Piazzetta di San Giovanni in Monte, dal II volume delle “Cose Notabili…” di Giuseppe Guidicini, con le correzioni di Luigi Breventani

Le lapidette fan cominciare questa piazza da strada Santo Stefano, e la fanno terminare alla metà della via Monticelli.

Pertiche 4, 42 sono selciate in calce, e pertiche 83, 06, 10 in sassi.

Questo colle fu creduto da molti del volgo, ingannati dai cronisti della basilica di Santo Stefano il Patricelli, il Pullieni, ecc. , che fosse manufatto per opera di San Petronio con terra tolta dalle parti basse dei contorni, e specialmente del Vivaro. Questa pia credenza era per se stessa manifestamente favolosa, ma essendosi scavato nella chiesa di S. Gio. in Monte alla profondità di soli dieci piedi s'incontrò il tufo, il che prova essere il piccol colle naturale e non artefatto.

Piacque ai nostri antenati di nominare quest' altura Monte Oliveto, e anche Monte Calvario, ma queste denominazioni non si conservarono, e prevalse sempre l' antico suo nome di Poggio di S. Giovanni, come si vedrà in appresso.

Piazza di S. Gio. in Monte a destra cominciando in Strada Santo Stefano e terminando al vicolo Fregatetti.

NN. 456, 457. Casa dei Cecca, o Zecca, passata probabilmente ai Tostini Fiorenzola in causa di Laura di Andrea di Lodovico Zecca, la quale testò nel 1587, e fu moglie di Girolamo Tostini, il quale la possedeva nel 1584. Fu poi ereditata da Giovanni dall' Armi. Per la morte di Petronio dall' Armi, ultimo del ramo abitante nella via di Mezzo di S. Martino, seguita nel 1775, passò per fidecommesso, instituito nel 1704, al marchese Antonio Pastarini, e morto esso pure senza successione nel 1779, questa casa passò all'Opera dei Vergognosi, che la possedeva anche ultimamente. Sopra la porta vedovasi l'arma dei Fiorenzola.

Vuolsi da qualcuno che queste fossero le case dei Dalla Ratta, ma questa asserzione e senza fondamento.

I numeri 458, 459, 460 e 461 sono il di dietro delle case che appartennero ai Conventi, all' arte della lana, e ai Bentivogli della via Miola.

N. 462. Casa dei Zecca. Paolo di Giacomo era proprietario di questa casa posta nella piazzola di S. Gio. in Monte, in confine di Andrea Bentivogli e degli eredi di Benedetto dall' Oglio a settentrione, di Leone Cecca e dei Cavazza a sera, degli eredi di Lorenzo Ariosti e della via Fregabrette a mezzodì. Rogito Alberto Duglioli delli 6 settembre 1544.

Avendo Antonio Cecca venduto questo stabile a Filippo e Francesco Chiari, per L. 8000, ed essendosi scoperto fidecommissario, fu restituito al venditore nel 1567. Rogito Ippolito Peppi e Galeazzo Bovio.

I Dalla Zecca sono ritenuti della famiglia dei Lana, della quale un Tommaso di Lambertino Lana essendo fatto presidente della Zecca nel 1387, diede il nuovo cognome ai suoi discendenti, ma chi ha opinato in tal modo non sapeva forse che del 1295 esisteva un Enrico Zecca; quindi o vi sono state due famiglie Zecca, o non regge l'etimologia del cognome.

Lo stemma dei Zecca differisce da quello dei Lana, in quanto che questi ultimi vi aggiungevano i tre gigli, e negli ornati della loggia di questa casa evvi per l'appunto lo stemma Lana.

Terminò questa famiglia in Diana, Cattatirina e Maria sorelle, figlie di Antonio di Giovanni, il quale testò nel 1682.

Trovasi che un Gio. Battista di Girolamo Lotti, detto Zecca, non si sa se per adozione, per disposizione testamentaria, o per esser marito di una delle precitate tre sorelle, vendette porzione di questa casa li 18 febbraio 1698, rogito Domenico Maria Boari, al P. abbate di S. Gio. in Monte D. Camillo Antonio Coppardi, il quale in progresso di tempo acquistò il restante, avendo però dovuto vincere una lite contro lui promossa dai Danioli, che affacciavano diritti fidecommissari, ai quali poi rinunziarono. Dopo la morte del Coppardi passò in proprietà ai Padri di S. Gio. in Monte.

N. 463. Casa che fu assegnata li 21 febbraio 1541 a Maria Ginevra Fantuzzi, vedova del senator Lorenzo di Rinaldo Ariosti. Rogito Annibale Castelli. Questa li 2 luglio 1545 la vendette a Camillo Chiari per L. 3300. Si dice posta sulla piazza di S. Gio. in Monte, in confine dei Cecca da due lati, della via Fregabrette, e di detta piazzola. Rogito Antonio Stancari e Annibale Coltelli.

