N.1438(1,3)

Dov'è un portico con colonne di pietra nera, che il volgo credeva di marmo, vi era la casa dei fratelli Antonio, Agostino, Petronio, Alessandro ed Annibale, figli del fu Aldrovandino Fondazza, da essi venduta il primo ottobre 1516 a Gualengo del fu Giorgio Ghisilieri, per L. 4000. Rogito Bornio Sala e Barlolomeo Grengoli.

Si dice essere posta sotto S. Michele Arcangelo del Ponticello, e confinare coi beni di Sant'Antonio di Padova, colle suore di Santa Margherita, con Antenore Campana, e con strade da due lati.

Li 18 dicembre 1517 Petronio del Mutto, battirame, promise a Gualengo e ad Amadesio, fratelli Ghisilieri, in seguito a decreto del Vicelegato, di non far più battere né di giorno, né di notte, sorte alcuna di rame in una bottega vicina a detti Ghisilieri da Sant'Arcangelo, non solo in riguardo ai benefici da essi ricevuti, ma ancora in rispetto della legge prescritta dallo Statuto, che vietava il poter esercitare dette arti vicino alle persone di studio per non frastornarle. Rogito Tideo Fronti.

L' ultimo di questo ramo senatorio Ghisilieri, erede del cav. Gio. Andrea Gigli in causa di Dorotea moglie di Gualengo Ghisilieri, il qual Gigli testò li 16 agosto 1607 a rogito di Gio. Battista Ciocca, fu il P. Ettore del conte Gualengo, prete dell'Oratorio, morto la notte del 27 aprile 1678. Il Sacro Monte di Pietà, Amministratore della sua eredità, vendette alle suore di Santa Margherita questo stabile e casette annesse, per L. 13350. Erano poste sotto Sant'Arcangelo nella contrada del Ponticello, e confinavano colla chiesa di Sant'Antonio e colle compratrici. Rogito Scipione Uccelli e Giuseppe Maria Macchiavelli delli 23 gennaio 1692. Con questi stabili le monache ampliarono la loro clausura.