N.289 - Palazzo Angelelli

Cartigli

Palazzo Angelelli

L'edificio, eretto dalla famiglia Guidotti nel 1537, passò nel 1554 agli Angelelli. All'interno si conserva una rara cavallerizza, progettata da Antonio Francesco Ambrosi, e adibita poco dopo a teatro nel 1710. Nel primo cortile, sopra il pozzo composto da marmi rinascimentali, si trova una statua in terracotta di Tizio con l'avvoltoio di G. B. Bolognini (1736 c.); nel secondo cortile, dello stesso autore, ritratto in terracotta di A. M. Angelelli. All'interno, affreschi di D. Pedrini e una sala con stucchi settecenteschi attribuibili a G. B. Bolognini.

Indirizzo:

strada Maggiore, 51

Guidicini

Qui vi erano le case del fu Giovanni Francesco del fu Gaspare da Manzolino notaro, ereditate li 29 gennaio 1496 da Laura sua figlia, le quali si dicono poste in Strada Maggiore presso il conte Andrea Grati, e presso Giovanni Borghesani. Della famiglia Manzolini, fu Battista di Antonio detto dei Manzoli dottore di leggi lettore pubblico del Collegio dei giudici, canonico di S. Pietro, e vicario generale del Vescovo di Bologna, ucciso in carcere li 14 gennaio 1454 dal riformatore Paolo Volta, per causa di trattato coi Canetoli, che per errore d' alcuni storici vien denominato Antonio Manzoli in luogo di Battista d'Antonio Manzolini.

Da Laura di Giovanni Francesco Manzolini passarono questi stabili ai Grati, come abbasso.

1525 5 dicembre. Dote di Camilla di Giacomo Grati moglie di Floriano Caccialupi, per la quale gli vennero assegnate diverse case in Bologna sotto Santa Maria del Torleone, e sotto S. Biagio in S. Petronio Vecchio. Rogito Angelo Nicola Spontoni, e Girolamo Castellani.

1523 24 dicembre. Galeazzo del fu Gasparo Bargellini comprò da Giovanni del fu Aldrovandino Malvezzi, da Gio. Antonio del fu Luca da S. Giorgio, e da Floriano del fu Carl' Antonio Caccialupi marito di Camilla del fu Giacomo Grati una casa grande in Strada Maggiore sotto Santa Maria del Torleone, e quattro casette assieme contigue sotto S. Biagio in S. Petronio Vecchio. Item altra casa nel Torleone per L. 6650. Rogito Girolamo Cattelano, e Angelo Nicola Spontoni. Confina a mattina con Giacomo Borghesani, e a sera con Girolamo, e Lodovico Grati.

1535 26 febbraio. Il suddetto Giovanni Galeazzo Bargellini mentre abitava la predetta casa, la vendette coi suoi annessi ad Obice del fu Saulo Guidetti rogito Baldo Baldi, e Giovanni Cattalani, ripetendosi essere in Strada Maggiore sotto Santa Maria del Torleone, con quattro casette in S. Petronio Vecchio, ed altra sotto l'anzidetta Parrocchia. Pagato il tutto L. 8,500, ed altro recapito dice L. 10,500.

1537 8 febbraio. Licenza concessa dai conduttori del Dazio delle crete ad Obice del fu Saulo Guidotti di condurre materiali senza Dazio per la fabbrica della sua casa in cappella Santa Maria del Torleone.

Siccome queste licenze si trovano concesse sempre per le fabbriche di entità convien credere che il governo per incoraggire i proprietari ad ornare la città, imponessero ai conduttori del Dazio il patto di condonarlo per le fabbriche di conseguenza. Pare non potersi spiegare in altro modo la facilità con cui concedevasi questa esenzione a chi doveva introdurre molto materiale il cui Dazio avrebbe fornito buona somma di denaro ai conduttori.

Proteste giudiziali per parte di Vincenzo Bargellini qual figlio ed erede di Giovanni Galeazzo contro Floriano Caccialupi e Camilla di Giacomo Grati Iugali nelle quali si narra come li 27 maggio 1521, Rogito Nicola Spontoni detti Iugali Caccialupi, e Grati vendettero a Galeazzo Bargellini una casa in Strada Maggiore, altra ad uso di stalla nel Torleone, e quattro case in San Petronio Vecchio per L. 6,650 con garanzia di Giovanni Malvezzi, e Gio. Antonio Sangiorgi, che avendo il Bargellini fatti vari riattamenti agli edifizi li vendette ad Obice Guidotti che in appresso Gio. Giacomo Grati per titoli e ragioni in causa del testamento di Giacomo Antonio Grati fatto nel 1461 aveva mosse molestie contro il Guidotti pretendendo, che a lui spettassero detti edifizi, per cui comunicate al Bargellini dette pretese, le parti procederono contro gli eredi delle due garanzie Malvezzi e Sangiorgi — Atti di Annibale Formaglini.

1531 22 dicembre. Giovanni Filippo Angelelli di Cristoforo comprò questi stabili da Guid' Antonio e Gabrielle Guidotti rogito Giacomo Borgolocchi, ma convien credere che questo primo contratto fosse patto di francare poichè lo stesso Gio. Filippo Angelelli li 25 maggio 1554 comprò da Uberto, e Lucio fratelli Guidotti questa casa che è designata per nobile, con altre due case in San Petronio Vecchio, in confine dei Grati a ponente, e dei Borghesani a levante il tutto per L. 3,600 come da rogito Francesco de' Buoi.

La modica somma delle L. 3,600 fa credere che sia stata pagata dall' Angelelli per la rinunzia del Guidotti al diritto di ricupera; siccome poi erano rimaste due sole delle quattro case in S. Petronio Vecchio, è a ritenersi che le altre due si fossero atterrate dal Guidotti per aggrandire il Giardino del palazzo di Strada Maggiore, e per procurare al palazzo stesso l'uscita a San Petronio Vecchio.

Nella parte posteriore verso S. Petronio Vecchio vi era la cavallerizza Angelelli che servi ad uso di Teatro la cui apertura fu fatta nell'autunno 1710, con poesia del dott. Orazio Brazioli, e musica di Floriano Aresti , e l' ultimo spettacolo che s'abbia a memoria fu dato nel 1736 col titolo: Le vicende amorose ossia L'enigma disciolto poesia del dott. Neri, e musica di vari.

Li 28 maggio 1691 fu fatta l'estrazione che favorì Nerio Pietro Lorenzo assente.

1573 16 novembre. Compra Diomede di Lodovico Grati da Nestore Borghesani. Rogito Tommaso Scudieri la metà di una casa con due corti, orto in Strada Maggiore, confina a mattina Marc' Antonio Angelelli, per L. 2500.

Monari: l'indicazione nel 1743 è S.Angeletti.

Famiglia Angelelli