1569, 22 ottobre. Leone Zecca Tostini compra da Filippo Chiari una casa con portico sotto S. Gio. in Monte, per L. 4500. Rogito Girolamo de' Buoi, e Ippolito Peppi. Confina la piazzola, la via Fregabrette di sopra, il venditore e suoi fratelli dal l' altro lato.

Questa vendita fu fatta dal Chiari per pagare la casa grande sotto S. Salvatore, che confinava con Giovanni dall' Armi, e con Ottaviano Roncò, vendutagli da Cesare, Paolo Emilio, e Achille da Argile Rogito Ippolito Peppi. (Vedi porta Nova N. 1194).

Li 20 settembre 1583 Giovanni Battista di Domenico Polini aveva comprato da Elisabetta Tostini, e da Giovanni e Girolamo Ghiselli, questa casa posta sotto S. Giovanni in Monte nella piazzola di detta chiesa, e in confine dei Cecca, per L. 8000. Rogito Ercole Cavazza. Il detto Polini la vendette a Gio. Battista Sasa per L. 8500. Rogito Alessandro Chiocca. Passò a D. Melchiorre Mogli, che la cedette nel 1592, per L. 9000, al Collegio dei Poeti qui traslocato nello stesso anno dalla casa del fondatore in Borgo Salamo Rogito Alessandro di Teodosio Botti.

Questa casa, o collegio, fu preservato dal contagio nel 1630.

Quando nel 1774 questo collegio passò in via Barbaria al N. 396, la suddetta casa fu acquistata dal cantante Giovanni Lovatini di Cesena, che la risarcì notabilmente e che li 9 dicembre 1774 ebbe il permesso di mettere la ringhiera nella facciata. Gli eredi Lovatini la vendettero al celebre tenore Mombelli piemontese.

Si passa la via Fregatette.

Piazza di S. Giovanni in Monte a sinistra entrandovi per strada Santo Stefano

Fra la casa già Fiessi di Strada Santo Stefano N. 87, e il cimitero della chiesa di S. Gio. in Monte, vi è un suolo comprato li 24 gennaio 1121 dal Priore e Padri di S. Vittore, e venduto da Remingarda moglie di Alberto, da Giulia e da Guido suo figlio, per soldi 30 di Luca. Rogito Bonando. Sul predetto suolo fu fabbricata una casa che li 17 aprile 1500 i Padri di S. Gio. in Monte concessero in usufrutto a Lodovico di Leonardo Calcina vita sua natural durante, per L. 400. Confina i Fiessi e il cimitero. Rogito Bartolomeo dall' Oglio. Nel 1564 fu poi venduta a Zaccaria Fiessi per scudi 500 d' oro, il quale l'unì alla suddetta sua casa N. 57.

1753, 15 aprile. Facoltà a Giovanni e ad Antonio, fratelli Macchiavelli, di occupare suolo pubblico per piedi 25 in lunghezza. e piedi 3 in larghezza, nella via di Santo Stefano dal lato della chiesa e monastero di S. Gio. in Monte, per alzare un muro presso la loro casa in retta linea di certi modioni vecchi verso il portico di detta casa.

Vien dopo la chiesa parrocchiale e monastero di S. Gio. in Monte di canonici regolari lateranensi, fabbricata sulla sommità di un poggio, al quale fan capo le vie di piazza S. Gio. in Monte. Fregatette e Monticelli. Nel 1289 si pubblicavano i bandi presso la Querzola del Poggio di S. Gio. in Monte.

Il Negri nei suoi annali cita l'ingrandimento della chiesa di S. Gio. in Monte, fatto nel 1022 da D. Rodolfo canonico regolare lateranense, ma ciò non si rileva da alcun documento, e tanto meno poi che esistessero in quei quei giorni questi canonici.

La più antica memoria di questa chiesa è del 1060 in un rogito dell' archivio di Santo Stefano, nel quale si ricorda: — Nonas. S. Ioannis Monte Auliveto. — Un altro rogito del primo giugno 1110 del notaro Bonando tratta della locazione enfiteutica per 29 anni, fatta da Clarissimo, figlio di Riverada, ad Andrea di Gherardo, a Berta sua moglie, e dei loro figli, ed eredi di un suolo e terreno vuoto vicino alla chiesa di S. Gio. in Monte, e per l'annuo canone di un denaro veneziano.

