N.121,122,123,124,125(101,103). Ritiro detto di S. Francesco di Sales

Ritiro detto di S. Francesco di Sales, o del P. Rosati. Siccome il vicino vicolo si disse dei Lisignoli, da una famiglia di questo nome che credesi vi abitasse, non è fuori di proposito che a questo stabile possa applicarsi la seguente notizia: 1370, 20 febbraio. Consenso e ratificazione fatta da Bartolomea Bottoni, moglie di Palmerio Ciò, a favore di Giovanni e Francesco Foscarari, sopra la vendita fattagli di una casa in Strada Stefano, in cappella S.Giuliano, e in confine del Borgo dei Lisignoli. Rogito Giacomo Vannuzzi.

1534, 27 agosto. Marcantonio di Nestore Curialti da Tossignano, comprò da Melchione di Girolamo Righi una casa sotto S. Biagio in Strada Stefano, per L. 1000. Rogito Gio. Battista Canonici, Andrea dal Bue, e Cesare Nappi. Confinava cogli eredi di Paolo dai Libri a mattina, con Gio. Giacomo Barberi a sera, e coll' orto degli ebrei dalla parte posteriore.

1588, 4 agosto. Fu data licenza agli eredi del cav. Bartolomeo Gessi che occupassero suolo pubblico per drizzare il portico della loro casa in Strada Santo Stefano dirimpetto la via della Fondazza. Confinava detta casa verso la porta della città, a oriente la via di Borgolocco mediante però la casa di Giacomo Boncompagni Duca di Sora, e ad occidente con maestro Andrea di Monte Pirano muratore. Fu pur loro concesso di alzare quattro colonne di pietra in luogo di quello di legno, e a retta linea della casa di mastro Galeazzo Mazzetti falegname, fino ai pilastri quadri di detto Duca.

1644, 29 ottobre. Il dott. Lodovico Ratta comprò da Bonifazio Gozzadini una casa grande in Strada Santo Stefano, con orto vicino ai beni delle suore di San Pietro Martire, spettante al Gozzadini per acquisti da lui fatti dai Gesuiti, dai Putti di S.Giacomo, da Pietro Zavagli, e da Ercole Bindi, per L. 11000. Rogito Orazio Monlecalvi. Confinava Gentile Grilli, l' orto di S. Pietro Martire, e il vicolo presso il convento di S. Omobono, che conduceva al monastero di S. Pietro Martire.

1646, 23 agosto. Il capitano Pietro Rivani comprò da Lodovico Ratta la predetta casa per L. 11200. Rogito Orazio Monlecalvi.

1658, 20 settembre, Policreto del fu Giulio Cesare Zibelli comprò da Ercole del fu Vincenzo Rivani, erede del fu capitano Pietro Giovanni Rivani, una casa in Strada Stefano sotto S. Giuliano, per L. 11000. Rogito Ercole Forti. In questo rogito è detto essere casa nobile, e confinare da un lato coi Padri di S. Domenico, cogli credi Grilli, e colle suore di S. Pietro Martire. Nel 1715 apparteneva a Pietro e fratelli Pesci tanto la casa nell'angolo di Borgo Locco, quanto la grande susseguente. Quando questa casa nell' angolo di Borgo Locco fu unita al ritiro, apparteneva a Giovanni di Bernardo Cacciari, che la vendette per L. 4250. Rogito Antonio di Gio. Battista Nanni. In detta casa vi fecero la chiesina dedicata a Santa Maria del Tempio. Fu istituito un ritiro per donne nubili, o vedove cittadine, da Agata Brunetti, la quale, li 9 maggio 1515, l'aperse sotto la parrocchia di Santa Maria della Ceriola, dove rimase per undici anni in una casa presa ad affitto.

Nel 1726 si traslocò in altra casa, posta in Strada Stefano presso le suore scalze, e vi si fermò per sei anni. Scopo principale prefissosi da queste donne era di educare ragazze, e di ricevere donne nubili e vedove a dozzena, fornendo loro abitazione e cibo. Erano pure ammesse altre ragazze, ma alla semplice scuola giornaliera. Il ritiro dello delle Salesiane trovavasi in Strada Stefano al N. 13, e fu qui traslocato nel 1732 essendone direttori il P. Francesco Rosati gesuita e l'abbate Bernardi, acquistando le suddette due case per L. 14000, e li 2 marzo 1739 quella del confinante Giovanni di Bernardino Cacciari, per L. 4250. Rogito Antonio di Gio. Battista Nanni.

Li 21 novembre 1745 nell'angolo di Borgo Locco fu aperta la chiesina del conservatorio dedicata a Santa Maria della Presentazione e S.Francesco di Sales. Questo ritiro cessò dopo il 1796, e la chiesa fu chiusa li 10 agosto 1808. Lo stabile fu venduto, ed il prezzo ricavato fu ripartito alle cinque convittrici superstiti in restituzione delle loro doti.

Giacomo Cacciari, divenutone proprietario, migliorò questi stabili col rifabbricarli quasi di nuovo.