ma pare famiglia diversa. Gli Antaldi di Bologna vengono da un Antaldo dott. di LL. figlio di Nicolò, la cui discendenza maschile terminò in Leone di Carlantonio, pittore, che testò nel 1577, e nel di lui fratello Nicolò, che testò nel 1584, lasciando una figlia per nome Eleonora, maritata in Gio. Battista Tessuti. Gli Antaldi avevano case dov'è oggi la chiesa di S.Paolo, e si ebbero per oriundi di Modena, di partito Lambertazzo e rifuggiati a Faenza.
La chiesa di S.Andrea degli Ansaldi era in direzione da levante a ponente, coperta a tassello e niente ornata; aveva due cappelle a sinistra, una sola a destra e l'altar maggiore. La parrocchia fu per decreto del 6 agosto 1798 soppressa e traslocata il 24 dello stesso mese in quella di S.Domenico. Li 6 dicembre susseguente fu destinata la predetta chiesa a deposito di nitro. Nel 1805 il campanile, che trovavasi nell'angolo della via delle Casette, e che è verso settentrione, mostrava in dipinto murale un S.Cristoforo in forma gigantesca, e v'era anche un'arma di marmo rappresentante un'aquila in piedi con ali aperte, creduta per segno gentilizio degli Ansaldi. La chiesa fu eguagliata all'altezza dei coperti, o tettoie delle case vicine, poi atterrata li 20 ottobre 1809, siccome pure una cappella, che sporgeva a settentrione, per cui s'ampliò la vicina piazzetta. Li 29 settembre 1808, la chiesa e la segristia fu acquistata dal marchese Gaetano Mariscotti Berselli. Rogito dott. Serafino Betti. E qui è da notare che nel 1270 Giacomo Colonna, romano, aveva una casa a porta S.Proculo in cappella di S.Andrea degli Ansaldi.
N. 515. Canonica della parrocchiale di S.Andrea stesso, che vuolsi da taluno aver appartenuto, ma senza prova e nemmanco probabilità, al notaio Giacomo Zanellini o Zanettini. Appartiene al benefizio del curato; ed il parroco D. Luigi Magagnoli la locò in enfiteusi a Domenico e nipoti Benfenati. Rogito Ronca del 16 dicembre 1806.
N. 514. Mina di Fredo Calcina, vedova di Guglielmo del fu Giacomo Sensuli. erede di Bartolomea di Giacomo Grassi, già moglie di Chichino Fasagnoli, vende ad Antonio del fu Nicolò Baldi di Ravenna una casa, sotto questa parrocchia di S.Andrea, la quale confina con Giacomo Pertegoni, colli eredi del conte Ruffini. colla via pubblica e colla casa della stessa chiesa, per lire 140, come emerge da rogito Lodovico di Giuseppe di Curzio di Vincenzo Ruffini. Venne poi aggrandita con l'altra vicina dei Perticoni, ed ambedue furono dei Ruffini, poi vennero vendute li 14 gennaio 1619 da Carlo Alessandro e Giovanni Battista Parchi a Giovanni Battista Fabo da Legnago ; e ciò in virtù di rogito Bartolomeo Albertini. Benedetto del detto Giovanni Battista la cedette in seguito ad Ercole di Michele Bendini, mercante, alli 17 gennaio 1633, per lire 8000, come da rogito Bondio Serafino Bertolieri. Francesco Bendini fu l'ultimo di sua famiglia che ne lasciò uso-fruttuaria la moglie Maddalena, poscia rimaritata in Carlo Barbieri, ed erede proprietario Fancesco Maria di Ferdinando Monti, il quale assegnò detta casa alla vedova Bendini in restituzione della sua dote. Li 10 giugno 1679 la summentovata Maddalena la vendeva ad Odoardo Zanchini per lire 10000, come risulta da rogito Carlantonio Mandini ed Alberto Miglioli, con dichiarazione la casa trovarsi indicata sotto S.Andrea degli Ansaldi, in confine col compratore, Borgo Salamo, canonica di S.Andrea, e la casa dei Buratti e della via pubblica. Finita la famiglia Zanchini, la sopradetta casa fu ereditata dal senatore Giovanni Zambeccari. Angelica Teresa del fu Giovanni Battista Zanchini, vedova del senatore Paolo Patrizio Zambeccari, ne era in possesso alli 17 febbraio 1788. Si ha ricordo essere nelle casette di S.Andrea, in confine dei casamenti Barbazza e Marescotti-Berselli, successori del collegio Ancarano e della canonica di S.Andrea in discorso.