1118, 25 agosto. Il Priore e i Padri della chiesa di S. Vittore comprano da Giovanni da Bono di Pietro Clarissimi una pezza di terra posta vicino alla chiesa di San Gio. in Monte, per L. 20. Rogito Bonando.

1118, 28 settembre. Giovanni Bono di Pietro Clarissimi, Alberto Grasso, Alberico di lui fratello, Alberto di Aginulfo, Ugo di lui fratello, Azo di Alberto Clarissimi, Ominfredo Capello, Riccardo di Alberto di Atto, Guido di Alberto di Guillia, Wido e Arardo fratelli, figli di Rodolfo Clarissimi, padroni della chiesa e del cimitero di San Gio. in Monte, fecero rinunzia e donazione dell'una e dell'altro al Priore e Padri di S. Vittore. Rogito Bonando.

I predetti Padri, o Canonici, credonsi fondati nel 1117 circa.

Vittore, vescovo di Bologna, concede alcune terre in enfiteusi — Petro Presbytero Priori Ecclesiae S. Victoris 1121.

Enrico, vescovo di Bologna, e Gualtieri, arcivescovo di Ravenna, confermarono le costituzioni, i privilegi, e la congregazione dei canonici di S. Vittore e di S. Giovanni in Monte, mentre era priore Albertus, che fu poi Vescovo di Reggio.

1121, 24 gennaio. Il Priore e i Padri di S. Vittore comprano da Remingarda. moglie di Alberto Guilia, e da Guido suo figlio, metà di una casa con una pezza di terra vuota posta nel monte di S. Giovanni in Bologna. Confina il cimitero di detta chiesa, e i Clarissimi, per soldi 30 di Lucca. Rogito Bonando.

1121, 23 dicembre, Giovanni Bono di Pietro Clarissimi fa donazione alla chiesa di S. Gio. in Monte di un tratto di strada, che comincia avanti il claustro di detta chiesa, e va sino alla via di Strada Castiglione, e col comodo di poter transitare con le carra. Rogito Bonando.

1123, 12 giugno. Locazione enfiteutica di Giovanni Bono di Pietro Clarissimi, ad Ariolo di Giovanni di Casio, di una pezza di terra posta vicina alla chiesa di S. Giovanni in Monte, per l'annuo canone di due denari veneziani. Rogito Bonando.

1127, 4 ottobre. Il Priore e i Padri di S. Vittore comprano da Giovanni Bono di Pietro Clarissimi un suolo di terra ortiva posto in Bologna nel monte di S. Giovanni avanti il claustro della predetta chiesa. Rogito Bonando.

1133, 6 febbraio. Donazione fatta da Gherardo, canonico della chiesa di S. Pietro di Bologna, da Marchesello ed Alberto di Alberto Grassi, al Priore e ai Padri delle chiese di S. Vittore e di S. Gio. in Monte, di tutte le provvisioni e innovazioni spettanti ai suddetti a cominciare dall'Avesa sino alla via di Strada Stefano, e dalla via di Strada Castiglione sino all' androna che è sopra il monte di S. Giovanni. Rogito di Gherardo notaro. Questa donazione fu fatta poco dopo la morte di Alberto seniore per suffragare la di lui anima.

1133. Monas. Madij Ecclesia S. Iohannis Evangelistae positam in monte Oliveti. Rogito di Paolo di Romano.

1133, 13 ottobre. Si trova per la prima volta nominato il Priore di Sant'Eutropio, rogito Donato, e sotto la data delli 10 giugno 1134 in un rogito di Ugo si aggiunge — Chiesa di Sant' Eutropio dell' Altedo. — Questa piccola congregazione era stata approvata da Enrico Vescovo di Bologna. Clemente Papa IV li 21 novembre 1190 con Bolla data da Viteibo confermò la concessione fatta dal Vescovo di Bologna della chiesa di Sant'Eutropio della Cella dell' Altedo al Priore Ribaldo e ai Padri di San Vittore, ma solo li 22 maggio 1266 fu fatto il decreto del giudice delegato dal Papa, col quale fu dato il possesso di detta chiesa e di tutti i suoi beni ai Padri di S. Vittore e di S. Gio. in Monte. La detta chiesa era stata prima conferita a D. Domenico d'Oliverio Beccari. Il decreto fu dato in Ferrara, come da rogito di Bonaventura di Albertino da Formatico.

Il Masini ed altri non sapendo trovare dove fosse questo Sant' Eutropio, ed avendo osservato la sua unione a S. Gio. in Monte, opinarono che fosse una chiesa in prossimità di questo monastero, designando per Sant' Eutropio la piccola chiesina nell'angolo de'.la via Monticelli e della via dei Chiari, dedicata alla B. V. della Salute.

