Marcellino (Via San)

Via San Marcellino.

Da via Cesare Battisti a via de' Gombruti.

Quartiere Saragozza.

Prima documentazione dell'odonimo: 1583 (Campo dei Santi Pietro e Marcellino).

Presso l'attuale numero 3 di via San Marcellino era l'antichissima chiesa dei Santi Pietro e Marcellino, documentata già nel 1090 (GrisostomoTrombelli, "Memorie Istoriche Concernenti le due Canoniche di S.Maria di Reno, e di S.Salvatore insieme unite", Bologna, 1752, pag. 401).

Il documento riportato dal Trombelli è un atto di enfitusi in cui si legge:

Idest foris civitatem Bononiam infra civit. rupta antiqua in loco qui vocatur campo longo solo uno terre vacuo & prope ecclesiam sanctorum martirum petri & marcelini cum intrito & exito suo usque in via plubica (sic).

Il campo longo di cui si parla è lo stesso di un altro atto, un rogito del 17 febbraio 1074, citato dal Guidicini (I,12):

rogito di investitura di una pezza di terra intra Civitatem Bononiae antiquae destructam in loco qui dicitur Campo Longo non longe ab ecclesia et monasterio Ss. martirum Gervasii et Protasii.

Il Campo Longo quindi era terreno situato nella Civitas Antiqua Rupta, ovvero nella parte della Bologna Romana lasciata andare in rovina durante il periodo di decadenza dell'impero Romano di occidente ed ancora desolata nell'XI secolo, tanto da essere indicata nei rogiti come città antica distrutta. Questo terreno andava dalla chiesa e convento dei Santi Gervasio e Protasio alla chiesa dei Santi Pietro e Marcellino.

Questa chiesa fu parrocchiale fino al 1586 e come tale venne ricordata dallo Zanti. Nel 1687 divenne sede della confraternita di Santa Maria dell'Umiltà trasferita qui dall'Oratorio della Carità. Con l'occasione la confraternita prese il nome di Compagnia dei Santi Pietro e Marcellino. La compagnia fu soppressa nel 1798 e la chiesa chiusa definitivamente nel 1800, nell'ambito delle soppressioni napoleoniche.

Questa chiesa diede nome al piccolo slargo che vi era davanti (Campetto dei Santi Pietro e Marcellino) ed al vicolo che congiunge tuttora via Cesare Battisti e via de' Gombruti.

L'insieme di vicolo e slargo fu chiamato Campo dei Santi Pietro e Marcellino dallo Zanti, che aggiunse anche che tutti i vicoli di quella zona erano chiamati genericamente Arulari; identico odonimo (Campo de Santi Pietro e Marcellino) fu usato dall'Alidosi, Camp de' Santi Pier, e Marcellin fu il nome dato dal Banchieri, Via e Campo dei Santi Pietro e Marcellino dall'Aretusi, Campo di San Piero Marzolino dal Mitelli, Vicolo del Campetto dei Santi Pietro e Marcellino dal Guidicini. Fino alla riforma toponomastica del 1873/78 fu chiamato Campo di San Pietro e Marcellino (Itinerario) o anche semplicemente senza la "e": Campo di San Pietro Marcelllino (Origine e Indicatore), come se i due santi fossero diventati uno: Pietro Marcellino.

La riforma toponomastica del 1873/78 curiosamente consacrò la soppressione di uno dei due santi e la via divenne Via San Marcellino.

Per quanto riguarda la nota dello Zanti sui vicoli detti Arulari, overo via dal Rolo, il Fanti (II,492) ipotizza la presenza di artigiani che fabbricavano teglie da cucina (in lingua bolognese rol).

Fonti citate in questo articolo.

Zanti: Nomi, et cognomi di tutte le strade, contrade, et borghi di Bologna, di Giovanni Zanti pubblicato nel 1583.

Alidosi: Nomi delle strade, vie, borghi, et vicoli, che sono nella città di Bologna, di Giovanni Niccolò Pasquali Alidosi, pubblicato nel 1624).

Banchieri: Origine Delle Porte, Strade, Borghi Contrade, Vie, Viazzoli, Piazzole, Salicate, Piazze, e Trebbi dell'Illustrissima Città di Bologna con i loro Nomi, Pronomi, e Cognomi, di Camillo Scaligeri della Fratta (pseudonimo di Adriano Banchieri), pubblicato da Clemente Ferroni nel 1635.

Aretusi: Origine di Bologna. Pianta di Bologna di Costantino Aretusi, pubblicata nel 1636.

Mitelli: Bologna in pianta, città del Papa, famosa pianta di Agostino Mitelli, pubblicata nel 1692.

Guidicini: Cose Notabili della Città di Bologna ossia Storia Cronologica de' suoi stabili sacri, pubblici e privati, di Giuseppe Guidicini (scritto prima del 1837, ma pubblicato nel 1868).

Itinerario: Itinerario di tutte le strade, borghi, vie, vicoli e viazzoli della città di Bologna colla distintiva d'ogni Strada a qual commissariato di Polizia appartenga, pubblicato a Bologna nel 1835.

Origine: origine della denominazione delle 334 strade che compongono la città di bologna, di Goldini e C.. Pubblicato a Bologna nel 1843

Indicatore: Indicatore Bolognese riferibile a ciascun edifizio componente la città, di Sebastiano Giovannini pubblicato nel 1854.

Fanti: Le Vie di Bologna. Saggio di Toponomastica Storica, di Mario Fanti, Istituto per la Storia di Bologna, 2000.