N.992

Li 30 giugno 1528 Gio. Battista e Annibale, fratelli de' Mangini, salvo il diretto dominio dei Padri di S. Procolo, ai quali gli si paga l'annuo canone di lire 9, 10, vendono ad Ottaviano e a Vincenzo, fratelli Torresani, una casa sotto S. Procolo, nella via che va a S. Domenico. Confina Giovanni degli Organi, un' altra via pubblica, e il muro dell'orto di S. Procolo, per L. 2400.

Bernardino di Alessandro Guardini vende li 21 gennaio 1606 a Rinaldo di Giovan Francesco Tossignano, alias Pannirazzi, i miglioramenti di due case enfiteutiche di San Procolo nella via Larga di S. Domenico, per L. 8600. Rogito Giulio Fasanini.

1617, 27 febbraio. Giovanna Bolognetti Felicini compra da Marcantonio Tossignani per L. 9500, due case in via Larga di S. Domenico, enfiteutiche di S. Procolo, e sotto la parrocchia di detto Santo. La grande confina colla strada a settentrione, con altra via a oriente, col convento di S. Procolo a mezzodì, e la casa piccola a ponente, la quale confina a oriente la detta casa grande, la strada a settentrione, e Paolo Emilio Balzani a occidente. Rogito Giulio Andrioli. Pare che del 1647 fosse dei De Caneto.

1680, 20 agosto. Questa casa in via Larga di S. Domenico, sotto S. Procolo, alla qual abbazia si pagava il canone di L. 14, era degli eredi del fu dott. Giacomo Danioli, valutata L. 11500. Rogito Carlo Verri. Confina a levante il vicolo de' Mattugliani, a mezzodì il monastero di S. Procolo, ed a sera Ambrogio Cavalca, e Cecilia Zani successori del fu dottor Zani.

La comprò il dottor Francesco Maria Gabrielle Commi da S. Gio. in Persiceto, che ebbe una sola figlia ed erede Lucia Teresa Diamante, maritata nel conte Vincenzo del conte Antonio Vittori, morta li 18 marzo 1760, la cui figlia unica, Maria Vittoria Elisabetta, portò l'eredità paterna e materna al di lei marito senatore Giovanni Luigi Marescotti.

In questa casa mori Antonio Francesco di Vincenzo Ghiselli, canonico di S. Petronio, nel gennaio del 1730, autore della voluminosa cronaca di Bologna, da lui cominciata nel 1666, e che il primo novembre 1716 ne fece donazione causa mortis al conte Ferdinando Ranuzzi Cospi assieme a tutti i manoscritti patrii da lui posseduti, e in correspetività il Ranuzzi si obbligò di pagargli annui scudi 60. Li 28 febbraio 1730 fu data l'assoluzione a Giuseppe Ghiselli della fatta consegna dei suddetti manoscritti al senatore Marcantonio Ranuzzi, rogito Antonio Giuseppe Carboni, i quali in gran parte, e specialmente la cronaca Ghiselli, passarono alla Biblioteca dell'Istituto.

Questa casa pare che li 8 maggio 1720 fosse presa in affitto dal conte Luigi Ferdinando Marsili, mentre si trova che il primo novembre 1730 morì nella casa dei Comini in via Larga S. Domenico. Fu poi acquistata nel 1761 da Francesco Fabri cassiere di Reggimento, che vi fece molti risarcimenti, e vi istituì una specie di Monte per prestar denari contro pegni. Morì con opinione di uomo ricco, ma in fine si trovò fallito, e questa casa passò ai creditori che poi la vendettero.