1135, 16 gennaio. Il Priore e i Padri di S. Vittore comprano da Azzo d'Alberto e da Gisla sua moglie una pezza di terra vitata vicino alla chiesa di S. Gio. in Monte. Rogito Angelo.

1139, in febbraio. Compra Alberto Maestri da Giovanni Bambi, e da Valfredo di lui figlio, quattro chiusi d'orto posti in Bologna vicino alla. chiesa di S. Gio. in Monte verso la via di Strada Castiglione. Rogito Angelo.

1140, 5 dicembre. Locazione enfiteutica per anni 29 fatta da Trivisano a Raimondo Fabro, a Tetura sua moglie, e ai loro eredi, di un orto vicino alla chiesa di S. Giovanni in Monte, in confine di Araldo Ridolfi, per l'annuo canone di un denaro Veneziano. Rogito Rodolfo notaro.

1141, 18 settembre. Compra del Priore e dei Padri della chiesa di S. Vittore e di S. Gio. in Monte, da Tusiana, vedova di Bergazolo Scannabecchi, e da Domenidio e Bongiovanni di lei figli, della metà di una tornatura di terra vicino a detta chiesa di S. Giovanni in Monte, per L. 4 di denari Lucchesi. Confina altri beni dei venditori. Rogito di Gherardo.

1146, 21 agosto. Comprano i suddetti Padri da Valfredo e da Giovanni Bono Bambi una pezza di terra ad uso d' orto vicino alla chiesa di S. Giovanni in Monte. Rogito Gherardo.

1146, 5 dicembre. Compra Vidone Bernucca da Gualdrata, vedova di Bernardo di Rolando, e da Rolando Corporaso suo figlio, una pezza di terra vuota posta sotto la chiesa di S. Gio. in Monte vicino alla via di Strada Castiglione. Rogito Gherardo.

1147, 10 maggio. Compra dei Padri da Gualfredo e Sighicino di Giovanni Bono Bambi, di tutto il loro orto posto vicino alla chiesa di S. Gio. in Monte. Confina altri beni dei Padri. Rogito Angelo.

1149, 5 aprile. Comprano i Padri da Arardo di Rodolfo un orto vicino a San Gio. in Monte, per soldi 100 lucchesi. Rogito Gherardo. 1149, 30 novembre. Compra Geminiano dalle Roncaglie, da Giovanni di Spezzaferro, un edificio posto vicino alla chiesa di S. Giovanni in Monte, per L. 20. Rogito Giovanni.

1150, 24 novembre. Bolla di Eugenio III contro quelli che ardissero perturbare, levare, diminuire, o in qualsivoglia modo pregiudicare i beni soggetti all' Arciprcsbiterato di Santa Maria di Monteveglio dei canonici regolari lateranensi, sotto pena di scomunica. Data da Firentino.

1151, 3 agosto. Rinunzia fatta dai Padri alla querela data avanti il Podestà di Bologna contro i figli di Ugo dalla Crispina, che avevano occupata una pezza di terra sopra il monte di S. Giovanni, lasciata alla predetta chiesa da Alberto di Aginulfo. Rogito Gherardo.

1154, 4 maggio. Moisè, Arcivescovo di Ravenna, concede ai Padri diverse esenzioni su tutti i loro beni, e concede ai medesimi di poter conferire la prima tonsura ai loro chierici, e di poter essere ordinati da qualunque Vescovo.

1162, 2 luglio. Federico Barbarossa concede diversi privilegi d'esenzioni, e conferma ai Padri tutti i beni che sono nei monti ove sono fondate le chiese di S. Vittore e di S. Gio. in Monte.

1162, 22 agosto. Accarisio, figlio di Lamberto de Curie, vende a D. Bono, canonico di S. Vittore, che acquista per l' Imperatore Federico, tutta la sua possidenza che avea sul poggio di S. Gio. in Monte con ingresso e sortita nella via pubblica. Confina a mattina con la via che va a detta chiesa e colla chiesa medesima, a sera e ad aquilone colla via pubblica, e a mezzogiorno col fossato della città. Rogito Guido. Il fine pel quale fosse fatta questa compra dall' Imperatore non si conosce, ma volendolo congetturare si potrebbe supporre che ne facesse dono ai Padri, o che avesse progettato di fare un forte su quest'altura.

1174, 12 gennaio. Compra di Albertino Ferramosca e di Mateldina sua moglie, da Castagnolo, di una pezza di terra con casa, e terreno vuoto annesso, posta nell' androna che va alla chiesa di S. Gio. in Monte. Confina i beni di detta chiesa. Rogito Guinizzo notaro.