N. 513. Casa della famiglia nobile Buratti, che dapprima si chiamava Sirighelli, o Dalle Sirighelle ed anche Dal Buratto: esercitarono dapprima la maccelleria, poi un Matteo di Giovanni Buratti celebre giureconsulto, morto nel 1627, illustrò la sua casa, che terminò nel conte Giovanni Paolo di Giovanni Seniore ed Anna Eleonora del senatore Giovanni Lupari, li quali coniugi partirono da Bologna li 22 settembre 1684, l'uno per Milano, l'altro per Parma, ove vestirono l'abito dei carmelitani scalzi, egli col nome di P. Antonio Giuseppe, ed essa con quello di suor Teresa di Gesù. Morì il primo li 20 settembre 1714 e la seconda li 28 settembre 1718. L'eredità Buratti passò poi al senatore Orsi, per causa di Camilla di Matteo, moglie del senatore Alessio Orsi.
Questa casa appartenne nel 1599 alla suddetta famiglia Buratti, ed allora confinava con la via da più Iati, con gli stabili di Pietro Parchi, coi Malvezzi, coi Cancellieri e colle stalle di Barbazza, come da rogito Antonio Malisardi.
1633. Li 3 giugno. Gio. Buratti chiese suolo per dirizzare la facciata della sua casa da S.Andrea degli Ansaldi.
1648. Li 22 febbraio. La casa del fu Giovanni Buratti, iuniore, confinava con Ercole Bandini, con Vincenzo Guidotti, e coi Barbazza. Il senatore Guidascanio del sunnominato Orsi, vendette questo stabile ai Barbazza.
Casette di S.Andrea a sinistra, entrandovi per Borgo Sdiamo.
Si passa il vicolo senza nome, e da qualcuno denominato delle Casette di S.Andrea.
N. 521. Li 29 aprile 1452. Bartolomeo Lambertini compra da Giacomo Picciolpassi una casa con corticella e pozzo in cappella di S.Andrea degli Ansaldi, per lire 225, che confina colla via pubblica da due lati e col compratore; e ciò in dipendenza di rogito Ruffino Ruffini.
1453. Li 24 dicembre. Il suddetto Lambertini compra da Petronio Lodovico e da altri dei Grassi una casa grande, sotto la parrocchia di S.Andrea, vicino ad una casetta antica appartenente al compratore, per lire 2300, come da rogito Bartolomeo e Cesare Panzacchi.
1540. Li 22 dicembre. Concessione di terreno pubblico a Lodovico Lambertini per la fabbrica della sua casa, non lontana dalla chiesa di S.Domenico.
1565. Li 4 giugno. Francesco del fu Paolo Luna compra da Bartolomeo del fu senatore Lodovico Lambertini una casa sotto S.Andrea degli Ansaldi e due casette in confine della via pubblica e all'incontro di questi in confine di Luigi Zagnoni e di Antonio Aristoteli per lire 17000, come a rogito Annibale Cavalli.
1568. Li 28 maggio. Francesco del fu Paolo Luna vende, pei rogiti Alessandro Chiocca . a Carlantonio Berò, due case contigue poste in isola sotto a S.Andrea degli Ansaldi, e nella via di S.Domenico (in Belvedere) per lire 14000.
1585. Il 1° luglio. Carlantonio Berò vende le suddette case ad Annibale Pa leotti per lire 3000, come da rogito Girolamo Caccianemici.
1641. Li 8 agosto. Monsignor arcidiacono Francesco Paleotti ed il senatore Camillo, quali eredi del predetto Annibale, vendettero, a rogito Lorenzo Mariani, questo stabile assieme alle stalle nella via di Battibecco, per lire 25000, al causidico Orazio Montecalvi.
1646. Li 5 dicembre. Orazio Montecalvi comprò la casa con stalla presso le scuole Pie per lire 3500, come da rogito Bartolomeo Cattani.
1685. Li 11 luglio. Ercole d'Orazio Montecalvi vende la casa grande con stalla, posta nella parrocchia di S.Andrea, a Giovanni Francesco Davia per lire 22000. Rogito Carlo Verri.
1703. Li 15 gennaio. Transazione coi creditori del sunnominato fu Davia, colla quale si restituisce questa casa ai Montecalvi, come da rogito di Marco, di Caiti, e di Girolamo Medici.
1710. Li 18 marzo. Anna Maria Montecalvi o Orsina Bertolini Montecalvi, vendettero questa casa a Domenica Maria Benati, orefice che morì poi nel 1733, per lire 22,000 come da rogito Vincenzo Garganelli. Non è forse inopportuno qui notare che i Montecalvi della famiglia senatoria si dissero anche Montecalvi Federici, e furono aderenti alla famiglia Pepoli e per ciò Scacchese, poscia al partito Bentivolesco. Anticamente essi Montecalvi furono merciai. Una loro eredità passò nei Calvi e nei Belvisi. L'ultimo fu Tommaso, di Federico, ed Ercole, del dott. di legge Orazio, morto nel 1706