1178, 5 marzo. Il Comune e popolo di Bologna dichiara essere sotto la sua protezione le chiese di S. Vittore e di S. Gio. in Monte coi loro Padri e canonici. Fatto nel giorno della consacrazione della chiesa di S. Vittore, seguita al tempo di Alessandro III, di Giovanni vescovo di Bologna, imperando Federico. Rogito di Guido notaro. Questa notizia è estratta dal registro grosso nell' Archivio di Bologna da Marzorello Curzani.

1178, 7 ottobre. Compra Ardizzone da Domisia e da Galiana sua madre una porzione di casa posta in Strada Castiglione, in confine dei beni di S. Gio. in Monte. Rogito Guido.

1182, 30 marzo. Compra dei Padri da Ugolino e fratelli, figli di Odolo da Ozzano, di un casamento altra volta venduto dai detti Padri, e posto in Bologna presso la chiesa di S. Gio. in Monte, per L. 12 Rogito Guido.

1182, 8 ottobre. Vendita fatta da Brancaleone di Bavoso da Ozzano, di un casamento posto vicino alla chiesa di S. Giovanni in Monte, di diretto dominio di detta chiesa, per L. 10 denari Pisani. Rogito Andrea di Nuto.

1194, 4 ottobre. Comprano i Padri da Palmerio, e Ruchisia sua moglie, un casamento nel poggio di S. Gio. in Monte, presso la detta chiesa, per L. 12 imperiali. Rogito Guido.

1199, 4 marzo. Locazione dei Padri a Raimondino di Raimondino Marzoli, di tre chiusi di terra vuota presso il fossato, per L. 3 e un denaro veronese di canone. Rogito Wilielmo.

1199, 21 marzo. I Padri comprano da Bene Racorgiti e da Bongiovanni Battaglioli 32 chiusi di terra ortiva presso il fossato, e i beni dei Padri, per L. 24. Rogito idem.

1200. Sul poggio di S. Gio. in Monte vi era l'androna che si spiccava dalla chiesa e andava verso Strada Castiglione.

1200. Corradino Circli e Rolando da Musiliano avevano case vicine sul poggio di S. Gio. in Monte.

1204, 21 luglio, I Padri avevano una casa vicino alla chiesa di Sant'Ermete, e un casamento posto in campo Galippo, in confine della via del Fossato della città di Bologna.

1204, quinto Kal. novembris. Giacomo de Brettenoro fece consacrare l'altare del B. Michele Arcangelo, e del B. Tommaso martire, posto nel paradiso della chiesa di S. Gio. in Monte da D. Gerardo vescovo di Bologna, e lo dotò di una vigna di Castilloni, perchè le ulive di detta vigna servissero per i lumi dell' altare del beato Michele. — Actum apud Ecclesiae S. Ioannis in Monte in paradiso ejusdem ecclesiae. Rogito Wilielmo.

Rodolfo, morto III nonas iulii 1221, mentre fu priore fece un dormitorio murato in S. Gio. in Monte.

1207, 26 gennaio. Locazione enfiteutica fatta dai Padri a Uguzzone Mortodisete, e ai di lui eredi, di un chiuso di terra posto nell' androna di S. Gio. in Monte, che va a strada Castiglione. Confina la riva del fossato. Rogito Wilielmo.

1208, 9 febbraio. Concessione fatta dai Padri a D. Savino, prete da Sassoferrato, di certa terra posta vicino al serraglio di Strada Castiglione, per fabbricarvi una canonica e chiesa sotto il titolo di Santa Lucia, pagando di censo due cerei di oncie due, un porco cinghiale, e dieci bolognini, dovendo i Padri celebrare in detta chiesa il giorno di Santa Lucia.

1209, 5 maggio. Locazione enfiteutica fatta dai Padri a Domenico Scrittore di un casamento di tre chiusi meno dodici piedi di terra, nel poggio di S. Gio. in Monte, per 35 denari di bolognini ogni mese di maggio, e con patto che possa vendere detta casa, eccetto agli spavaldi, ladri e puttane. Rogito Wilielmo.

1230. Concordia fra il Podestà e popolo di Bologna, e i Padri lateranensi di Santa Maria di Monteveglio, perchè avevano atterrata la chiesa di Sant'Apollinare per fabbricare il palazzo dei Signori, dandogli in compenso la chiesa di Sant'Ambrogio.

1230. Il Campo di Santa Lucia era detto Campo Galuffo. Rogito Giovanni di Giovanni Leonardo. (Vedi il rogito delli 21 luglio 1204).

1231, 24 luglio. Compra di frate Lamberto di Ramberto Bualelli, da Lambertino, Palmirolo e Gherardo di Gio. Pietro Rosi, di due case in Strada Stefano, sotto Santa Tecla, per L. 235. Confinano detta strada, e quella che va a S. Gio. in Monte. Rogito Rolandino di Rodolfino Fioretta.

1283, 24 gennaio. Decreto dei Consoli di Bologna di visitare la chiesa di S. Giovanni in Monte nel giorno del Santo, e di offrirgli L. 25 da ricavarsi dai massari del Comune di Bologna. Rogito Enrico Algardi.

1290. Si continua a trovare l' androna che dalla chiesa di S. Gio. in Monte va a Strada Castiglione. Potrebbe essere la via Fregatette poi chiusa.

1296, 9 giugno. Sentenza del giudice del Vescovo di Bologna, che dichiara i limiti delle parrocchie di S. Gio. in Monte, di Santa Maria di Castel de' Britti, di Santa Tecla, e di S. Biagio. Rogito Gioannino Papazzoni. (Vedi Santa Maria di Castel dei Britti).

1324. Decreto dei difensori dell' Avere di pagare ogni anno ai Padri di S. Giovanni in Monte L. 10 il giorno del loro Santo. Rogito Rodolfo Rolandi. Quest'offerta fu portata a L. 12 dai Consoli e Riformatori nel 1358. Rogito Pietro di Francesco Ugoni.

1364. I Padri avevano molti terreni che davano in enfiteusi, ed erano posti fra la via dei Chiari e Strada Castiglione, e fra detta via e l'Avesa.

1395, 3 aprile. Vendita fatta dai Padri a Baldo e Cambio d' Alberto, di un terreno, ossia casamento, sotto Santa Maria di Castel de' Britti, in strada Santo Stefano, in confine dell' orto del monastero, per L. 80 Rogito Rinaldo Formaglini.

1396, 21 gennaio. Locazione enfiteutica fatta dal Rettore di Santa Maria di Castel de' Britti, a Bartolomeo di Matteo tintore, di una casa ruinosa, dopo le quale vi era un pezzo di terreno di diretto dominio dei Padri di S. Gio. in Monte, ai quali si pagavano soldi 8. Si dice posta sotto S. Gio. in Monte, presso l'orto di detto monastero mediante una strada. Rogito Rinaldo Formaglini.

1419. I Canonici di S. Vittore e di S. Gio. in Monte, uniti, s'incorporano ai Canonici della congregazione della Frisonara di Lucca sotto il priorato di Bartolomeo Pasolini.

1426, 24 maggio. Assegnazione in soluto fatta da Nicola di Bonifacio Garsandini, vedova di Cambio Alberti, ai Padri di S. Gio. in Monte del suolo e terreno sul quale Pietro Cavallina ha una casa con orto, sotto Santa Maria di Castel de' Britti, presso altri beni di detto Pietro e l' orto dei Padri. Idem, del suolo e terreno di altra casa spettante a Bianca di Bonaventura falegname, in confine del suddetto terreno. Idem, di altro terreno, che già era una viazzola che divideva l' orto dei Padri e di Bartolomeo di Matteo tintore (vedi rogito 21 gennaio 1396), la qual viazzola passava dalla via dei Chiari nella via di Strada Stefano. Rogito Giovanni Malvasia. ( Vedi Cartoleria Vecchia N. 432, e Strada Santo Stefano N. 93).

1439, 10 settembre. Licenza concessa dagli Anziani ai Padri di S. Gio. in Monte di fabbricare sopra i muri del loro monastero verso la via dei Chiari, nonostante le liti vertenti con Giacomo di Beldo. Rogito Carlo Beccadelli.

1452, 13 ottobre. Licenza concessa dai difensori dell'Avere di fare un muro a cominciare dalla via dei Chiari sino a Cartoleria dietro il monastero. Rogito Battista Castellani.

1456, 30 gennaio. L' arcidiacono D. Giovanni de Anania commissario perpetuo del priorato di Santa Maria de Monteveglio dell'ordine di Sant'Agostino, ridotto a soli due canonici, e a non poter supplire agli obblighi e pesi, ecc., ricorse a Callisto III, ed ottenne che seguisse l'unione di Monteveglio a S. Gio. in Monte di Bologna, come risulta da Bolla data in novembre del 1455, perciò li 2 gennaio 1456 seguì la predetta unione, riservandosi l'arcidiacono finchè vivesse corbe 180 di frumento, quattro castellate, quattro quarti di legna di quercia, e un porco ogni. anno. Rogito Rolando Castellani.

Li 24 marzo 1466 i canonici di S. Gio. in Monte rinunziarono la chiesa e l'ospedale della Carità, già uniti al Priorato di Monteveglio. Rogito Castellani. (Vedi Strada San Felice N. 35).

1477, 25 aprile. Casa con orto lasciata da Giovanni Bolognini ai Padri, posta nella via dei Chiari e di Fregatette. Rogito Tommaso Fagnano. Forse fu questo lascito che invogliò i Padri a fare i seguenti acquisti:

1477, 12 dicembre. I Padri di S. Gio. in Monte per l'angustia del loro monastero e chiesa, comprarono da Giovanni Panzacchia una casa nella via dei Chiari presso il loro convento, per L. 1000 d' argento, e per saldare il debito alienarono a Pasio del fu Giacomo strazzarolo, per L. 130, una casa posta in Miola, sotto S. Giovanni in Monte, presso vie pubbliche, e mediante chiavica presso l' infrascritta casa venduta a Giacomo Sporcari tovagliaro, la quale aveva corte e pozzo, ed era posta come sopra, per L. 350. Rogito Francesco Formaglini, e Albice Duglioli.

1489, 28 settembre. I Padri comprano da Baldassare di Marsiglio Nerozzi una casa sotto S. Gio. in Monte nella via dei Chiari, per L. 350. Confina la detta strada e l altra che va alla piazzola di S. Gio. in Monte ( cioè Fregatette ). Rogito Lodovico Zacchia.

1495, 3 agosto. Licenza data dai difensori dell'Avere ai Padri di poter fare una via sotterranea, per la quale si passi dal loro monastero sotto la via dei Chiari ad alcune case di loro pertinenza poste in detta contrada. Rogito Virgilio di Beldo.

1521, 15 novembre. Concessione del Vicelegato e del Reggimento di chiudere una strada che dalla piazzola di S. Gio. in Monte passa nella via dei Chiari, per ampliare il monastero. Rogito Gio. Andrea Garisendi.

1521, 11 dicembre. I Padri di S. Gio. in Monte comprano da Pier Matteo di Giacomo Scribanari una casa sotto S. Gio. in Monte nella via dei Chiari e di Fregatette, ed altra di Vincenzo Astolfi e di Vincenzo Berselli, per L. 950. Rogito Barto lomeo Budrioli.

Nello stesso giorno acquistarono quella di Vincenzo di Aldrovandino Borselli, per L. 1150. Rogito idem.

1524, 23 gennaio. Adriano VI conferma la concessione delli 15 novembre 1521 di chiudere cioè la suddetta strada, a condizione però di aprirne un' altra fra i Guastavillani e il detto monastero.

Nell'Archivio di S. Gio. in Monte si trova un rogito di Guido delli 23 agosto 1174 che tratta di due locazioni, l'una fatta ad Udone e ai di lui eredi, di un casamento per un denaro lucchese, e l' altra a Rodolfo di Ozzano, di cinque chiusi di terra pure per un denaro lucchese, ed ambedue i terreni si dicono posti in Bologna nel Broilo dei figli d'Alessio. I da Ozzano li 30 marzo 1182, rogito Guido, possedevano, come si è superiormente detto, un casamento presso la chiesa di S. Gio. in Monte, la qual circostanza fa supporre che il Broilo dei figli d'Alessio fosse o la via Fregatette antica, ovvero la via dei Chiari. La prima volta che si trova nominato Fregatette è in un rogito di Guglielmo da S. Giorgio delli 14 luglio 1399. Questa strada che cominciava presso la chiesa, e terminava nella via dei Chiari, fu chiusa dopo il 1521.

Li 29 agosto 1691 i Padri di S. Gio. in Monte ottennero suolo pubblico per fare il portico nella piazzetta, lungo piedi 68, davanti l' ingresso del loro monastero.

La chiesa di S. Gio. in Monte con claustro apparteneva nel 1118 alla famiglia dei Clarissimi, la quale aveva un'estesa possidenza da queste parti, e cioè da Cartoleria Vecchia fino a Strada Castiglione, da detta strada fino all'Avesa, da detto torrente fino a S. Damiano, e da S. Damiano fino a Cartoleria Vecchia ove sbocca iii Strada Santo Stefano. È dunque probabile che fosse da loro fondata, o anche solo riedificata. Era piccola quando fu donata ai Padri di S. Vittore, e forse il suo altar maggiore era dove già fu quello della Croce nel mezzo della gran navata, e tolto di là nel 1824.

Pretendesi che questa chiesa sia stata rinnovata nel 1286, ma senza prove.

Il Necrologio di S. Gio. in Monte, citato dal Padri Sarti nella sua opera De Claris Archigimnasi Professoribus, dice che la chiesa fu ampliata nel 1407. Raccontano poi le cronache che dal 1440 al 1442 si rifabricasse la chiesa di S. Gio. in Monte, e che si procurò di farla ad imitazione di quella di S. Petronio. Aggiungono che in quest'occasione furon levate dodici colonne che contornavano l'altare della Croce, e cioè quella che nel 1824 fu riposta in una capella laterale.

Le dette cronache aggiungono inoltre che facendosi la fabbrica si trovarono molte reliquie, le quali furon riposte nei pillastri della nuova chiesa, marcando i siti con croci di marmo bianco antico.

In una vacchetta della sagristia di S. Gio. in Monte è notato che li 8 maggio 1430 fu consacrato di nuovo l'altare sotto il titolo di Santa Maria Maddalena, e che in tale occasione furon trovate molte reliquie insigni dentro una cassa di piombo, nella quale era memoria che detto altare era stato consacrato altra volta nel 1134.

Li 17 luglio 1432 Giacomo della Schiappa lasciò nel suo testamento di dare ogni anno in perpetuo libbre 25 d' olio per la lampada del Crocifisso ossia Croce grande della chiesa di S. Gio. in Monte. Rogito Antonio Ringhiera.

1442, 22 settembre. Licenza concessa dal Vescovo di Bologna all' Abbate di Santo Stefano di poter donare ai Padri di S. Gio. in Monte uno degli ossi di S. Petronio. Data in Firenze.

Li 9 ottobre 1442 fu fatta la traslazione di un braccio del detto Santo donato dal P. D. Francesco Bargellini abbate di Santo Stefano.

1450, 1 ottobre. Il Cardinal Legato Bessarione concede indulgenza perpetua di cento giorni a quelli che visitano l'altare di Santa Croce in S. Gio. in Monte la domenica fra l'ottava di S. Petronio.

Se la chiesa nuova dì S. Gio. in Monte sia stata erretta dal 1440 al 1442, non si sa conciliare con quanto ne dice il rogito Formaglini e Duglioli delli 12 dicembre 1477, e cioè che i Padri di S. Gio. in Monte per l'angustia del loro monastero e chiesa, comprarono ecc.

Nel cominciare del secolo XVI fu fatta la tribuna della capella maggiore e il coro a spese della famiglia Bolognini.

La capella di Santa Cecilia fu cominciata dalla B. Elena dall'Olio, e ridotta a compimento dal conte Andrea di Andalo Bentivogli suo erede.

Nel 1606 fu erretta la capella Ratta in faccia a quella di Santa Cecilia sul luogo dov' era la sagristia. Il cav. Carlo Ratta, fondatore di questa capella, spese L. 2951 non compresi i lavori di macigno, e pagò L. 4000 ai Padri per fabbricare la nuova sagristia.

Li 22 maggio 1610 l'abbate generale concesse l'altare della Croce a Prospero Pattarazzi.

Li 14 febbraio 1632 si cominciò il voltone che da Strada Santo Stefano copre la salita che mette alla porta laterale della chiesa.

Li 17 marzo 1633 il Senato diede licenza ai Padri di occupare suolo pubblico per fabbricare la porta della chiesa in Strada Santo Stefano, ossia il predetto voltone che fu terminato nel 1648.

L'Accademia Filarmonica, che ebbe principio nel 1666 da Ottaviano Carrati, celebrò la prima festa del suo protettore Sant' Antonio nella chiesa dei Servi. Li 19 giugno 1669 fu fatta in S. Gio. in Monte, li 17 giugno 1670 in S. Martino, altri dicono in S. Domenico, e dal detto anno sino al 1674 vagò per varie chiese. Finalmente Vincenzo Carrati avendo dotata l' Accademia di un' annua rendita per detta festa come da suo testamento delli 15 marzo 1675, rogito Girolamo Brighenti, fu stabilito di solennizzarla in questa chiesa, come vien praticato anche ai nostri giorni.

Li 29 agosto 1691 fu concesso suolo pubblico ai Padri di S. Gio. in Monte per fare il loro portico nella piazzola lungo piedi 68.

La chiesina della Madonna della Sanità nell' angolo della via dei Chiarì con quella detta Monticelli fu fatta nel 1596.

La soppressione del monastero di S. Gio. in Monte seguì li 10 marzo 1797. A riserva dell'abitazione del parroco tutto il locale fu occupato da un tribunale criminale speciale, e dalle carceri. Cessato questo tribunale rimasero le carceri dette politiche, e vi fu collocato un uffizio di polizia cantonale. Dalla parte della via Monticelli si è fatto il quartiere della gendarmeria, ora detto dei Carabinieri, nel quale vi è stata compresa ancora la chiesuola della Madonna della Sanità, alias della via dei Chiari.